Jonathan Sacks, rabbino | Bisogna rifuggire l'ottimismo senza fondamenta, ma non per questo smettere di guardare al futuro con fiducia.
| |
David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Ieri
al mio Beth_ha-Kneseth ho imparato, grazie a Rav Roberto Della Rocca,
che non è importante come si va in un luogo, bensì come si torna da
quel luogo. Non è essenziale che cosa si pensa salendo un monte, ma che
cosa “si porta a casa scendendo”. A pensarci bene, è lo stesso pensiero
che in forma lieve, come nel suo stile, proponeva Shalom Aleichem nel
suo “Tonando dalla fiera” (Feltrinelli). Lungo la via del ritorno
il problema non è più l’obbiettivo che hai, ma chi hai incontrato,
cosa hai imparato, come tutto questo ti servirà domani.
| |
 |
Forza Nuova, un flop
|
Slogan
contro i migranti, cori neofascisti, saluti romani. Come previsto, la
marcia dei “patrioti” convocata a Roma da Forza Nuova (comunque un
fiasco, meno di mille partecipanti) ha offerto il consueto campionario
di parole e momenti esecrabili. Scrive Repubblica a proposito del
corteo: “La parola d’ordine è ‘stop alla sostituzione etnica degli
italiani’, cavallo di battaglia agitato anche dai ‘cugini-rivali’ di
CasaPound. Perché, insieme alla nostalgia e alla rabbia verso gli
stranieri, in questo corteo c’è anche il tentativo di accreditarsi come
punto di riferimento della galassia di estrema destra”.
Sempre Repubblica intervista la nuova presidente Anpi Carla Nespolo,
prima donna e prima figura non coinvolta nella Resistenza a presiedere
l’associazione, che afferma: “Ai ragazzini che subiscono il fascino di
CasaPound o di Forza Nuova dobbiamo spiegare la storia. Come sono
andate realmente le cose”. Nespolo cita Vittorio Foa, che così disse a
un parlamentare missino che inneggiava al fascismo: “Vede, siccome
abbiamo vinto noi lei può criticarci. Se aveste vinto voi noi saremmo
in galera o in ospedale”. Questo, osserva la presidente Anpi, “è il
punto”.
|
|
Leggi
|
|
|
È LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA Partigiani, Nespolo presidente
"Per l'Anpi una svolta storica"
L’Associazione
Nazionale Partigiani ha un nuovo presidente. Carla Nespolo, 74 anni,
piemontese, laurea in pedagogia e una lunga esperienza istituzionale
alle spalle. Dal 1976 al 1979 è stata infatti segretaria della
commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, presieduta
da Nilde Iotti. Nelle due legislature successive, sia alla Camera che
al Senato, vice-presidente della Commissione Istruzione. Dall’87 al
’92, al Senato, vice-presidente della commissione ambiente. È stata
inoltre relatrice della legge per la riforma della scuola secondaria
superiore, membro della Commissione di Vigilanza Rai e relatrice di
numerose proposte di legge sui diritti delle donne.
Scrive in un messaggio la presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: “Desidero esprimere, a nome di tutti
gli ebrei italiani, le più vive felicitazioni alla nuova presidente
nazionale Anpi Carla Nespolo. È importante e anche commovente questa
svolta storica: per la prima volta sarà alla guida dell’associazione
una donna, figlia della seconda generazione, erede di chi ha vissuto in
prima persona la lotta partigiana, impegnata nella salvaguardia dei
valori della Resistenza da cui presero le mosse l’Italia repubblicana e
la Costituzione. Sarà certamente in grado di cogliere la sfida di
creare il raccordo tra i protagonisti di quella stagione e le molte
persone, anche giovani, che oggi desiderano impegnarsi in questo
progetto di vita per il nostro Paese e l’Europa tutta”.
Aggiunge Di Segni: “Colgo l’occasione di questo messaggio per estendere
alla nuova presidente la nostra disponibilità massima a cooperare per
iniziative e momenti centrali che assieme all’Anpi abbiamo sempre
difeso e promosso, specialmente in vista del prossimo 25 aprile più che
mai significativo”. Leggi
|
una commovente cerimonia Israele, un bosco per Alisa Coen
"Il tuo sorriso ancora con noi"
“Un
momento intenso e meraviglioso. Più di 50 amici venuti dall’Italia,
tanti anche i parenti e gli amici arrivati da tutta Israele. Una
manifestazione d’affetto incredibile”.
Nelle parole di Sabrina Coen, l’emozione di un fine settimana duro e
struggente. Un fine settimana nel nome di Alisa, la figlia 18enne
tragicamente mancata lo scorso anno, cui è stato dedicato un bosco
nella foresta di Tsorà su iniziativa della sezione italiana del Keren
Kayemeth Le Israel (a guidare la delegazione il presidente Sergio
Castelbolognesi)
“Vuoi sapere cosa speravo? Di viaggiare e di essere leggera. Di
cantare, ma pare che cantare non basti. Che l’amore fosse un concerto
lunghissimo, una fede” si legge nella struggente poesia di Anna Segre,
fatta affiggere all’ingresso del bosco.
Ed è stato un vero concerto dell’anima, un partecipato susseguirsi di
testimonianze, a segnare l’inaugurazione di questo spazio verde.
“Trovo energie qui nella foresta, la luce tra le ombre e come una luce
di speranza. I colori verdi sono belli come te” scrive Dan Crema, un
cugino di Alisa. Tanti i progetti, è stato ricordato, che stanno
nascendo nel suo nome. Compresa un’associazione (Suoniamo insieme per
Alisa, da poco fondata) che porterà più musica nelle scuola romane. Leggi
|
L'unione e la forza
|
Comprendere
e ricostruire, prima ancora che rievocare in astratto, la storia del
Bund – Der Algemeyner Yidisher Arbeter Bund in Lite, Polyn un Rusland
(l’Unione operaia ebraica generale di Lituania, Polinia e Russia) – la
cui vivace esistenza data, ufficialmente, dal 1897 (anno in cui ebbe
luogo, tra l’8 e il 10 ottobre, il primo congresso a Vilnius) agli anni
Quaranta del secolo successivo – aiuta a ragionare non solo su quanto è
stato ma anche su una serie di interrogativi rivolti al presente. La
circostanza è offerta dalla recentissima uscita del volume di Massimo
Pieri, «Doikeit. Noi stiamo qui ora! Gli Ebrei del Bund nella
Rivoluzione russa» (con la prefazione di Valentina Sereni, Mimesis
editore). Il sottotitolo è da tenere a mente poiché l’autore,
matematico di formazione ma da molti anni prestato alla divulgazione
storica di qualità, si concentra nella ricostruzione delle dinamiche,
del dibattito e delle scelte operate da coloro che fondarono il primo
partito operaio ebraico in età contemporanea.
Claudio Vercelli
Leggi
|
|
Tre facce di un conflitto
|
Nonostante
cci siano da entrambe le parti elementi estremisti che tentano
continuamente di trasformare il conflitto Israele-Palestina in
conflitto ideologico e religioso, in realtà esso non è solo tale e non
è dovuto solo all’incapacità dell’Islam di accettare Israele nella zona
di mondo che il Corano definisce come “Casa dell’Islam”. Se fosse così
si dovrebbe essere molto pessimisti quanto alla possibilità di una
soluzione, dato che in questo caso ogni soluzione pacifica sarebbe
nient’altro che una Hudabiya, come definita dal Corano, una tregua. In
realtà ci sono altri due aspetti fondamentali, messi in luce da alcuni
storici israeliani contemporanei, che ci portano a conclusioni meno
pessimiste.
Daniel Haviv, alchimista
Leggi
|
|
|