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12 Settembre 2017 - 21 Elul 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le due sezioni più corte della Torà, Nitzavìm e Vayelekh, si leggono spesso insieme e quasi sempre nell’ultimo Shabbat dell’anno, quello che precede il Rosh Ha-Shanà. Il paradosso è che Nitzavìm significa stare fermi, mentre Vayelekh significa andare, camminare.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Si può cercare il consenso, imporre l’assenso o disporsi al dissenso.
Si può scegliere a priori la convergenza o non negarsi alla divergenza, l’omologazione assisa tranquilla su verità già raggiunte o la diversificazione che si inerpica per percorsi accidentati.
Acquiescenti e appagati, o inesorabilmente tormentati dalla sete. Si vive seduti o di corsa, ansimando. E bisogna scegliere.
 
Apologia di fascismo,
il ddl alla Camera
Dopo il duro scontro di luglio, riprende oggi l’esame alla Camera della legge che propone l’introduzione in Italia del reato di Propaganda del regime fascista e nazifascista (articolo 293-bis del codice penale). Primo firmatario della norma, il deputato Pd Emanuele Fiano, che si è detto fiducioso sulla possibilità che la legge venga approvata questa settimana in prima lettura: “I numeri ci sono e alla Camera non ci saranno problemi”. Come scrive il Secolo XIX, buona parte della destra e il Movimento Cinque stelle si erano detti contrari alla norma: “tra i più accaniti detrattori della proposta di legge il leader pentastellato, Beppe Grillo, che ha attaccato senza freni il Pd, reo a suo dire di fare ‘fascismo a intermittenza’”. A proposito di leggi da approvare, slitta invece l’esame dello ius soli: il Senato lo affronterà solo dopo la finanziaria (Messaggero).
 
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  davar
il world jewish congress riunito a londra
"Fratture interne vanno sanate, ebraismo unito contro l'odio"
Da Londra il presidente del World Jewish Congress (il Congresso mondiale ebraico) Ronald Lauder ha lanciato un appello all’unità dell’ebraismo internazionale nella comune lotta contro la minaccia antisemita. “L’antisemitismo sta aumentando in tutto il mondo – ha detto Lauder – e colpisce tutti gli ebrei, ortodossi, reform, di sinistra e di destra. L’obiettivo più importante per il Wjc oggi, nella nostra lotta quotidiana e globale contro l’antisemitismo, è quella di guarire le fratture (interne all’ebraismo) e costruire l’unità ebraica, tra tutte le organizzazioni e indipendentemente dalle denominazioni religiose o dalle affiliazioni politiche”. Un messaggio alla collaborazione inviato da Lauder dalla Capitale inglese dove si è riunito il Comitato esecutivo del World Jewish Congress, iniziativa a cui ha preso parte la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni (nell’immagine con la delegazione del Wjc a Westmister). Nel corso della riunione è stata fissata l’agenda per il prossimo anno dell’organizzazione che raccoglie le istituzioni ebraiche del mondo e sono state approvate alcune risoluzioni politiche. I membri del World Jewish Congress hanno poi incontrato John Bercow, portavoce della Camera dei Comuni, che ha parlato del pericolo dell’antisemitismo in Europa e in Gran Bretagna.
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qui roma - il convegno 
L'eredità di Primo Levi
Proseguono gli omaggi e le iniziative in ricordo di Primo Levi nel trentesimo anniversario della scomparsa. Il lascito dello scrittore, chimico e Testimone della Shoah torinese sarà infatti al centro di un pomeriggio di studi in programma giovedì 14 settembre presso il Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Lungotevere Raffaello Sanzio 5).
“Delega. Il lascito di Primo Levi all’ebraismo e al futuro” il titolo dell’iniziativa, che nasce con la consapevolezza che quella di Levi non è figura da commemorare, ma che anzi l’intera sua opera di scrittura e testimonianza “esorti ciascuno di noi a riprendere lo sforzo di interrogazione e comprensione, come ‘una puntura, uno stimolo permanente che chiede riessere soddisfatto'”. Il miglior modo di ricordarlo è dunque riattivarne e attualizzarne il pensiero, come un laboratorio di idee per l’ebraismo e per il futuro.
Il pomeriggio si aprirà alle 17.45 con una tavola rotonda e con la lettura di alcuni brani. Tra i relatori Maria Fausta Adriani, Alberto Cavaglion, Raffaella Di Castro e Fabio Levi, moderati dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale. All’interno di questo spazio sono inoltre previste letture di Emanuele Carucci. Dopo una pausa, i lavori del convegno riprenderanno con alcune proiezioni. La prima quella del documentario “Gli sci di Primo Levi” di Bruna Bertani, con la consulenza di Domenico Scarpa e regia di Paola Toscano (ad introdurre la proiezione Levi e Bertani). Seguirà la proiezione del servizio “Ritorno ad Auschwitz” di Sorgente di vita, introdotto da Emanuele Ascarelli e Piera Di Segni.
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qui roma - il festival 
Identità ebraica nel Meridione

Un risveglio a tutto campo
È un risveglio d’interesse che tocca diversi piani. Singoli individui o nuclei che cercano di riallacciarsi a una plurisecolare eredità familiare da un punto di vista squisitamente religioso. Ma anche i tanti altri che cercano stimoli di tipo culturale, un mondo da conoscere ed esplorare. Una nuova realtà con cui entrare in dialogo.
Ospite ieri del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica di Roma, il rav Pierpaolo Pinhas Punturello ha tracciato una vera e propria mappa sulla declinazione oggi dell’identità ebraica nel Sud Italia. Un orizzonte di stretta attualità, come ha ricordato appena poche ore fa la Giornata Europea della Cultura Ebraica con le città di Palermo e Catania assolute protagoniste.
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il seminario shenkar-politecnico
Da Tel Aviv a Verona e Mantova, nuovi progetti per la cultura
Si è concluso a Verona l’intenso seminario in più giornate “Survey & Musealization”, che per il secondo anno consecutivo ha visto collaborare il Polo di Mantova del Politecnico di Milano e lo Shenkar College di Tel Aviv. Un’iniziativa frutto dell’accordo per progetti internazionali siglato nel febbraio 2016 tra le due accademie, in cui son impegnati otto studenti del Polo mantovano e altrettanti dello Shenkar College.
A tenere le lezioni, David Palterer e Andrea Adami del Polo di Mantova del Politecnico di Milano, l’architetto Mara Flandina, e Rebeka Vital e Yael Moria dello Shenkar College.
Coinvolta anche la Comunità ebraica locale nelle figure del presidente Bruno Carmi e della moglie Miriam.
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pilpul
Colpevoli amnesie
La scorsa settimana ho visitato, quasi per caso, il Sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari. Confesso che ne ignoravo perfino l’esistenza, insieme alla maggior parte delle analoghe strutture sul territorio nazionale, una dozzina circa. Conoscevo di fama quello di Redipuglia, in Veneto, e questo è tutto. Il monumento non è particolarmente bello e ci giunge dagli anni Sessanta, oggi sottoposto a un meritato restauro. La posizione è invece meravigliosa, dirimpetto allo splendido lungomare di Bari. In sostanza il complesso consta di cinque aree: il giardino che circonda la costruzione, ben curato e addobbato con statue e cimeli militari; la stanza con l’albo d’onore, cioè l’elenco dei caduti italiani nei conflitti mondiali (polvere a parte, i caratteri sono ancora quelli della macchina da scrivere); il museo militare, a naso mai toccato dalla sua prima istituzione; il piano superiore del sacrario vero e proprio, dove in circa quaranta mila (40.000) urne nominali sono contenute le ossa dei caduti noti, divisi nei vari teatri di battaglia; il piano inferiore, dove invece giacciono le ossa dei sessanta mila (60.000) militi dei quali non è stato possibile recuperare il nome. Francamente, sono rimasto abbastanza sbigottito. Dall’atmosfera, che giustamente fa riferimento al sacro. Ma anche dalla clandestinità del luogo:

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Attualità e inattualità del Bund
Massimo Pieri ha appena pubblicato “Doikeyt noi stiamo qui ora! Gli ebrei del Bund nella rivoluzione russa. Mimesis, Milano – Udine, 2017, prefazione di Gherush 92 a cura di Valentina Sereni. Il volume meriterebbe di essere recensito da storici; tuttavia, poiché l’argomento impinge verso più versanti e s’interseca con tematiche assai attuali, è opportuno farne un breve commento, con l’auspicio che si promuova un dibattito su Bund, sionismo e assimilazione.

Emanuele Calò
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