Roberto
Della Rocca,
rabbino
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"...Kechù
immachèm devarìm veshuvu el Ha Shem ….", "...Prendete con voi parole e
tornate all’Eterno..."(Hoshea, 14; 3) abbiamo letto nella Haftarà
dello scorso Shabbat Teshuvà, il primo Shabbat dell'anno nuovo, lo
Shabbat fra Rosh Hashanà e Kippur. La nostra Teshuvà, il pentimento, il
ritorno, deve cominciare dall'emendamento delle parole, perché la
cultura della Torah, la cultura ebraica, è la cultura della parola.
Solo se sapremo usarla nel modo giusto avremo la chiave per costruire
noi stessi e una comunità basata sul rispetto concreto dell'altro.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Un ebreo non riesce a smettere di confrontarsi con il problema della propria identità e della propria cultura.
Philip Roth, in un momento di lucida onestà, ha scritto: "Per me,
essere ebreo comportava un vero dilemma storico in cui eri nato e non
una qualche identità che avevi scelto di indossare dopo aver letto una
dozzina di libri". E Roth sapeva quello che stava scrivendo, dopo
essersi confrontato ripetutamente con la propria identità e con le
contestazioni di chi, da posizioni di conservazione, lo accusava
pretestuosamente di essere un ebreo carico di odio di sé, un ebreo
antisemita.
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Ancora odio palestinese
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Attentato
palestinese nei pressi dell’insediamento di Har Hadar, dove questa
mattina un terrorista 37enne (con regolare permesso di lavoro in
Israele) ha sparato contro dei poliziotti di servizio. Tre le vittime
dell’attacco, oltre all’attentatore (neutralizzato dalle forze di
sicurezza). Un quarto è ricoverato in gravi condizioni. L’uomo,
originario del villaggio di Beit Surik, era riuscito ad avvicinarsi al
cancello posteriore dell’insediamento insieme ad altri operai. Il
movimento terroristico Hamas ha subito espresso soddisfazione per
l’attacco e invitato i palestinesi a compierne altri contro soldati e
civili israeliani.
“Il brutale attacco odierno ci pone una nuova volta davanti alla realtà
quotidiana con cui le nostre forze di sicurezza sono costrette a
confrontarsi ogni giorno” ha affermato il presidente Reuven Rivlin in
un messaggio di vicinanza ai familiari alle vittime.
È una vera e propria legione di xenofobi e negazionisti a fare il
proprio ingresso al Bundestag, il Parlamento tedesco. Dietro il volto e
le parole rassicuranti della leader dell’ultradestra, scrive La Stampa,
c’è infatti “una pattuglia di duri e puri dall’Est” che sta suscitando
forte allarme. Anche tra gli ebrei tedeschi, ieri intervenuti con un
fermo richiamo ai valori democratici da difendere.
“Se la fatica di Angela Merkel nel gestire la sua fragile vittoria sarà
segnata nei prossimi giorni da trattative e negoziati all’insegna del
più raffinato tatticismo politico – scrive il quotidiano torinese –
quella che aspetta la dirigenza del partito di estrema destra Md, gli
altri vincitori di questa tornata elettorale tedesca, sarà gestire la
coabitazione fra due anime, di cui una smaccatamente xenofoba e
negazionista”.
Devastato nella notte tra domenica e lunedì il Monumento dedicato al
Deportato nel Parco Nord a Milano. Ad essere spaccate a martellate le
teche che contengono le terre e le ceneri provenienti dai campi di
concentramento nazisti. L’Anpi provinciale, come riporta tra gli altri
il dorso locale del Corriere, denuncia “l’ennesima provocazione
neofascista che offende la Memoria di chi ha sacrificato la sua vita
per la nostra libertà”. Sottolinea il presidente Roberto Cenati in una
nota: “In Europa e nel nostro Paese si sta manifestando una pericolosa
deriva xenofoba, razzista e antisemita. Occorre una risposta ferma da
parte delle istituzioni, dello Stato repubblicano nato dalla
Resistenza. Fenomeni contrari ai principi costituzionali non vanno
sottovalutati”.
Esce oggi in libreria il volume di Liliana Picciotto “Salvarsi. Gli
ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945” (Einaudi).
Un’approfondita ricerca del Centro di documentazione ebraica
contemporanea di Milano su coloro che riuscirono a sottrarsi alla
deportazione.
Scrive il Corriere a proposito di questa uscita editoriale: “Il
libro-ricerca curato da Liliana Picciotto è un formidabile veicolo di
conoscenza. Un’enciclopedia di storie umane che ci raccontano di
un’Italia, apparentemente indifferente, ma anche solidale con chi
soffriva. Perché delle camere a gas quasi tutti erano informati”.
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presentati i risultati dell'indagine cdec-ipsos
Italia, i numeri del pregiudizio
Il
clima del paese, nonostante il consolidarsi dei segnali di ripresa,
rimane fondamentalmente negativo e ripiegato: le aggressioni esterne
(crisi economica non risolta, immigrazione, malaffare e corruzione)
sono i fattori principali che provocano questo sentimento diffuso. La
richiesta di fondo rimane quindi quella di “essere difesi”, non solo da
un punto di vista economico-sociale, pur centrale, ma anche da una
crisi identitaria e di ruolo che diventa sempre più evidente.
È quanto emerso nel corso dalla presentazione dell’indagine “Stereotipi
e pregiudizi degli italiani”, fortemente voluta dalla Fondazione Centro
di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano in collaborazione con
la società di analisi e ricerche di mercato IPSOS. Realizzata
nell’ambito di un progetto sulla storia dell’antisemitismo coordinato
dall’Università Statale di Milano, con la partecipazione di Università
La Sapienza di Roma, Università di Genova e di Pisa, la ricerca
(presentata stamane al Centro Ebraico Il Pitigliani) è stata posta a
confronto con una precedente rilevazione condotta nel 2007.
Di grande interesse e attualità gli spunti emersi sul tema del
pregiudizio (anti-ebraico e non solo). Il preludio a ulteriori
approfondimenti che saranno effettuati nei prossimi mesi, come hanno
sottolineato nei loro interventi sia il direttore del CDEC Gadi
Luzzatto Voghera che la sociologa Betti Guetta, responsabile
dell’Osservatorio Antisemitismo della fondazione. L’obiettivo,
confermato da entrambi, è che questa rilevazione possa diventare un
punto di partenza per monitoraggi periodici che vadano a costruire una
sorta di “barometro dell’intolleranza”.In loro compagnia, ad illustrare
dati e prospettive dell’analisi, per la cui realizzazione sono stati
impiegati diversi mesi di lavoro, il presidente IPSOS Nando
Pagnoncelli, il senatore Luigi Manconi e il direttore del giornale
dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche Guido Vitale. In apertura di
mattinata inoltre i saluti della presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e dalla presidente della Comunità
ebraica romana Ruth Dureghello, mentre tra i vari ospiti intervenuti
nel corso della giornata da segnalare alcune riflessioni della
parlamentare Milena Santerini sull’impegno delle istituzioni italiane
ed europee nella lotta all’odio. “È necessario che le autorità a tutti
i livelli agiscano per contrastare le diverse maschere
dell’antisemitismo. È necessario che il mondo musulmano si difenda da
chi non gli consente di maturare ed integrarsi. È necessario che la
popolazione civile si desti” l’appello della presidente Di Segni.
L’invito del direttore Vitale è stato ad aprire gli occhi, anche in
quel vasto mondo che si muove con messaggi controversi e ambivalenti.
Caso eclatante le recenti elezioni in Germania con l’affermazione di
una estrema destra che pur non minacciando direttamente gli ebrei
(almeno per ora) non può non costituire un serio problema di cui tener
conto.
“I
movimenti populisti di estrema destra e populisti che affermano che gli
ebrei non hanno nulla da temere costituiscono una grave minaccia perché
anche in assenza di un crescere di episodi criminosi nei confronti
della minoranza ebraica tentano di separare il mondo ebraico dai propri
valori, spesso con la complicità di singoli o di istituzioni vicine
allo stesso, che agiscono irresponsabilmente o si illudono di
circoscrivere il problema ebraico alla difesa degli interessi
particolari. In realtà – ha affermato Vitale – il compito delle
istituzioni ebraiche è di domandarsi in quale società vogliamo vivere e
di portare un contributo fattivo alla costruzione di una società aperta
e democratica”.
Si legge nella relazione di accompagnamento all’indagine, i cui dati
salienti sono stati oggi illustrati in prima battuta da Pagnoncelli:
“Era probabile che alla fine l’incapacità di progettare come risolvere
alcune questioni di vitale importanza per le persone che abitano la
loro vita, avrebbe prodotto rabbia, rancore, razzismo, complottiamo e
rigurgiti fascisti. In questo quadro di ‘smottamento sociale’ quello
che resta stabile è il pensiero stereotipato, i pregiudizi. Una
costante in termini quantitativi. La cosa straordinaria almeno per ora
(sperando che le cose non peggiorino ulteriormente) è che l’immagine
degli ebrei, i luoghi comuni, gli stereotipi non siano cresciuti ma
siano stabili.. Leggi
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le vittime israeliane dell'attentato di oggi
ni Solom, Youssef e Or: tre vite
spezzate dall'odio palestinese
Il
sergente Solomon Gavriya, 20 anni di Beer Yaakov, e le guardie di
sicurezza Youssef Ottman, 25 anni del villaggio arabo di Abu Gosh, e Or
Arish, venticinquenne di Har Adar, sono le tre vittime israeliane
dell'attacco compiuto questa mattina da un terrorista palestinese a Har
Adar, insediamento in Cisgiordania. L'attentatore, Namir Mahmoud -
37enne residente a Beit Surik - era in attesa di
entrare nell’insediamento quando le guardie di sicurezza,
insospettite dal suo comportamento, gli hanno chiesto di fermarsi.
Mahmoud ha quindi tirato fuori una pistola e ha cominciato a sparare.
Prima di essere ucciso, è riuscito a colpire Gavriya, Ottman, Arish e
un altro uomo, Amit Steinhar, ora ricoverato in gravi condizioni
in ospedale. Secondo lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna
israeliano, l'attentatore non era mai stato coinvolto in passato in
attività terroristiche. Leggi
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La Corte che educa i negazionisti |
Come
spesso accade – e non è certamente un bene! – la Giustizia è più rapida
ed efficace della politica a definire principi e comportamenti. Dopo
anni di discussioni teoriche, cui ho personalmente preso parte,
sull’opportunità o meno di una legge che punisse i negazionisti (o,
recentemente, i fascisti), un Tribunale belga ha sparigliato le carte.
Chiamato a giudicare l’ex deputato Laurent Louis, condannato in primo
grado per negazionismo, e protagonista di varie intemerate antiebraiche
nel corso della sua carriera, il tribunale ha elaborato una condanna
originale nel processo d’Appello.
I magistrati hanno stabilito che Louis dovrà recarsi almeno una volta
all’anno, da qui al 2022, in un campo di sterminio nazista, senza
evitare Auschwitz, Treblinka, Dachau e Majdanek.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il calcio e i suoi presidenti |
Adam Smulevich firma per la casa editrice Giuntina un libro tanto formidabile quanto intriso di mestizia: Presidenti. Le storie scomode dei fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e Roma.
Per quanto ci riguarda, ricordiamo il Derby Roma - Lazio del 9 febbraio
2014, allorché spunta uno striscione “ Noi un popolo vaccaro voi un
popolo di sacerdoti”, con un chiaro riferimento sia al Generale Giorgio
Vaccaro (che in qualche modo impedì l’incorporazione della Lazio
nell’ambito della fusione dell’Alba Roma, Roman e Fortitudo dalla quale
sorse l’AS Roma), sia a Renato Sacerdoti (indimenticato Presidente
dell’AS Roma). A dimostrazione che se qualche romanista l’ha
scordato, la curva nord lo ricorda, anche se non come vorremmo.
Emanuele Calò
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