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4 Giugno 2018 - 21 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Hillel soleva dire: Sii discepolo di Aronne, ama la pace, persegui la pace, ama le creature e avvicinale alla Torah. (Avoth 1, 12)
Avvicinare le creature alla Torah senza avvicinare la Torah alle creature: Aronne, i cui compiti di Sommo Sacerdote vengono illustrati in queste settimane, era noto per il suo amore per ciascuna creatura.
 
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Anna
Foa,
storica
“Roma oramai è il centro della politica mondiale. Quello che sta accadendo qui è straordinario. Non c’è mai stato in tempi moderni un vero governo populista. Ora c’è. Perciò voglio essere qui, voglio esserne parte” dice, durante uno dei suoi sempre più frequenti soggiorni romani, Steve Bannon, l’ex guru di Donald Trump. Ora visto che il nume ispiratore di Bannon è Julius Evola, c’è forse spazio per qualche preoccupazione.
 
"L'Iran va fermato"
Prende il via oggi la missione in Europa del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Obiettivo dichiarato, raccogliere il sostegno di Germania, Francia e Gran Bretagna per modificare l’accordo nucleare con l’Iran e per spingere le forze del regime di Teheran fuori dalla Siria. Nel corso della riunione di gabinetto di domenica, Netanyahu ha spiegato che incontrerà “Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May. Mentre discuterò con loro degli sviluppi nella regione, l’accento sarà posto sull’Iran, in primo luogo rispetto alla necessità di continuare a bloccare il programma nucleare iraniano”. Secondo punto, “bloccare i piani di espansione e di aggressione dell’Iran in tutto il Medio Oriente, specialmente in Siria. Insisterò inoltre su un principio fondamentale: Israele mantiene – e continuerà a mantenere – la libertà d’azione contro l’istituzione di una presenza militare iraniana in Siria”, ha dichiarato Netanyahu, aggiungendo che “di recente ho discusso di questi temi con il Presidente russo Vladimir Putin e con il Segretario di Stato americano Mike Pompeo. Questi colloqui sono molto importanti per la sicurezza di Israele”. Del tour europeo del Primo ministro Netanyahu in Europa, i quotidiani italiani non parlano. Il Messaggero riferisce in una breve del lancio di colpi di mortaio da Gaza contro Israele: “gli incidenti – scrive il quotidiano – sono cominciati nel pomeriggio di ieri al termine dei funerali di Razan Ashraf al-Najjar, la 21enne palestinese volontaria nelle ambulanze uccisa durante gli scontri con l’esercito israeliano nel corso della Marcia del Ritorno e su cui i militari hanno annunciato di aver aperto un’inchiesta”. Intanto i vigili del fuoco israeliani hanno dovuto combattere in diversi punti sul confine con Gaza contro le fiamme degli incendi provocati da molotov e aquiloni incendiari lanciati dai palestinesi. Ingenti i danni provocati dalle fiamme: oltre 6mila, riferiscono le autorità, gli acri distrutti.
 
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gli incontri con merkel, macron e may
Netanyahu, missione in Europa

"Minaccia iraniana va fermata"
Ha preso il via in queste ore la missione diplomatica del premier israeliano Benjamin Netanyahu in Europa. La minaccia iraniana, con tutto il suo carico di problemi, al centro degli incontri in agenda con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier britannica Theresa May (che sarà accompagnata dal suo ministro degli Esteri Boris Johnson).
“Con loro – ha dichiarato Netanyahu alla stampa – parlerò di due argomenti: dell’Iran e dell’Iran. E cioè della necessità che si esercitino pressioni contro i suoi progetti nucleari. Ma anche dell’importanza che si agisca per bloccarne l’aggressività nella regione”.
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pagine ebraiche giugno 2018 - il ritratto 
Pekerman, il "Jewish hero"

che fa sognare la Colombia
Formidabile in campo, un po’ meno nei pronostici, Edson Arantes do Nascimento meglio noto come Pelè aveva tracciato un futuro di gloria per la compagine sudamericana. Ai Mondiali in Usa del ’94, poi vinti dal suo Brasile, il mito carioca l’aveva addirittura indicata come possibile pretendente al titolo. E invece le cose andarono diversamente assai: girone disastroso, due sconfitte nei primi due match; inevitabile eliminazione e – qualche giorno dopo, ombra indelebile – l’assassinio in un locale di Medellin del difensore Andrés Escobar “colpevole” di aver infilato il proprio portiere nella decisiva gara con- tro la squadra statunitense (la seconda del girone) persa per 2 a 1.
Non c’è Mondiale cui partecipi in cui la Colombia non venga indicata come possibile sorpresa. E in effetti, nel 2014 in Brasile, fece piuttosto bene: furono anche allora i padroni di casa a estrometterla dal torneo. Ma stavolta nei quarti di finale, al termine di un incontro equilibrato conclusosi con lo stesso risultato: 2 a 1. Una sconfitta comunque dal sapore ben diverso. Tanto che, al ritorno in Colombia, la squadra fu accolta da una folla oceanica colma di gratitudine.
I venti anni passati dal ’94 al ’14 sono stati però assai modesti. Appena una qualificazione alla fase finale, in Francia nel ’98, e anche in questo caso eliminazione al primo turno. Colombia non pervenuta invece nelle successive tre edizioni. Un grande e sofferto vuoto.
In Russia, dove a partire dal 14 giugno si disputerà la ventunesima edizione della manifestazione sportiva più amata e seguita, la Colombia proverà a sfatare il suo tabù. E ad alzare finalmente l’asticella non solo delle proprie ambizioni ma anche dei risultati effettivamente conseguiti sul campo. Una rosa piena di talento che attende di sbocciare sul palcoscenico più atteso.
In panchina la guida sapiente di un esperto poliglotta: l’argentino con cuore ashkenazita Jose Pekerman.
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la cerimonia
"Terezin, monito sempre attuale"
Un monumento in ricordo della barbarie consumata a Terezin, il “ghetto modello” in cui il regime nazista cercò di dissimulare i propositi di sterminio, è stato posto quest’oggi dallo European Jewish Congress. Un monito contro l’odio e contro l’indifferenza. E un ricordo attraverso le generazioni della straordinaria produzione di artisti, musicisti e intellettuali che vi furono internati e che seppero dare forma al loro talento anche in quella drammatica condizione.
“Il monumento – ha sottolineato il presidente del Congresso ebraico europeo Moshe Kantor – simboleggia l’esperienza di questa identità attraverso i secoli. Una storia di persecuzione violenta, ma anche di resilienza e responsabilità”.
Ha poi aggiunto: “Nonostante il nostro percorso travagliato, siamo sopravvissuti. Come popolo, come nazione, come ebrei liberi oggi di scegliere tra uno Stato ebraico oppure di vivere come cittadini liberi nella Diaspora”.
Kantor ha poi espresso un pensiero commosso nel ricordo delle decine di migliaia di persone che a Terezin persero la vita e sottolineato la necessità di un impegno fermo contro l’odio.
Presenti alla cerimonia, tra gli altri, la Presidente UCEI Noemi Di Segni (che partecipa a una sessione di lavoro del World Jewish Congress a Praga), l’esponente dell’esecutivo europeo (e osservatore ospite del Congresso mondiale) Roberto Jarach, il presidente della Comunità milanese Milo Habsnai in qualità di osservatore di entrambe le riunioni in corso nella capitale ceca.
Sul tema dell’antisemitismo, ricordiamo che c’è tempo fino al 9 giugno per partecipare alla nuova indagine promossa dall’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Fra), focalizzata sulla percezione del fenomeno da parte del mondo ebraico.
Per partecipare vai sul sito http://www.eurojews.eu

informazione - international edition
Lotta all'odio, la ricetta tedesca
Si apre con i progetti e le preoccupazioni di Felix Klein, commissario per la lotta all’antisemitismo del governo tedesco, l’odierna uscita del notiziario settimanale Pagine Ebraiche International Edition.
“Chiarezza” e “determinazione” i concetti chiari a Klein, che è uno dei protagonisti del dossier Antisemitismo curato da Ada Treves sul numero di giugno di Pagine Ebraiche. A seguire un ritratto e il dolore della Comunità ebraica romana per la scomparsa di Alberto Mieli, detto Zi Pucchio, Testimone della Shoah che con il suo coraggio e la sua determinazione ha saputo indicare una strada. Terzo articolo della parte alta dedicato invece alla Israel Cycling Academy, la squadra israeliana che ha ben figurato al Giro d’Italia.


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pilpul
Oltremare - Mercato libero
Ogni venerdì mattina il mio Facebook si riempie di foto di amici in visita al mercato di Machane Yehuda a Gerusalemme, luogo per me di nostalgie impossibili, perché nel breve periodo in cui ho vissuto nelle sante alture a quel mercato andavo solo per fare la spesa, una spesa bella e colorata, mentre oggi sembra che tutti ci vadano a passarci la giornata fra ristorantini e caffé seminascosti e deliziosi. E in un inizio d’estate infuocato, con ettari ed ettari di parchi naturali e di coltivazioni poco sotto Ashkelon che vanno in fumo colpiti da aquiloni incendiari (ma spiccatamente pacifisti, si intenda), il confine con la Siria sempre più instabile, accuse al Primo Ministro di aver ordinato intercettazioni di generali e altissimi comandi, e altre emergenze assortite, giunge la notizia che il ministro della salute Yaakov Litzman ha dichiarato guerra agli eccessi di divertimento a Machane Yehuda. Il tempismo è meraviglioso, tanto quanto l’evidente distanza del ministro, leader del partito religioso Agudat Israel, dalla realtà.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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