Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
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Il
grande Maestro dell'Ottocento, Reb Bunim di Peshischa, portava sempre
con sé due pezzi di carta, uno per tasca. Su di uno c'erano scritte le
parole "Bishvilee Nivrah Ha'olam - Questo mondo è stato creato per me".
Sull'altro, le parole di Avraham ad Hashem, "Anochi Ve'Afar Va'Efer -
Io sono solo polvere e cenere".
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Se
l'economia italiana è in crisi la colpa è tutta dell'importazione di
olio d'oliva dalla Tunisia. Nessuno ci crederà, ma è proprio così.
Qualcuno penserà a una farneticazione dovuta al calore estivo. D'altro
canto, c'è anche chi afferma (Senatrice Barbara Lezzi, M5S) che
l'aumento della produzione industriale in Italia è dovuta al maggior
uso di condizionatori. Quindi, perché sorprendersi se qualcuno mette
sotto accusa l'importazione di olio d'oliva dalla Tunisia.
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Giordania in bilico
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Scenari
mediorientali sempre più complessi, con un nuovo fronte che si apre in
queste ore con la crisi giordana. “È chiaro che l’incubo tunisino è ben
presente tra coloro che, dentro e fuori dal Paese, hanno a cuore la
stabilità della Giordania” scrive il Corriere. Ed è ovvio, si legge
ancora, “che è nell’interesse di Israele e degli Stati Uniti,
nonostante la discutibile politica di Donald Trump, fare il possibile
per aiutare il Paese, da sempre alleato fedele dell’Occidente”.
Sempre a proposito di Medio Oriente, la Garante dei lettori (e utenti
web) de La Stampa Anna Masera scrive: “Il modo di raccontare il
conflitto israelo-palestinese è un tema che lacera da sempre il
pubblico e dopo i fatti del 14 maggio scorso è tornato di attualità”.
Aggiunge Masera: “Ho chiesto al direttore Maurizio Molinari, ex
corrispondente da Gerusalemme-Ramallah, di rispondere alle domande
sulla linea editoriale. Mi ha chiesto di affrontare il tema a bocce
ferme per evitare la sovrapposizione con emozioni e pregiudizi”.
In una lettera aperta alla senatrice a vita Liliana Segre, pubblicata
da Repubblica e con tema l’articolo 40 del contratto di governo che
farebbe “propaganda sulla pelle di Rom e Sinti”, lo studioso Alberto
Melloni scrive: “Io spero, senatrice, che oggi nel dibattito sulla
fiducia al premier lei chieda la parola e si alzi per dire quello che
solo lei può dire. Solo lei può far vergognare chi ha scritto quelle
righe e ricordare ad alta voce che lei i bambini zingari che non
andavano a scuola li ha visti: ad Auschwitz”.
Oltre duemila ospiti alla festa per i 70 anni dello Stato di Israele a
Roma, alla presenza di molte cariche dello Stato e con il saluto
ufficiale che è stato affidato alla Presidente del Senato Maria
Elisabetta Alberti Casellati. “Tra le personalità più bersagliate da
foto, saluti, selfie il Ministro degli Interni e Vice Presidente del
Consiglio Matteo Salvini” scrive il Messaggero, che pubblica alcune
foto dell’evento.
“L’antisemitismo ha molte facce e devo dire che questo episodio
alimenta fortemente la preoccupazione della Comunità ebraica. Ma anche
ciò che è accaduto il 9 dicembre scorso – con slogan antisemiti in
arabo – deve far riflettere. La genesi è diversa, ma è la stessa
cultura che li produce”. È quanto afferma il viceassessore alla Cultura
Gadi Schoenheit in una intervista al Giorno dopo le recenti minacce
subite da un esponente della Comunità. “Nel 2017 abbiamo registrato
circa 130 episodi di antisemitismo in Italia, quest’anno, ad oggi,
un’ottantina” dice il ricercatore del Cdec Stefano Gatti.
In prossimità dei 100 anni dalla nascita Giorgio La Malfa ricorda, sul
Corriere, la figura del grande economista Franco Modigliani. La
testimonianza parte dagli anni della gioventù, a confronto con
l’antisemitismo di regime. Spiega La Malfa: “Aveva venti anni nel 1938
e stava per laurearsi in legge a Roma quando vennero promulgate le
leggi razziali. Il consiglio di Bruno Calabi, padre della sua futura
moglie e proprietario delle Messaggerie Italiane, che vennero in quella
circostanza cedute alla Mondadori, fu di lasciare subito e
definitivamente l’Italia. Franco e Serena si trasferirono a Parigi, si
sposarono e nell’agosto del 1939 si imbarcarono a Le Havre sul
Normandie — uno degli ultimi piroscafi a traversare l’Atlantico prima
dello scoppio della guerra”.
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antisemitismo - la direttrice unesco azoulay
“Lotta all’odio, sfida educativa”
Educazione
come leva contro l’antisemitismo. È l’impegno lanciato da
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e Unesco,
che nelle scorse ore a Parigi hanno presentato la prima guida su questo
tema rivolta agli studenti di 195 paesi nel mondo. “Una iniziativa
senza precedenti” ha sottolineato la direttrice generale dell’Unesco,
Audrey Azoulay.
“La lotta contro l’antisemitismo non può essere intrapresa solo dalle
comunità ebraiche. Combatterlo – le sue parole – significa difendere i
diritti umani e le libertà” Una lotta in cui, è stato osservato,
l’istruzione assume un ruolo centrale. “È nostra responsabilità – ha
detto Azoulay – sostenere gli insegnanti e gli educatori nella loro
missione. Non farli sentire impotenti nell’affrontare la portata del
pregiudizio”. Tra gli episodi di cronaca che più hanno scosso
l’opinione pubblica negli scorsi mesi, ricorda il Tg1 oggi in un
servizio andato in onda stamane, l’assassinio dell’anziana ebrea
francese Mireille Knoll, sfuggita in gioventù al rastrellamento del Vel
d’Hiv, da parte del suo vicino di casa islamico.
Di forte attualità resta anche la guida pratica “Comprendere i crimini
di odio di matrice antisemita e far fronte alle esigenze di sicurezza
delle comunità ebraiche”, realizzata nel maggio del 2017 dall’Osce (clicca qui per scaricarlo).
Ricordiamo inoltre che c’è tempo fino al 9 giugno per partecipare alla
nuova indagine promossa dall’Agenzia dei Diritti Fondamentali
dell’Unione Europea (Fra), focalizzata sulla percezione del fenomeno da
parte del mondo ebraico. Per partecipare clicca qui.
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domenica 10 giugno
Torna la Festa del libro ebraico
Ferrara aspetta Yehoshua
Un
viaggio nella letteratura ebraica a partire da Maestri del passato,
come Isacco Lampronti, per risalire fino alla contemporaneità con una
degli autori israeliani più apprezzati a livello internazionale,
Abraham B. Yehoshua. Torna la Festa del Libro ebraico di Ferrara,
promossa dal dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
(MEIS), per una giornata (domenica 10 giugno) di grandi appuntamenti e
incontri. Ad aprire la rassegna – organizzata in collaborazione con il
Teatro Comunale di Ferrara e patrocinata dal Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Emilia Romagna, dal
Comune di Ferrara, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla
Comunità ebraica di Ferrara – che si terrà in via Piangipane 81,
l’ebraista Mauro Perani che presenterà (ore 10.00) il volume Nuovi
studi su Isacco Lampronti. Storia, poesia, scienza e Halakah
(Giuntina-MEIS, Firenze, 2017): un’opera curata da Perani e dedicata a
un grande maestro dell’ebraismo italiano e ferrarese in particolare. Al
fianco dell’ebraista, rav Luciano Meir Caro, rabbino capo della città,
e Laura Graziani Secchieri, autrice di uno dei saggi del volume. Leggi
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#NotInMyGame - La campagna europea al via
“Russia, Mondiali senza odio”
Episodi
di odio e violenza nel mondo del pallone, specie tra le tifoserie,
restano purtroppo all’ordine del giorno. Per questo, in vista dei
Mondiali di calcio che tra pochi giorni prenderanno il via in Russia,
lo European Jewish Congress ha studiato una campagna social apposita
che sarà presto lanciata e che coinvolge mondo ebraico, ma soprattutto
atleti, politici e opinion leader. “Not in my game” il titolo della
campagna, cui ciascuno potrà aderire con una foto o un video messaggio
usando come hashtag #NotInMyGame.
Un messaggio che ci si augura possa diventare virale affinché, come
hanno convenuto i delegati del Congresso riuniti in questi giorni a
Praga, “l’odio non abbia più spazio nelle nostre società”. Leggi
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In edicola |
L’edicolante,
dopo avermi anticipato delle notizie ricevute dai soliti mitomani sulla
campagna acquisti della Magica, mi ha confessato che, a suo avviso,
sarebbero in tanti gli ebrei italiani (non solo romani, ma italiani,
quindi comprensivi sia di Civita Castellana che di Trevinano, frazione
aquesiana) incapaci di distinguere fra critiche al governo di Israele e
antisemitismo. Gli ho spiegato che, a mio parere, è difficile da
concepire che si possa ritenere antisemita colui che preferisca Tzipi
Livni o Avi Gabbay a Bibi Netanyahu. L’ho anche tranquillizzato
spiegandogli che, sì, ne abbiamo viste tante e tante ne vedremo, ma che
esista l’epidemia da lui denunciata, pronta a trasformarsi in pandemia,
è un’affermazione che meriterebbe un ulteriore approfondimento.
Emanuele Calò
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