Haim Korsia,
Gran rabbino
di Francia
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Noi non possiamo che instancabilmente
proteggere , difendere e preservare i valori della libertà, della
uguaglianza e della fraternità che fanno di noi donne e uomini attenti
al prossimo e al futuro di chi ci circonda.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Una
carta del mondo che non contiene il paese dell’Utopia – scrive Oscar
Wilde nel 1891 – non è degna nemmeno di uno sguardo perché non
contempla il solo Paese al quale l’umanità approda di continuo”. Fa
strano leggerla ogni volta, specie da quando l’utopia è stata
derubricata a “tentazione” e tutti si augurano, al massimo, di non
peggiorare. Non so perché ogni anno, quando si avvicina il passaggio
verso l’anno nuovo tutti ci auguriamo “buon anno” addirittura un anno
“dolce”. Non so se ci crediamo per davvero, ma forse è l’unico modo per
dire che pensare e progettare vale ancora la pena.
Shanah tovah u-metukkah
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Londra, fermato l’attentatore
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“Il
giovane di 18 anni arrestato nel porto di Dover è l’attentatore di
venerdì mattina sul metrò di Londra. Riporta Repubblica: “Secondo le
indiscrezioni era stato identificato quasi subito dalle telecamere a
circuito chiuso della metropolitana e forse anche delle strade
circostanti: non per nulla Londra è la città al mondo con il maggior
numero di Cctv”. Alla caccia all’uomo, si legge ancora, hanno
contribuito pure le testimonianze di 45 passeggeri del treno su cui era
stata deposta ‘la bomba nel secchio’, molti dei quali hanno fornito
immagini scattate con il telefonino.
È polemica a Milano per le parole dell’assessore comunale Carmela Rozza
che ha proposto “una corona per tutti i caduti” sepolti nel cimitero
Maggiore, anche per quelli della Rsi.
Sottolinea il Corriere Milano: “Lo scontro infiamma il centrosinistra.
Tra chi invita a non trattare i morti allo stesso modo e chi chiede che
al campo X non ci sia alcuna corona del Comune”.
Ferma la contrarietà del presidente Anpi Roberto Cenati, che in una
nota ha affermato: “La morte rende tutti uguali, ma in vita i
combattenti per la libertà hanno lottato contro l’oppressione
nazifascista, mentre i repubblichini hanno collaborato con i nazisti
nella denuncia, nella cattura, nella fucilazione di partigiani,
oppositori politici, ebrei, lavoratori protagonisti del grande sciopero
generale del marzo 1944”.
Luigi Di Maio è ufficialmente tra i candidati premier del Movimento
Cinquestelle. “Il ragazzo perfettino che neanche il padre fascista
votò” scrive di lui il Mattino ricordando i primi tentativi di impegno
politico nella sua Pomigliano d’Arco. “Gigino – si legge – racimolò
appena 59 preferenze quando si candidò alle Comunali del 2010. ‘Non lo
votò neanche il papà’, dicono. Già, il padre. Un ‘vecchio’ fascista,
Antonio Di Maio. Originario di Lausdomini, frazione agricola di
Marigliano, a pochi chilometri da Pomigliano. Un piccolo imprenditore
edile, militante del Msi di Almirante e poi dirigente locale di
Alleanza Nazionale”.
Su La Stampa si racconta l’eroica vicenda dei Ritchie Boys, gli ebrei
tedeschi arruolati dagli americani per operazioni speciali e
interrogatori durante la seconda guerra mondiale. Vicenda cui è
dedicato il saggio di prossima uscita Fratelli e soldati. La vera
storia degli ebrei che sconfissero Hitler di Bruce Henderson. “Un
rapporto a lungo tenuto riservato dell’esercito americano – si legge –
ha rivelato che quasi il 60 per cento delle informazioni attendibili
sul nemico raccolte in Europa furono frutto del lavoro svolto dai
Ritchie Boys”..
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festa del libro ebraico - firmato il protocollo
Meis e Miur, impegno comune
per la cultura e la didattica
Il
primo atto della tavola rotonda intitolata "Partecipazione e
cittadinanza oggi: le sfide dell'accoglienza", evento centrale
dell'edizione 2017 della Festa del Libro Ebraico di Ferrara, è stato la
firma del protocollo d’intesa tra il Meis, il Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e il Miur, Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intitolato “Attività
di collaborazione su iniziative didattiche ed educative rivolte a
studenti e docenti dell’intero arco della formazione primaria,
secondaria e superiore”.
Firmato dalla ministra, Valeria Fedeli, e da Dario Disegni, presidente
del Meis, alla presenza del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, del
Rettore Giorgio Zauli, dell’assessore dell’Emilia-Romagna a Scuola,
Formazione professionale, Università e Ricerca Patrizio Bianchi, e
della presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara Anna
Quarzi, il protocollo non è, come ha sottolineato più volte la ministra
durante la tavola rotonda, un atto formale, bensì "un preciso impegno
volto a concretizzare le parole cittadinanza e partecipazione".
"Si
tratta di un accordo di enorme importanza - ha continuato - una precisa
scelta del nostro Ministero: la cittadinanza presume una partecipazione
attiva e allo stesso tempo un riconoscimento dell'altro e della sua
diversità, e aggiungo che ogni diversità deve essere partecipe,
appunto, e portatrice di arricchimento".
Temi ribaditi durante la tavola rotonda intitolata proprio
“Partecipazione e cittadinanza oggi: le sfide dell’accoglienza”, che ha
visto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, dialogare con la ministra Fedeli, con il sindaco Tagliani,
col vescovo dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ed ex direttore della
Fondazione Migrantes, e con Mario Marazziti, presidente della
Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, un incontro
moderato dall’Ambasciatore Francesco Maria Talò, reduce dall'incarico
come rappresentante italiano in Israele. Ad aprire l'incontro il
benvenuto della direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, e
l'introduzione del presidente Dario Disegni, che ha spiegato come la
firma del Protocollo sia il primo passo di un preciso programma di
attività di formazione, per le quali collaborano Miur e Meis. Il Miur è
impegnato nella riduzione dell’ineguaglianza, potenziando e promuovendo
inclusione sociale, economica e politica così come nella diffusione
della conoscenza dei temi connessi all’ebraismo, e nella trasmissione
alle giovani generazioni dell’importanza della Memoria della Shoah e
del dialogo interculturale e il Meis ha tra i propri obiettivi la
diffusione di una corretta conoscenza dell’ebraismo, della sua cultura
e dei suoi valori, oltre a un preciso impegno educativo e di
conoscenza. Leggi
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festa del libro ebraico - l'intervento ucei
Noemi Di Segni: "L'integrazione
passa dalla responsabilità"
La presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha partecipato alla tavola
rotonda dal titolo “Partecipazione e cittadinanza oggi: le sfide
dell’accoglienza”, iniziativa parte del programma della Festa del Libro
ebraico di Ferrara che ha visto la partecipazione della ministra
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli. Di
seguito il discorso della presidente UCEI.
Abbiamo appena salutato la giornata della Cultura ebraica la
riflessione sul concetto di diaspora. Vedo questo momento – la Festa
del libro ebraico e il tema di questa tavola - come strettamente
collegato e di prosecuzione.
Chi partecipa a costruire il Paese. Cosa vuol dire essere “cittadini”?
Cosa vuol dire oggi essere italiani? È una definizione formale, di
legge, certamente, ma vi è anche una stratificazione culturale (lingua,
tradizioni, folklore, religione). Quanto è destinata a cambiare, o è
già cambiata? Come viviamo questo cambiamento?
Cosa vuol dire appartenere e fare parte di un territorio. La storia ebraica – 22 secoli di cittadinanza e partecipazione.
Come ci si integra? Ecco i presupposti:
Riconoscimento diritti fondamentali (anche il dibattito sul jus soli),
rispetto dei doveri e anzitutto dei principi costituzionali (che sono,
sottolineo, principi che hanno una genesi in un contesto culturale ben
preciso),
Identità di valori – ancorché non di culture. Capire che chi arriva
oggi arriva da pianeti molto diversi con modelli sociali e di governo
molto diversi. Leggi
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festa del libro ebraico - la mostra del cdec
Ebrei nella Grande Guerra,
le immagini dal fronte
L’ultima
conquista del Risorgimento, come molti vollero credere illudendosi
amaramente, o l’inizio della catastrofe che condusse infine al
tradimento dell’Italia nei confronti dei propri cittadini ebrei e agli
anni bui della persecuzione e della Shoah. Furono centinaia di migliaia
e combatterono su tutti i fronti, gli ebrei che vestirono la divisa
durante la Prima guerra mondiale. E furono migliaia gli ebrei italiani
che obbedirono, in molti casi entusiasticamente, alla chiamata per
difendere l’Italia e donare al nostro Paese la vittoria al costo di un
devastante contributo di sangue.
Il dramma del conflitto che aprì il Novecento fu anche un dramma
ebraico, e nel caso degli ebrei italiani costituì il preludio del loro
infamante tradimento da parte del regime che avrebbe presto preso il
potere.
Una mostra, curata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica
contemporanea (Cdec) e oggi esposta nella Sala d’onore del palazzo
municipale di Ferrara, ripercorre le loro storie e mette in luce il
contributo di civiltà, di patriottismo, di coraggio e spesso di eroismo
dimostrato dagli ebrei coinvolti nel conflitto.
L’esposizione, ideata da Paola Mortara e Annalisa Bemporad e curata da
Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala, ricchissima di materiale
documentario e di suggestive immagini provenienti dagli archivi della
Fondazione ebraica, è stata aperta, nel quadro della Festa del libro
ebraico organizzata dal Meis, dallo stesso primo cittadino della città
estense Tiziano Tagliani, che era accompagnato dai presidenti di Meis e
Cdec Dario Disegni e Giorgio Sacerdoti e dai rispettivi direttori dei
due enti Simonetta Della Seta e Gadi Luzzatto Voghera. Leggi
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festa del libro ebraico - la visita al cantiere
Alla scoperta del grande Meis,
il Museo prende forma
Grande
interesse e partecipazione questa mattina a Ferrara per l'itinerario
organizzato in occasione della Festa del libro ebraico dal titolo “Alla
scoperta del grande MEIS. Visita all'edificio restaurato”. Un percorso
che, sotto la guida dell'architetto Carla Di Francesco (recentemente
nominata Segretario Generale del MiBACT), ha portato i visitatori nel
cuore del futuro Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah,
dando un primo assaggio di quanto verrà svelato il prossimo 13
dicembre: in quella data infatti sarà ufficialmente inaugurata la prima
parte del MEIS.
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A Pordenonelegge con Pagine Ebraiche
Festa di lettori e carta stampata,
la cultura rilancia il territorio
È
Gian Mario Villalta, direttore del festival noto come “La festa del
libro con gli autori”, a spiegare con orgoglio il valore e l’importanza
– studiata e riconosciuta – della ricaduta economica della sua
creatura: “Il nostro territorio una volta era conosciuto per le
lavatrici Zanussi, oggi lo è per Pordenonelegge”. Nato su committenza
della locale Camera di Commercio che con lungimiranza quasi venti anni
fa seppe cogliere il valore tuttora crescente che avrebbero saputo
esprimere i festival culturali, il festival si avvia oggi alla
conclusione. Nonostante il tempo non favorevole, che però – come hanno
sottolineato le edizioni locali di Messaggero Veneto e Gazzettino nei
loro speciali dedicati al festival – ha contribuito a far affluire un
pubblico forse meno numeroso ma di qualità, anche l’edizione 2017 con i
suoi oltre trecento incontri e 500 ospiti ha saputo attirare un
pubblico numeroso. La collocazione periferica nulla toglie
all’attrattiva di un festival che negli anni si è saputo affermare
grazie all’attenzione e all’intelligenza con cui Villalta, insieme ad
Alberto Garlini e Valentina Gasparet, gli altri due curatori,
costruisce ogni anno il programma e grazie alla passione e alla
competenza con cui Michela Zin guida la Fondazione omonima. E non vanno
dimenticati gli altri elementi che permettono il successo di un
festival che è anche un ottimo investimento, non solo di immagine: un
recente studio della Bocconi ha mostrato come ogni euro investito ne
faccia arrivare sette al territorio, una prova che Camera di Commercio
così come Comune e Regione Friuli Venezia Giulia ci avevano visto
giusto. Leggi
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la nuova campagna di comunicazione
Adei Wizo, 90 anni di servizio
e un futuro da costruire
Una
nuova campagna di comunicazione per rilanciare un sigla storica
dell'ebraismo, che da poco ha potuto celebrare il suo 90esimo
anniversario: l’Adei-Wizo, l’associazione di riferimento delle donne
ebree in Italia. “Non ci nascondiamo la verità. - scrive l'associazione
- Rispetto ad un tempo è molto più difficile convincere, mobilitare,
attivare le persone. Ma rispetto a quanto succede in giro, non siamo
messe male. Neanche i grandi partiti di massa riescono a mobilitare i
loro iscritti, ma noi possiamo affermare che ci impegniamo
quotidianamente per coinvolgere un gran numero di persone. Lo facciamo
– sottolineano le donne dell'Adei Wizo- con attività di ogni tipo, per
esempio con i corsi di pittura, i corsi per fare la challà, i gruppi di
lettura, che sono poi i soggetti che abbiamo scelto per una serie di
spot promozionali delle nostre attività”. Leggi
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la deportazione degli ebrei dell'alto adige
Merano, 16 settembre 1943
Ferita da non dimenticare
Il
12 settembre del 1943 il brigadiere generale delle SS Karl Brunner dava
l'ordine di catturare e deportare gli ebrei meranesi. Pochi giorni
dopo, il 16 settembre, la retata nazista, con la collaborazione delle
autorità locali, condusse alla deportazione dei 35 ebrei di Merano:
prima furono condotti a Reichenau in Austria e poi portati nel campo di
morte di Auschwitz. Una vicenda dolorosa che la presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha voluto ricordare in
un messaggio alla presidente della Comunità ebraica meranese Eli Rossi
Borenstein. “In questi giorni che ci conducono alla festa di Rosh
HaShanah, a guardare avanti, all'anno venturo, al futuro, non possiamo
dimenticare le vicende del passato, che nel calendario di ogni anno che
si avvia sono incise in chiare lettere”, le parole di Di Segni che
sottolinea l'impegno della Comunità altoatesina e della sua presidente
nel tenere vivo il ricordo del passato, agganciandolo però all'impegno
per il presente. Leggi
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sorgente di vita
Le vie della Sicilia ebraica Un
percorso nell’antica Giudecca di Palermo, alla scoperta di luoghi quasi
sconosciuti: un antico bagno rituale, un Oratorio che diventerà
Sinagoga, le prigioni dell’Inquisizione. La puntata di Sorgente di Vita
di questa sera, domenica 17 settembre, si apre con un servizio dedicato
alla Sicilia, quest’anno al centro delle iniziative per la diciottesima
Giornata Europea della Cultura Ebraica. La rinascita di una piccola
comunità ebraica, la storia degli ebrei di Sicilia e le riflessioni sul
tema di quest’anno, la Diaspora, negli spazi di Palazzo Steri, per
secoli sede dell’Inquisizione, oggi sede del Rettorato dell’Università.
E infine un concerto di tre artiste, tra melodie sefardite e canzoni
yiddish. Leggi
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Gusto del rancido |
«Ho
sbagliato e sono dispiaciuto. L’errore non è stato avere preparato
quella torta, ma averla esposta. Era grande, nel frigo del laboratorio
non ci stava, e così, prima di incartarla, l’ho messa in vetrina. Dei
clienti hanno protestato. […] Me l’ha ordinata una brigata di cucina di
un ristorante del paese. Volevano fare uno scherzo per il compleanno
del cuoco, uno che quando lavora “sembra Hitler”. Una goliardata». Che
esporre una torta con il volto di Hitler sia un atto giustificato come
«goliardata» dovrebbe farci riflettere ben di più che non il caso
dell’aperto richiamo ad un’appartenenza politico-ideologica
censurabile. Poiché il vero discrimine, in qualche modo rilevato anche
dalla proposta di legge Fiano sulla punibilità dell’apologia manifesta
del fascismo - che viaggia in Parlamento verso una probabile
approvazione definitiva (invero obtorto collo) - non sta tra la
rivendicazione o il rifiuto di un’ideologia mortifera ma tra piena
consapevolezza del suo contenuto (come tale accetto o rigettato) e sua
banalizzazione ignorante e, al medesimo tempo, nauseante.
Claudio Vercelli
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