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5 Novembre 2017 - 16 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Bisogna rifuggire l'ottimismo senza fondamenta, ma non per questo smettere di guardare al futuro con fiducia.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri al mio Beth_ha-Kneseth ho imparato, grazie a Rav Roberto Della Rocca, che non è importante come si va in un luogo, bensì come si torna da quel luogo. Non è essenziale che cosa si pensa salendo un monte, ma che cosa “si porta a casa scendendo”. A pensarci bene, è lo stesso pensiero che in forma lieve, come nel suo stile, proponeva Shalom Aleichem nel suo “Tonando dalla fiera” (Feltrinelli).  Lungo la via del ritorno il problema non è più l’obbiettivo che hai, ma chi hai incontrato, cosa hai imparato, come tutto questo ti servirà domani.
 
Forza Nuova, un flop
Slogan contro i migranti, cori neofascisti, saluti romani. Come previsto, la marcia dei “patrioti” convocata a Roma da Forza Nuova (comunque un fiasco, meno di mille partecipanti) ha offerto il consueto campionario di parole e momenti esecrabili. Scrive Repubblica a proposito del corteo: “La parola d’ordine è ‘stop alla sostituzione etnica degli italiani’, cavallo di battaglia agitato anche dai ‘cugini-rivali’ di CasaPound. Perché, insieme alla nostalgia e alla rabbia verso gli stranieri, in questo corteo c’è anche il tentativo di accreditarsi come punto di riferimento della galassia di estrema destra”.
Sempre Repubblica intervista la nuova presidente Anpi Carla Nespolo, prima donna e prima figura non coinvolta nella Resistenza a presiedere l’associazione, che afferma: “Ai ragazzini che subiscono il fascino di CasaPound o di Forza Nuova dobbiamo spiegare la storia. Come sono andate realmente le cose”. Nespolo cita Vittorio Foa, che così disse a un parlamentare missino che inneggiava al fascismo: “Vede, siccome abbiamo vinto noi lei può criticarci. Se aveste vinto voi noi saremmo in galera o in ospedale”. Questo, osserva la presidente Anpi, “è il punto”.
 
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  davar
È LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA
Partigiani, Nespolo presidente

"Per l'Anpi una svolta storica"
L’Associazione Nazionale Partigiani ha un nuovo presidente. Carla Nespolo, 74 anni, piemontese, laurea in pedagogia e una lunga esperienza istituzionale alle spalle. Dal 1976 al 1979 è stata infatti segretaria della commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, presieduta da Nilde Iotti. Nelle due legislature successive, sia alla Camera che al Senato, vice-presidente della Commissione Istruzione. Dall’87 al ’92, al Senato, vice-presidente della commissione ambiente. È stata inoltre relatrice della legge per la riforma della scuola secondaria superiore, membro della Commissione di Vigilanza Rai e relatrice di numerose proposte di legge sui diritti delle donne.
Scrive in un messaggio la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: “Desidero esprimere, a nome di tutti gli ebrei italiani, le più vive felicitazioni alla nuova presidente nazionale Anpi Carla Nespolo. È importante e anche commovente questa svolta storica: per la prima volta sarà alla guida dell’associazione una donna, figlia della seconda generazione, erede di chi ha vissuto in prima persona la lotta partigiana, impegnata nella salvaguardia dei valori della Resistenza da cui presero le mosse l’Italia repubblicana e la Costituzione. Sarà certamente in grado di cogliere la sfida di creare il raccordo tra i protagonisti di quella stagione e le molte persone, anche giovani, che oggi desiderano impegnarsi in questo progetto di vita per il nostro Paese e l’Europa tutta”.
Aggiunge Di Segni: “Colgo l’occasione di questo messaggio per estendere alla nuova presidente la nostra disponibilità massima a cooperare per iniziative e momenti centrali che assieme all’Anpi abbiamo sempre difeso e promosso, specialmente in vista del prossimo 25 aprile più che mai significativo”.
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una commovente cerimonia
Israele, un bosco per Alisa Coen

"Il tuo sorriso ancora con noi"
“Un momento intenso e meraviglioso. Più di 50 amici venuti dall’Italia, tanti anche i parenti e gli amici arrivati da tutta Israele. Una manifestazione d’affetto incredibile”.
Nelle parole di Sabrina Coen, l’emozione di un fine settimana duro e struggente. Un fine settimana nel nome di Alisa, la figlia 18enne tragicamente mancata lo scorso anno, cui è stato dedicato un bosco nella foresta di Tsorà su iniziativa della sezione italiana del Keren Kayemeth Le Israel (a guidare la delegazione il presidente Sergio Castelbolognesi)
“Vuoi sapere cosa speravo? Di viaggiare e di essere leggera. Di cantare, ma pare che cantare non basti. Che l’amore fosse un concerto lunghissimo, una fede” si legge nella struggente poesia di Anna Segre, fatta affiggere all’ingresso del bosco.
Ed è stato un vero concerto dell’anima, un partecipato susseguirsi di testimonianze, a segnare l’inaugurazione di questo spazio verde.
“Trovo energie qui nella foresta, la luce tra le ombre e come una luce di speranza. I colori verdi sono belli come te” scrive Dan Crema, un cugino di Alisa. Tanti i progetti, è stato ricordato, che stanno nascendo nel suo nome. Compresa un’associazione (Suoniamo insieme per Alisa, da poco fondata) che porterà più musica nelle scuola romane.
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l'iniziativa ucei a livorno
Uno shabbaton con i giovani
Diverse decine i partecipanti allo Shabbaton per giovani in età 11-14 anni organizzato a Livorno, nei locali della Comunità ebraica, dall’Area Cultura e Formazione UCEI diretta dal rav Roberto Della Rocca. A conclusione della tre giorni di iniziative un chidon, un quiz interattivo aperto sia a grandi che piccini. L’intero shabbaton, che va concludendosi in questi minuti, è stato dedicato ai 50 anni della riunificazione di Gerusalemme.
“L’iniziativa si è rivelata nel suo insieme un grande successo. Tanti giovani a confronto, di diverse Comunità, e i nostri locali costantemente gremiti. Un’esperienza che lascerà il segno e per cui voglio ringraziare tutti: professionali e volontari” sottolinea il presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri.
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fu rabbino a milano
Yeshua Hadad (1936-2017)
Figura importante dell’ebraismo milanese e della Comunità Chabad europea, è scomparso martedì scorso rav Yeshua Hadad z”l. Per anni rav Hadad ha guidato il Tempio Orientale di via Guastalla a Milano: una “persona di altissimo livello culturale e profonda umanità che per molti anni è stata una delle colonne portanti della nostra Comunità”, il messaggio della dirigenza ebraica milanese firmato dai presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso, dal rabbino capo Alfonso Arbib e dal segretario generale Alfonso Sassun.
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pilpul

L'unione e la forza
Comprendere e ricostruire, prima ancora che rievocare in astratto, la storia del Bund – Der Algemeyner Yidisher Arbeter Bund in Lite, Polyn un Rusland (l’Unione operaia ebraica generale di Lituania, Polinia e Russia) – la cui vivace esistenza data, ufficialmente, dal 1897 (anno in cui ebbe luogo, tra l’8 e il 10 ottobre, il primo congresso a Vilnius) agli anni Quaranta del secolo successivo – aiuta a ragionare non solo su quanto è stato ma anche su una serie di interrogativi rivolti al presente. La circostanza è offerta dalla recentissima uscita del volume di Massimo Pieri, «Doikeit. Noi stiamo qui ora! Gli Ebrei del Bund nella Rivoluzione russa» (con la prefazione di Valentina Sereni, Mimesis editore). Il sottotitolo è da tenere a mente poiché l’autore, matematico di formazione ma da molti anni prestato alla divulgazione storica di qualità, si concentra nella ricostruzione delle dinamiche, del dibattito e delle scelte operate da coloro che fondarono il primo partito operaio ebraico in età contemporanea.

Claudio Vercelli
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Tre facce di un conflitto
Nonostante cci siano da entrambe le parti elementi estremisti che tentano continuamente di trasformare il conflitto Israele-Palestina in conflitto ideologico e religioso, in realtà esso non è solo tale e non è dovuto solo all’incapacità dell’Islam di accettare Israele nella zona di mondo che il Corano definisce come “Casa dell’Islam”. Se fosse così si dovrebbe essere molto pessimisti quanto alla possibilità di una soluzione, dato che in questo caso ogni soluzione pacifica sarebbe nient’altro che una Hudabiya, come definita dal Corano, una tregua. In realtà ci sono altri due aspetti fondamentali, messi in luce da alcuni storici israeliani contemporanei, che ci portano a conclusioni meno pessimiste.

Daniel Haviv, alchimista
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