Netanyahu a Putin: “Dalla Siria
l’Iran minaccia il mondo intero”

Schermata 2017-08-23 alle 15.28.11L’Iran si sta inserendo gradualmente nel vuoto lasciato dall’Isis in Siria. E questo è un pericolo non solo per Israele ma per il mondo intero. È quanto ha dichiarato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al presidente russo Vladimir Putin durante l’incontro tra i due tenutosi nelle scorse ore a Sochi. “Signor Presidente, grazie a un impegno comune, stiamo sconfiggendo lo Stato islamico, ed è un punto molto importante. Ma la cosa negativa è che mentre il movimento dello Stato Islamico sconfitto si dilegua, l’Iran ne prende il posto”, ha dichiarato Netanyahu a Putin durante i colloqui con russi tenuti sul Mar Nero. “Non possiamo dimenticare neanche per un minuto il fatto che l’Iran minaccia ogni giorno di annientare Israele”, ha proseguito il capo del governo di Gerusalemme, ricordando anche che Teheran arma “le organizzazioni terroristiche, sponsorizza e fa da il via al terrore”. Accompagnato dai vertici del Mossad e dei servizi di intelligence interna, Netanyahu, durante l’incontro aperto ai giornalisti, ha ribadito anche che l’influenza iraniana già compre ampie zone del Medio Oriente: “l’Iran è già sulla strada per avere il controllo dell’Iraq, dello Yemen e in larga misura ha già in pratica il controllo sul Libano”. Qui il gruppo terroristico Hezbollah, braccio armato di Teheran nell’area e nemico di Israele, si è rafforzato grazie alla partecipazione al conflitto siriano: Hezbollah, sottolineano gli analisti, non è più quello contro cui Tsahal (l’esercito israeliano) ha combattuto nel 2006. L’esperienza appresa sul campo, nel combattere al fianco del dittatore Assad, finanziati dall’Iran, ha reso i miliziani di Hezbollah molto più pericolosi.
Per parte sua, il presidente Putin non ha commentato davanti alla stampa le parole di Netanyahu sull’Iran. Ha però definito un “meccanismo efficiente di collaborazione” quello attivo ora in Siria tra russi e israeliani: ai secondi Mosca ha garantito mano libera contro Hezbollah, tanto che pochi giorni fa un generale israeliano ha confermato che l’aviazione di Tsahal ha colpito oltre 100 volte bersagli legati al movimento terroristico libanese presenti in territorio siriano. Reuters spiega inoltre che i russi sono convinti che la loro presenza in Siria sia di per sé un disincentivo per Iran e Hezbollah e che per questo non si spingeranno a minacciare Israele. Il governo di Gerusalemme però cerca maggiori rassicurazioni ma, a quanto scrivono i media locali, il tentativo di ottenerle dagli Stati Uniti è fallito: la scorsa settimana una delegazione di funzionari di difesa israeliani, inviati a Washington, non è riuscita ad ottenere dagli americani l’auspicata garanzia che, in un prossimo accordo sulla Siria, sia previsto il completo ritiro delle forze iraniane dal paese.

(23 agosto 2017)