
Elia Richetti,
rabbino
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C’è
nella parashà di Eqev un’espressione sulla quale merita soffermarsi:
“Circonciderete il prepuzio del vostro cuore”. Che cosa significa
circoncidere il prepuzio del cuore? Come nella milà l’operazione ha
come effetto quello di allargare un passaggio stretto e portare alla
luce una parte nascosta, così la circoncisione del cuore dovrebbe
aprire il passaggio della Torà e portare alla luce il nostro sentimento
più profondo nei confronti di D.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Il
Comune di Capoliveri, Isola d’Elba, Provincia di Livorno, ha deliberato
di intitolare una via al nome del Rabbino Elio Toaff. Senza soci,
contrappesi, o compagni di viaggio.
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Scontro Usa-Corea
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Martedì
sera il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato di colpire
la Corea del Nord con “il fuoco e la furia, e sinceramente anche la
forza, a un livello che questo mondo non hai mai visto prima”, se il
regime nordcoreano continuerà a fare minacce dirette contro gli Stati
Uniti. Trump, spiegano i quotidiani, ha praticamente detto che la sua
amministrazione è pronta a usare l’arma nucleare per rispondere a
minacce verbali provenienti dalla Corea del Nord. “Gli americani
dormano tranquilli, non ci sono minacce immediate di un conflitto. II
presidente ha usato un linguaggio duro perché è l’unico che il
dittatore nordcoreano capisce”, visto che con lui la diplomazia non
funziona, le rassicurazioni del segretario di Stato Usa Rex Tillerson.
“Ma Trump – scrive il Corriere – si è attirato comunque molte critiche
coi suoi toni durissimi, simili a quelli di Kim: la minaccia di una
tempesta di ‘fuoco e furia’. A cominciare dai rilievi del senatore
repubblicano John McCain per il quale un vero leader parla solo quando
è davvero in grado di attuare ciò che minaccia”.
Come racconta Repubblica, “è finita sull’autostrada A16, a pochi
chilometri da Calais, la fuga dell’uomo che ieri mattina ha travolto e
ferito al volante di una Bmw sei militari alle porte di Parigi. Per
fermarlo, la polizia ha simulato una sorta d’ingorgo del traffico, ma
quando gli agenti dei corpi speciali della Brigata di ricerca e
d’intervento gli si sono avvicinati, l’aggressore ha violentemente
urtato la loro auto. Nel timore che fosse armato, i poliziotti hanno
allora aperto il fuoco: nella sparatoria l’uomo è stato colpito da
cinque proiettili e un agente è rimasto ferito”. Contrariamente a
quanto emerso in un primo tempo, l’attentatore, riporta Paolo Levi su
La Stampa, con i genitori in Algeria, risiedeva con regolare permesso
di soggiorno a Sartrouville, nel dipartimento delle Yvelines.
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l'iniziativa per arginare hamas Israele contro i tunnel dell'orrore,
al via i lavori lungo la Striscia
Un
muro di cemento, dotato di sensori, profondo decine di metri e alto
sei, lungo 60 chilometri, che corre per tutto il confine tra Israele e
la Striscia di Gaza. È quello che le forze di difesa israeliane hanno
iniziato a costruire per proteggere il Paese dai tunnel sotterranei
costruiti per infiltrarsi in territorio israeliano da Hamas, il
movimento terroristico che controlla Gaza. Nel 2014 Israele aveva
lanciato l’operazione Tzuk Eitan (tradotta in italiano Margine
protettivo) diretta principalmente a distruggere la minaccia dei
tunnel: almeno 34 di questi sono stati distrutti durante i due mesi di
conflitto. Il muro, il cui costo è stimano attorno ai 3 miliardi di
shekel (oltre 700milioni di euro), servirà, nelle intenzioni
dell’esercito, a bloccare definitivamente il pericolo di attacchi
terroristici dal sottosuolo.
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il messaggio al sindaco nardella 11 agosto, l'omaggio ai fascisti
"Le istituzioni intervengano"
La
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
e il Presidente della Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida hanno
inviato il seguente messaggio al sindaco Dario Nardella:
Caro sindaco,
siamo venuti a conoscenza dell’intenzione manifestata da alcuni
militanti di estrema destra di celebrare il prossimo 11 agosto, giorno
della Liberazione di Firenze dal nazifascismo, una cerimonia in ricordo
dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.
Una provocazione gratuita, l’ennesima in questa estate già segnata da
vari episodi di apologia del regime fascista, che ci auguriamo possa
essere contrastata nei modi più opportuni dalle istituzioni preposte.
Fermo restando il rispetto dovuto a tutti i morti, è nostra convinzione
che non possano essere tollerate manifestazioni celebrative di gruppi
che tanto lutto e dolore hanno portato a tutta Italia. Oggi più che mai
un concetto deve essere affermato: in un’epoca di scelte decisive per
il futuro dell’umanità, ci fu chi entusiasticamente abbracciò odio,
violenza e sangue. Il ricordo di questi individui, macchiatisi
consapevolmente dei crimini più efferati, non può e non deve in alcun
modo confondersi con il senso e il valore più autentico di ricorrenze
fondamentali per la coscienza democratica del paese.
Noemi Di Segni,
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Dario Bedarida,
presidente Comunità ebraica di Firenze
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pagine ebraiche agosto - l'approfondimento
Isola degli esili, ritorni e destini
Sicilia ebraica, il dossier
La
storia di una presenza millenaria, che risale agli anni della
distruzione del secondo Tempio, e il carattere e le tradizioni di
un’isola speciale. Una presenza riconosciuta come parte integrante e
imprescindibile della storia locale, e le conseguenze di un editto di
espulsione che nel 1492 è andato a colpire migliaia di destini. Le
vicende di quella che è stata la comunità più numerosa d’Italia, e le
difficoltà e la fatica di un percorso di ritorno e di rinascita che per
lungo tempo hanno potuto contare solo sulla determinazione di
pochissime persone. Tutto questo e molto altro è la Sicilia ebraica,
una realtà che riafferma la propria esistenza e che sta lottando per
riprendersi la propria storia, fra difficoltà e successi di grande
valore anche simbolico.
Raccontare l’ebraismo siciliano – protagonista del dossier
del mese di agosto di Pagine Ebraiche, curato da Ada Treves – significa
intraprendere un percorso di conoscenza non semplice, imboccare una
strada tortuosa e imprevedibile fatta di personaggi a volte
contraddittori e di storie da capire e vagliare. E da raccontare, a
poche settimane dalla Giornata Europea della Cultura Ebraica che vedrà
la Sicilia tutta, a cominciare da Palermo e da Catania, come capofila.
Da Evelyne Aouate, motore della rinascita della Sicilia ebraica a rav
Pierpaolo Pinhas Punturello, che con Shavei Israel tanto sta facendo
per accompagnare un percorso complesso. Dall’architetto Renzo Funaro
che con la Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia si occupa di
vagliare le tante segnalazioni di siti che arrivano dall’isola, alla
competenza dell’architetto David Cassuto. Sono molte le voci che questo
dossier ha ascoltato per dare un primo quadro della ricchissima e
complessa storia della Sicilia ebraica, che oggi può contare anche sul
sostegno che le viene dal Progetto Sud dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
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Setirot
- Bravi e meno bravi
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Recentemente
il mio amico e maestro Roberto Della Rocca ha ragionato sul sempre più
pressante assillo delle nostre Comunità rispetto al progressivo
decremento demografico. Partendo da Devarim, 7; 7 «… non perché siete i
più numerosi di tutti gli altri popoli vi ha scelto l’Eterno ma,
piuttosto, perché siete i meno numerosi di tutti…», il rav ha spiegato
che «la piccolezza a cui la Torà si riferisce in questo passaggio non è
solo un dato numerico ma soprattutto etico e comportamentale. Si tratta
di un richiamo per evitare smanie di grandezza, e di un invito a
diffidare da politiche populiste che perseguono “aperture irriflesse”,
per le quali si dovrebbero imbarcare quante più persone per rimpolpare
le magre liste degli iscritti. Il ghiùr non può e non dovrebbe mai
costituire una soluzione al problema demografico. Si rischierebbe, in
tal modo, di adottare una modalità surrettizia di quel colonialismo
culturale, tipico di altre religioni, e di mettere in atto forme di
abuso manipolatorio di quelle coscienze alla ricerca di una identità e
di una collocazione che talvolta poco ha a che fare con un adesione
sostanziale a un progetto di vita ebraica». Ragionamento ineccepibile
quanto condivisibile. Anche se – va detto – la complessa tematica dei
ghiurìm oggi dibattuta e spesso vissuta con sofferente lacerazione non
sta esattamente nei termini semplicistici del “rimpolpamento”
demografico.
Stefano Jesurum, giornalista
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L'esigenza di comparare
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Torno
su una questione a cui ho già dedicato un intervento su queste colonne
alcune settimane fa, la distinzione tra paragonare e comparare eventi
storici, per esempio la Shoah e altre tragedie. Allora la riflessione
nasceva dalla partecipazione alla trasmissione televisiva su Hitler
diretta da Michele Santoro, vorrei invece adesso rifarmi a un breve
testo di Yosef H. Yerushalmi pubblicato in italiano alcuni anni fa da
Giuntina con il titolo Assimilazione e antisemitismo razziale: i
modelli iberico e tedesco. La premessa d’obbligo è sempre la stessa:
comparare significa far emergere una combinazione di differenze e
somiglianze, non tracciare una riduttiva equazione tra eventi.
Giorgio Berruto
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Tu Be Av
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Mancano
poco più di sei settimane all’inizio del nuovo anno, mi ricorda il
calendario nel cellulare, e festeggiamo l’ultima ricorrenza dell’anno
ebraico, Tu Be Av, corrispondente quest’anno al 7 agosto del calendario
civile: la festa più gioiosa dell’anno secondo il Talmud
gerosolimitano, neppure una settimana dopo quella più triste, Tisha Be
Av (Ta’anit 4:7). In una terra dove (un tempo) il clima era più mite ed
i tempi agricoli erano un po’ anticipati rispetto alla nostra penisola
– non quest’anno, in cui la vendemmia è stata anticipata di un paio di
settimane a causa del caldo eccessivo che ha fatto maturare
precocemente le uve – questa ricorrenza decretava proprio l’inizio
della raccolta delle uve da vino.
Sara Valentina Di Palma
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