Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Durante
tutti gli otto giorni di Chanukkah, per analogia con l’evento della
riconsacrazione del Santuario di Gerusalemme cui è dedicata la festa,
ha luogo la lettura liturgica della Torah, con un brano tratto dal
Libro dei Numeri (6,22 – 8,4) che descrive le offerte presentate dalle
dodici tribù d’Israele, in occasione dell’inaugurazione dell’altare,
nel Mishkan, il Santuario mobile eretto nel deserto. L’ultimo giorno
della festa, la lettura si conclude con un passo riguardante
l’accensione della Menorah, il candelabro a sette bracci che ardeva nel
Santuario.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Ancora
ieri, il Presidente Mattarella ha ammonito riguardo il ritorno di
razzismo e antisemitismo in Italia e in Europa. Una sensibilità, va
detto, mostrata fin dal momento della nomina, quando andò a porre una
corona di fiori in ricordo dei caduti delle Fosse Ardeatine. Se, però,
si va a vedere la stampa ufficiale, ci si accorge che il lavoro da fare
è ancora molto. Lunedì vedevo alla televisione Report che dedicava un
servizio al modo in cui Israele riesce a reperire acqua per la propria
agricoltura. Dall’irrigazione a goccia, al recupero di acque reflue, ai
grandi impianti di desalinizzazione. Un Israele come Paese del futuro
contrapposto alle lentezze italiane. Ma, con una premessa: “Sebbene
Israele usufruisca di acque destinate ai palestinesi…”. Cosa?! Una
premessa che inquina tutto il servizio, ricalcando quell’odioso
pregiudizio che descrive lo Stato ebraico come un ladro d’acqua! Un
altro esempio è un articolo comparso su “Repubblica” in cui si usa
l’espressione “dibattito rabbinico” come sinonimo di disquisizione
cavillosa e sterile. Insomma, se il linguaggio rivela sempre qualcosa,
qua emergono i pregiudizi di sempre. A questo aggiungiamo, e qui
chiamiamo in causa il Presidente Mattarella stesso, che non aiuta certo
a fare i conti con la propria storia, riportare in patria le salme di
chi ha firmato di proprio pugno le infami leggi razziste di Mussolini.
E per giunta senza alcuna discussione pubblica.
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Le promesse di Kurz
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“L’Austria
è un Paese europeista e noi vogliamo contribuire al rafforzamento della
Ue”. Parola del nuovo cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che nelle
scorse ore si è recato a Bruxelles per tranquillizzare l’Unione europea
dopo aver scelto come alleato di governo l’ultradestra antierupeista e
xenofoba del Partito FPÖ. La scelta di Kurz di visitare come prima
tappa estera la sede dell’Ue – incontrando il presidente della
Commissione dell’Unione europea Jean-Claude Juncker – vuole essere
dunque un segnale rassicurante verso i Paesi che guardano con
preoccupazione la svolta a destra di Vienna. E sul piano
internazionale, il cancelliere austriaco ha voluto mandare un altro
messaggio distensivo: ricevendo l’ambasciatore israeliano in Austria,
Kurz ha dichiarato di attendere “presto una stretta di mano” con il
Premier Benjamin Netanyahu, questo nonostante l’annuncio di Gerusalemme
di voler boicottare alcuni dei ministri del governo austriaco, quelli
del FPÖ. Kurz ha inoltre dichiarato di voler dare “la cittadinanza ai
discendenti delle vittime del nazismo”, annunciando la costruzione di
un monumento per le vittime del nazionalsocialismo in Bielorussia, a
Maly Trostenets, dove più di 10 mila ebrei austriaci deportati sono
stati assassinati nel 1941-42 (La Stampa).
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qui roma - chanukkah "Otto luci per Gerusalemme"
Un
collegamento ideale tra Roma e Gerusalemme, ancora una volta attraverso
lo speciale significato di Chanukkah nella storia, tradizione e cultura
ebraica. L'ultima accensione ieri a Roma ha richiamato un folto gruppo
di persone che, sfidando il freddo, si sono ritrovate in piazza di San
Bartolomeo all'Isola. Organizzata dall'Ospedale israelitico, la
cerimonia pubblica è stata intesa come ponte tra le due città (sullo
sfondo del candelabro era infatti proiettata un'immagine del Muro
Occidentale) ma anche come occasione di incontro tra diverse culture e
religioni. Come ha ricordato tra gli altri il presidente dell'Ospedale,
Bruno Sed, che ha spiegato come in pochi metri quadrati, sull'Isola
Tiberina, armonicamente convivano una sinagoga, due chiese, un ospedale
religioso ebraico e uno cristiano.
Ad avvicendarsi sul palco, per un breve messaggio, anche il rabbino
capo rav Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth
Dureghello, il prefetto della Capitale Paola Basilone e il comandante
generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette.
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qui cosenza - chanukkah
"Calabria, un legame speciale" Si
è conclusa, con la pubblica accensione della Chanukkiah a Cosenza,
un’intensa missione in Calabria della Presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Accompagnata dal rav Umberto
Piperno e dal Consigliere della Comunità ebraica napoletana Roque
Pugliese, la Presidente UCEI è stata tra gli altri in visita a Santa
Maria del Cedro – località celebre per la qualità dei suoi cedri,
frutto legato indissolubilmente alla festa di Sukkot – e al campo di
internamento di Ferramonti di Tarsia, che fu aperto dal regime fascista
per rinchiudervi ebrei, apolidi, cittadini slavi. Fitto il dialogo con
le istituzioni locali, da tempo coinvolte in un processo di riscoperta
delle radici ebraiche della regione che continua a portare risultati.
Significative al riguardo le parole del presidente del Consorzio del
Cedro di Calabria Angelo Adduci, che ha spiegato di aver fatto bloccare
il riconoscimento del frutto quale patrimonio universale dell’Unesco
per esprimere “un chiaro e inequivocabile disappunto” rispetto a una
recente risoluzione presentata nello stesso organismo in cui si negava
la radice ebraica di Gerusalemme.
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qui firenze - la mostra
Guglielmo Vita, un omaggio
tra pittura e impegno ebraico Per
iniziativa della nipote Adriana Levi a Firenze, con una mostra e un
convegno nella prestigiosa sede della Regione, è stata ricordata la
poliedrica figura dell’ingegner Guglielmo Vita, architetto e pittore,
scrittore e poeta, editore ed anche presidente della Comunità ebraica
(accettò questo incarico negli anni nei quali la Prefettura doveva
vagliare i sentimenti di chi accedeva a questa carica).
La mostra, con una selezione dei suoi numerosi quadri, privilegiando
quelli dedicati ai profughi qui giunti cento anni fa dopo la disfatta
di Caporetto, e illustrazioni per i suoi numerosi libri da lui stesso
stampati, è stata inaugurata il 7 dicembre e resterà aperta fino al 28
di questo mese.
Lionella VIterbo Leggi
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qui napoli - il messaggio "Nessuna strada per Arafat" In
un messaggio congiunto inviato al sindaco di Napoli Luigi De Magistris
e alla Commissione Toponomastica del Comune la Presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della
Comunità ebraica partenopea Lydia Schapirer scrivono:
"Signor Sindaco,
La Comunità ebraica di Napoli e l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane esprimono il loro forte disappunto nell'apprendere la
decisione del Comune di Napoli di intitolare una strada cittadina a
Yasser Arafat. Desideriamo ricordare al Signor Sindaco e all’intera
Giunta cittadina, che il leader defunto dell’OLP, oggi omaggiato da
associazioni vocate al terrorismo, è una figura fortemente discussa,
che ha dedicato quasi l’intera vita ad atti di efferata ferocia e
terrorismo. Pur insignito del Nobel per la Pace nel 1994 unitamente ai
compianti Yitzhak Rabin e Simon Peres, in memoria dei quali la giunta
cittadina non ha intrapreso alcun analogo riconoscimento, rappresenta
un passato che per molti ha solo il colore del lutto.
Gli sviluppi in Medio Oriente e le criticità poste ai negoziati
bilaterali di pace generano preoccupazione ed impongono a noi tutti,
comprese le amministrazioni locali, ponderatezza e attenzione, in una
direzione che porti a maggiore ascolto, condivisione e partecipazione,
anziché polarizzazione e sbilanciamenti.
Dopo aver fatto marcia indietro nel 2012 sulla possibilità di conferire
la cittadinanza onoraria alla cantante israeliana Noa, da sempre
impegnata nel dialogo tra israeliani e palestinesi, in ragione delle
attuali remore sul conferimento al presidente Ascarelli, dopo il
conferimento ad Abu Mazen, nel 2013, ed a Bilal Kayed, accusato di
terrorismo, nel 2016, e dopo aver impiegato più di due anni nel
sostituire il nome del Presidente del Tribunale della Razza, Gaetano
Azzariti, con quello della piccola Luciana Pacifici, vittima della
Shoah, risulta evidente come il Comune di Napoli, nella persona del suo
Sindaco, debba essere invitato ad adottare una linea di coerenza e di
bilanciamento, proponendosi, giustamente, non solo ad amministrare la
terza città d’Italia e la prima del Mezzogiorno, ma anche come punto di
riferimento e promotore del dialogo interculturale e della Pace
nell’area mediterranea.
Siamo certi che la città di Napoli desidera per i propri cittadini e
figli esattamente ciò che desiderano gli abitanti delle città coinvolte
nei conflitti mediorientali – un quotidiano fatto di vita e vitalità -
e vorrà comprendere che questa non è l’ora delle strade commemorative,
ma dei percorsi verso l’ascolto e la pace che dovranno seguire i
giovani e giovanissimi ai quali dedicare ogni sforzo di dialogo e di
cultura.
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
Lydia Schapirer, Presidente Comunità ebraica di Napoli
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Ticketless - Roma non ride
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Se
Gerusalemme piange, Roma non ride. Ci avviciniamo ad una drammatica
campagna elettorale, i partiti sono senza programmi, i giornali invece
che redarguirli parlano dei presentatori televisivi e dei loro baci in
bocca. Le molestie ad Asia Argento (colpa del Mossad, ha detto il padre
Dario in un’intervista) sono l’argomento del giorno. Il caso-Boschi,
visto quel che si legge sui social e la città di origine dello
scandalo, c’è da prevedere avrà esiti degni dell’Aretino e dei suoi
Sonetti lussuriosi. La crisi che l’Italia attraversa, da alcuni
decenni, dovrebbe far riflettere qualsiasi persona di buon senso.
Invece dilaga il male antico dell’ipocrisia. Si veda la eterna
questione della legge elettorale, il ritorno al sistema proporzionale,
che garantirà l’immobilismo gattopardesco, domani più di ieri. Tutta la
discussione politica da settimane verte sulla sortita di Scalfari. Chi
votereste se si dovesse scegliere tra Di Maio e Berlusconi? Il giochino
è divertente, peccato che a servirsene siano coloro che pochi mesi fa
hanno avversato il sistema elettorale che avrebbe garantito la
governabilità che non avremmo mai in Italia, quel maggioritario a
doppio turno, che il referendum del 4 dicembre ha purtroppo affossato
per sempre, lasciando l’Italia priva di un argine democratico che in
Francia, in più di una occasione, ha permesso di scansare il pericolo
Le Pen.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Giorgio Ascarelli
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In
un tempo certamente molto avaro di buone notizie, e molto prodigo di
quelle cattive, o pessime (di una “pessimissima” farò cenno alla fine
di questa nota), segnaliamo con molto piacere il grande successo
incontrato dall’iniziativa della petizione popolare volta a chiedere
l’intitolazione di una strada alla memoria di Giorgio Ascarelli,
fondatore e primo Presidente, nel 1926, della società Calcio Napoli, il
quale contribuì attivamente, rifondendo anche buona parte del proprio
patrimonio personale, all’edificazione del primo stadio cittadino (la
cui costruzione, iniziata dal Comune nel 1920, si era poi bloccata per
sopraggiunte difficoltà economiche). Inaugurato nel 1930 col nome di
“Vesuvio”, lo stadio (che sarebbe poi andato distrutto durante la
guerra) fu poi chiamato Ascarelli, ma quando, nel 1934, vi si dovette
svolgere una partita della nazionale tedesca, si pensò bene di cambiare
nome all’impianto sportivo (che fu ribattezzato “Stadio Partenopeo”),
in quanto sarebbe parso offensivo che la Germania giocasse la partita
in una struttura intitolata a un ebreo.
Francesco Lucrezi, storico
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Le navi dei musicisti
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Durante
la Seconda Guerra Mondiale le navi adibite a trasporto di deportati o
prigionieri di guerra divennero, come per magia, luoghi di creazione
musicale; alcune di esse si trasformarono tragicamente in tombe a causa
di bombardamenti aerei e affondamenti in mare aperto.
Conserviamo materiale epistolare, musicale e altro che i musicisti
prigionieri hanno consegnato a loro amici o commilitoni prima di
imbarcarsi verso l’ultimo viaggio; i documenti giunsero a noi tramite
loro consegna ai familiari degli sfortunati compositori dopo la Guerra
o tramite archivi storici militari.
Il musicista pugliese Pasquale Vilella (nella foto), nato a Corato il
12 aprile 1914, allievo di suo padre Salvatore e del maestro Baffigo,
rifondò nel 1932 l’attività bandistica cittadina allargandone il
repertorio a musica leggera e operetta; stimato dal grande tenore
Beniamino Gigli, da citare tra le sue canzoni Ali d’Italia, Carovana
malinconica, Due cuori e un ombrellino, Merano che passione, Ninì, Te
lo ricordi ancora, Valzer lento, Violetta, il tango Torna e la celebre
T’amo e sempre t’amerò.
Francesco Lotoro
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