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  19 luglio 2017 - 25 Tamuz 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Volgendo verso la fine del Libro dei Numeri, troviamo un brano (Numeri cap.30 ,2-17) contenente prescrizioni relative all'obbligo di rispettare voti, promesse e giuramenti; questo discorso è rivolto, in modo del tutto inconsueto, da Mosè ai capi delle tribù d'Israele. Una spiegazione, quanto mai attuale in ogni epoca, di questa particolarità é stata data da Chatam Sofer (R. Moshe Shreiber). 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Mi piace guardare lo sport. Mi piace il senso della sfida, mi piace la sua epica, lo sforzo per raggiungere il risultato. Mesi, anni di allenamento per giocarsi tutto in pochissimo tempo. L'altro giorno, facendo zapping, mi sono imbattuto nella Finale dei 400 m ostacoli (il cosiddetto giro della morte) degli Europei di atletica Under 23. Ha vinto, confermando il pronostico, Ayomide Folorunso, classe 1996, italiana, nata ad Abeukota, in Nigeria. Sì, perché per lo sport la legge sulla cittadinanza è assai diversa ed agli atleti sono concessi permessi speciali, che consentono loro di diventare cittadini di un Paese in modo assai più rapido. Gli atleti, del resto, portano prestigio e medaglie.
 
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Salvini, l’ultima sparata:
“Legge Mancino è folle”
“Non è una visita politica, sono qui a sostenere un’attività che dà lavoro a molte persone”. Così il leader della Lega Nord Matteo Salvini nel visitare ieri la spiaggia ‘fascista’ di Chioggia tra selfie ed entusiastiche reazioni dei frequentatori dello stabilimento. “Nel 2017 – ha sostenuto nell’occasione Salvini, la cui visita è raccontata tra gli altri dal Corriere del Veneto – Procure e Parlamento hanno ben altro da fare che prendersela per qualche cartello o accendino con il Duce. La legge Mancino è folle, va cancellata”.

Su Repubblica l’intellettuale francese Marek Halter racconta il suo viaggio nell’Europa ferita del terrorismo islamico insieme a 60 imam. “Qua e là, in questo periplo di 4.500 chilometri attraverso l’Europa straziata – scrive Halter – ci sono stati momenti di emozione. Per esempio nella piccola chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, dove padre Jacques Hamel è stato sgozzato il 26 luglio 2016, i rari giornalisti presenti sono scoppiati a piangere quando, vedendo gli imam pregare in memoria del fratello, l’anziana sorella del prete li ha abbracciati, uno dopo l’altro, ripetendo: ‘Siete i miei fratelli’. O ancora a Tolosa, nel cortile della scuola ebraica, dove, il 19 marzo 2012, Mohamed Merah ha giustiziato quattro bambini, tra cui la figlia del direttore della scuola, il rabbino Yaacov Monsonégo, che malgrado il suo dolore ha accolto a braccia aperte l’arrivo di questi imam venuti a rendere omaggio alla sua piccola assassinata”.

In evidenza sulla stampa locale l’incontro tra la redazione di Pagine Ebraiche e le principali testate del territorio ferrarese per ragionare insieme sulla comunicazione dell’ebraismo italiano e sui diversi progetti culturali legati al Meis, che saranno tra l’altro al centro dell’odierna visita in città del premier Gentiloni.
“Incontro informale quello di ieri, che però ha sollecitato, oltre a una maggiore formazione dei giornalisti nell’ambito della cultura ebraica, anche una maggior attenzione per tutto ciò che riguarda il Meis, per innestare anche curiosità verso i temi che il Museo nazionale dell’ebraismo e della Shoah divulga” sottolinea la Nuova Ferrara.
“Una redazione aperta’, giovane e intellettualmente vivace. È quella di Pagine Ebraiche, il giornale dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, che in questi giorni è stanziale a Ferrara nell’ambito di una propria iniziativa (Redazione Aperta), che vede incontri quotidiani con le realtà sociali, culturali e dell’informazione” scrive il Resto del Carlino.
La Nuova Ferrara pubblica inoltre qualche anticipazione della Festa del libro ebraico in programma il prossimo settembre, che vedrà anche la partecipazione della ministra Fedeli. “La rassegna si terrà in vari luoghi del centro, dalla sala Estense alla palazzina del Meis, fino al Municipio. In questo contesto – si legge – la Festa del Libro ebraico rimarca la caratteristica del Meis di essere sempre più polo culturale di ricerca e dibattito sulla comunità ebraica italiana, con aperture anche internazionali, e non solo un museo”. Ad aprire la festa un concerto di Yakir Arbib.
 
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  davar
qui Ferrara – Redazione aperta 
Il Meis attende Gentiloni,
oggi la visita alla Darsena

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni oggi in visita a Ferrara. Nel pomeriggio il premier avrà infatti modo di prendere visione del progetto di riqualificazione messo in campo alla Darsena, l’area in cui sta sorgendo il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Uno degli interventi più significativi dal punto di vista urbanistico e dei lavori pubblici del Comune, ha sottolineato ieri il sindaco Tiziano Tagliani annunciando la visita di Gentiloni.
Al centro di questo progetto la sfida del Meis, che procede a passi spediti verso l’inaugurazione del primo lotto in autunno. Nella delegazione che accoglierà Gentiloni ci saranno non a caso il presidente Dario Disegni e la direttrice Simonetta Della Seta, che aveva già guidato in una prima ricognizione dell’area la redazione UCEI.
Il Meis come motore culturale per la città e per l’intera regione, con uno sguardo sempre più internazionale. Se ne parla molto in città, anche in occasione dei numerosi incontri che i giornalisti di Pagine Ebraiche hanno intrattenuto con i protagonisti dell’informazione locale. “Una redazione aperta’, giovane e intellettualmente vivace. È quella di Pagine Ebraiche, il giornale dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, che in questi giorni è stanziale a Ferrara nell’ambito di una propria iniziativa (Redazione Aperta), che vede incontri quotidiani con le realtà sociali, culturali e dell’informazione” scrive il Resto del Carlino.
“Incontro informale quello di ieri, che però ha sollecitato, oltre a una maggiore formazione dei giornalisti nell’ambito della cultura ebraica, anche una maggior attenzione per tutto ciò che riguarda il Meis, per innestare anche curiosità verso i temi che il Museo nazionale dell’ebraismo e della Shoah divulga” sottolinea la Nuova Ferrara.
La sfida, condivisa anche con alcuni colleghi di Repubblica e di Telestense, è di investire sempre di più sul piano della formazione per far sì che, anche tra i colleghi dell’Emilia Romagna, possa crescere la consapevolezza della missione del Meis e dell’orizzonte che si andrà a tracciare anche attraverso molteplici iniziative collegate come la Festa del libro ebraico in Italia del prossimo settembre, di cui la stampa locale ha dato oggi qualche anticipazione.
Ferrara ma anche Trieste, due poli su cui il governo molto sta investendo nell’attività di rilancio della cultura. Un tema che sarà centrale nell’incontro “Risorse per la cultura, cultura per le risorse” organizzato dalla redazione UCEI nella città giuliana nei prossimi giorni, all’interno del Castello di Miramare. Incontro cui parteciperanno tra gli altri la nuova direttrice Andreina Contessa, appena giunta da Gerusalemme; il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera, la direttrice del Meis Simonetta Della Seta e il sociologo Joseph Sassoon.
Per dimostrare l’impegno del governo in tal senso è avvenuto ieri un toccante momento di rilancio del museo ferroviario con protagonista il ministro della Cultura Dario Franceschini, accompagnato dalla governatrice del Friuli Venezia-Giulia Debora Serracchiani.
Nell’immagine di Giovanni Montenero un momento dell’emozionante cerimonia.
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redazione aperta - il progetto del meis
Storia degli ebrei italiani,
una sfida multimediale

Sono al lavoro già da mesi, e ora che l'inaugurazione si avvicina Giovanni Carrada e Manuela Fugenzi, responsabili della videoinstallazione immersiva che aprirà il percorso espositivo del Museo Italiano dell'Ebraismo e della Shoah di Ferrara, possono raccontare come hanno affrontato la grande sfida loro posta dal direttore del Meis Simonetta Della Seta. Lo scopo dell'installazione è chiaro: offrire un'esperienza introduttiva, capace di dare ai visitatori il senso generale della storia e delle esperienze ebraiche, una sorta di mappa che permetta poi di contestualizzare, di cogliere al meglio il senso e i significati di quanto offerto dal percorso museale.
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redazione aperta
La Ferrara ebraica tra ieri e oggi
Una storia plurisecolare lega gli ebrei a Ferrara: una storia che alterna integrazione, sviluppo culturale e partecipazione alla vita cittadina a vessazioni, emarginazione e tradimenti. A raccontare ai partecipanti al laboratorio giornalistico Redazione Aperta il complesso passato dell'ebraismo ferrarese, Luciana Roccas Sacerdoti assieme a Michele Sacerdoti, già presidente della Comunità ebraica locale. Cuore dell'incontro, la sinagoga di via Mazzini 95: fin dal 1485 il banchiere romano Ser Samuel Melli aveva acquistato qui – in quella che un tempo era via Sabbioni - una grande casa, donandola agli ebrei ferraresi perché ne facessero la sede delle loro istituzioni, ponendo il vincolo affinché la struttura rimanesse per sempre luogo di culto e studio. Nella struttura, sottoposta a ristrutturazione a seguito del terremoto del 2012, trovano ospitalità il Tempio Ashkenazita, il Tempio italiano e l'Oratorio Fanese.
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qui ferrara
Al Meis, l'ebraismo in musica
Oggi pomeriggio (ore 16.30), il Meis (Via Piangipane 81, a Ferrara) ospita l'incontro con il musicologo Massimo Acanfora Torrefranca, che cercherà di chiarire a cosa ci si riferisce quando si parla di musica ebraica, evidenziando come questa categoria sottenda a un arco amplissimo di manifestazioni culturali, aspetti antropologici e caratteri di fondo delle comunità ebraiche. Essendo le musiche ebraiche radicalmente diverse le une dalle altre a seconda degli ambiti di provenienza, esse rappresentano anche uno dei terreni sui quali la cultura ebraica ha maggiormente interagito con le culture circostanti.
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qui roma - il titolo del collegio rabbinico
Mazal tov Grazia
Collegio rabbinico, ore 5 del pomeriggio. I corridoi sono affollati come sempre ma la “quota rosa” sembra prendere il sopravvento. Allegre e disciplinate, emozionate e partecipi, le amiche e le compagne di corso di Grazia Gualano sono tutte lì. Solo qualche minuto e a Grazia verrà conferito il titolo di Bagrut. Il secondo dopo molto tempo perché il corso (equivalente a quello di “Maskil”) è un impegno molto serio. Lo testimoniano, incalzanti, le domande che si susseguono nel corso dell’esame. La Commissione è composta dal direttore rav Riccardo Di Segni, rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e membro della Consulta rabbinica, rav Gianfranco Di Segni e Luisa Basevi.
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pilpul
Ticketless - Due chicchi di grano
Cronaca culturale, questa settimana, un piccolo giallo. Per una ricerca che sto facendo mi sono trovato a rileggere il magnifico profilo di Walter Benjamin scritto da Gershom Scholem e inserito in Angelus Novus. Nel finale Scholem ricorda un episodio, ripreso anche da Hannah Arendt. Un episodio accaduto nel lontano agosto 1927. Gershom Scholem evoca una sua visita a Parigi e ci dice che Walter Benjamin lo trascinò al Musée de Cluny, “per mostrarmi tutto estasiato, in una raccolta di rituali ebraici quivi esposta, due chicchi di grano su cui un’anima gemella era riuscita a trascrivere l’intero Shema Israel”.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Sicurezza
I recenti, drammatici fatti di sangue di Gerusalemme ripropongono, ancora una volta, amare considerazioni, che già tante volte siamo stati costretti a ripetere. La feroce spietatezza degli assassini, per i quali la sacralità del luogo prescelto per dare la morte rappresenta, anziché un freno morale, un evidente potenziatore dell'effetto mediatico e propagandistico dei crimini perpetrati. La tetra, lugubre, disperante monotonia dei loro sponsor, che non vedono l'ora di inneggiare, con parole sempre uguali, ai nuovi "eroi", che vanno ad infoltire il già affollatissimo album di figurine dei campioni di casa; la sfacciata ipocrisia di chi finge di condannare il gesto, già preparando i soldi delle laute pensioni da elargire ai familiari degli assassini, in impaziente attesa; lo squallido cinismo di chi reclama a viva voce la tutela dei luoghi santi, attribuendo la responsabilità della loro temporanea chiusura non già ai seminatori di morte, ma alle autorità preposte alla pubblica sicurezza, che hanno il dovere (strano?) di vigilare sull'incolumità di tutti, e di prevenire ulteriori accoltellamenti e omicidi.

Francesco Lucrezi, storico
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