
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Avete
visto il video dell’amico rabbino di Trieste Alexandre Meloni che
lascia, con gli altri esponenti della comunità, la Risiera di S.Sabba
tra le facce incredule delle istituzioni e del pubblico? Lo avete visto
quel vuoto lasciato dagli ebrei italiani e triestini in un luogo dove
più di ogni altro la presenza della memoria ebraica italiana avrebbe
dovuto avere più senso?
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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La
memoria è un concetto sul quale la coscienza civile europea ha fondato
gran parte della sua progettualità politica. Gli ebrei sono uno dei
punti focali di questo processo di “rimemorizzazione” della storia.
Nelle forme più svariate di religione ebraica, popolo massacrato,
sionista imperialista ecc., gli ebrei sono uno dei perni attorno ai
quali ruota la dialettica politica pubblica. Solo negli ultimi giorni –
tanto per dire – l’immagine degli ebrei è stata evocata con notevoli
distorsioni di prospettiva storica in diverse occasioni. Il presidente
della Regione Campania che paragona gli iscritti al PD agli ebrei
perseguitati dal fascismo, il presidente di Forza Italia che nel
celebrare la resistenza paragona il Movimento 5 Stelle all’emergente
nazismo hitleriano e dice di sentirsi “come gli ebrei” in quel
frangente storico e via di questo passo.
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Accordo sul nucleare
gli Usa verso l’addio
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Il
presidente Usa Donald Trump uscirà dall’accordo sul nucleare iraniano
per ragioni di politica interna. Ad affermarlo il presidente francese
Macron, di ritorno in Francia dopo la visita negli Stati Uniti,
iniziata con la speranza di far cambiare idea a Trump sulla questione
Iran, spiega il Corriere. Oggi – con poche possibilità- cercherà di
farlo la cancelliera tedesca Angela Merkel, scrive il quotidiano
cattolico Avvenire: Merkel “questa mattina incontrerà il leader Usa
nello Studio Ovale, per tentare di spingere il presidente Usa a
mantenere in vita l’intesa sottoscritta anche da Cina, Francia,
Germania, Russia e Regno Unito, evidenziando il rischio d’instabilità
che un’aperta contrapposizione militare fra Iran e Israele porterebbe
alla regione”. “Se l’Iran attaccherà Tel Aviv, Israele colpirà Teheran
e distruggerà ogni postazione militare iraniana in Siria”, ha affermato
ieri il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, in
un’intervista rilasciata a un portale saudita. Intervistato da
Repubblica l’inviato Onu perla Siria, Staffan de Mistura individua
proprio nel confronto Iran Israele in territorio siriano un imminente
pericolo: “è una vera minaccia – afferma – II mese di maggio sarà un
mese pericoloso. L’Onu osserva con molta preoccupazione la tensione fra
Israele e Iran, nel contesto siriano e libanese. Non posso dire di più
perché abbiamo bisogno di diplomazia nella discrezione”.
Coree, il grande incontro. Kim Jong-un è il primo capo della Corea del
Nord dalla Guerra di Corea del 1950-53 a varcare pacificamente la linea
del 38° parallelo per stringere la mano al presidente della Corea del
Sud, Moon Jae-in, e parlare di “una nuova era di pace”. “Due leader
così diversi troveranno parole comuni?- si chiede Repubblica –
Difficile sia già l’esito che il mondo aspetta: ‘Denuclearizzazione’.
Per arrivarci, se ci si arriverà, bisognerà passare dall’incontro tra
Kim e Trump. Ma basta la chiacchierata a rendere il summit di oggi
storico”.
Napoli, la minaccia terroristica sventata. Alagie Touray, gambiano di
22 anni in attesa dell’asilo politico, è stato arrestato a Napoli con
l’accusa di terrorismo. In un messaggio riceveva istruzioni da un amico
su come compiere un atto terroristico con un’auto lanciata sulla folla.
La polizia ora indaga su una rete jihadista attiva tra Libia, Gambia,
Italia e Spagna (La Stampa e Repubblica).
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paese in lutto per le giovani vittime
Mar Morto, il dolore d'Israele
per la tragica inondazione
“Israele
piange le giovani vite che ci sono state portate via nella tragedia ad
Arava. Abbracciamo con dolore le loro famiglie e preghiamo per la
pronta guarigione dei feriti”. Sono le parole di cordoglio espresse dal
Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la tragedia che ha
colpito il sud del Paese dove dieci ragazzi hanno perso la vita mentre
stavano facendo un’escursione a sud-ovest del Mar Morto. Le autorità
hanno diffuso i loro nomi: Ela Or di Ma'ale Adumim, Romi Cohen del
Moshav Maor, Yael Sadan e Maayan Barhum di Gerusalemme, Agam Levy dal
Moshav Herut, Gali Balelli da Givatayim, Shani Shamir da Shoham, Adi
Ra'anan da Moshav Mikhmoret, Tzur Alfi da Mazkeret Batya e Illan Bar
Shalom da Rishon LeZion.
Secondo le prime ricostruzioni i ragazzi – che facevano parte di un
gruppo più ampio – sono stati sorpresi da un’inondazione inaspettata
delle acque mentre stavano seguendo un corso di pre-arruolamento
nell’esercito. Quindici ragazzi sono stati salvati dai soccorsi, gli
altri erano dispersi e sono stati ritrovati in seguito. La polizia
israeliana ha aperto un’indagine sulla società che ha organizzato
l’escursione, arrestando tre persone.
“Quanto dolore sta percorrendo la nazione questa mattina – ha affermato
il presidente d'Israele Reuven Rivlin nelle scorse ore - Abbiamo perso
dei figli meravigliosi. Pieni di promesse, pieni di aspettative che ci
lasciano con il cuore spezzato”. Leggi
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moked 5778
Israele 70, avventura di uno Stato
"Vogliamo
trascorrere questi tre giorni come se ci trovassimo in Eretz Israel,
immergendoci nella straordinaria avventura che hanno significato questi
70 anni dello Stato di Israele", afferma il direttore dell’Area Cultura
e Formazione dell’UCEI rav Roberto Della Rocca, parlando
a poche ore dall'inizio del Moked 5778, la grande convention
dell’ebraismo italiano di scena, come tradizione, a Milano Marittima.
Una tre giorni in cui festeggiare la gloriosa nascita d’Israele nel
1948 ma anche per interrogarsi sul suo futuro, sul legame con la
Diaspora, sul significato oggi di sionismo. Al rav Della Rocca saranno
affidati i saluti inaugurali della convention, affiancato dalla
presidente UCEI Noemi Di Segni e dall’assessore alla Cultura
dell’Unione David Meghnagi. La parashat hashavua sarà invece affidata a
rav Gadi Piperno. Leggi
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l'incontro nel comune piemontese di cartosio
L'ultimo rabbino di Acqui Terme
Storia di una famiglia salvata
In
piazza Umberto Terracini, nel comune piemontese di Cartosio (provincia
di Alessandria) domenica (ore 15.00) si parlerà di “come un intero
territorio ha salvato una famiglia ebraica durante la Shoah”: la
scrittrice Paola Frangion, alla presenza dei sindaci Mario Morena,
Vittorio Grillo e Fabrizio Ivaldi, affiancati dal neo deputato,
Federico Fornaro, accoglierà il contributo di rav Elia Enrico Richetti
che parlerà delle vicende della famiglia di Adolfo Salvatore Ancona,
ultimo rabbino capo di Acqui Terme dal ’43 al ’45, nel ricordo dei
‘salvati’ e ‘salvatori’ e dei testimoni ancora viventi. Interverranno
Valeria Ancona Calabi, Meir Polacco, Duilio Assandri, Graziella,
Giorgio, Marisa e Vitalina Badarello, Francesco Gaino, Luigi Moro,
Claudia Pasini, Giuseppe Thellung de Courtelary. Interverranno anche
Mauro Ferrari, Paola Fargion e Paolo Gulisano.
Un giorno di alcuni anni fa mi trovavo nello studio di mio marito
quando sulla scrivania notai un foglio abbandonato su una pila di
documenti vari, uno strano foglio che non avevo mai visto. Lo presi in
mano e mi resi conto che si trattava di un albero genealogico: scarno,
con pochi nomi, qualche data e molti punti interrogativi. Mi apparve da
subito come un albero senza vita e ne fui turbata. Attesi dunque che
mio marito rientrasse da scuola e sventolando quel foglio gli chiesi a
chi appartenesse la genealogia.
"Sono i miei parenti del ramo paterno” fu la sua risposta. “Quello da cui proviene il mio bisnonno rabbino".
Già, il bisnonno Adolfo Salvatore Ancona...
Paola Fargion Polacco Leggi
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Democrazia e paletti
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Chissà
perché in politica sembra sia lecito dire qualunque assurdità purché si
abbia dietro un partito – meglio ancora se è una coalizione – pronto a
ripeterle fino a quando a furia di essere ascoltate e ripetute
appariranno logiche. Ecco dunque che si sente parlare di ʺprimiʺ,
ʺsecondiʺ, e ʺterziʺ arrivati, come se le elezioni fossero state una
specie di giro d’Italia o di campionato di calcio, e si proclama a gran
voce che un governo formato dai ʺsecondiʺ con i ʺterziʺ non sarebbe
davvero democratico. E perché mai un governo sostenuto dalla
maggioranza assoluta dei cittadini italiani non dovrebbe essere
democratico mentre una decina di anni fa un governo sostenuto da poco
più di un terzo degli italiani era considerato ʺeletto dal popoloʺ al
punto da gridare al golpe per la sua caduta?
Anna Segre, insegnante
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Gli ebrei in Russia |
Qualche
anno fa trovai in una bancarella di libri usati un curioso reperto, un
volume fuori edizione dal titolo “Gli ebrei nell'URSS” a cura di Nuovi
Argomenti, edito nel 1966. Il libro tenuto conto dei curatori e
dell'introduzione di Umberto Terracini, non nasconde le simpatie verso
il regime sovietico, denunciando ciò nonostante la persona e i crimini
di Stalin e l'antisemitismo insito nella società russa. Linguaggio
datato e tendenziosità a parte, “Gli ebrei nell'URSS” offre comunque
alcuni punti di vista degni di considerazione. Per esempio un capitolo
è dedicato alla popolazione ebraica in Unione Sovietica. Basandosi sul
censimento del 1959 la popolazione ebraica totale di tutte le
Repubbliche veniva stimata sui 2.267.814 individui rispetto ai circa 5
milioni presenti negli stessi territori prima del 1941. La rivista
Davar dava invece qualche anno dopo la cifra di 3.437.000. Secondo
l'autore questa distanza era dovuta alla circostanza che, poiché il
censimento era su base volontaria, molti forse preferivano dichiararsi
russi invece che ebrei.
Francesco Moises Bassano
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