
Elia Richetti,
rabbino
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C’è
da domandarsi perché Avraham ci tenesse tanto che suo figlio non
sposasse una cananea, ma solo una del luogo di origine della famiglia:
tutto sommato, erano idolatri gli uni come gli altri, quindi dove stava
la differenza?
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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In
questi giorni i risultati delle elezioni regionali in Sicilia hanno
prodotto un ribaltone nel governo regionale, con un netto passaggio dal
centrosinistra al centrodestra. La destra si è riunita attorno a un
candidato e ha vinto. La sinistra si è divisa e ha perso malamente. Il
risultato siciliano è di indubbio interesse per le sue possibili
proiezioni a livello nazionale. Ma è di non minore interesse anche per
chi segue la dinamica dei partiti politici in Israele. Le elezioni
parlamentari in Israele sono ufficialmente previste per l’autunno del
2019, ma è molto improbabile che si arrivi tanto lontano senza un voto
anticipato, se non di un anno per lo meno di diversi mesi. Anche a
causa delle diverse e sempre più fitte indagini giudiziarie che
interessano il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, i partiti si stanno
muovendo e posizionando in vista di una campagna elettorale che si
preannuncia molto intensa e disinibita. Non che Netanyahu intenda
cedere facilmente la sua poltrona, anzi, se messo sotto accusa
giudiziaria si difenderà con tutte le forze in una lunga e aspra
battaglia.
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Il clan e i fascisti
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Ad
Ostia, nel corso di un servizio televisivo, il giornalista Daniele
Piervincenzi e il suo operatore video Edoardo Anselmi sono stati
picchiati da un membro degli Spada, il clan che da anni controlla
spaccio e usura nel quadrante sud-ovest di Roma. Un episodio condannato
unanimemente da tutto il mondo delle istituzioni e della politica. Il
ministro dell’Interno Marco Minniti sta seguendo personalmente la
questione. E dal Viminale trapela la sua linea intransigente sulla
vicenda: i principi di legalità “non sono derogabili e in Italia non
possono esistere zone franche” (Avvenire). La violenza degli Spada è
cosa nota e i quotidiani ricordano la vicinanza tra il clan e i
neofascisti di CasaPound: Luca Marsella, leader di CasaPound sul
litorale, compare in un’immagine con Roberto Spada, il responsabile
dell’aggressione ai giornalisti (che gli chiedevano conto proprio dei
suoi rapporti con il movimento neofascista). Lo stesso personaggio, una
settimana fa aveva dato il suo endorsement, sempre sui social, ai
“fascisti del terzo millennio”, invitando a votare “gli unici sempre
presenti, questa è la realtà” (Repubblica). Ci sono anche intrecci
giudiziari tra le due realtà nonostante dalla leadership di CasaPound
si contesti ogni rapporto con il clan.
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qui ferrara - il convegno Bioetica, una prospettiva ebraica
I“Un
evento di grandissima rilevanza culturale e scientifica, che pone
Ferrara quale punto di incontro e dialogo tra studiosi provenienti da
paesi e culture diverse, ed esprime in modo emblematico l’orientamento
a creare forti sinergie tra le più prestigiose e autorevoli istituzioni
ferraresi, per dare vita a iniziative di respiro internazionale”.
Sono le parole con cui stamani Giovanni De Cristofaro, Direttore del
Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara,
ha aperto i lavori del convegno “Questioni bioetiche e diritto
ebraico”, promosso nell’ambito del Corso di Diritto e Religione di
Unife, con la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano
e della Shoah - MEIS.
E proprio in rappresentanza del Museo è intervenuta la Direttrice
Simonetta Della Seta, evidenziando come l’incontro abbia catalizzato
nel capoluogo estense autorevoli studiosi da tutta Italia e da Israele.
“Ferrara ha grande consapevolezza dei valori ebraici e del fatto che
l’ebraismo è una cultura dedicata alla vita. Non a caso, tanti studiosi
di ebraismo e rabbini sono stati e sono dei medici. Nel Deutoronomio –
ha evidenziato Della Seta - si dice 'rincorri la giustizia'. Penso si
possa dire che l’ebraismo cerca di occuparsi della vita in un contesto
di giustizia, come già fece, ad esempio Isacco Lampronti: medico,
rabbino e talmudista di fine ’600, che ha lasciato alcuni scritti
fondamentali sui quali ancora gli studiosi si cimentano, lavorando sul
crinale della bioetica”. Leggi
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l'adesione della comunità ebraica torinese "Corridoi umanitari, ci siamo"
Si
unisce anche la Comunità ebraica torinese alla soddisfazione e al
comprensibile orgoglio per quanto portato avanti sino ad ora con
l'esperienza dei Corridoi umanitari. La possibilità di guardare al
futuro, garantita dalla firma apposta negli scorsi giorni al Viminale
al secondo Protocollo d'intesa tra Ministeri degli Affari Esteri e
dell'Interno e Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese
evangeliche d'Italia (FCEI) e Chiese valdesi e metodiste vede ora un
primo sostegno concreto nell'iniziativa presentata ieri presso il
centro di aggregazione “Il Passo Social Point”, storica sede di
accoglienza della comunità valdese immigrata a Torino.
Dario Disegni, presidente della Comunità di Torino, la pastora Maria
Bonafede, Alice Gamba, coordinatrice dei progetti di assistenza sociale
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane hanno raccontato, insieme
ai responsabili del progetto, come è nata e come si svilupperà la
collaborazione con la comunità ebraica. Mettere a disposizione un
appartamento, in cui andrà a vivere una famiglia di profughi siriani, è
un gesto compiuto senza esitazioni da una comunità che già in passato
ha scelto di ospitare una coppia di rifugiati dal Congo, che sono
ancora seguiti nel loro percorso di inserimento. Leggi
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qui roma - l'evento al maxxi Israele, il racconto nelle foto
Un
approfondimento critico relativo ai maggiori fotografi israeliani
attivi negli ultimi trent’anni e costantemente presenti in numerose
manifestazioni internazionali. Una selezione di artisti, tra i molti
che hanno contribuito allo sviluppo della scena di Israele, in grado di
evidenziare un fenomeno creativo che oltrepassa, a causa del suo
spessore culturale, della varietà di stili e di poetiche, i confini
nazionali.
Si presenta così Il vento e il melograno
(Postcart Edizioni), volume curato da Maurizio De Bonis e Orith
Youdovich presentato ieri al Maxxi, il Museo Nazionale delle Arti del
XXI secolo. Con i curatori Pietro Barrera, direttore generale del
Maxxi, e l’addetto culturale dell’ambasciata israeliana Eldad Golan.
Oltre alla fotografa Orit Raff, tra gli artisti coinvolti nel progetto. Leggi
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Setirot - Ambiguità e veleni
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Tariq
Ramadan, noto e discusso teologo musulmano, vera e propria star del
mondo islamico occidentale – non a caso chiamato “il Profeta svizzero”
perché nato a Ginevra 55 anni fa – è stato sospeso dall’Università di
Oxford dove aveva la cattedra di Studi islamici contemporanei
all’Oriental Institute del St Antony’s College. La motivazione è secca:
è stato formalmente accusato di stupro in Francia e di abusi sessuali
su ex studentesse in Svizzera.
Fatto salvo il principio che nessuno è colpevole fino al momento della condanna, di Ramadan vanno ricordate un paio di cose.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Lin Jaldati
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Berlino,
9 novembre 1952. In Potsdamer Platz è previsto un concerto di canzoni
in yiddish. Coraggioso, provocatorio o semplicemente giusto? A
quattordici anni esatti dalla Kristallnacht, due giovani artisti
decidono di eseguire melodie che rendano onore alla memoria della vita
ebraica in est Europa. Pianoforte e voce, ovvero il musicologo ebreo
tedesco Eberhard Rebling e la cantante e ballerina ebrea olandese Lin
Jaldati, nome d’arte per Rebekka Brilleslijper.
Questo concerto costituisce il trampolino di lancio della lunga
carriera di Lin, che alle spalle ha l’esperienza della resistenza in
Olanda insieme alla sorella e la deportazione ad Auschwitz.
Maria Teresa Milano
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Europei dopo l'Europa
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“Mio
zio David era un europeo consapevole, in un’epoca in cui nessuno in
Europa si sentiva ancora europeo, a parte i membri della mia famiglia e
altri ebrei come loro. Tutti gli altri erano panslavi, pangermanici, o
semplicemente patrioti lituani, bulgari, irlandesi, slovacchi. Gli
unici europei di tutta l’Europa, negli anni venti e trenta, erano gli
ebrei. Mio padre diceva sempre: in Cecoslovacchia vivono tre
nazionalità: cechi, slovacchi e cecoslovacchi, cioè gli ebrei. In
Iugoslavia ci sono i serbi, i croati, gli sloveni e i montenegrini, ma
anche lì vive una manciata di iugoslavi smaccati, e persino con Stalin
ci sono russi e ucraini e uzbeki e ceceni e tatari, ma fra tutti vivono
anche dei nostri fratelli, membri del popolo sovietico” (Amos Oz, “Una
storia di amore e di tenebra”, Feltrinelli, ed. 2005 p. 86).
Giorgio Berruto, HaTikwà/Ugei
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Il nome di Gerusalemme
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Ancora
riguardo la figura del nostro patriarca Avraham, nel viaggio che ci ha
portato allo Shabaton livornese dove ragazzi da tutte le Comunità
italiane hanno svolto un nuovo Chidon (un quiz questa volta, dopo
quello bolognese dello scorso inverno, sulla riunificazione di
Yerushalaim), leggiamo qualcosa a proposito del nome della città,
apparso come tale per la prima volta in Yehoshua (10:1).
Sara Valentina Di Palma
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