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24 Novembre 2017 - 6 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Il corpo delle donne ha occupato i pensieri, le parole e le testate di molti giornali, telegiornali, talk show e libere bocche e liberi pensieri di molto mondo del cinema, dello sport, di ogni genere di spettacolo. Il corpo violato di alcune donne, mercificato, mercanteggiato è diventato oggetto e soggetto di tanta riflessione e di profonda indagine, poliziesca e sociale, in mezzo mondo occidentale, da Hollywood sino a Cipro.
Per la tradizione rabbinica il corpo diventa è un luogo ed un concetto filosofico, un punto fermo halachico ed un sano confine, profondo e forte.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Il tifo sportivo è il terreno privilegiato di alcune dinamiche che tendono a semplificare la realtà rappresentandola come parodia della guerra. I supporters si sbeffeggiano e si provocano, a volte come singoli, più spesso in gruppi organizzati che da diversi decenni vengono chiamati ultras. In un simile contesto le normali regole della convivenza civile sembrano sospese. Buoni padri di famiglia, educati e apparentemente cittadini senza macchia, adottano linguaggi feroci e offensivi e si autorappresentano in vesti di potenziali guerriglieri. Ma non sempre è un gioco innocente, e la sentenza di condanna a Mladic, il boia di Srebrenica che diresse il pogrom sotto gli occhi non innocenti della civile Europa, sta lì a ricordarcelo. Parte della sua manodopera sanguinaria era composta dai supporters calcistici serbi, quelli che inneggiavano a un altro criminale di guerra, il famigerato comandante Arkan.
Quando ci permettiamo di prendere sottogamba gli eccessi violenti che troppo spesso vengono tollerati nei nostri stadi compiamo un’operazione colpevole di mancata vigilanza.
 
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Germania, appello all'unità
La soluzione non può che essere una Grande Coalizione. Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, continua a sostenere questa ipotesi (esercitando pressioni in particolare sul leader dell’Spd Martin Schulz) per superare l’impasse post-elettorale ed evitare tutta una serie di circostanze che metterebbero a rischio la stabilità del paese e favorirebbero con tutta probabilità l’ascesa ulteriore di forze estreme. Come riporta tra gli altri Repubblica, ieri Schulz è stato da Steinmeier, il quale è stato molto netto sull’ipotesi di un ritorno al voto. “Il suo appello – si legge – e quello analogo di un vecchio leone della politica tedesca come Wolfgang Schaeuble, nella sua nuova funzione di presidente del Bundestag, sono stati interpretati da tutti come un invito forte a Schulz a compiere un gesto di responsabilità e tornare al governo”.

Continua a far parlare il prossimo intervento a Napoli della palestinese Leila Khaled, terrorista non pentita, che il 4 dicembre sarà ospite all’Asilo Filangieri (edificio di proprietà del Comune in centro storico, ma da anni gestito da un collettivo). Si chiede Pierluigi Battista sul Corriere: “Perché accogliere con tanto entusiasmo una militante diventata famosa per aver dirottato aerei come arma letale di lotta politica per distruggere lo Stato di Israele, insomma una terrorista ancora convinta delle sue scelte? Perché, come ha fatto il sindaco di Napoli e come ha fatto il Parlamento europeo e altre istituzioni che saranno incontrate in un tour promozionale, celebrare le gesta di Leila Khaled, che nemmeno due mesi fa ha legittimato l’assassinio di tre cittadini israeliani come guerra santa contro l’odiato ‘sionismo’?”.

“Il Talmud siamo noi, è ciò che ha reso il popolo ebraico com’è oggi. Tutte le nostre tradizioni religiose, poi diventate culturali e familiari, hanno origine in questo libro. Che è anche un unicum dal punto di vista strutturale”. Così il coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano, rav Gianfranco Di Segni, che in una intervista al Venerdì ne racconta specificità e orizzonti valoriali.
 
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  davar
qui milano - la commemorazione
"Rav Laras sempre con noi"
“Noi oggi piangiamo la morte del nostro Maestro ma i suoi insegnamenti non moriranno, almeno fino a che noi li porteremo avanti. Noi che siamo i suoi allievi. Rav Laras z.l., così come insegna Moshe Rabbenu, non ci chiede di essere come lui, perché non è possibile. Ma ci chiede di seguire i suoi insegnamenti, di fare il bene, di guardare la sofferenza degli altri e alleviarla”. A parlare, rav David Sciunnach, designato proprio da rav Giuseppe Laras – scomparso la scorsa settimana all’età di 82 anni – come suo successore alla guida del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia. Al Beth ha-Knesset Beth Menachem rav Sciunnach è stato tra i rabbanim a ricordare il suo Maestro in occasione del Limmud dedicato alla sua memoria e organizzato dal Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia assieme a rav Igal Hazan, rabbino del Tempio di via Asti.
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qui roma - il progetto trivalent
'Contro l'odio facciamo squadra'
I numerosi attentati terroristici, insieme alla crisi sempre più acuta dei modelli di dialogo e integrazione esistenti, sono al centro dell'agenda di istituzioni nazionali e sovranazionali in termini di sicurezza interna, coesione, stabilità sociale. Come affrontare queste sfide, assai complesse e articolate? Quali le più pratiche più efficaci per arginare la minaccia e costruire una società più forte e unita nella difesa dei suoi valori fondamentali?
Se ne è discusso nell'aula magna del rettorato dell'Università di Roma Tre, in occasione di un confronto promosso nell'ambito del progetto europeo Trivalent. "The challenges of radicalization: the role of the institutions, religious communities and civil society" il tema del panel, che ha offerto diversi spunti agli addetti ai lavori presenti. Con l'obiettivo, come è stato chiaramente sottolineato, di costruire una solida rete tra tutti i partecipanti al progetto (tra cui l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e la società civile, le istituzioni, gli esperti.
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qui pisa - il festival al via
Nessiah, tra musica e arte
Un nuovo viaggio a 360 gradi all’interno del mondo ebraico. A proporlo è il 21esimo Festival Nessiah, diretto come sempre dal Maestro Andrea Gottfried e organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa con il sostegno di Fondazione Pisa, Regione Toscana, il contributo del Comune di Pisa, la collaborazione di Rete Toscana Ebraica e UCEI. La musica, come da tradizione, è protagonista del festival (presentato oggi in conferenza stampa) ma dal 26 novembre al 10 dicembre ci sarà spazio e anche per la cucina, il cinema, l’animazione e il teatro.
L’edizione 2017 è stata infatti concepita come omaggio a un grande personaggio dell’ebraismo italiano, Emanuele Luzzati – uno dei più noti illustratori, scenografi e disegnatori italiani - che a 10 anni della sua scomparsa continua ad affascinare i piccoli e i grandi con le sue opere teatrali, editoriali e d’animazione e con i suoi colori…
Per ricordare l’immenso contributo del Maestro, in concomitanza con il Festival, è stata così allestita una mostra diffusa che abbraccia la città e rende la presenza di Luzzati tangibile attraverso le sue opere nei molteplici ambiti della sua attività (costumi teatrali, scenografie, illustrazioni, disegni, animazione).
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fondamenti di ebraismo - il progetto
"Identità, chiave per il futuro"
Stimolare la formazione e l’aggregazione attraverso lo studio dei principi dell’ebraismo con l’aiuto di Maestri ed esperti di ebraismo. È la sfida di Fondamenti di Ebraismo, un progetto rivolto a tutte le comunità ebraiche italiane sotto il coordinamento di Dario Calimani e del rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Formazione e Cultura UCEI.
Tre anni l’arco complessivo del progetto, che partirà questa domenica da Torino con una lezione del rav Della Rocca su “Torah e popolo ebraico”. Appuntamento alle 16.30, con collegamenti in videoconferenza che saranno possibili da ciascuna Comunità. Un format che verrà proposto ad ogni iniziativa, per favorire il massimo coinvolgimento.
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qui roma - la serata conclusiva
"Pitigliani Kolno'a Festival,

anche nel 2018 protagonisti"
Cala il sipario, e la soddisfazione è tanta. Ma già si guarda al futuro, con l’obiettivo di fare ancora meglio. “Dalla prossima settimana si inizia a lavorare sull’edizione 2018” assicura Bruno Sed, presidente del Pitigliani.
La sala è gremita per l’ultima serata del Pitigliani Kolno’a, il festival che per il dodicesimo anno consecutivo ha gettato uno sguardo fresco e sfaccettato sul cinema di Israele. Sui tanti volti, sulle numerose complessità che svela a un pubblico sempre più vasto. Per la prima volta, doppia direzione artistica alla guida del festival: con Ariela Piattelli, l’israeliana Lirit Mash.
Altra novità di questa edizione, l’istituzione del Premio Emanuele Luzzati dedicato al grande illustratore e scenografo genovese di cui ricorrono i dieci anni dalla scomparsa. “Tra particolarismo e universalismo: la diversità in mezzo all’uguaglianza” il tema su cui si sono confrontati decine di registi e sceneggiatori. Ad aggiudicarselo il regista Maurizio Forcella, premiato dalla direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi.
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qui roma - melamed
Libia, testimonianze dall'esilio
Presentato anche in occasione del Pitigliani Kolno’a Festival incentrato su ebraismo e Israele nel cinema, il documentario “Libia, ultimo esodo” per la regia di Ruggero Gabbai coautore insieme al professor David Meghnagi nella cui ideazione e realizzazione ha avuto un ruolo centrale, in qualità di autore, interprete, voce narrante di guida e di controcanto alle testimonianze, è stato proiettato ai ragazzi e ai professori di due scuole statali di Roma, una il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” e l’altra il Leonardo Da Vinci di Maccarese. Dagli interventi degli autori, completati dalle domande dei ragazzi, è emerso chiaramente come l’esodo sia stata una storia di grande resilienza da parte degli ebrei libici, costretti ad abbandonare il loro Paese senza per questo farsi vincere dagli eventi.


Giordana Terracina
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qui roma - l'iniziativa
"Maccabi è (anche) solidarietà"
Oltre lo sport, l’agonismo, il brivido della competizione, un valore irrinunciabile da difendere: la solidarietà.
Lo testimonia in queste ore la scelta del Maccabi Italia, che ha voluto destinare l’introito di una raccolta fondi all’Istituto Vaccari di Roma. Due i mezzi elettrici che sono stati consegnati alla dirigenza dell’istituto (individuato come profilo ideale insieme alla Regione Lazio) e che saranno destinati a studenti con disabilità. “Un’iniziativa che è parte di un’attività più vasta che compiamo da anni nelle scuole. Sport e altruismo senza confini” ha sottolineato il presidente del Maccabi Vittorio Pavoncello, intervenendo oggi alla cerimonia.
Al suo fianco Claudio Pavoncello, da sempre in prima linea in progetti di solidarietà.
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qui roma - la mostra
Femminicidio, le vite violate
Su fogli di carta cotone dipinti a china sono numerosi i volti ad affiorare: si tratta dei ritratti delle donne uccise nel 2015, 2016 e 2017. Un pattern gigantesco che restituisce il dramma di un fatto di cronaca perpetuo, il femminicidio. È il tema al centro dell’installazione “Femminicidio. Donne uccise 2015-2017”, dell’artista veneziana Paola Volpato, inaugurata nella Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei deputati. Curata da Giorgia Calò e Cesare Biasini Selvaggi, l’iniziativa si propone di lasciare un segno profondo sensibilizzando, attraverso l’arte, su un tema di stretta attualità.
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pilpul
Il posto della donna
Quando circa un anno fa avevo letto della signora a cui era stato chiesto di cambiare posto in aereo per venire incontro all’esigenza di un viaggiatore charedì di non sedere vicino ad una donna mi ero detta che se fosse successo a me mai e poi mai avrei accettato una simile imposizione, a costo di litigare.
E invece l’ho fatto. Ubbidiente mi sono alzata e sono andata a sedermi una fila più avanti (unico debole tentativo di obiezione: ho chiesto di aspettare fino all’ultimo per essere sicuri che davvero quel posto non fosse occupato). Il meccanismo con cui queste cose avvengono è più sottile di quanto forse si potrebbe immaginare. La coppia di charedim (suppongo marito e moglie) era tutt’altro che ostile, anzi, era gentile e amichevole; entrambi mi hanno rivolto domande sulla mia provenienza e sull’Italia, e inizialmente non avevano mostrato nessun segno di disappunto per la mia presenza accanto a loro (certo, marito e moglie si erano scambiati di posto perché io avessi al mio fianco la moglie, ma dal mio punto di vista erano problemi loro che non mi riguardavano). Solo dopo un po’, quando si è visto che il posto davanti a me era rimasto libero, la signora mi ha chiesto gentilmente di spostarmi per permetterle di stare vicino al finestrino e guardare il panorama. E così in nome della solidarietà tra donne ho accettato un atto di arbitrio contro le donne.


Anna Segre, insegnante
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Decostruire i monumenti
Un articolo uscito sul New Yorker – apparso in Italia sia su Internazionale che sul giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche – e firmato da Ruth Ben-Ghiat, professoressa di storia e studi italiani alla New York University, rifletteva sui monumenti del ventennio in Italia, e di come la maggior parte di essi restassero in piedi in opposizione a ciò che avviene abitualmente in altri paesi, come per esempio in Germania. Il testo è stato duramente criticato da più parti ed interpretato come un’invito alla demolizione dei monumenti fascisti.
In realtà come ha risposto l’autrice, la quale ha asserito di aver subito a tal proposito offese maschiliste e antisemite, il suo era un “appello alla sensibilizzazione, lanciato mentre la destra risorge un po’ ovunque, per riflettere su come interagire con questi edifici e con l’eredità storica a cui sono legati”. Il discorso, come ha spiegato anche Roberto Saviano sull’Espresso, è quanto questi simboli influenzano la nostra vita e il nostro quotidiano, e se essi finiscono per costituire un monito o una memoria da rispolverare. Tra l’abbattimento e la piena restaurazione, la soluzione potrebbe essere una ricontestualizzazione o semplicemente un “depotenziamento”. A Bolzano, una delle città che paradossalmente presenta numerosi monumenti fascisti, è stata installata da poco su un lungo bassorilievo con Mussolini a cavallo, presente sul Palazzo del Tribunale, una scritta luminosa con le parole di Hannah Arendt “Nessuno ha il diritto di obbedire”. In tedesco, ladino e italiano. Non sono mancate ugualmente le critiche, per quello che è stato definito uno “scempio”. Forse le parole “Credere, obbedire, combattere” restano per la maggior parte, tuttora più affascinanti.


Francesco Moises Bassano




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