19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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  23 Agosto 2017 - 1 Elul 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
La giustizia, la giustizia seguirai affinché tu viva ed erediti la terra che il Signore tuo D.O sta per darti” (Deut. 16,20). Rav Moshe Avigdor Amiel (1882-1945; fu rabbino capo di Tel Aviv) così spiegava il duplice richiamo alla giustizia: non era sufficiente richiedere la giustizia con una sola espressione, poiché per gli uomini esistono tanti tipi diversi di giustizia, come tanti generi diversi di verità, ci può essere una giustizia che si accompagna alla menzogna e una pietà non disgiunta da colpa. N
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Non mi ha mai appassionato il dibattito, ripreso dopo gli eventi di Barcellona, se il terrorismo internazionale sia comandato dall’alto in stile mafia siciliana, oppure se si sia tutti in balia di frustrati o malati mentali che decidono di uccidere persone al mattino dopo essersi alzati. Mi ricorda un po’ la questione dell’uovo e della gallina. Capiamo bene che le due cose non sono in contraddizione e che ad essere centralizzata è la propaganda, verso cui si mostrano sensibili soggetti di varia natura e condizione sociale. Per questo non mi unisco al coro di chi si felicita della scarsa potenza di fuoco di un Isis morente.
 
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Sfida al radicalismo
Continuano le indagini degli inquirenti spagnoli per ricostruire il piano della cellula terroristica che ha compiuto la strage a Barcellona, uccidendo 13 persone e ferendone 126. I terroristi volevano colpire con camion bomba “simultaneamente diversi monumenti e chiese simbolo” della città, ha raccontato uno degli arrestati. L’imperizia degli attentatori farà però saltare in aria il covo dove è tenuto l’esplosivo, uccidendo tre di loro. Così, “nel campionario dell’orrore proposto dai manuali della propaganda del Califfato”, racconta Repubblica, i terroristi scelgono di usare direttamente il camion come arma, lanciandolo contro la folla. Un metodo già tristemente noto, da Nizza a Gerusalemme. Intanto anche in Italia si installano barriere per scongiurare nuovi attacchi e si riflette su come contrastare il radicalismo islamista: un’inchiesta di Repubblica propone alcune iniziative da adottare, tra cui la “prevenzione culturale” incentrata sulle seconde generazioni e ricorda come al Senato presto sarà in discussione la legge sul contrasto alla radicalizzazione jihadista. Secondo il sociologo Maurizio Ambrosini, “per fermare la paura dobbiamo insistere su lavoro e cittadinanza” e contro il radicalismo “serve una vera politica: entrare nelle moschee e formare gli imam”.
 
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  davar
l'incontro netanyahu-putin
"Iran una minaccia per tutti"
L’Iran si sta inserendo gradualmente nel vuoto lasciato dall’Isis in Siria. E questo è un pericolo non solo per Israele ma per il mondo intero. È quanto ha dichiarato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al presidente russo Vladimir Putin durante l’incontro tra i due tenutosi nelle scorse ore a Sochi. “Signor Presidente, grazie a un impegno comune, stiamo sconfiggendo lo Stato islamico, ed è un punto molto importante. Ma la cosa negativa è che mentre il movimento dello Stato Islamico sconfitto si dilegua, l’Iran ne prende il posto” ha dichiarato Netanyahu a Putin durante i colloqui con russi tenuti sul Mar Nero. “Non possiamo dimenticare neanche per un minuto il fatto che l’Iran minaccia ogni giorno di annientare Israele” ha proseguito il capo del governo di Gerusalemme, ricordando anche che Teheran arma “le organizzazioni terroristiche, sponsorizza e fa da il via al terrore”. Accompagnato dai vertici del Mossad e dei servizi di intelligence interna, Netanyahu, durante l’incontro aperto ai giornalisti, ha ribadito anche che l’influenza iraniana già compre ampie zone del Medio Oriente: “L’Iran è già sulla strada per avere il controllo dell’Iraq, dello Yemen e in larga misura ha già in pratica il controllo sul Libano”. Qui il gruppo terroristico Hezbollah, braccio armato di Teheran nell’area e nemico di Israele, si è rafforzato grazie alla partecipazione al conflitto siriano: Hezbollah, sottolineano gli analisti, non è più quello contro cui Tsahal (l’esercito israeliano) ha combattuto nel 2006. L’esperienza appresa sul campo, nel combattere al fianco del dittatore Assad, finanziati dall’Iran, ha reso i miliziani di Hezbollah molto più pericolosi.
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un nuovo progetto per le olimpiadi giovanili
Il Centro Wiesenthal ai Giochi: "Razzismo fuori dallo sport"
Per sradicare il razzismo nello sport sono due le direttrici da seguire. Implementare progetti realmente incisivi, che vadano oltre slogan e buone intenzioni; coinvolgere in modo costante i più giovani, trasformarli in veri e propri ambasciatori di valori.
Linee guida su cui sembra basarsi un progetto realizzato dal Simon Wiesenthal Center, tra le realtà ebraiche al mondo che più si battono nella lotta al pregiudizio in qualunque forma esso si manifesti (di alcuni giorni la notizia di una ingente donazione da parte dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, nel solco dei drammatici fatti di Charlottesville).
“Eleven Points Against Racism in Football”, il progetto lanciato alcuni fa dal centro e già sperimentato nel recente passato in alcuni tornei minori, conquista una vetrina fondamentale: i prossimi Giochi Olimpici giovanili, che si svolgeranno nell’ottobre del 2018 a Buenos Aires.
A confermare la partnership, come riporta la stampa ebraica statunitense, è stata direttamente la Organization of American States incaricata di realizzare l’evento (cui dovrebbero partecipare migliaia di atleti, in rappresentanza di oltre duecento paesi).
“Se riusciremo ad eliminare il razzismo, la xenofobia e la discriminazione nello sport potremo generare una maggiore consapevolezza nella società. Come ha dimostrato Nelson Mandela, lo sport è uno strumento potente per cambiare comportamenti inaccettabili e promuovere società inclusive” ha scritto il segretario generale della OAS Luis Almagro in un messaggio inviato ai dirigenti del centro, che fu fondato e porta il nome del più celebre cacciatore di nazisti della storia ed è tra gli altri accreditato presso le Nazioni Unite, l’Unesco e il Consiglio d’Europa.
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pagine ebraiche agosto 2017
Bosnia ebraica, c'è un futuro
Nel 2015, in occasione dei vent’anni dal genocidio di Srebrenica in Bosnia-Erzegovina, lo storico David Bidussa scriveva sul Portale dell’ebraismo italiano: “Dopo tanto tempo, tutto il mondo è a Sarajevo. Mi piacerebbe che ci fosse ancora tra un mese. Mi piacerebbe che qualcuno, avendo il ruolo e la forza morale per farlo, convocasse un qualche cosa sabato 11 luglio, a venti anni dalla corsa folle e disperata dei musulmani di Srebrenica in fuga verso la salvezza per molti di loro finita con la violazione del loro corpo, lo stupro, la morte. Lo scrivo ora, perché poi non si dica che non c’era il tempo”. Una terra, quella della Bosnia-Erzegovina, ferita e divisa da profondo odio etnico in cui si è consumato, dopo la Shoah, il peggior genocidio europeo. Un paese a maggioranza musulmana in un’Europa sempre più diffidente verso l’Islam e in cui l’integralismo islamista è una minaccia costante. Qui, nella capitale Sarajevo, la sinagoga, caso oramai raro nel Vecchio Continente, non ha veicoli della polizia o dell’esercito davanti; non ha telecamere di sicurezza; il cancello dell’antica sinagoga ashkenazita è aperto e nessuno chiede le generalità a chi entra. “Pensiamo di essere al sicuro con le porte aperti qui” racconta Jakob Finci (nell’immagine) alla giornalista Kate Bartlett, autrice di un lungo reportage proprio sulla comunità ebraica della Bosnia-Erzegovina (di cui Finci è presidente).
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  pilpul


Ticketless - Colle delle Finestre
Anche quest’anno, prima domenica di settembre, quest’anno il 10 settembre, centrando in pieno il ricordo della traversata degli ebrei di St Martin Vésubie, che si svolse fra l’8 e il 12 settembre 1943. L’appuntamento è per giovani e meno giovani, studenti e non: saliranno dal versante francese e da quello italiano sul colle delle Finestre, poco più di 2500 m. di altitudine. Sono previti interventi di autorità come non era mai accaduto in passato. Il Presidente della Regione Piemonte Chiamparino, il Sindaco di Nizza, rappresentanti delle maggiori comunità ebraiche della Costa Azzurra. Sono passati parecchi anni da quando una giovane e valorosa associazione saluzzese diede vita a questa manifestazione. Si partì dal nulla. La prima volta, una ventina di anni fa, eravano in cinque.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Antieroine
Le donne, com’è noto, hanno sempre occupato una posizione essenziale nella storia del popolo ebraico, e il loro ruolo centrale – nella famiglia e nella società – è stato ed è ampiamente elogiato nelle Sacre Scritture: i Padri di Israele, com’è noto, sono tre – Abramo, Isacco e Giacobbe – mentre le Madri sono quattro – Sara, Rebecca, Lea e Rachele. E le figure di Ester, Rut, Noemi, Susanna, Debora, della madre dei Maccabei ecc. sono, da sempre, elette a modelli di eroismo, abnegazione, virtù e spirito di sacrificio. Eppure, credo che, nonostante tutto, anche le donne d’Israele, come tutte le donne del mondo, vantino ancora un immenso credito nei confronti della società degli uomini

Francesco Lucrezi, storico
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Ninna nanna
A seguito del rastrellamento del quartiere ebraico di Roma da parte delle truppe tedesche nell’ottobre 1943, il penitenziario di Regina Coeli ospitò numerosi ebrei, alcuni di essi vittime di delazione; da Regina Coeli furono prelevati 320 detenuti successivamente fucilati presso le Fosse Ardeatine.
In via Tasso, nel rione romano Esquilino, era ubicato un altro penitenziario controllato dalle autorità d’occupazione tedesche nonché sede degli apparati di sicurezza della Gestapo; presso il carcere di via Tasso furono rinchiusi e torturati migliaia di antifascisti, molti di essi fucilati a Forte Bravetta o successivamente prelevati e fucilati presso le Fosse Ardeatine.


Francesco Lotoro
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Alberto Baumann
Alberto Baumann (1933-2014). È stato giornalista, scrittore, pittore e scultore. Con la moglie Eva Fischer, condivise l’esperienza della pittura. Contribuì ai primi passi del Mensile Shalom. In occasione della Giornata Europea della Cultura ebraica, alcune delle sue opere saranno esposte a Troina (Sicilia).

David Meghnagi, Università Roma Tre
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