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29 ottobre 2017 - 9 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Il mercato riguarda la creazione e la distribuzione della ricchezza. Lo Stato riguarda la creazione e la distribuzione del potere. Ma un patto non riguarda né la ricchezza né il potere, ma i legami di appartenenza e di responsabilità collettiva. Per dirla nel modo più semplice possibile, il contratto sociale crea uno Stato, ma l' alleanza sociale crea una società. Questa è la differenza. Sono cose diverse.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
In questi giorni qualcuno ha auspicato una nuova marcia su Roma. Credo che gli entusiasti pensino soprattutto al dopo (fine della libertà di parola, irreggimentazione della popolazione, individui uccisi per le loro idee, …). La scena della marcia, infatti, al di là del mito è alquanto comica, non ha niente di eroico e sostanzialmente fu una delle prime grande ipocrisie dell’epoca fascista.
 
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Ius soli, governo promette
“Voto entro la legislatura"
“Adesso è lo Ius soli: da qui dobbiamo prendere l’impegno solenne di approvare in questa legislatura lo ius soli. Non è una legge sull’immigrazione, ma sull’integrazione, sono due cose radicalmente diverse”. Ad affermarlo, il ministro dell’Interno Marco Minniti dal palco del museo di Pietrarsa, dov’è in corso la conferenza programmatica del Pd. “Un grande partito di fronte a una legge di principi si batte, decide, convince. L’unica cosa che un grande partito non fa è rinunciare: noi non rinunceremo”, ha dichiarato il ministro, come riporta Repubblica. Parole che ricordano quelle del Premier Paolo Gentiloni che aveva definito l’approvazione della legge come un impegno su “cui lavorare per approvare il testo entro la fine della legislatura”. Sul tema immigrazione, il Corriere spiega che secondo i dati del Rapporto sugli stranieri e il mercato del lavoro in Italia e di quello del Ministero dell’Istruzione sull’integrazione, crescono l’offerta occupazionale degli immigrati (comunitari e non) e la loro domanda di istruzione, che riempie aule altrimenti vuote per la bassa natalità in Italia.

Fascisti e antifascisti d’Italia, oggi. In Campidoglio il sindaco di Roma Virginia Raggi e l’Anpi hanno organizzato un incontro per rilanciare i valori dell’antifascismo, in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma del 1922, intonando l’Inno di Mameli e Bella Ciao (con pugni chiusi in aula Giulio Cesare). Pochi invece i nostalgici, come ricorda Corriere Roma, legati ad Avanguardia Nazionale che si sono recati al cimitero del Verano per deporre una corona davanti alla cappella dei Martiri fascisti. Intanto nella Capitale proseguono le indagini sul caso dei tifosi laziali e le vergognose offese ad Anna Frank e al mondo ebraico (della vicenda parla anche Gianni Mura oggi su Repubblica, in un pezzo su “Lotito, gli irriducibili e le responsabilità del Viminale”): sono emerse molte frasi razziste con insulti a Israele e alla Comunità ebraica romana dall’analisi della polizia sui profili dei social network dei tredici tifosi indagati per istigazione all’odio razziale per i fatti dell’Olimpico. A Genova, invece, duemila persone sono scese in piazza per la manifestazione antifascista e antirazzista organizzata dall’Anpi ma è polemica per l’assenza del sindaco Marco Bucci: il primo cittadino e tutta la sua giunta di centro destra hanno declinato l’invito a partecipare alla manifestazione, scrive Repubblica Genova. Qualche tensione a Napoli per uno scontro – rimasto verbale – tra neofascisti e centri sociali: “a separare gli opposti schieramenti un cordone della polizia. La miccia – riporta Repubblica Napoli– è un’iniziativa contro i migranti organizzata in Comune da Fratelli d’Italia. Parte la “caccia al fascista”, parapiglia e tafferugli, un bar costretto ad abbassare le saracinesche e ritirare i tavolini dal marciapiede, calci e spintoni con gli agenti costretti a placcare ex esponenti di An”.

Segnalibro, Keyla la Rossa. Un libro che Isaac Bashevis Singer non aveva voluto dare alle stampe, dedicato alla malavita ebraica di Varsavia, che ora, grazie ad Adelphi e alla curatrice Elisabetta Zevi, arriva in libreria. A raccontarne la storia, l’inserto di Repubblica, Robinson.
 
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  davar
la presa di posizione dell'ebraismo iberico
L'Unione degli ebrei spagnoli:
"Preoccupati per la separazione"

Rompendo con la scelta di un prolungato silenzio, la Federazione delle Comunità ebraiche di Spagna (FCJE) ha deciso di intervenire a sostegno dell'unità dello Stato e contro l'indipendentismo catalano. La FCJE, istituzione che rappresenta ufficialmente l'ebraismo spagnolo, si è detta “profondamente preoccupata per la grave crisi nazionale generata dalla dichiarazione unilaterale di Indipendenza del Parlamento catalano dalla Comunità Autonoma di Catalogna”. “In quanto ebrei spagnoli, - si legge nel Comunicato - sosteniamo pienamente la Costituzione spagnola, l'applicazione della legge come spina dorsale dello Stato di diritto, la solidarietà e l'uguaglianza tra tutti gli spagnoli e l'unità della Spagna”. La situazione catalana è ancora molto confusa (in queste ore a Barcellona sono scesi in piazza a manifestare i sostenitori dell'unità, cha affermano di essere la maggioranza in Catalogna) e la giornata di venerdì ha segnato un punto di svolta importante: nel pomeriggio il Parlamento catalano, a maggioranza indipendentista, ha votato e approvato una dichiarazione di indipendenza che dovrebbe portare alla creazione della Repubblica catalana. La risposta di Madrid non si è fatta attendere: il parlamento spagnolo ha approvato l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione, che permette allo Stato centrale di obbligare una comunità autonoma a rispettare la legge. Poco dopo, il Primo ministro Mariano Rajoy ha annunciato lo scioglimento del parlamento catalano e rimosso dai loro incarichi tutti i membri del governo, oltre a indire elezioni anticipate in Catalogna: il 21 dicembre infatti i catalani torneranno alle urne per scegliere il nuovo parlamento. E non è chiaro da qui ad allora cosa succederà. Carles Puigdemont, presidente del parlamento catalano deposto da Rajoy, ha invitato i suoi concittadini a resistere “democraticamente” alle misure del governo spagnolo.
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l'attenzione dei media per l'installazione
Il Memoriale di Bologna
"Un luogo per riflettere"

“Le piazze sono la chiave per la rinascita delle nostre città”.
Parte da questo concetto l’approfondimento che l’inserto DCasa di Repubblica, nell’ultimo numero, ha voluto dedicare ad alcune felici realizzazioni urbanistiche che in questi anni hanno permesso ai cittadini italiani di vivere in modo più consapevole certi ambienti e luoghi.
Tra gli altri, DCasa segnala il successo dell’iniziativa bolognese di dar vita a un Memoriale della Shoah in prossimità della stazione ferroviaria. Una nuova porta d’accesso al quartiere, colma di significati e opportunità. Anche grazie alle numerose iniziative collaterali che nel tempo sono state organizzate.
“Eretta in meno di due mesi e fortemente voluta dalla comunità ebraica – si legge nell’approfondimento – dal 26 gennaio scorso la scabra e metallica mole dello Shoah Memorial svetta isolata in una vasta piazza. Landmark di grande potenza emotiva, il monumento invita a riflettere sulla tragedia dell’Olocausto, grazie a un percorso interno in cui dimensioni e materiali ricordano la drammatica vita nei campi di concentramento”.
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netanyahu ferma il discusso provvedimento
'Gerusalemme e gli insediamenti,
legge da discutere con gli Usa'

Prima di procedere e votare la legge sull'estensione della giurisdizione della municipalità di Gerusalemme su alcuni insediamenti in Cisgiordania è necessario confrontarsi con l'amministrazione americana. A dirlo nel corso della riunione domenicale dell'esecutivo, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il progetto di legge, che secondo i critici equivarrebbe all'annessione de facto degli insediamenti israeliani attorno alla Capitale israeliana (Maaleh Adumim, Gush Etzion, Efrat, Beitar Illit e Givat Zeev), doveva essere votato dalla Commissione ministeriale per la Legislazione ma, per scelta di Netanyahu, il tutto è stato posticipato. Il provvedimento dovrebbe dare il diritto di voto alle elezioni municipali di Gerusalemme ai cittadini israeliani degli insediamenti interessati. “Siamo in contatto con gli americani - ha detto il Premier - Gli Stati Uniti si sono rivolti a noi e ci hanno chiesto di cosa tratta (la norma). Dato che finora ci siamo coordinati con loro, vale la pena continuare a farlo. Stiamo lavorando per promuovere e sviluppare l'iniziativa degli insediamenti”.
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L'INCONTRO AL CENTRO BIBLIOGRAFICO
Ebraismo tra Livorno e Firenze,
i grandi Maestri del Novecento

Rav Samuel Hirsch Margulies, rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico di Firenze dal 1899 al 1922. Rav Samuele Colombo, rabbino capo di Livorno dal 1900 al 1923. Rav Alfredo Sabato Toaff, rabbino capo nella stessa città dal 1923 al 1963. Tre grandi Maestri, che hanno segnato un’epoca e che saranno ricordati questa domenica, al Centro Bibliografico UCEI, in occasione della conferenza Rabbini di Firenze e Livorno organizzata nell’ambito del ciclo Rabbini Italiani del Novecento a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e del Centro di Cultura e della Comunità ebraica di Roma.
Appuntamento alle 17.45, con interventi di Daniele Bedarida, Gisèle Lévy, Ariel Viterbo e Lionella Viterbo Neppi Modona. Modererà il confronto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano.
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sorgente di vita
Ricordando Anna Frank
Si apre con una copertina dedicata ad Anna Frank la puntata di Sorgente di Vita di questa sera: solo immagini e parole, un silenzioso omaggio dopo le chiassose polemiche degli ultimi giorni.
Subito dopo, un servizio dedicato a un giovane rapper novarese, Andrea Licata, in arte Red Riot, che ha dedicato un brano ad Arpad Weisz, l’innovativo allenatore di calcio che guidò diverse squadre italiane e portò il Bologna a vincere due scudetti negli anni ’30. Weisz fu poi espulso dall’Italia dopo le leggi antiebraiche del ’38, e fu in seguito deportato e ucciso ad Auschwitz. 
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pilpul

La squadra e lo squadrismo
La foto di Anne Frank, con la maglia rosso porpora della squadra della Roma, sembra essere quasi un involontario riflesso, ancorché completamente capovolto, della fenomenale soluzione filmica adottata da Spielberg in «Schindler’s List», con il cappotto rosso acceso, quasi sanguinante, della bambina. L’accostamento nasce dal deliberato ribaltamento, da uno sconvolgimento di significati: se nel film del grande regista americano, il colore del capo di abbigliamento – l’unico in tutta la pellicola, rigorosamente in un bianco e nero che tende a diventare grigio cenere – indica l’umanità della vittima, a fronte dell’anonimato del crimine industriale (non persone ma numeri), invitando quindi lo spettatore letteralmente “a vedere per davvero” cosa sta succedendo (l’assassinio in massa di essere umani, tali in quanto non numeri ma individui in carne ed ossa), nel caso della riproduzione del volto di Anne il significato che gli si vuole attribuire è esattamente opposto: “c’è un crimine che si è consumato (noi denigratori lo sappiamo bene), il nostro sguardo non ha pietà ma solo sadico compiacimento mentre promettiamo che il destino assegnato alle vittime di allora si ripeterà presto con le vittime dei tempi a venire”.

Claudio Vercelli
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