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20 Dicembre 2017 - 2 Tevet 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Durante tutti gli otto giorni di Chanukkah, per analogia con l’evento della riconsacrazione del Santuario di Gerusalemme cui è dedicata la festa, ha luogo la lettura liturgica della Torah, con un brano tratto dal Libro dei Numeri (6,22 – 8,4) che descrive le offerte presentate dalle dodici tribù d’Israele, in occasione dell’inaugurazione dell’altare, nel Mishkan, il Santuario mobile eretto nel deserto. L’ultimo giorno della festa, la lettura si conclude con un passo riguardante l’accensione della Menorah, il candelabro a sette bracci che ardeva nel Santuario.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Ancora ieri, il Presidente Mattarella ha ammonito riguardo il ritorno di razzismo e antisemitismo in Italia e in Europa. Una sensibilità, va detto, mostrata fin dal momento della nomina, quando andò a porre una corona di fiori in ricordo dei caduti delle Fosse Ardeatine. Se, però, si va a vedere la stampa ufficiale, ci si accorge che il lavoro da fare è ancora molto. Lunedì vedevo alla televisione Report che dedicava un servizio al modo in cui Israele riesce a reperire acqua per la propria agricoltura. Dall’irrigazione a goccia, al recupero di acque reflue, ai grandi impianti di desalinizzazione. Un Israele come Paese del futuro contrapposto alle lentezze italiane. Ma, con una premessa: “Sebbene Israele usufruisca di acque destinate ai palestinesi…”. Cosa?! Una premessa che inquina tutto il servizio, ricalcando quell’odioso pregiudizio che descrive lo Stato ebraico come un ladro d’acqua! Un altro esempio è un articolo comparso su “Repubblica” in cui si usa l’espressione “dibattito rabbinico” come sinonimo di disquisizione cavillosa e sterile. Insomma, se il linguaggio rivela sempre qualcosa, qua emergono i pregiudizi di sempre. A questo aggiungiamo, e qui chiamiamo in causa il Presidente Mattarella stesso, che non aiuta certo a fare i conti con la propria storia, riportare in patria le salme di chi ha firmato di proprio pugno le infami leggi razziste di Mussolini. E per giunta senza alcuna discussione pubblica.
 
Le promesse di Kurz
“L’Austria è un Paese europeista e noi vogliamo contribuire al rafforzamento della Ue”. Parola del nuovo cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che nelle scorse ore si è recato a Bruxelles per tranquillizzare l’Unione europea dopo aver scelto come alleato di governo l’ultradestra antierupeista e xenofoba del Partito FPÖ. La scelta di Kurz di visitare come prima tappa estera la sede dell’Ue – incontrando il presidente della Commissione dell’Unione europea Jean-Claude Juncker – vuole essere dunque un segnale rassicurante verso i Paesi che guardano con preoccupazione la svolta a destra di Vienna. E sul piano internazionale, il cancelliere austriaco ha voluto mandare un altro messaggio distensivo: ricevendo l’ambasciatore israeliano in Austria, Kurz ha dichiarato di attendere “presto una stretta di mano” con il Premier Benjamin Netanyahu, questo nonostante l’annuncio di Gerusalemme di voler boicottare alcuni dei ministri del governo austriaco, quelli del FPÖ. Kurz ha inoltre dichiarato di voler dare “la cittadinanza ai discendenti delle vittime del nazismo”, annunciando la costruzione di un monumento per le vittime del nazionalsocialismo in Bielorussia, a Maly Trostenets, dove più di 10 mila ebrei austriaci deportati sono stati assassinati nel 1941-42 (La Stampa).
 
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  davar
tensione in vista del voto di domani
Gli Usa contro le Nazioni Unite:

'Danneggiate il processo di pace'
L’Assemblea generale dell’Onu voterà domani la risoluzione presentata dall’Egitto di condanna agli Stati Uniti per il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. Il Consiglio di sicurezza si è già espresso lo scorso 18 dicembre, ma gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione che prende di mira le dichiarazioni del Presidente Donald Trump.

Domani saranno 193 i paesi invitati a votare e secondo i media internazionali il provvedimento – non vincolante – dovrebbe passare a larga maggioranza. Lo scorso 18 dicembre il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato gli Stati Uniti per aver posto il veto sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. In un messaggio a Trump e all’ambasciatrice Usa all’Onu Nikky Haley, Netayahu ha parlato di “trionfo della verità sulla falsità”. In base alla risoluzione il presidente degli Stati Uniti avrebbe dovuto annullare il riconoscimento di Gerusalemme come capitale ufficiale di Israele annunciato lo scorso 6 dicembre. E in merito al voto Onu, l’ambasciatore Usa Haley ha inviato una lettera ai rappresentanti degli Stati membri, avvisando che il Presidente Trump “seguirà attentamente questa votazione e mi ha chiesto di riferire su coloro che hanno votato contro di noi”.
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formazione
Master UCEI, quattro diplomi
Andrea Citone, Ivan Grosso, Fiorella Kostoris e Claudia Lo Iacono. Sono i quattro nuovi diplomati del Master di primo livello di Cultura ebraica e Comunicazione realizzato nell’ambito del Diploma Universitario in Studi Ebraici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Davanti alla commissione guidata dal direttore del Master, rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio rabbinico italiano, i quattro diplomati hanno concluso ieri il proprio percorso di formazione presentando le proprie tesi. Un momento importante, per gli studenti e non solo, che ha visto la partecipazione dell’assessore dell’Unione a Scuola, Formazione e Giovani Livia Ottolenghi.
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qui roma - chanukkah
"Otto luci per Gerusalemme"
Un collegamento ideale tra Roma e Gerusalemme, ancora una volta attraverso lo speciale significato di Chanukkah nella storia, tradizione e cultura ebraica. L'ultima accensione ieri a Roma ha richiamato un folto gruppo di persone che, sfidando il freddo, si sono ritrovate in piazza di San Bartolomeo all'Isola. Organizzata dall'Ospedale israelitico, la cerimonia pubblica è stata intesa come ponte tra le due città (sullo sfondo del candelabro era infatti proiettata un'immagine del Muro Occidentale) ma anche come occasione di incontro tra diverse culture e religioni. Come ha ricordato tra gli altri il presidente dell'Ospedale, Bruno Sed, che ha spiegato come in pochi metri quadrati, sull'Isola Tiberina, armonicamente convivano una sinagoga, due chiese, un ospedale religioso ebraico e uno cristiano.
Ad avvicendarsi sul palco, per un breve messaggio, anche il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il prefetto della Capitale Paola Basilone e il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette.

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qui cosenza - chanukkah
"Calabria, un legame speciale"
Si è conclusa, con la pubblica accensione della Chanukkiah a Cosenza, un’intensa missione in Calabria della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Accompagnata dal rav Umberto Piperno e dal Consigliere della Comunità ebraica napoletana Roque Pugliese, la Presidente UCEI è stata tra gli altri in visita a Santa Maria del Cedro – località celebre per la qualità dei suoi cedri, frutto legato indissolubilmente alla festa di Sukkot – e al campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, che fu aperto dal regime fascista per rinchiudervi ebrei, apolidi, cittadini slavi. Fitto il dialogo con le istituzioni locali, da tempo coinvolte in un processo di riscoperta delle radici ebraiche della regione che continua a portare risultati. Significative al riguardo le parole del presidente del Consorzio del Cedro di Calabria Angelo Adduci, che ha spiegato di aver fatto bloccare il riconoscimento del frutto quale patrimonio universale dell’Unesco per esprimere “un chiaro e inequivocabile disappunto” rispetto a una recente risoluzione presentata nello stesso organismo in cui si negava la radice ebraica di Gerusalemme.


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qui firenze - la mostra  
Guglielmo Vita, un omaggio

tra pittura e impegno ebraico
Per iniziativa della nipote Adriana Levi a Firenze, con una mostra e un convegno nella prestigiosa sede della Regione, è stata ricordata la poliedrica figura dell’ingegner Guglielmo Vita, architetto e pittore, scrittore e poeta, editore ed anche presidente della Comunità ebraica (accettò questo incarico negli anni nei quali la Prefettura doveva vagliare i sentimenti di chi accedeva a questa carica).
La mostra, con una selezione dei suoi numerosi quadri, privilegiando quelli dedicati ai profughi qui giunti cento anni fa dopo la disfatta di Caporetto, e illustrazioni per i suoi numerosi libri da lui stesso stampati, è stata inaugurata il 7 dicembre e resterà aperta fino al 28 di questo mese.

Lionella VIterbo
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qui napoli - il messaggio
"Nessuna strada per Arafat"
In un messaggio congiunto inviato al sindaco di Napoli Luigi De Magistris e alla Commissione Toponomastica del Comune la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della Comunità ebraica partenopea Lydia Schapirer scrivono:

"Signor Sindaco,
La Comunità ebraica di Napoli e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane esprimono il loro forte disappunto nell'apprendere la decisione del Comune di Napoli di intitolare una strada cittadina a Yasser Arafat. Desideriamo ricordare al Signor Sindaco e all’intera Giunta cittadina, che il leader defunto dell’OLP, oggi omaggiato da associazioni vocate al terrorismo, è una figura fortemente discussa, che ha dedicato quasi l’intera vita ad atti di efferata ferocia e terrorismo. Pur insignito del Nobel per la Pace nel 1994 unitamente ai compianti Yitzhak Rabin e Simon Peres, in memoria dei quali la giunta cittadina non ha intrapreso alcun analogo riconoscimento, rappresenta un passato che per molti ha solo il colore del lutto.
Gli sviluppi in Medio Oriente e le criticità poste ai negoziati bilaterali di pace generano preoccupazione ed impongono a noi tutti, comprese le amministrazioni locali, ponderatezza e attenzione, in una direzione che porti a maggiore ascolto, condivisione e partecipazione, anziché polarizzazione e sbilanciamenti.
Dopo aver fatto marcia indietro nel 2012 sulla possibilità di conferire la cittadinanza onoraria alla cantante israeliana Noa, da sempre impegnata nel dialogo tra israeliani e palestinesi, in ragione delle attuali remore sul conferimento al presidente Ascarelli, dopo il conferimento ad Abu Mazen, nel 2013, ed a Bilal Kayed, accusato di terrorismo, nel 2016, e dopo aver impiegato più di due anni nel sostituire il nome del Presidente del Tribunale della Razza, Gaetano Azzariti, con quello della piccola Luciana Pacifici, vittima della Shoah, risulta evidente come il Comune di Napoli, nella persona del suo Sindaco, debba essere invitato ad adottare una linea di coerenza e di bilanciamento, proponendosi, giustamente, non solo ad amministrare la terza città d’Italia e la prima del Mezzogiorno, ma anche come punto di riferimento e promotore del dialogo interculturale e della Pace nell’area mediterranea.
Siamo certi che la città di Napoli desidera per i propri cittadini e figli esattamente ciò che desiderano gli abitanti delle città coinvolte nei conflitti mediorientali – un quotidiano fatto di vita e vitalità - e vorrà comprendere che questa non è l’ora delle strade commemorative, ma dei percorsi verso l’ascolto e la pace che dovranno seguire i giovani e giovanissimi ai quali dedicare ogni sforzo di dialogo e di cultura.
 
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
Lydia Schapirer, Presidente Comunità ebraica di Napoli

  pilpul
Ticketless - Roma non ride
Se Gerusalemme piange, Roma non ride. Ci avviciniamo ad una drammatica campagna elettorale, i partiti sono senza programmi, i giornali invece che redarguirli parlano dei presentatori televisivi e dei loro baci in bocca. Le molestie ad Asia Argento (colpa del Mossad, ha detto il padre Dario in un’intervista) sono l’argomento del giorno. Il caso-Boschi, visto quel che si legge sui social e la città di origine dello scandalo, c’è da prevedere avrà esiti degni dell’Aretino e dei suoi Sonetti lussuriosi. La crisi che l’Italia attraversa, da alcuni decenni, dovrebbe far riflettere qualsiasi persona di buon senso. Invece dilaga il male antico dell’ipocrisia. Si veda la eterna questione della legge elettorale, il ritorno al sistema proporzionale, che garantirà l’immobilismo gattopardesco, domani più di ieri. Tutta la discussione politica da settimane verte sulla sortita di Scalfari. Chi votereste se si dovesse scegliere tra Di Maio e Berlusconi? Il giochino è divertente, peccato che a servirsene siano coloro che pochi mesi fa hanno avversato il sistema elettorale che avrebbe garantito la governabilità che non avremmo mai in Italia, quel maggioritario a doppio turno, che il referendum del 4 dicembre ha purtroppo affossato per sempre, lasciando l’Italia priva di un argine democratico che in Francia, in più di una occasione, ha permesso di scansare il pericolo Le Pen.

Alberto Cavaglion

Periscopio - Giorgio Ascarelli
In un tempo certamente molto avaro di buone notizie, e molto prodigo di quelle cattive, o pessime (di una “pessimissima” farò cenno alla fine di questa nota), segnaliamo con molto piacere il grande successo incontrato dall’iniziativa della petizione popolare volta a chiedere l’intitolazione di una strada alla memoria di Giorgio Ascarelli, fondatore e primo Presidente, nel 1926, della società Calcio Napoli, il quale contribuì attivamente, rifondendo anche buona parte del proprio patrimonio personale, all’edificazione del primo stadio cittadino (la cui costruzione, iniziata dal Comune nel 1920, si era poi bloccata per sopraggiunte difficoltà economiche). Inaugurato nel 1930 col nome di “Vesuvio”, lo stadio (che sarebbe poi andato distrutto durante la guerra) fu poi chiamato Ascarelli, ma quando, nel 1934, vi si dovette svolgere una partita della nazionale tedesca, si pensò bene di cambiare nome all’impianto sportivo (che fu ribattezzato “Stadio Partenopeo”), in quanto sarebbe parso offensivo che la Germania giocasse la partita in una struttura intitolata a un ebreo.

Francesco Lucrezi, storico
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Le navi dei musicisti
Durante la Seconda Guerra Mondiale le navi adibite a trasporto di deportati o prigionieri di guerra divennero, come per magia, luoghi di creazione musicale; alcune di esse si trasformarono tragicamente in tombe a causa di bombardamenti aerei e affondamenti in mare aperto.
Conserviamo materiale epistolare, musicale e altro che i musicisti prigionieri hanno consegnato a loro amici o commilitoni prima di imbarcarsi verso l’ultimo viaggio; i documenti giunsero a noi tramite loro consegna ai familiari degli sfortunati compositori dopo la Guerra o tramite archivi storici militari.
Il musicista pugliese Pasquale Vilella (nella foto), nato a Corato il 12 aprile 1914, allievo di suo padre Salvatore e del maestro Baffigo, rifondò nel 1932 l’attività bandistica cittadina allargandone il repertorio a musica leggera e operetta; stimato dal grande tenore Beniamino Gigli, da citare tra le sue canzoni Ali d’Italia, Carovana malinconica, Due cuori e un ombrellino, Merano che passione, Ninì, Te lo ricordi ancora, Valzer lento, Violetta, il tango Torna e la celebre T’amo e sempre t’amerò.


Francesco Lotoro 
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