Jonathan Sacks, rabbino | Il
mercato riguarda la creazione e la distribuzione della ricchezza. Lo
Stato riguarda la creazione e la distribuzione del potere. Ma un patto
non riguarda né la ricchezza né il potere, ma i legami di appartenenza
e di responsabilità collettiva. Per dirla nel modo più semplice
possibile, il contratto sociale crea uno Stato, ma l' alleanza sociale
crea una società. Questa è la differenza. Sono cose diverse.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | In
questi giorni qualcuno ha auspicato una nuova marcia su Roma. Credo che
gli entusiasti pensino soprattutto al dopo (fine della libertà di
parola, irreggimentazione della popolazione, individui uccisi per le
loro idee, …). La scena della marcia, infatti, al di là del mito è
alquanto comica, non ha niente di eroico e sostanzialmente fu una delle
prime grande ipocrisie dell’epoca fascista.
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Ius soli, governo promette
“Voto entro la legislatura"
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“Adesso
è lo Ius soli: da qui dobbiamo prendere l’impegno solenne di approvare
in questa legislatura lo ius soli. Non è una legge sull’immigrazione,
ma sull’integrazione, sono due cose radicalmente diverse”. Ad
affermarlo, il ministro dell’Interno Marco Minniti dal palco del museo
di Pietrarsa, dov’è in corso la conferenza programmatica del Pd. “Un
grande partito di fronte a una legge di principi si batte, decide,
convince. L’unica cosa che un grande partito non fa è rinunciare: noi
non rinunceremo”, ha dichiarato il ministro, come riporta Repubblica.
Parole che ricordano quelle del Premier Paolo Gentiloni che aveva
definito l’approvazione della legge come un impegno su “cui lavorare
per approvare il testo entro la fine della legislatura”. Sul tema
immigrazione, il Corriere spiega che secondo i dati del Rapporto sugli
stranieri e il mercato del lavoro in Italia e di quello del Ministero
dell’Istruzione sull’integrazione, crescono l’offerta occupazionale
degli immigrati (comunitari e non) e la loro domanda di istruzione, che
riempie aule altrimenti vuote per la bassa natalità in Italia.
Fascisti e antifascisti d’Italia, oggi. In Campidoglio il sindaco di
Roma Virginia Raggi e l’Anpi hanno organizzato un incontro per
rilanciare i valori dell’antifascismo, in occasione dell’anniversario
della Marcia su Roma del 1922, intonando l’Inno di Mameli e Bella Ciao
(con pugni chiusi in aula Giulio Cesare). Pochi invece i nostalgici,
come ricorda Corriere Roma, legati ad Avanguardia Nazionale che si sono
recati al cimitero del Verano per deporre una corona davanti alla
cappella dei Martiri fascisti. Intanto nella Capitale proseguono le
indagini sul caso dei tifosi laziali e le vergognose offese ad Anna
Frank e al mondo ebraico (della vicenda parla anche Gianni Mura oggi su
Repubblica, in un pezzo su “Lotito, gli irriducibili e le
responsabilità del Viminale”): sono emerse molte frasi razziste con
insulti a Israele e alla Comunità ebraica romana dall’analisi della
polizia sui profili dei social network dei tredici tifosi indagati per
istigazione all’odio razziale per i fatti dell’Olimpico. A Genova,
invece, duemila persone sono scese in piazza per la manifestazione
antifascista e antirazzista organizzata dall’Anpi ma è polemica per
l’assenza del sindaco Marco Bucci: il primo cittadino e tutta la sua
giunta di centro destra hanno declinato l’invito a partecipare alla
manifestazione, scrive Repubblica Genova. Qualche tensione a Napoli per
uno scontro – rimasto verbale – tra neofascisti e centri sociali: “a
separare gli opposti schieramenti un cordone della polizia. La miccia –
riporta Repubblica Napoli– è un’iniziativa contro i migranti
organizzata in Comune da Fratelli d’Italia. Parte la “caccia al
fascista”, parapiglia e tafferugli, un bar costretto ad abbassare le
saracinesche e ritirare i tavolini dal marciapiede, calci e spintoni
con gli agenti costretti a placcare ex esponenti di An”.
Segnalibro, Keyla la Rossa. Un libro che Isaac Bashevis Singer non
aveva voluto dare alle stampe, dedicato alla malavita ebraica di
Varsavia, che ora, grazie ad Adelphi e alla curatrice Elisabetta Zevi,
arriva in libreria. A raccontarne la storia, l’inserto di Repubblica,
Robinson.
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la presa di posizione dell'ebraismo iberico
L'Unione degli ebrei spagnoli:
"Preoccupati per la separazione"
Rompendo
con la scelta di un prolungato silenzio, la Federazione delle Comunità
ebraiche di Spagna (FCJE) ha deciso di intervenire a sostegno
dell'unità dello Stato e contro l'indipendentismo catalano. La FCJE,
istituzione che rappresenta ufficialmente l'ebraismo spagnolo, si è
detta “profondamente preoccupata per la grave crisi nazionale generata
dalla dichiarazione unilaterale di Indipendenza del Parlamento catalano
dalla Comunità Autonoma di Catalogna”. “In quanto ebrei spagnoli, - si
legge nel Comunicato - sosteniamo pienamente la Costituzione spagnola,
l'applicazione della legge come spina dorsale dello Stato di diritto,
la solidarietà e l'uguaglianza tra tutti gli spagnoli e l'unità della
Spagna”. La situazione catalana è ancora molto confusa (in queste ore a
Barcellona sono scesi in piazza a manifestare i sostenitori dell'unità,
cha affermano di essere la maggioranza in Catalogna) e la giornata di
venerdì ha segnato un punto di svolta importante: nel pomeriggio il
Parlamento catalano, a maggioranza indipendentista, ha votato e
approvato una dichiarazione di indipendenza che dovrebbe portare alla
creazione della Repubblica catalana. La risposta di Madrid non si è
fatta attendere: il parlamento spagnolo ha approvato l'applicazione
dell'articolo 155 della Costituzione, che permette allo Stato centrale
di obbligare una comunità autonoma a rispettare la legge. Poco dopo, il
Primo ministro Mariano Rajoy ha annunciato lo scioglimento del
parlamento catalano e rimosso dai loro incarichi tutti i membri del
governo, oltre a indire elezioni anticipate in Catalogna: il 21
dicembre infatti i catalani torneranno alle urne per scegliere il nuovo
parlamento. E non è chiaro da qui ad allora cosa succederà. Carles
Puigdemont, presidente del parlamento catalano deposto da Rajoy, ha
invitato i suoi concittadini a resistere “democraticamente” alle misure
del governo spagnolo. Leggi
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netanyahu ferma il discusso provvedimento
'Gerusalemme e gli insediamenti,
legge da discutere con gli Usa'
Prima
di procedere e votare la legge sull'estensione della giurisdizione
della municipalità di Gerusalemme su alcuni insediamenti in
Cisgiordania è necessario confrontarsi con l'amministrazione americana.
A dirlo nel corso della riunione domenicale dell'esecutivo, il Primo
ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il progetto di legge, che
secondo i critici equivarrebbe all'annessione de facto degli
insediamenti israeliani attorno alla Capitale israeliana (Maaleh
Adumim, Gush Etzion, Efrat, Beitar Illit e Givat Zeev), doveva essere
votato dalla Commissione ministeriale per la Legislazione ma, per
scelta di Netanyahu, il tutto è stato posticipato. Il provvedimento
dovrebbe dare il diritto di voto alle elezioni municipali di
Gerusalemme ai cittadini israeliani degli insediamenti interessati.
“Siamo in contatto con gli americani - ha detto il Premier - Gli Stati
Uniti si sono rivolti a noi e ci hanno chiesto di cosa tratta (la
norma). Dato che finora ci siamo coordinati con loro, vale la pena
continuare a farlo. Stiamo lavorando per promuovere e sviluppare
l'iniziativa degli insediamenti”. Leggi
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L'INCONTRO
AL CENTRO BIBLIOGRAFICO
Ebraismo
tra Livorno e Firenze,
i grandi Maestri del Novecento
Rav
Samuel Hirsch Margulies, rabbino capo e direttore del Collegio
Rabbinico di Firenze dal 1899 al 1922. Rav Samuele Colombo, rabbino
capo di Livorno dal 1900 al 1923. Rav Alfredo Sabato Toaff, rabbino
capo nella stessa città dal 1923 al 1963. Tre grandi Maestri, che hanno
segnato un’epoca e che saranno ricordati questa domenica, al Centro
Bibliografico UCEI, in occasione della conferenza Rabbini di Firenze e
Livorno organizzata nell’ambito del ciclo Rabbini Italiani del
Novecento a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e del
Centro di Cultura e della Comunità ebraica di Roma.
Appuntamento alle 17.45, con interventi di Daniele Bedarida, Gisèle
Lévy, Ariel Viterbo e Lionella Viterbo Neppi Modona. Modererà il
confronto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico
Italiano.
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La squadra e lo squadrismo |
La
foto di Anne Frank, con la maglia rosso porpora della squadra della
Roma, sembra essere quasi un involontario riflesso, ancorché
completamente capovolto, della fenomenale soluzione filmica adottata da
Spielberg in «Schindler’s List», con il cappotto rosso acceso, quasi
sanguinante, della bambina. L’accostamento nasce dal deliberato
ribaltamento, da uno sconvolgimento di significati: se nel film del
grande regista americano, il colore del capo di abbigliamento – l’unico
in tutta la pellicola, rigorosamente in un bianco e nero che tende a
diventare grigio cenere – indica l’umanità della vittima, a fronte
dell’anonimato del crimine industriale (non persone ma numeri),
invitando quindi lo spettatore letteralmente “a vedere per davvero”
cosa sta succedendo (l’assassinio in massa di essere umani, tali in
quanto non numeri ma individui in carne ed ossa), nel caso della
riproduzione del volto di Anne il significato che gli si vuole
attribuire è esattamente opposto: “c’è un crimine che si è consumato
(noi denigratori lo sappiamo bene), il nostro sguardo non ha pietà ma
solo sadico compiacimento mentre promettiamo che il destino assegnato
alle vittime di allora si ripeterà presto con le vittime dei tempi a
venire”.
Claudio Vercelli
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