Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Le
due sezioni più corte della Torà, Nitzavìm e Vayelekh, si leggono
spesso insieme e quasi sempre nell’ultimo Shabbat dell’anno, quello che
precede il Rosh Ha-Shanà. Il paradosso è che Nitzavìm significa stare
fermi, mentre Vayelekh significa andare, camminare.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Si può cercare il consenso, imporre l’assenso o disporsi al dissenso.
Si può scegliere a priori la convergenza o non negarsi alla divergenza,
l’omologazione assisa tranquilla su verità già raggiunte o la
diversificazione che si inerpica per percorsi accidentati.
Acquiescenti e appagati, o inesorabilmente tormentati dalla sete. Si vive seduti o di corsa, ansimando. E bisogna scegliere.
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Apologia di fascismo,
il ddl alla Camera
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Dopo
il duro scontro di luglio, riprende oggi l’esame alla Camera della
legge che propone l’introduzione in Italia del reato di Propaganda del
regime fascista e nazifascista (articolo 293-bis del codice penale).
Primo firmatario della norma, il deputato Pd Emanuele Fiano, che si è
detto fiducioso sulla possibilità che la legge venga approvata questa
settimana in prima lettura: “I numeri ci sono e alla Camera non ci
saranno problemi”. Come scrive il Secolo XIX, buona parte della destra
e il Movimento Cinque stelle si erano detti contrari alla norma: “tra i
più accaniti detrattori della proposta di legge il leader
pentastellato, Beppe Grillo, che ha attaccato senza freni il Pd, reo a
suo dire di fare ‘fascismo a intermittenza’”. A proposito di leggi da
approvare, slitta invece l’esame dello ius soli: il Senato lo
affronterà solo dopo la finanziaria (Messaggero).
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il world jewish congress riunito a londra "Fratture interne vanno sanate, ebraismo unito contro l'odio"
Da
Londra il presidente del World Jewish Congress (il Congresso mondiale
ebraico) Ronald Lauder ha lanciato un appello all’unità dell’ebraismo
internazionale nella comune lotta contro la minaccia antisemita.
“L’antisemitismo sta aumentando in tutto il mondo – ha detto Lauder – e
colpisce tutti gli ebrei, ortodossi, reform, di sinistra e di destra.
L’obiettivo più importante per il Wjc oggi, nella nostra lotta
quotidiana e globale contro l’antisemitismo, è quella di guarire le
fratture (interne all’ebraismo) e costruire l’unità ebraica, tra tutte
le organizzazioni e indipendentemente dalle denominazioni religiose o
dalle affiliazioni politiche”. Un messaggio alla collaborazione inviato
da Lauder dalla Capitale inglese dove si è riunito il Comitato
esecutivo del World Jewish Congress, iniziativa a cui ha preso parte la
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
(nell’immagine con la delegazione del Wjc a Westmister). Nel corso
della riunione è stata fissata l’agenda per il prossimo anno
dell’organizzazione che raccoglie le istituzioni ebraiche del mondo e
sono state approvate alcune risoluzioni politiche. I membri del World
Jewish Congress hanno poi incontrato John Bercow, portavoce della
Camera dei Comuni, che ha parlato del pericolo dell’antisemitismo in
Europa e in Gran Bretagna. Leggi
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qui roma - il convegno
L'eredità di Primo Levi
Proseguono
gli omaggi e le iniziative in ricordo di Primo Levi nel trentesimo
anniversario della scomparsa. Il lascito dello scrittore, chimico e
Testimone della Shoah torinese sarà infatti al centro di un pomeriggio
di studi in programma giovedì 14 settembre presso il Centro
Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Lungotevere
Raffaello Sanzio 5).
“Delega. Il lascito di Primo Levi all’ebraismo e al futuro” il titolo
dell’iniziativa, che nasce con la consapevolezza che quella di Levi non
è figura da commemorare, ma che anzi l’intera sua opera di scrittura e
testimonianza “esorti ciascuno di noi a riprendere lo sforzo di
interrogazione e comprensione, come ‘una puntura, uno stimolo
permanente che chiede riessere soddisfatto'”. Il miglior modo di
ricordarlo è dunque riattivarne e attualizzarne il pensiero, come un
laboratorio di idee per l’ebraismo e per il futuro.
Il pomeriggio si aprirà alle 17.45 con una tavola rotonda e con la
lettura di alcuni brani. Tra i relatori Maria Fausta Adriani, Alberto
Cavaglion, Raffaella Di Castro e Fabio Levi, moderati dal direttore
della redazione UCEI Guido Vitale. All’interno di questo spazio sono
inoltre previste letture di Emanuele Carucci. Dopo una pausa, i lavori
del convegno riprenderanno con alcune proiezioni. La prima quella del
documentario “Gli sci di Primo Levi” di Bruna Bertani, con la
consulenza di Domenico Scarpa e regia di Paola Toscano (ad introdurre
la proiezione Levi e Bertani). Seguirà la proiezione del servizio
“Ritorno ad Auschwitz” di Sorgente di vita, introdotto da Emanuele
Ascarelli e Piera Di Segni. Leggi
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Colpevoli amnesie
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La
scorsa settimana ho visitato, quasi per caso, il Sacrario dei caduti
d’Oltremare di Bari. Confesso che ne ignoravo perfino l’esistenza,
insieme alla maggior parte delle analoghe strutture sul territorio
nazionale, una dozzina circa. Conoscevo di fama quello di Redipuglia,
in Veneto, e questo è tutto. Il monumento non è particolarmente bello e
ci giunge dagli anni Sessanta, oggi sottoposto a un meritato restauro.
La posizione è invece meravigliosa, dirimpetto allo splendido lungomare
di Bari. In sostanza il complesso consta di cinque aree: il giardino
che circonda la costruzione, ben curato e addobbato con statue e cimeli
militari; la stanza con l’albo d’onore, cioè l’elenco dei caduti
italiani nei conflitti mondiali (polvere a parte, i caratteri sono
ancora quelli della macchina da scrivere); il museo militare, a naso
mai toccato dalla sua prima istituzione; il piano superiore del
sacrario vero e proprio, dove in circa quaranta mila (40.000) urne
nominali sono contenute le ossa dei caduti noti, divisi nei vari teatri
di battaglia; il piano inferiore, dove invece giacciono le ossa dei
sessanta mila (60.000) militi dei quali non è stato possibile
recuperare il nome. Francamente, sono rimasto abbastanza sbigottito.
Dall’atmosfera, che giustamente fa riferimento al sacro. Ma anche dalla
clandestinità del luogo:
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Leggi
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Attualità e inattualità del Bund
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Massimo
Pieri ha appena pubblicato “Doikeyt noi stiamo qui ora! Gli ebrei del
Bund nella rivoluzione russa. Mimesis, Milano – Udine, 2017, prefazione
di Gherush 92 a cura di Valentina Sereni. Il volume meriterebbe di
essere recensito da storici; tuttavia, poiché l’argomento impinge verso
più versanti e s’interseca con tematiche assai attuali, è opportuno
farne un breve commento, con l’auspicio che si promuova un dibattito su
Bund, sionismo e assimilazione.
Emanuele Calò
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