Il Centro Wiesenthal ai Giochi 2018
“Razzismo, sconfiggiamolo insieme”

Per sradicare il razzismo nello sport sono due le direttrici da seguire. Implementare progetti realmente incisivi, che vadano oltre slogan e buone intenzioni; coinvolgere in modo costante i più giovani, trasformarli in veri e propri ambasciatori di valori.
Linee guida su cui sembra basarsi un progetto realizzato dal Simon Wiesenthal Center, tra le realtà ebraiche al mondo che più si battono nella lotta al pregiudizio in qualunque forma esso si manifesti (di alcuni giorni la notizia di una ingente donazione da parte dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, nel solco dei drammatici fatti di Charlottesville).
“Eleven Points Against Racism in Football”, il progetto lanciato alcuni fa dal centro e già sperimentato nel recente passato in alcuni tornei minori, conquista una vetrina fondamentale: i prossimi Giochi Olimpici giovanili, che si svolgeranno nell’ottobre del 2018 a Buenos Aires.
A confermare la partnership, come riporta la stampa ebraica statunitense, è stata direttamente la Organization of American States incaricata di realizzare l’evento (cui dovrebbero partecipare migliaia di atleti, in rappresentanza di oltre duecento paesi).
“Se riusciremo ad eliminare il razzismo, la xenofobia e la discriminazione nello sport potremo generare una maggiore consapevolezza nella società. Come ha dimostrato Nelson Mandela, lo sport è uno strumento potente per cambiare comportamenti inaccettabili e promuovere società inclusive” ha scritto il segretario generale della OAS Luis Almagro in un messaggio inviato ai dirigenti del centro, che fu fondato e porta il nome del più celebre cacciatore di nazisti della storia ed è tra gli altri accreditato presso le Nazioni Unite, l’Unesco e il Consiglio d’Europa.
Concretamente, il centro dovrebbe avere a disposizione una propria area all’interno del villaggio olimpico. Un luogo d’incontro ma soprattutto di formazione dove poter sviluppare insieme agli atleti gli undici punti del programma: da una più solida consapevolezza storica da accrescere attraverso studio e approfondimento, alla capacità di essere poi da esempio, con comportamenti all’altezza, all’insegna di rispetto, fair play e fratellanza, per i propri compagni e per i tifosi sugli spalti.
Non è la prima volta, viene ricordato, che il centro Wiesenthal lavora al fianco delle massime istituzioni sportive. Tra le collaborazioni più notevoli il sostegno a iniziative antirazziste in occasione degli Europei di calcio del 2012 in Polonia e Ucraina. Quelli in cui l’Italia sfiorò un clamoroso successo, ma dove gli Azzurri agli ordini di Cesare Prandelli scrissero anche una importante pagina di Memoria e consapevolezza visitando il campo di Auschwitz-Birkenau (iniziativa poi riproposta questa estate dall’Under 21).

a.s twitter @asmulevichmoked

(23 agosto 2017)