Le navi dei musicisti

lotoroDurante la Seconda Guerra Mondiale le navi adibite a trasporto di deportati o prigionieri di guerra divennero, come per magia, luoghi di creazione musicale; alcune di esse si trasformarono tragicamente in tombe a causa di bombardamenti aerei e affondamenti in mare aperto.
Conserviamo materiale epistolare, musicale e altro che i musicisti prigionieri hanno consegnato a loro amici o commilitoni prima di imbarcarsi verso l’ultimo viaggio; i documenti giunsero a noi tramite loro consegna ai familiari degli sfortunati compositori dopo la Guerra o tramite archivi storici militari.
Il musicista pugliese Pasquale Vilella (nella foto), nato a Corato il 12 aprile 1914, allievo di suo padre Salvatore e del maestro Baffigo, rifondò nel 1932 l’attività bandistica cittadina allargandone il repertorio a musica leggera e operetta; stimato dal grande tenore Beniamino Gigli, da citare tra le sue canzoni Ali d’Italia, Carovana malinconica, Due cuori e un ombrellino, Merano che passione, Ninì, Te lo ricordi ancora, Valzer lento, Violetta, il tango Torna e la celebre T’amo e sempre t’amerò.
Pasquale VilellaRichiamato al servizio militare, Vilella fu trasferito il 10 settembre 1938 a Rodi allora colonia italiana, ivi si diplomò in fisarmonica presso il locale Conservatorio, allestì un’orchestra e tenne numerosi concerti; le sue nuove canzoni (da citare Bambina una notte in Rodi) furono trasmesse alla radio, nel novembre 1942 fu promosso sergente maggiore e nel febbraio 1943 la EIAR (in seguito RAI) trasmise la sua canzone Ada, senti il mio cuore che divenne un successo nazionale.
Richiamato alle armi a causa della Guerra, fu trasferito nuovamente a Rodi; nell’agosto 1943 ripose spartiti, lettere e documenti in una cassa di legno e la affidò a un commilitone suo conterraneo.
All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 la situazione dei militari italiani nelle isole greche precipitò; quando fu arrestato dalla Wermacht e trasferito in un Campo di raccolta dell’isola egea, Vilella aveva con sé gli ultimi spartiti scritti in prigionia.
L’11 febbraio 1944 oltre 4.000 militari italiani che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana furono imbarcati sulla nave Petrella diretta al Pireo e stipati sino all’inverosimile nella stiva della nave (i militari tedeschi sigillarono boccaporti e stiva), l’indomani la nave si incagliò dinanzi all’isola di Patroklos presso Capo Sounion e affondò, alcuni storici ritengono che l’affondamento fu perpetrato dalla Wermacht; si salvarono in otto ma tra loro non c’era Vilella.
Il pittore e compositore tedesco Walter Spies nacque a Mosca il 15 settembre 1895, figlio di un diplomatico dell’impero prussiano; dopo la Prima Guerra Mondiale si trasferì a Java su invito del sultano di Djokjakarta che gli chiese di organizzare e dirigere un’orchestra di stile occidentale.
Amava disegnare lumache di mare e libellule, ragni, la sua tecnica pittorica era estremamente accurata con incredibile attenzione ai particolari; successivamente si trasferì a Bali allora colonia olandese, fu il primo musicologo a registrare e documentare la musica tradizionale balinese, scrisse diversi pezzi musicali, creò il Museo di Bali e fu tra i fondatori della cooperativa artistica Pita Maha.
Ritiratosi presso il villaggio di Iseh, ivi Spies si costruì una abitazione a capanna presso la quale era solito ricevere ospiti; presso di lui si recarono a fargli visita il musicista Colin McPhee, l’artista svizzero Theo Meier, lo scrittore austriaco Vicki Baum e l’antropologa Jane Belo.
Nel dicembre 1938 Spies, omosessuale dichiarato, fu arrestato nell’ambito di una politica discriminatoria del governo coloniale; rilasciato nel settembre 1939, fu nuovamente arrestato nel 1941 in quanto cittadino tedesco residente nelle Indie orientali olandesi e pertanto appartenente a Paese belligerante.
Dopo circa un anno passato in prigione, il 19 gennaio 1942 fu imbarcato sulla nave olandese Van Imhoff con altri cittadini tedeschi; una bomba giapponese colpì la nave al largo di Ceylon e, poiché l’equipaggio aveva l’ordine di non evacuare i tedeschi, la maggior parte dei prigionieri sulla nave – compreso Spies – annegò.
Oggi conserviamo una vasta collezione di splendidi lavori pittorici e tutte le musiche di Spies.

Francesco Lotoro

(20 dicembre 2017)