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17 settembre 2017 - 26 Elul 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia,
Gran rabbino
di Francia
Noi non possiamo che instancabilmente proteggere , difendere e preservare i valori della libertà, della uguaglianza e della fraternità che fanno di noi donne e uomini attenti al prossimo e al futuro di chi ci circonda.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Una carta del mondo che non contiene il paese dell’Utopia – scrive Oscar Wilde nel 1891 – non è degna nemmeno di uno sguardo perché non contempla il solo Paese al quale l’umanità approda di continuo”. Fa strano leggerla ogni volta, specie da quando l’utopia è stata derubricata a “tentazione” e tutti si augurano, al massimo, di non peggiorare. Non so perché ogni anno, quando si avvicina il passaggio verso l’anno nuovo tutti ci auguriamo “buon anno” addirittura un anno “dolce”. Non so se ci crediamo per davvero, ma forse è l’unico modo per dire che pensare e progettare vale ancora la pena.
Shanah tovah u-metukkah
 
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Londra, fermato l’attentatore
“Il giovane di 18 anni arrestato nel porto di Dover è l’attentatore di venerdì mattina sul metrò di Londra. Riporta Repubblica: “Secondo le indiscrezioni era stato identificato quasi subito dalle telecamere a circuito chiuso della metropolitana e forse anche delle strade circostanti: non per nulla Londra è la città al mondo con il maggior numero di Cctv”. Alla caccia all’uomo, si legge ancora, hanno contribuito pure le testimonianze di 45 passeggeri del treno su cui era stata deposta ‘la bomba nel secchio’, molti dei quali hanno fornito immagini scattate con il telefonino.

È polemica a Milano per le parole dell’assessore comunale Carmela Rozza che ha proposto “una corona per tutti i caduti” sepolti nel cimitero Maggiore, anche per quelli della Rsi.
Sottolinea il Corriere Milano: “Lo scontro infiamma il centrosinistra. Tra chi invita a non trattare i morti allo stesso modo e chi chiede che al campo X non ci sia alcuna corona del Comune”.
Ferma la contrarietà del presidente Anpi Roberto Cenati, che in una nota ha affermato: “La morte rende tutti uguali, ma in vita i combattenti per la libertà hanno lottato contro l’oppressione nazifascista, mentre i repubblichini hanno collaborato con i nazisti nella denuncia, nella cattura, nella fucilazione di partigiani, oppositori politici, ebrei, lavoratori protagonisti del grande sciopero generale del marzo 1944”.

Luigi Di Maio è ufficialmente tra i candidati premier del Movimento Cinquestelle. “Il ragazzo perfettino che neanche il padre fascista votò” scrive di lui il Mattino ricordando i primi tentativi di impegno politico nella sua Pomigliano d’Arco. “Gigino – si legge – racimolò appena 59 preferenze quando si candidò alle Comunali del 2010. ‘Non lo votò neanche il papà’, dicono. Già, il padre. Un ‘vecchio’ fascista, Antonio Di Maio. Originario di Lausdomini, frazione agricola di Marigliano, a pochi chilometri da Pomigliano. Un piccolo imprenditore edile, militante del Msi di Almirante e poi dirigente locale di Alleanza Nazionale”.

Su La Stampa si racconta l’eroica vicenda dei Ritchie Boys, gli ebrei tedeschi arruolati dagli americani per operazioni speciali e interrogatori durante la seconda guerra mondiale. Vicenda cui è dedicato il saggio di prossima uscita Fratelli e soldati. La vera storia degli ebrei che sconfissero Hitler di Bruce Henderson. “Un rapporto a lungo tenuto riservato dell’esercito americano – si legge – ha rivelato che quasi il 60 per cento delle informazioni attendibili sul nemico raccolte in Europa furono frutto del lavoro svolto dai Ritchie Boys”..
 
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  davar
festa del libro ebraico - firmato il protocollo
Meis e Miur, impegno comune
per la cultura e la didattica

Il primo atto della tavola rotonda intitolata "Partecipazione e cittadinanza oggi: le sfide dell'accoglienza", evento centrale dell'edizione 2017 della Festa del Libro Ebraico di Ferrara, è stato la firma del protocollo d’intesa tra il Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e il Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intitolato “Attività di collaborazione su iniziative didattiche ed educative rivolte a studenti e docenti dell’intero arco della formazione primaria, secondaria e superiore”.
Firmato dalla ministra, Valeria Fedeli, e da Dario Disegni, presidente del Meis, alla presenza del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, del Rettore Giorgio Zauli, dell’assessore dell’Emilia-Romagna a Scuola, Formazione professionale, Università e Ricerca Patrizio Bianchi, e della presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara Anna Quarzi, il protocollo non è, come ha sottolineato più volte la ministra durante la tavola rotonda, un atto formale, bensì "un preciso impegno volto a concretizzare le parole cittadinanza e partecipazione".
"Si tratta di un accordo di enorme importanza - ha continuato - una precisa scelta del nostro Ministero: la cittadinanza presume una partecipazione attiva e allo stesso tempo un riconoscimento dell'altro e della sua diversità, e aggiungo che ogni diversità deve essere partecipe, appunto, e portatrice di arricchimento".
Temi ribaditi durante la tavola rotonda intitolata proprio “Partecipazione e cittadinanza oggi: le sfide dell’accoglienza”, che ha visto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dialogare con la ministra Fedeli, con il sindaco Tagliani, col vescovo dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ed ex direttore della Fondazione Migrantes, e con Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, un incontro moderato dall’Ambasciatore Francesco Maria Talò, reduce dall'incarico come rappresentante italiano in Israele. Ad aprire l'incontro il benvenuto della direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, e l'introduzione del presidente Dario Disegni, che ha spiegato come la firma del Protocollo sia il primo passo di un preciso programma di attività di formazione, per le quali collaborano Miur e Meis. Il Miur è impegnato nella riduzione dell’ineguaglianza, potenziando e promuovendo inclusione sociale, economica e politica così come nella diffusione della conoscenza dei temi connessi all’ebraismo, e nella trasmissione alle giovani generazioni dell’importanza della Memoria della Shoah e del dialogo interculturale e il Meis ha tra i propri obiettivi la diffusione di una corretta conoscenza dell’ebraismo, della sua cultura e dei suoi valori, oltre a un preciso impegno educativo e di conoscenza.
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festa del libro ebraico - l'intervento ucei 
Noemi Di Segni: "L'integrazione
passa dalla responsabilità"

La presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha partecipato alla tavola rotonda dal titolo “Partecipazione e cittadinanza oggi: le sfide dell’accoglienza”, iniziativa parte del programma della Festa del Libro ebraico di Ferrara che ha visto la partecipazione della ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli. Di seguito il discorso della presidente UCEI.

Abbiamo appena salutato la giornata della Cultura ebraica la riflessione sul concetto di diaspora. Vedo questo momento – la Festa del libro ebraico e il tema di questa tavola - come strettamente collegato e di prosecuzione.
Chi partecipa a costruire il Paese. Cosa vuol dire essere “cittadini”? Cosa vuol dire oggi essere italiani? È una definizione formale, di legge, certamente, ma vi è anche una stratificazione culturale (lingua, tradizioni, folklore, religione). Quanto è destinata a cambiare, o è già cambiata? Come viviamo questo cambiamento?
Cosa vuol dire appartenere e fare parte di un territorio. La storia ebraica – 22 secoli di cittadinanza e partecipazione.
Come ci si integra? Ecco i presupposti:
Riconoscimento diritti fondamentali (anche il dibattito sul jus soli), rispetto dei doveri e anzitutto dei principi costituzionali (che sono, sottolineo, principi che hanno una genesi in un contesto culturale ben preciso),
Identità di valori – ancorché non di culture. Capire che chi arriva oggi arriva da pianeti molto diversi con modelli sociali e di governo molto diversi.
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festa del libro ebraico - la mostra del cdec
Ebrei nella Grande Guerra,
le immagini dal fronte

L’ultima conquista del Risorgimento, come molti vollero credere illudendosi amaramente, o l’inizio della catastrofe che condusse infine al tradimento dell’Italia nei confronti dei propri cittadini ebrei e agli anni bui della persecuzione e della Shoah. Furono centinaia di migliaia e combatterono su tutti i fronti, gli ebrei che vestirono la divisa durante la Prima guerra mondiale. E furono migliaia gli ebrei italiani che obbedirono, in molti casi entusiasticamente, alla chiamata per difendere l’Italia e donare al nostro Paese la vittoria al costo di un devastante contributo di sangue.
Il dramma del conflitto che aprì il Novecento fu anche un dramma ebraico, e nel caso degli ebrei italiani costituì il preludio del loro infamante tradimento da parte del regime che avrebbe presto preso il potere.
Una mostra, curata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) e oggi esposta nella Sala d’onore del palazzo municipale di Ferrara, ripercorre le loro storie e mette in luce il contributo di civiltà, di patriottismo, di coraggio e spesso di eroismo dimostrato dagli ebrei coinvolti nel conflitto.
L’esposizione, ideata da Paola Mortara e Annalisa Bemporad e curata da Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala, ricchissima di materiale documentario e di suggestive immagini provenienti dagli archivi della Fondazione ebraica, è stata aperta, nel quadro della Festa del libro ebraico organizzata dal Meis, dallo stesso primo cittadino della città estense Tiziano Tagliani, che era accompagnato dai presidenti di Meis e Cdec Dario Disegni e Giorgio Sacerdoti e dai rispettivi direttori dei due enti Simonetta Della Seta e Gadi Luzzatto Voghera.
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festa del libro ebraico - la visita al cantiere
Alla scoperta del grande Meis,
il Museo prende forma

Grande interesse e partecipazione questa mattina a Ferrara per l'itinerario organizzato in occasione della Festa del libro ebraico dal titolo “Alla scoperta del grande MEIS. Visita all'edificio restaurato”. Un percorso che, sotto la guida dell'architetto Carla Di Francesco (recentemente nominata Segretario Generale del MiBACT), ha portato i visitatori nel cuore del futuro Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, dando un primo assaggio di quanto verrà svelato il prossimo 13 dicembre: in quella data infatti sarà ufficialmente inaugurata la prima parte del MEIS.
 

A Pordenonelegge con Pagine Ebraiche
Festa di lettori e carta stampata,
la cultura rilancia il territorio

È Gian Mario Villalta, direttore del festival noto come “La festa del libro con gli autori”, a spiegare con orgoglio il valore e l’importanza – studiata e riconosciuta – della ricaduta economica della sua creatura: “Il nostro territorio una volta era conosciuto per le lavatrici Zanussi, oggi lo è per Pordenonelegge”. Nato su committenza della locale Camera di Commercio che con lungimiranza quasi venti anni fa seppe cogliere il valore tuttora crescente che avrebbero saputo esprimere i festival culturali, il festival si avvia oggi alla conclusione. Nonostante il tempo non favorevole, che però – come hanno sottolineato le edizioni locali di Messaggero Veneto e Gazzettino nei loro speciali dedicati al festival – ha contribuito a far affluire un pubblico forse meno numeroso ma di qualità, anche l’edizione 2017 con i suoi oltre trecento incontri e 500 ospiti ha saputo attirare un pubblico numeroso. La collocazione periferica nulla toglie all’attrattiva di un festival che negli anni si è saputo affermare grazie all’attenzione e all’intelligenza con cui Villalta, insieme ad Alberto Garlini e Valentina Gasparet, gli altri due curatori, costruisce ogni anno il programma e grazie alla passione e alla competenza con cui Michela Zin guida la Fondazione omonima. E non vanno dimenticati gli altri elementi che permettono il successo di un festival che è anche un ottimo investimento, non solo di immagine: un recente studio della Bocconi ha mostrato come ogni euro investito ne faccia arrivare sette al territorio, una prova che Camera di Commercio così come Comune e Regione Friuli Venezia Giulia ci avevano visto giusto.
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la nuova campagna di comunicazione
Adei Wizo, 90 anni di servizio
e un futuro da costruire

Una nuova campagna di comunicazione per rilanciare un sigla storica dell'ebraismo, che da poco ha potuto celebrare il suo 90esimo anniversario: l’Adei-Wizo, l’associazione di riferimento delle donne ebree in Italia. “Non ci nascondiamo la verità. - scrive l'associazione - Rispetto ad un tempo è molto più difficile convincere, mobilitare, attivare le persone. Ma rispetto a quanto succede in giro, non siamo messe male. Neanche i grandi partiti di massa riescono a mobilitare i loro iscritti, ma noi possiamo affermare che ci impegniamo quotidianamente per coinvolgere un gran numero di persone. Lo facciamo – sottolineano le donne dell'Adei Wizo- con attività di ogni tipo, per esempio con i corsi di pittura, i corsi per fare la challà, i gruppi di lettura, che sono poi i soggetti che abbiamo scelto per una serie di spot promozionali delle nostre attività”.
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la deportazione degli ebrei dell'alto adige
Merano, 16 settembre 1943
Ferita da non dimenticare

Il 12 settembre del 1943 il brigadiere generale delle SS Karl Brunner dava l'ordine di catturare e deportare gli ebrei meranesi. Pochi giorni dopo, il 16 settembre, la retata nazista, con la collaborazione delle autorità locali, condusse alla deportazione dei 35 ebrei di Merano: prima furono condotti a Reichenau in Austria e poi portati nel campo di morte di Auschwitz. Una vicenda dolorosa che la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha voluto ricordare in un messaggio alla presidente della Comunità ebraica meranese Eli Rossi Borenstein. “In questi giorni che ci conducono alla festa di Rosh HaShanah, a guardare avanti, all'anno venturo, al futuro, non possiamo dimenticare le vicende del passato, che nel calendario di ogni anno che si avvia sono incise in chiare lettere”, le parole di Di Segni che sottolinea l'impegno della Comunità altoatesina e della sua presidente nel tenere vivo il ricordo del passato, agganciandolo però all'impegno per il presente.
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la mezza maratona nella capitale
A Roma, di corsa per la pace
Ventuno chilometri. Una mezza maratona per la pace, per affermare i valori universali di amicizia, rispetto e tolleranza. Migliaia di partecipanti quest'oggi a Roma alla "Half Marathon Via Pacis” promossa da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura, Dicastero della Santa Sede, in collaborazione con la Federazione Italiana di Atletica Leggera, con il Patrocinio del CONI e del CIP e con il coinvolgimento tra gli altri della Comunità ebraica romana (rappresentata nel comitato d'onore dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dalla presidente Ruth Dureghello).
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sorgente di vita
Le vie della Sicilia ebraica
Un percorso nell’antica Giudecca di Palermo, alla scoperta di luoghi quasi sconosciuti: un antico bagno rituale, un Oratorio che diventerà Sinagoga, le prigioni dell’Inquisizione. La puntata di Sorgente di Vita di questa sera, domenica 17 settembre, si apre con un servizio dedicato alla Sicilia, quest’anno al centro delle iniziative per la diciottesima Giornata Europea della Cultura Ebraica. La rinascita di una piccola comunità ebraica, la storia degli ebrei di Sicilia e le riflessioni sul tema di quest’anno, la Diaspora, negli spazi di Palazzo Steri, per secoli sede dell’Inquisizione, oggi sede del Rettorato dell’Università. E infine un concerto di tre artiste, tra melodie sefardite e canzoni yiddish. 
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pilpul

Gusto del rancido
«Ho sbagliato e sono dispiaciuto. L’errore non è stato avere preparato quella torta, ma averla esposta. Era grande, nel frigo del laboratorio non ci stava, e così, prima di incartarla, l’ho messa in vetrina. Dei clienti hanno protestato. […] Me l’ha ordinata una brigata di cucina di un ristorante del paese. Volevano fare uno scherzo per il compleanno del cuoco, uno che quando lavora “sembra Hitler”. Una goliardata». Che esporre una torta con il volto di Hitler sia un atto giustificato come «goliardata» dovrebbe farci riflettere ben di più che non il caso dell’aperto richiamo ad un’appartenenza politico-ideologica censurabile. Poiché il vero discrimine, in qualche modo rilevato anche dalla proposta di legge Fiano sulla punibilità dell’apologia manifesta del fascismo - che viaggia in Parlamento verso una probabile approvazione definitiva (invero obtorto collo) - non sta tra la rivendicazione o il rifiuto di un’ideologia mortifera ma tra piena consapevolezza del suo contenuto (come tale accetto o rigettato) e sua banalizzazione ignorante e, al medesimo tempo, nauseante.

Claudio Vercelli
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