
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Mishkan
e Mikdash si incrociano in queste parashot di Terumà e Tetzaveh e
sembra quasi che i due termini si confondano tra il versetto in Esodo
25,8 e quello in 25,9.
La santità del Mikdash, del santuario, in questo momento della storia
ebraica, mentre il popolo ebraico esce in cammino nel deserto, si fa
spazio all’interno delle persone e diventa Mishkan, tabernacolo che
cammina con il popolo, santità del Mikdash che diventa passo quotidiano
tra la gente, nell’accampamento e tra le tende della gente comune.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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“La
storiografia – scriveva il compianto Nicola Gallerano nel suo libro
“L’uso pubblico della storia” (FrancoAngeli, Milano, 1995) – è frutto
di una ‘tensione’ continua, perennemente riproposta e perennemente
irrisolta, ragione del suo fascino e insieme della sua dannazione, ‘tra
storia, futuro, profezia’: è un'attività scientifica sui generis, la
cui dimensione cognitiva si affianca e si mescola con quella affettiva,
intrisa di valori, predilezioni, scelte non o pre-scientifiche.”
La Storia è un testo che si può scrivere e riscrivere, perché non usa
un linguaggio specialistico (e quindi è alla portata di tutti) e perché
da sempre viene manipolata per dare un senso al presente e a volte al
futuro. Stiamo parlando di una questione cruciale, che carica di grandi
responsabilità i ricercatori che studiano, interpretano e mettono a
disposizione la documentazione seguendo criteri scientifici e non
disegni e propositi politici.
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Roma, piazza antifascista
A Milano c'è Salvini
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Domani
a Roma l’iniziativa nazionale contro il fascismo e il razzismo
convocata da 23 organizzazioni dopo i fatti di Macerata (l’UCEI ha
aderito, pur non potendo partecipare perché Shabbat). Negli stessi
minuti a Milano il leader leghista Matteo Salvini scenderà in piazza
per una contro-manifestazione di altro tenore. “Le parole d’ordine –
scrive Repubblica – sono quelle del fascioleghismo che ha riplasmato la
Lega negli ultimi quattro anni: a partire da quel ‘prima gli italiani’,
ormai lo slogan mantra del Carroccio era-Salvini e del quale però non a
caso CasaPound rivendica il copyright”.
Non cala l’attenzione mediatica sulle vicende giudiziarie che hanno per
protagonista il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nell’inchiesta,
come racconta tra gli altri il Corriere, finisce anche un orologio di
lusso donatogli nel 2003 da Silvio Berlusconi in occasione di una
visita ufficiale in Italia. “Nessun reato è contestato per l’orologio.
L’episodio romano è stato riferito agli investigatori da Shlomo Filber
per spiegare quali ordini imponga Netanyahu ai suoi assistenti” scrive
il Corriere. Da consigliere, viene spiegato, tocca all’ex fedelissimo
indicare il protocollo da seguire a Roma: il dono va depositato negli
archivi di Stato. Quella sera Filber sarebbe stato convocato nella
camera del ministro che viaggia con la moglie Sarah. “Lei comincia a
urlare, vuole che il regalo le venga ridato”.
In mostra permanente al Louvre alcune tele depredate dai nazisti a
famiglie ebraiche francesi, con l’obiettivo di renderle individuabili e
restituirle ai legittimi proprietari. All’argomento è dedicato un ampio
articolo su Repubblica, in cui si spiega: “Il precedente governo ha
creato gruppi di lavoro che, anziché lasciare l’iniziativa solo ai
parenti delle vittime, hanno avuto una parte attiva nelle ricerche,
mobilitando magistrati, conservatori, archivisti. Sono stati chiamati
genealogisti per rintracciare gli eredi, ora che i protagonisti
dell’epoca non ci sono più. Dopo ottant’anni le chance di ridare una
casa alle opere ‘orfane’ sono sempre meno”.
Cosa sta succedendo all’Università di Torino? È la domanda che oggi si
pone Il Foglio. “Da mesi – si legge – questo ateneo prestigioso fa
notizia per una serie di iniziative contro Israele”. Il primo marzo
“l’apice di queste campagne volte a demonizzare e delegittimare lo
Stato ebraico con una due giorni dedicata a Edward Said nell’Aula magna
del campus Einaudi”.
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l'informazione dell'intelligence israeliana
L'Isis cercò di colpire Sydney,
Israele sventò l'attentato
Nel
corso dell'American Jewish conference a Gerusalemme, il Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu ha raccontato che grazie a
un'informazione fornita dall'intelligence israeliana la scorsa estate è
stato sventato un attentato del gruppo dello Stato islamico a un aereo
in partenza da Sydney. Il piano dei terroristi, ha affermato Netanyahu,
era di utilizzare un tritacarne come ordigno esplosivo per poi farlo
scoppiare in volo. “Sarebbe stato un massacro inimmaginabile”, ha detto
il Premier spiegando che l'attacco è stato evitato grazie alle
informazioni fornite dall'unità speciale 8200 dell'esercito israeliano.
Questa unità si occupa di raccogliere e analizzare informazioni
intercettate utilizzando sofisticate tecnologie informatiche. L'
esercito israeliano ha confermato che l'informazione sul presunto
attacco all'areo partito dall'Australia ha “salvato la vita di decine”
di persone, ma non ha specificato quale fosse il volo preso di mira.
L'anno scorso due fratelli sono stati arrestati a Sydney - Khaled
Khayat e Mahmoud Khayat - e accusati di aver complottato per abbattere
un aereo passeggeri dell'Etihad Airways con destinazione Abu Dhabi.
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la campagna del mondo ebraico americano
"Il cambiamento inizia con noi.
Sostieni il controllo delle armi"
“Dopo
la tragica sparatoria alla Stoneman Douglas High School di Parkland,
Florida, dobbiamo finalmente alzarci in piedi e dire 'adesso basta'.
Mai più un bambino dovrà sentirsi in pericolo a scuola, nessuna vita
innocente sarà ancora persa a causa della violenza delle armi da fuoco.
Siamo tre fratelli di Boca Raton, che confina con Parkland, e riteniamo
di dover agire. Mentre Purim si avvicina, invitiamo le comunità
ebraiche di tutto il paese a unirsi a noi nella lotta per porre fine
alla violenza delle armi in America”. A scriverlo, i fratelli Gabby,
Serena e Cole, figli del politico americano Ted Deutch, democratico e
membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato della Florida. I
tre ragazzi, dopo la strage compiuta con un fucile semiautomatico nella
scuola di Parkland, hanno lanciato una campagna di fundraising on line
per sostenere Everytown for Gun Safety, organizzazione americana
no-profit che sostiene l'introduzione di leggi per il controllo delle
armi negli Stati Uniti. Per dare il loro appoggio, i fratelli Deutch
hanno deciso di chiamare in causa il mondo ebraico e la festa di Purim.
“Purim celebra il coraggio, e questo Purim, saremo forti. - affermano
Gabby, Serena e Cole - Cuoceremo Hamantaschen (orecchie di Haman) e
faremo cesti di Mishloach Manot da vendere nelle nostre comunità.
Doneremo il ricavato a Everytown for Gun Safety
(https://everytown.org/), un'organizzazione nazionale che lavora per
fermare la violenza delle armi da fuoco nelle comunità americane”. Leggi
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Politici sotto accusa |
Non
so se tutti ricordano che Scipione l’Africano - il generale celebrato
da più di duemila anni tanto da essere menzionato addirittura nel terzo
verso del nostro inno nazionale, colui che sconfisse Annibale e salvò
Roma dal nemico più terribile che avesse mai avuto - terminò la sua
vita in volontario esilio dopo essere stato messo sotto accusa per non
aver voluto rendere conto del denaro e del bottino ottenuti nella
guerra contro Antioco III. Non saprei dire se le accuse contro di lui
fossero vere o false. Certo Roma dimostrò al mondo che nessuno dei suoi
cittadini, neppure il più illustre di tutti, era al di sopra della
legge. E questo non la rese affatto più debole di fronte ai suoi
nemici, tant’è che proprio in quegli anni avvenne la sua rapidissima
espansione verso il Mediterraneo orientale.
Yitzhak Rabin, il protagonista della straordinaria vittoria israeliana
del 1967 (anche in quel caso seguita a un grande momento di pericolo)
pochi anni dopo subì un’inchiesta e successivamente si dimise da
candidato premier a causa di un conto aperto dalla moglie negli Stati
Uniti quando lui era ambasciatore. Certo nessuno può dire che negli
anni ’70 lo stato ebraico fosse in una condizione di assoluta
tranquillità; ma i pericoli oggettivi non bastavano per rendere
intoccabile neppure un leader con un curriculum così prestigioso.
Anna Segre, insegnante
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Stereotipi |
Niente
di più vero, come ha scritto Alberto Cavaglion questa settimana, “il
personaggio dell'ebreo in Italia davvero fatica ad uscire dagli
stereotipi”. Se la fiction tende a rappresentare l'ebreo ogni qual
volta come presuntuoso e avido di potere e denaro – quando non si
limita invece a definirlo soltanto attraverso qualche menorah sparsa
per casa – non dovremmo poi stupirci dei consueti pregiudizi
dell'italiano “medio”.
Eppure non è sempre così. Ripenso a qualche più colto riferimento
letterario o cinematografico della post-modernità. Per esempio, ci sono
dei casi in autori non ebrei dove personaggi fittizi catapultati in un
contesto in cui i principali diritti sono negati si ergono a paladini e
custodi della libertà e di idee democratiche.
Francesco Moises Bassano
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