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26 Settembre 2017 - 6 Tishri 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
"...Kechù immachèm devarìm veshuvu el Ha Shem ….", "...Prendete con voi parole e tornate all’Eterno..."(Hoshea,  14; 3) abbiamo letto nella Haftarà dello scorso Shabbat Teshuvà, il primo Shabbat dell'anno nuovo, lo Shabbat fra Rosh Hashanà e Kippur. La nostra Teshuvà, il pentimento, il ritorno, deve cominciare dall'emendamento delle parole, perché la cultura della Torah, la cultura ebraica, è la cultura della parola. Solo se sapremo usarla nel modo giusto avremo la chiave per costruire noi stessi e una comunità basata sul rispetto concreto dell'altro.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Un ebreo non riesce a smettere di confrontarsi con il problema della propria identità e della propria cultura.
Philip Roth, in un momento di lucida onestà, ha scritto: "Per me, essere ebreo comportava un vero dilemma storico in cui eri nato e non una qualche identità che avevi scelto di indossare dopo aver letto una dozzina di libri". E Roth sapeva quello che stava scrivendo, dopo essersi confrontato ripetutamente con la propria identità e con le contestazioni di chi, da posizioni di conservazione, lo accusava pretestuosamente di essere un ebreo carico di odio di sé, un ebreo antisemita.
 
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Ancora odio palestinese
Attentato palestinese nei pressi dell’insediamento di Har Hadar, dove questa mattina un terrorista 37enne (con regolare permesso di lavoro in Israele) ha sparato contro dei poliziotti di servizio. Tre le vittime dell’attacco, oltre all’attentatore (neutralizzato dalle forze di sicurezza). Un quarto è ricoverato in gravi condizioni. L’uomo, originario del villaggio di Beit Surik, era riuscito ad avvicinarsi al cancello posteriore dell’insediamento insieme ad altri operai. Il movimento terroristico Hamas ha subito espresso soddisfazione per l’attacco e invitato i palestinesi a compierne altri contro soldati e civili israeliani.
“Il brutale attacco odierno ci pone una nuova volta davanti alla realtà quotidiana con cui le nostre forze di sicurezza sono costrette a confrontarsi ogni giorno” ha affermato il presidente Reuven Rivlin in un messaggio di vicinanza ai familiari alle vittime.

È una vera e propria legione di xenofobi e negazionisti a fare il proprio ingresso al Bundestag, il Parlamento tedesco. Dietro il volto e le parole rassicuranti della leader dell’ultradestra, scrive La Stampa, c’è infatti “una pattuglia di duri e puri dall’Est” che sta suscitando forte allarme. Anche tra gli ebrei tedeschi, ieri intervenuti con un fermo richiamo ai valori democratici da difendere.
“Se la fatica di Angela Merkel nel gestire la sua fragile vittoria sarà segnata nei prossimi giorni da trattative e negoziati all’insegna del più raffinato tatticismo politico – scrive il quotidiano torinese – quella che aspetta la dirigenza del partito di estrema destra Md, gli altri vincitori di questa tornata elettorale tedesca, sarà gestire la coabitazione fra due anime, di cui una smaccatamente xenofoba e negazionista”.

Devastato nella notte tra domenica e lunedì il Monumento dedicato al Deportato nel Parco Nord a Milano. Ad essere spaccate a martellate le teche che contengono le terre e le ceneri provenienti dai campi di concentramento nazisti. L’Anpi provinciale, come riporta tra gli altri il dorso locale del Corriere, denuncia “l’ennesima provocazione neofascista che offende la Memoria di chi ha sacrificato la sua vita per la nostra libertà”. Sottolinea il presidente Roberto Cenati in una nota: “In Europa e nel nostro Paese si sta manifestando una pericolosa deriva xenofoba, razzista e antisemita. Occorre una risposta ferma da parte delle istituzioni, dello Stato repubblicano nato dalla Resistenza. Fenomeni contrari ai principi costituzionali non vanno sottovalutati”.

Esce oggi in libreria il volume di Liliana Picciotto “Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945” (Einaudi). Un’approfondita ricerca del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano su coloro che riuscirono a sottrarsi alla deportazione.
Scrive il Corriere a proposito di questa uscita editoriale: “Il libro-ricerca curato da Liliana Picciotto è un formidabile veicolo di conoscenza. Un’enciclopedia di storie umane che ci raccontano di un’Italia, apparentemente indifferente, ma anche solidale con chi soffriva. Perché delle camere a gas quasi tutti erano informati”.
 
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  davar
presentati i risultati dell'indagine cdec-ipsos
Italia, i numeri del pregiudizio
Il clima del paese, nonostante il consolidarsi dei segnali di ripresa, rimane fondamentalmente negativo e ripiegato: le aggressioni esterne (crisi economica non risolta, immigrazione, malaffare e corruzione) sono i fattori principali che provocano questo sentimento diffuso. La richiesta di fondo rimane quindi quella di “essere difesi”, non solo da un punto di vista economico-sociale, pur centrale, ma anche da una crisi identitaria e di ruolo che diventa sempre più evidente.
È quanto emerso nel corso dalla presentazione dell’indagine “Stereotipi e pregiudizi degli italiani”, fortemente voluta dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano in collaborazione con la società di analisi e ricerche di mercato IPSOS. Realizzata nell’ambito di un progetto sulla storia dell’antisemitismo coordinato dall’Università Statale di Milano, con la partecipazione di Università La Sapienza di Roma, Università di Genova e di Pisa, la ricerca (presentata stamane al Centro Ebraico Il Pitigliani) è stata posta a confronto con una precedente rilevazione condotta nel 2007.
Di grande interesse e attualità gli spunti emersi sul tema del pregiudizio (anti-ebraico e non solo). Il preludio a ulteriori approfondimenti che saranno effettuati nei prossimi mesi, come hanno sottolineato nei loro interventi sia il direttore del CDEC Gadi Luzzatto Voghera che la sociologa Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio Antisemitismo della fondazione. L’obiettivo, confermato da entrambi, è che questa rilevazione possa diventare un punto di partenza per monitoraggi periodici che vadano a costruire una sorta di “barometro dell’intolleranza”.In loro compagnia, ad illustrare dati e prospettive dell’analisi, per la cui realizzazione sono stati impiegati diversi mesi di lavoro, il presidente IPSOS Nando Pagnoncelli, il senatore Luigi Manconi e il direttore del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche Guido Vitale. In apertura di mattinata inoltre i saluti della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, mentre tra i vari ospiti intervenuti nel corso della giornata da segnalare alcune riflessioni della parlamentare Milena Santerini sull’impegno delle istituzioni italiane ed europee nella lotta all’odio. “È necessario che le autorità a tutti i livelli agiscano per contrastare le diverse maschere dell’antisemitismo. È necessario che il mondo musulmano si difenda da chi non gli consente di maturare ed integrarsi. È necessario che la popolazione civile si desti” l’appello della presidente Di Segni. L’invito del direttore Vitale è stato ad aprire gli occhi, anche in quel vasto mondo che si muove con messaggi controversi e ambivalenti. Caso eclatante le recenti elezioni in Germania con l’affermazione di una estrema destra che pur non minacciando direttamente gli ebrei (almeno per ora) non può non costituire un serio problema di cui tener conto.
“I movimenti populisti di estrema destra e populisti che affermano che gli ebrei non hanno nulla da temere costituiscono una grave minaccia perché anche in assenza di un crescere di episodi criminosi nei confronti della minoranza ebraica tentano di separare il mondo ebraico dai propri valori, spesso con la complicità di singoli o di istituzioni vicine allo stesso, che agiscono irresponsabilmente o si illudono di circoscrivere il problema ebraico alla difesa degli interessi particolari. In realtà – ha affermato Vitale – il compito delle istituzioni ebraiche è di domandarsi in quale società vogliamo vivere e di portare un contributo fattivo alla costruzione di una società aperta e democratica”.
Si legge nella relazione di accompagnamento all’indagine, i cui dati salienti sono stati oggi illustrati in prima battuta da Pagnoncelli: “Era probabile che alla fine l’incapacità di progettare come risolvere alcune questioni di vitale importanza per le persone che abitano la loro vita, avrebbe prodotto rabbia, rancore, razzismo, complottiamo e rigurgiti fascisti. In questo quadro di ‘smottamento sociale’ quello che resta stabile è il pensiero stereotipato, i pregiudizi. Una costante in termini quantitativi. La cosa straordinaria almeno per ora (sperando che le cose non peggiorino ulteriormente) è che l’immagine degli ebrei, i luoghi comuni, gli stereotipi non siano cresciuti ma siano stabili..
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le vittime israeliane dell'attentato di oggi ni
Solom, Youssef e Or: tre vite
spezzate dall'odio palestinese

Il sergente Solomon Gavriya, 20 anni di Beer Yaakov, e le guardie di sicurezza Youssef Ottman, 25 anni del villaggio arabo di Abu Gosh, e Or Arish, venticinquenne di Har Adar, sono le tre vittime israeliane dell'attacco compiuto questa mattina da un terrorista palestinese a Har Adar, insediamento in Cisgiordania. L'attentatore, Namir Mahmoud - 37enne residente a Beit Surik - era in attesa di entrare nell’insediamento quando le guardie di sicurezza, insospettite dal suo comportamento, gli hanno chiesto di fermarsi. Mahmoud ha quindi tirato fuori una pistola e ha cominciato a sparare. Prima di essere ucciso, è riuscito a colpire Gavriya, Ottman, Arish e un altro uomo,  Amit Steinhar, ora ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Secondo lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna israeliano, l'attentatore non era mai stato coinvolto in passato in attività terroristiche.
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ROSH HASHANAH - torino
Un anno di impegno responsabile
A nome della Comunità di Torino rivolgo i più fervidi auguri di un anno di pace, serenità e benessere a tutti gli Ebrei italiani.
Le sfide che ci attendono sono quanto mai difficili e dure.
La perdurante instabilità nel Vicino Oriente, il dilagare di un terrorismo fanatico che insanguina le strade di Israele, dell'Europa e del mondo, il progressivo rafforzamento di un'estrema destra reazionaria, razzista e antisemita, mai così minacciosa dalla fine della II Guerra Mondiale, il dramma dei migranti che fuggono dalla barbarie che si sta consumando ai loro danni e che cercano rifugio in Occidente, sono gli elementi del quadro a tinte fosche con cui oggi dobbiamo fare i conti.
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pilpul
La Corte che educa i negazionisti
Come spesso accade – e non è certamente un bene! – la Giustizia è più rapida ed efficace della politica a definire principi e comportamenti. Dopo anni di discussioni teoriche, cui ho personalmente preso parte, sull’opportunità o meno di una legge che punisse i negazionisti (o, recentemente, i fascisti), un Tribunale belga ha sparigliato le carte. Chiamato a giudicare l’ex deputato Laurent Louis, condannato in primo grado per negazionismo, e protagonista di varie intemerate antiebraiche nel corso della sua carriera, il tribunale ha elaborato una condanna originale nel processo d’Appello.
I magistrati hanno stabilito che Louis dovrà recarsi almeno una volta all’anno, da qui al 2022, in un campo di sterminio nazista, senza evitare Auschwitz, Treblinka, Dachau e Majdanek. 


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il calcio e i suoi presidenti
Adam Smulevich firma per la casa editrice Giuntina un libro tanto formidabile quanto intriso di mestizia: Presidenti. Le storie scomode dei fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e Roma.
Per quanto ci riguarda, ricordiamo il Derby Roma - Lazio del 9 febbraio 2014, allorché spunta uno striscione “ Noi un popolo vaccaro voi un popolo di sacerdoti”, con un chiaro riferimento sia al Generale Giorgio Vaccaro (che in qualche modo impedì l’incorporazione della Lazio nell’ambito della fusione dell’Alba Roma, Roman e Fortitudo dalla quale sorse l’AS Roma), sia a Renato Sacerdoti (indimenticato Presidente dell’AS Roma).  A dimostrazione che se qualche romanista l’ha scordato, la curva nord lo ricorda, anche se non come vorremmo.


Emanuele Calò
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