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26 febbraio 2018 - 20 Shevat 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Non è bene che l’uomo stia solo. (Genesi 2, 18)
Non è bene (per lui e per tutti) che l’uomo stia solo.
Come si forma una comunità? La risposta è semplice: due individui soli creano una comunità nello stesso modo in cui Dio ha creato il mondo. Qual era lo strumento di creazione di Dio? La parola. La comunicazione. La parola è anche lo strumento con cui l'uomo crea la propria comunità. Dio, dicendo “e sia” che è identico a un atto di riconoscimento dell’esistenza mondo, ha reso possibile l'emergere di un'esistenza accanto a Lui, ha reso possibile per il finito di coesistere con l'Infinito (nonostante che finito + Infinito = Infinito).
 
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Anna
Foa,
storica
Liliana Segre ha parlato di un baratro di fronte a cui ci troviamo e di fronte al quale siamo ancora in tempo a fermarci. Cerco allora di guardare dentro quel baratro per scrutarne l'oscurità e distinguerne i tratti: razza, patria, nazione, tre termini prediletti dai fascismi tradizionali del Novecento. Invasione dei migranti, sostituzione della razza bianca: nessuno lo aveva ancora detto, nemmeno Hitler, ma il contesto era diverso, adesso lo direbbe eccome. Fascismo, fascismo buono, rivendicazione delle radici fasciste: li abbiamo sdoganati pensando che fossero folklore, non lo sono. E poi odio della cultura, rivendicazione dell'ignoranza, odio tout court, del diverso, del più debole, di colui che ha la pelle più scura o che ne sa di più di noi.
 
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Israele, la politica fiscale
che non piace alle Chiese
La chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme è stata chiusa ieri dalle autorità cristiane della città per protestare contro le misure fiscali che la municipalità locale vorrebbe applicare ai loro beni e contro un progetto di legge della Knesset, il parlamento israeliano, che le interessa da vicino. La scelta di chiudere il Santo Sepolcro viene definita dai quotidiani italiani una mossa quasi senza precedenti: a disporla, il patriarca greco ortodosso Theophilos III, il Custode di Terra Santa Francesco Patton e il patriarca armeno Nourhan Manougian, secondo cui la chiusura a tempo indeterminato sarebbe una forma di opposizione “a una campagna sistematica di Israele volta a danneggiare la comunità cristiana”. Repubblica spiega come “di fronte a una protesta così estrema, come quella di chiudere uno dei luoghi sacri dove ogni anno si recano in pellegrinaggio centinaia di migliaia di persone, il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, si è difeso attaccando”. “La Chiesa del Santo Sepolcro – ha spiegato Barkat – e gli altri luoghi di culto e di preghiera resteranno esenti da tasse municipali. Ma è ingiusto e irragionevole che aree commerciali, come alberghi, sale di ricevimento, residenze, negozi o ristoranti, siano esenti dalle tasse solo per essere di proprietà della Chiesa”. Secondo Barkat, la città perde ogni anno milioni di euro di risorse che potrebbero essere spesi nei servizi ai cittadini. L’altra norma contro cui protestano i leader religiosi – arrivati fino a definirla un “legge discriminatoria e razzista che prende di mira soltanto le proprietà cristiane e che ricorda a noi tutti le leggi di natura simile contro gli ebrei negli anni bui dell’Europa” – è quella allo studio alla Knesset, che, spiega il Giornale, “prevede l’espropriazione, per mano dello Stato d’Israele, dei terreni venduti a partire dal 2010 dalla Chiesa cattolica romana e da quella greco-ortodossa a imprenditori privati e metterebbe a rischio gli attuali residenti, che nell’arco dei prossimi 20-50 anni potrebbero essere costretti a lasciare le proprie case e restare senza un tetto”. “Il mio disegno di legge si occupa di cosa succede dopo che i diritti sulla terra sono stati venduti a terzi” dalle Chiese, spiega la parlamentare Rachel Azaria, firmataria della legge.
 
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  davar
il dibattito negli usa dopo l'ultima strage 
Controllo delle armi, Israele
modello per gli Stati Uniti

Durante l'incontro alla Casa Bianca tra il Presidente Usa Donald Trump e i sopravvissuti alla strage della scuola di Parkland, più volte è stata citata Israele come esempio sul controllo delle armi. Cary Gruber - padre di Justin, salvatosi nascondendosi in un armadio – ha sottolineato come nello Stato ebraico vigano severe restrizioni sulla proprietà delle armi. Darrell Scott - la cui figlia Rachel è stata uccisa durante la sparatoria alla Columbine High School a Littleton, in Colorado, nel 1999 - ha citato la sicurezza israeliana nelle scuole come modello per quelle americane: “In Israele, hanno un punto d' ingresso ed è molto ben sorvegliato - ha detto Scott – Noi ne abbiamo diversi e facili da oltrepassare”. Ma, sottolinea il Washington Post, le scuole israeliane sono sfuggite alla violenza americana in gran parte a causa delle misure speciali applicate per affrontare la sfida unica che si pone di fronte a Israele, quella del terrorismo palestinese. “Le guardie  di sicurezza ci sono per altri motivi, ma soprattutto il terrorismo”, ha spiegato Amos Shavit, portavoce del Ministero dell'Istruzione, che ha sottolineato come le guardie di stanza nelle scuole siano sotto l'autorità della polizia. Nelle grandi città, ha detto, la polizia e l'autorità locale svolgono pattuglie di sicurezza intorno alle istituzioni educative per tutto l'orario scolastico. “I professionisti si occupano della sicurezza - ha detto Shavit - Non gli insegnanti”, facendo eco alla proposta del presidente Trump di armare gli insegnanti per evitare nuove stragi.
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ISRAELE - ASPETTANDO IL GIRO D'ITALIA
“Pedalare nel deserto del Negev, emozione unica per i ciclisti”
A fare la differenza saranno la lunghezza del percorso, ben 226 chilometri. E le incognite atmosferiche. In particolare una: le raffiche di vento. A maggio il rischio sembra scongiurato, ma chissà. Sulla terrazza di Mitzpe Ramon affacciata sull’omonimo cratere, uno dei luoghi più suggestivi del paese, i cinque ex campionissimi (Alessandro Ballan, Maurizio Fondriest, Paolo Savoldelli, Gilberto Simoni e Andrea Tafi) che stanno percorrendo in anteprima le tappe israeliane del prossimo Giro d’Italia, ospiti del locale ministero del Turismo, sono stati accolti da folate a dir poco intense. Se tra due mesi non ci sarà vento, farà comunque caldo. “Molto caldo” scandisce perfidamente la guida.
Da Beersheva ad Eilat, una tappa interamente desertica attraverso le suggestioni del Negev fino all’estremo lembo di paese affacciato sul Mar Rosso. A Mitzpe Ramon ci si arriva dopo 77 chilometri in leggera salita (si va dai 295 metri sul livello del mare della “capitale del deserto” fino a un massimo di 840). Percorso frizzante, adatto a fughe. L’epilogo della tre giorni israeliana di questa attesissima edizione della corsa rosa.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Rembrandt agli Uffizi 
Uno dei pittori più affascinanti della storia, una delle gallerie d’arte più famose al mondo. Gli Uffizi di Firenze inaugurano un nuovo percorso dedicato alla pittura seicentesca e al Caravaggio, e tra i quadri protagonisti c’è “Ritratto di un vecchio rabbino” di Rembrandt, uno dei capolavori dell’artista olandese che tanta ispirazione trasse dalla vita della comunità ebraica di Amsterdam. Come raccontato nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, grande orgoglio per il nuovo allestimento è stato espresso dal direttore dell’istituzione fiorentina Eike Schmidt.
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pilpul
Oltremare - Pensiero positivo
Israele è quel luogo della terra in cui se al guidatore dell'autobus gira di coltivare nana (versione locale della menta, ma molto più dolce e gradevole della menta) sul cruscotto, va a comperarsi un vasetto, lo monta su di un supporto che comprende un piatto coi bordi alti, dove l'acqua in eccesso può colare e non schizzare sui passeggeri. E quando fa la pausa obbligata, il guidatore stacca qualche fogliolina e si fa un ottimo the. E se un guidatore (lo stesso o un altro) vuole festeggiare Purim, la mattina va dal cartolaio (che qui non esiste, in realtà, ed è sostituito da negozi per madri ipercreative e bambini confusi e felici con mani piene di macchioline di colore) e compera maschere e cartoncini colorati con temi adatti alla festa, e li appende qua e là lungo i tubi di metallo ai quali noi ci appendiamo per cercare di stare in piedi, arte circense fatta di mezze piroette e presa a tenuta stagna ai suddetti tubi praticata intensamente da ogni viaggiatore su autobus israeliano.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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