Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

18 Dicembre 2017 - 30 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Disse Rabbi Meir: Dice il Santo e Benedetto Egli Sia, dovete assomigliare a me, così come io restituisco il bene al male, così anche voi dovete ripagare con il bene il male subito, come è detto: Chi è D-o come te? che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità; che non serba per sempre l’ira, ma si compiace d’usar misericordia? (Micha 7, 18).
 
Leggi

Anna
Foa,
storica
E così anche in Austria l’ultradestra è al governo. Si occuperanno loro di sbarrare le frontiere agli immigrati, di esaltare il nazionalismo, le radici identitarie europee. Nel programma del governo non c’è l’antisemitismo, non ci sono professioni esplicite di razzismo, ma se ne possono vedere le premesse. La paura e l’odio, paura degli immigrati, odio dell’Islam in quanto tale, portano dove non sarà facile vivere, pensare, scrivere, crescere i nostri figli. Dove quei valori sono al potere, le minoranze sono le prime ad essere a rischio. Banale, ma sarebbe bene ricordarselo!
 
Vergogna incancellabile
Il tema del rientro della salma in Italia del re di Savoia Vittorio Emanuele III – che tra le sue responsabilità annovera la vergognosa firma delle leggi razziste del 1938 volute dal fascismo – ha riaperto polemiche e ferite del passato, come raccontano i maggiori quotidiani oggi (Corriere, La Stampa, Repubblica, Quotidiano Nazionale, Messaggero). Il Corriere della Sera, così come diversi altri giornali, riporta la reazione della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane alla notizia sul re sabaudo, sepolto a Vicoforte, in Piemonte. “Vittorio Emanuele lII fu complice del regime fascista di cui non ostacolò mai l’ascesa e la violenza”, ricorda Di Segni per cui “Nessun onore pubblico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il Paese”. “Dal delitto Matteotti in poi, cioè dal 1924, Vittorio Emanuele III non dimostrò alcuna capacità d’iniziativa autonoma rispetto a Mussolini: va considerato corresponsabile di tutte le scelte politiche compiute dal regime fascista”, la valutazione, sempre sul Corriere, della storica Elena Aga Rossi, autrice del saggio Una nazione allo sbando (II Mulino) sull’armistizio del 1943. Repubblica spiega invece che il rientro della salma voleva essere gestito nel silenzio mentre i nostalgici ne hanno fatto un vanto e riporta l’analisi a riguardo della Presidente UCEI: “Tutta la modalità in cui è stato gestito il rientro della salma – le parole di Noemi Di Segni – ci lascia perplessi e addolorati. Farlo con onori e bandiere vuol dire dimenticare e abbassare la guardia. È un altro tratto di Storia che viene cancellato con un’operazione di sorpresa, chissà come e perché avvenuta proprio ora. Se c’è un posto dove dovrebbero riposare le sue spoglie è un Anti-Pantheon, insieme a Mussolini e a chi ha voltato la testa”. “È molto preoccupante che a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, anzi razziste il re che le firmò e ci procurò il regime fascista possa essere addirittura omaggiato. Sono certa che le istituzioni non consentiranno mai che le spoglie vengano portate a Roma: sarebbe un’offesa alla memoria, rimangano almeno dove si trovano ora”, le parole di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, riportate da Repubblica che poi torna sulle dichiarazioni della presidente dell’Unione: “Non ci interessano i resti umani — spiega Di Segni — ma i resti della Storia. Cosa resta delle sue tante scelte sbagliate? Gli italiani non possono dimenticare il percorso che la Storia avrebbe potuto avere se il re ne avesse fatte altre, e non fosse fuggito a settembre ’43 senza essere mai stato interrogato o processato da questo Stato. Cosa ha fatto l’Italia in questi ottant’anni, per accertare le responsabilità storiche e politiche, processuali e legali di Vittorio Emanuele III? Non stupisce se oggi c’è chi sostiene che il fascismo in fondo non abbia fatto nessun male”. “Le salme appartengono a familiari e amici. – scrive sul Fatto Quotidiano Furio Colombo – Ma tutto sta avvenendo in una condizione di vuoto morale e politico di molti, di silenzio non dovuto dei testimoni, e di mancanza di rispetto del presidente della Repubblica per la storia italiana e il prezzo di dolore e di morte pagato dagli Italiani al re complice di tutti i delitti del fascismo e del nazismo. E ciò provoca indignazione e disorientamento. Siamo il solo Paese europeo in cui il re si è prestato a svendere i suoi cittadini ebrei”.
 
Leggi
  davar
l'iniziativa ucei - memoria viva
Leggi Razziste, il re a processo
Nel 2018 ricorreranno gli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi Razziste, firmate dal re Vittorio Emanuele III nella sua tenuta di San Rossore a Pisa, quindi annunciate da Benito Mussolini a Trieste e approvate in poche settimane dal Parlamento.
Ancor più con il ritorno in Italia della salma del sovrano, in ragione di questo anniversario, appare irrinunciabile l'esigenza di dare avvio a una serie di iniziative sul rapporto tra legge e valori.
In occasione del prossimo Giorno della Memoria, uno straordinario evento – in forma di dibattimento processuale – esaminerà a tal proposito le responsabilità di quanti si resero protagonisti di una delle pagine più vergognose della recente storia italiana.
In scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 18 gennaio alle 20.30, “Il processo” partirà proprio dalla figura di Vittorio Emanuele III.
A condurlo il pm Marco De Paolis, l’avvocato Umberto Ambrosoli come imputato, l’avvocato Giorgio Sacerdoti come parte civile
La Corte sarà invece composta da Paola Severino, ex Ministro della Giustizia, presidente del collegio, dal magistrato Giuseppe Ayala, e dal consigliere del CSM Rosario Spina. Tante le testimonianze perdute che ritroveranno memoria nelle voci di Piera Levi Montalcini, nipote del Premio Nobel Rita, Federico Carli, nipote di Guido, l’economista Enrico Giovannini, Maurizio Molinari, direttore della Stampa. E in prima assoluta le musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco rivivranno attraverso il violino di Francesca Dego e il pianoforte di Francesca Leonardi
“L’Italia, che deve ancora fare un profondo esame del proprio passato e non ha mai celebrato processi contro i propri governanti che si sono macchiati di crimini contro l’umanità, rischia di non poter fermare i nuovi movimenti di odio che ai quei falsi valori e simboli si ispirano nei loro moti” sottolinea Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha voluto l’evento e lo ha seguito nella fase ideativa. “Il Processo quindi lo facciamo noi, evidenziando la filiera delle responsabilità che dal re e dal regime risalgono alle istituzioni, all’accademia, alla stampa, all’industria, alla chiesa, alla popolazione civile che, quando non si rese complice, accettò senza reagire che una comunità di cittadini italiani, presenti da duemila anni nel Paese, perdesse ogni diritto e libertà. Diritto di lavorare, studiare, avere una vita sociale, contribuire alla scienza, alla cultura, alla politica. Vogliamo sfatare la leggenda che le Leggi Razziste furono un provvedimento all’acqua di rose”.
Il Processo, che avrà luogo con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è promosso dall’UCEI e organizzato da BrainCircle Italia e MusaDoc, con il supporto dell’Università Ebraica di Gerusalemme e del CIDIM – Comitato Nazionale Italiano Musica, in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma e Rai Cultura.
Un evento curato per la parte processuale da Elisa Greco, autrice del format Processi alla Storia, su un progetto teatrale di Viviana Kasam e Marilena Francese, che da cinque anni curano per l’UCEI l’evento istituzionale per il Giorno della Memoria, e sarà ripreso da Rai5 e trasmesso da Rai Storia in prima serata alle ore 21.15 del 27 gennaio prossimo in occasione del Giorno della Memoria, all’interno di un documentario realizzato da Bruna Bertani.
Ad essere presentata in prima mondiale assoluta la “Ballata” di Mario Castelnuovo-Tedesco, grande compositore amato da Toscanini e Heifetz e costretto ad emigrare negli Stati Uniti a causa delle Leggi Razziste, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte. Sarà presente in sala la famiglia del compositore, in arrivo appositamente dagli Stati Uniti.
All'invito hanno aderito le più alte cariche istituzionali italiane: da Pietro Grasso, Presidente del Senato a Laura Boldrini, Presidente della Camera; Andrea Orlando, Ministro della Giustizia; Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca; Marco Minniti, Ministro degli Interni; Maria Elena Boschi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Marta Cartabia, Vice Presidente della Corte Costituzionale; Giovanni Legnini, Vice Presidente del CSM; Giovanni Canzio, Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione; Pasquale Ciccolo, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione; Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.
Leggi


il congresso ordinario ugei di torino
Giovani ebrei, nuovo Consiglio
Un nuovo Consiglio per i giovani ebrei d’Italia, eletto ieri a Torino al termine dei lavori del Congresso ordinario. In ordine di preferenze ricevute sono stati eletti il romano Giulio Piperno, la milanese Carlotta Jarach, il trentino (ma residente a Torino) Simone Israel, il torinese Alessandro Lovisolo, i romani Ruben Spizzichino e Luca Spizzichino, la milanese Alissa Pavia. Il rinnovo delle cariche ha riguardato anche quelle dei revisori dei conti: confermati Federico Disegni e Daniel Sacerdoti.
Il Congresso ha visto la partecipazione di figure storicamente attive nell’organizzazione, ma anche di nuove leve che hanno partecipato con entusiasmo all’elaborazione di molte mozioni. Una tre giorni quindi di lavori, di scambio di idee per il futuro e riflessioni sull’operato del Consiglio uscente, presieduto da Ariel Nacamulli. Ed è proprio Nacamuli ad esporre le sue riflessioni nella relazione finale: “Quello che si è appena concluso è stato un anno di grandi incertezze dalle tensioni internazionali, non ultime quelle recenti in Israele. È stato per noi l’anno di Irua, del Silent Party a Milano e ovviamente del Congresso di Torino. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata da Irua, verso cui si sono mosse le energie, sia prima che dopo l’evento. È stata forse possibile un’analisi di alcune dinamiche giovanili, in parte già note: la grande frammentazione a Roma, una lontananza delle piccole comunità, una Milano poco interessata a partecipare a eventi nazionali”. E poi spiega perché la scelta sia ricaduta sul capoluogo piemontese: “La capitale UGEI di quest’anno è Torino. La scelta è dovuta all’ottimo lavoro del gruppo locale nel corso degli ultimi anni e da una mancanza di grandi eventi UGEI in Piemonte”.


Alice Fubini
Leggi

qui casale - la cerimonia
Chanukkah accende il dialogo
Dopo secoli in cui i ghetti ebraici hanno avuto penuria di spazio per i propri abitanti, adesso per quello di Casale il problema è riuscire ad ospitare tutta la cultura che vi si produce. Alla festa di Chanukkah questa domenica, ormai il limite sono solo i metri quadri in grado di contenere i tanti amici e le tantissime lampade d’artista che, per questa occasione, ormai da vent’anni confluiscono in Vicolo Salomone Olper. La più grande collezione al mondo di Channukkiot (questo il nome ebraico dei candelabri di questa festa) domenica è arrivata a contenere 221 pezzi, grazie anche a una maxi – donazione da parte di 28 artisti radunati dal Museo del Palazzo Ducale di Mantova nel corso di un progetto comune. Non a caso la prima persona chiamata da Elio Carmi a dare il suo contributo alla cerimonia è stata Renata Casarin, vice direttrice del museo mantovano e curatrice di questo scambio insieme a Daria Carmi e ha parlato giustamente di “empatia” tra la Comunità e Mantova. Un concetto ribadito dal sindaco di Casale Titti Palazzetti, che ha ricordato i saldi rapporti tra le due città, unite da un percorso storico comune, e dal direttore del Museo mantovano Peter Assmann: “Stiamo preparando una mostra dedicata alle città ideali e Casale è sicuramente una città ideale”.


Alberto Angelino
Leggi

qui roma - la cerimonia
'Chanukkah, messaggio per tutti'
È una tradizione che si rinnova ormai da molti anni. Un luogo di incontro tra i più significativi della Capitale. Interventi istituzionali, musica dal vivo e naturalmente le luci della festa ad accendere di significato un nuovo incontro tra Comunità ebraica e cittadinanza. Sesta accensione della Chanukkiah in Piazza Barberini, su iniziativa del movimento Chabad. “Questo è un momento in cui vogliamo unirci alla Comunità e accogliamo questo messaggio per farlo nostro. E ci auguriamo di migliorare sempre, ognuno di noi. Perché il miglioramento di ognuno, è il miglioramento della comunità in cui vive” ha sottolineato la sindaca Virginia Raggi, aprendo il breve momento dei saluti. È poi intervenuto l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs, che ha affermato: “Tra qualche settimana festeggeremo l’inizio del 2018, e anche i 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele. Sono certo che il prossimo sarà un anno pieno di attività, e spero anche un anno pieno di luce”. Ha poi parlato la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, che nell’occasione ha sottolineato “il legame unico tra Roma e Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele e degli ebrei di tutto il mondo”. Un legame, ha proseguito, “che è testimoniato dagli ebrei romani”. A portare alcuni insegnamenti di Torah il rabbino Izchak Hazan.
Leggi


il restauro al quartiere ebraico romano
Un nuovo volto per il Portico
Dopo 14 anni, addio definitivo a impalcature e pontili. E così uno degli angoli più suggestivi del quartiere ebraico della Capitale, nell’area dell’Antico Tempio romano e della Chiesa di Sant’Angelo alla Pescheria, torna al suo splendore. Per il Portico d’Ottavia, una giornata speciale. Come è stato ricordato oggi, nel corso di un incontro con la stampa cui sono intervenuti tra gli altri la sindaca Virginia Raggi, l’assessore alla Cultura Luca Bergamo, il presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi, il sovrintendente Claudio Parise Presicce e la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello. L’operazione complessiva, ha spiegato Presicce, è stata condotta attraverso un team di archeologi architetti e ingegneri con l’ausilio di alte tecnologie e permetterà anche in futuro “un monitoraggio attento dei resti del complesso che nei secoli è stato più volte danneggiato e rimaneggiato”. Soddisfazione è stata espressa da Dureghello: “Con il restauro, di cui mi auguro possano godere presto anche gli studenti – ha affermato – quello ebraico diventa sempre più un quartiere di vita, cultura, tradizione e condivisione”.
Leggi

l'appuntamento al centro bibliografico
Vivere l'esperienza mistica
“Il popolo dei libri. Un viaggio attraverso i testi della tradizione ebraica”.
Prosegue domani alle 18.30, presso il Centro Bibliografico UCEI, il ciclo di incontri lanciato in primavera con l’obiettivo di introdurre ai testi fondamentali della tradizione ebraica e al tempo stesso di fornire strumenti metodologici per dare chiavi di orientamento in questa vasta letteratura.
Ospite dell'incontro sarà il rav Benedetto Carucci Viterbi, che parlerà di "Vivere l'esperienza mistica".
pilpul
Oltremare - Filtri 
Ormai anche aprire i giornali online non serve a nulla, ad espatriati di lungo corso come me. Oltre al fatto che i nomi che compaiono sulle prime pagine mi risultano per la massima parte ignoti, e quindi è difficile valutare l’importanza di una notizia, c’è anche il fatto che le notizie riportate non riflettono quasi per nulla il dibattito che si svolge fra gli italiani. Per fortuna c’è Facebook, dove siccome il filtro è dato da quali sono gli amici che (non) si frequentano, emergono le notizie utili e interessanti, e se si è fortunati anche quelle scomode. Così, seppure immersa nelle notizie locali, piene di missili che hanno ricominciato a cadere su territorio israeliano abitato intorno a Gaza, e di leggi salva-poltrone che continuano ad essere proposte alla Knesset, mi sono accorta che il mio personale filtro sulla realtà dentro Facebook da due giorni è infastidito, offeso, deluso, dal ritorno su suolo italiano di un re morto.

Daniela Fubini, Tel Aviv 

Leggi

Dieci motivi per dire no
Il ritorno in Italia della salma del signor Vittorio Emanuele di Savoia, già penultimo re d’Italia per quasi cinquant’anni, poi secolarizzato nella sua qualità di privato cittadino e costretto ad un dovuto esilio (l’articolo XIII delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione italiana recita testualmente: «I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli») deve rispondere a logiche puramente personali, senza stare neanche a scomodare un qualche non meglio precisato “diritto umanitario” di cui non si vede alcuna motivazione né, tanto meno, un’eventuale urgenza. Sul piano legislativo le disposizioni costituzionali – che permangono nella loro incontrovertibile validità – sono state integrate dall’articolo 1 della legge costituzionale numero 1 del 23 ottobre 2002, la quale stabilisce che: «I commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione esauriscono i loro effetti a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale». In altre parole, vivi e morti della famiglia Savoia, possono ora entrare nel territorio del nostro Paese. Dopo di che, al netto dei fatti di questi giorni, tra i motivi del persistente rifiuto civile e morale rispetto ad una qualsiasi riconsiderazione storica della figura del signor Savoia in questione, una decina almeno d’essi vengono da subito in mente. Ci piace elencarli, per rinfrescarcene ancora una volta la memoria, peraltro vivida.

Claudio Vercelli
Leggi




moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.