Pagine Ebraiche 24 1

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 14 Giugno 2018 - 1 Tamuz 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
È dalla letteratura che si costruiscono le basi della nostra società
 
Giorgio Berruto
Nel “Gorgia” Platone distingue tra due tipi di governante, il politico cuoco e il politico medico, e li mette a confronto inscenando una causa giudiziaria. “Rischierò d’esser giudicato come sarebbe giudicato da un gruppo di ragazzi un medico accusato da un cuoco”, afferma Socrate nel dialogo. Parla il cuoco: “Ragazzi, quanto male costui ha fatto anche a voi; anche i più piccoli egli corrompe con il ferro e col fuoco; li angoscia facendoli dimagrire e soffocandoli, li obbliga a prendere amarissime bevande, fa patire loro la fame e la sete; né certo vi tratta come facevo io, che per voi preparavo svariati e saporiti piatti”.
 
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L'Onu contro Israele
Con un’ampia maggioranza (120 voti favorevoli, 8 contrari e 45 astensioni – tra gli astenuti, anche l’Italia), l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri una risoluzione che condanna Israele “per aver usato la forza in modo eccessivo, sproporzionato e indiscriminato” durante i recenti scontri al confine con la Striscia di Gaza. Nella risoluzione si chiede un non ben precisato “meccanismo di protezione internazionale” per i civili palestinesi. Nessun riferimento invece a Hamas. Anzi l’emendamento proposto dagli Stati Uniti in cui si condannava il movimento terroristico che ha il controllo pieno su Gaza non è passato perché non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi (62 i voti favorevoli, 58 contrari, 42 astenuti). “L’incessante attenzione delle Nazioni Unite per Israele non solo porta vergogna all’organizzazione ma distrae anche da tante altre questioni urgenti che richiedono l’attenzione della comunità internazionale”, ha affermato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo l’ambasciatrice americana Nikki Haley, che ha proposto la mozione contro Hamas, qualcosa comunque sta cambiando all’interno delle Nazioni Unite: “Oggi, una pluralità di 62 paesi ha votato a favore dello sforzo, guidato dagli Stati Uniti, per affrontare la responsabilità di Hamas per le condizioni disastrose di Gaza. Abbiamo avuto più paesi dalla parte giusta che dalla parte sbagliata. – ha affermato Haley – Con il loro voto, questi paesi hanno riconosciuto che la pace sarà raggiunta solo quando le realtà saranno riconosciute, compresi i legittimi interessi di Israele in materia di sicurezza e la necessità di porre fine al terrorismo di Hamas”.
 
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  davar
l'ambasciatrice degli stati uniti
"Israele, l'Onu sbaglia ancora

Ma qualcosa sta cambiando"
“Questa risoluzione dà la colpa di tutto a Israele. È totalmente unilaterale. Non fa alcun riferimento a Hamas che sistematicamente dà inizio alla violenza a Gaza. Queste risoluzioni unilaterali all’Onu non contribuiscono in alcun modo a promuovere la pace tra Israele e i palestinesi”. È l’accusa mossa all’Assemblea della Nazioni Unite dall’ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley, dopo l’approvazione di una nuova risoluzione di condanna nei confronti di Israele. A proporla, Algeria, Turchia – il cui presidente Erdogan è arrivato ad affermare che “Israele è uno stato del terrore e Netanyahu è un terrorista” – e la rappresentanza palestinese all’Onu. Nel documento votato da una larga maggioranza (120 voti favorevoli, 8 contrari e 45 astensioni – tra gli astenuti, anche l’Italia), si accusa Israele di aver usato “la forza in modo eccessivo, sproporzionato e indiscriminato” durante i recenti scontri al confine con la Striscia di Gaza. Nella risoluzione si chiede un non ben precisato “meccanismo di protezione internazionale” per i civili palestinesi. Nessun riferimento invece a Hamas, come ha ricordato la Haley. Anzi l’emendamento proposto proprio dagli Stati Uniti in cui si condannava il movimento terroristico palestinese non è passato perché non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi (62 i voti favorevoli, 58 contrari, 42 astenuti).
Secondo l’ambasciatrice Haley, che ha proposto la mozione contro Hamas, qualcosa comunque sta cambiando.
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il convegno all'ordine degli architetti
Bruno Zevi e i suoi architetti
“Prima di tutto, prima di ogni altra cosa, era un romano. Che a Roma è tornato, dopo essere stato costretto ad andarsene, per combattere e portare avanti le sue idee fuori e dentro l’università”.
Flavio Mangione, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, ha inaugurato con queste parole il convegno “Saper
vedere l’architettura. Eredità culturale, attualità critica di Bruno Zevi” in svolgimento in queste ore nella Capitale in occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Zevi.
Un ulteriore approfondimento e omaggio, a poche settimane dall’inaugurazione di una grande mostra che gli è stata dedicata al MAXXI e cui ampio spazio viene dedicato sul numero di giugno di Pagine Ebraiche. A prendere parte alla riflessione, che si svolge alla Casa dell’Architettura, architetti, urbanisti, critici, giornalisti, scrittori, editori.
Molteplici gli spunti dalla giornata odierna, che si è aperta con un’attenzione particolare all’impegno di Zevi nel mondo ebraico.
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annunciata la cinquina finalista
Lia e Helena, obiettivo Strega
“La maturità non è non desiderare una cosa ma è non rimanerci troppo male se non la si ottiene”. Così Lia Levi aveva spiegato a Pagine Ebraiche le sue emozioni riguardo al Premio Strega. E ora un passo in avanti verso il più prestigioso riconoscimento italiano è stato fatto: il suo Questa sera è già domani, Edizioni E/O, ha ottenuto 173 voti, piazzandosi fra i cinque libri candidati a vincere lo Strega il prossimo 5 luglio. Una nuova conferma per un romanzo che tocca una pagina buia della Storia italiana e che si intreccia con quella personale dell’autrice: il libro parla di una famiglia ebraica che si deve confrontare con la vergogna delle Leggi razziste, delle scelte che deve prendere di fronte al tradimento dello Stato di cui è cittadina ed è ispirato alla storia del marito di Lia Levi, Luciano Tas (scomparso nel 2014). A lui la scrittrice ha dedicato il romanzo così come la recente conquista del Premio Strega Giovani. E ora l’auspicio è di fare il bis con il Premio consegnato dagli adulti. A contendere lo Strega a Levi, Helena Janeczek 256 voti, autrice de La ragazza con la Leica (Guanda); Marco Balzano, 243 voti, con Resto qui (Einaudi); Sandra Petrignani, 200 voti, con La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza) e Carlo D’Amicis, 151 voti, con Il gioco (Mondadori). Tra i favoriti, riportano i quotidiani, c’è la Janeczek, prima sul podio e il cui romanzo racconta la storia di Gerda Taro, “una donna coraggiosa che muore pochi giorni prima del 27° compleanno – ha spiegato la scrittrice – Ma era anche una donna leggera, gioiosa e determinata”. Una donna, come ha scritto Ada Treves su Pagine Ebraiche, “affascinante, vitale e soprattutto sfacciatamente libera, in un’epoca in cui la libertà era fatta di grandi ideali, di sogni, di pericolo".
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la conferenza a roma
Usa, Europa e Medio Oriente

Il mondo nell'era Trump
Dopo il grande forum internazionale organizzato a Gerusalemme, a cui hanno partecipato oltre 2500 delegati, l’American Jewish Committee – ente ebraico americano impegnato a livello internazionale nella promozione dei diritti umani e dei valori democratici – arriva a Roma per una serie di incontri istituzionali con i vertici del mondo ebraico e non solo. Domani il presidente dell’AJC David Harris – che dal palco di Gerusalemme ha lanciato un appello di speranza e contro le divisioni interne al mondo ebraico e in Israele per fronteggiare nemici comuni come l’antisemitismo o la minaccia iraniana – sarà protagonista di una conferenza (ore 15.30) alla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. Harris parlerà di Stati Uniti, Europa e Medio Oriente nel secondo anno della presidenza Trump. A introdurre il suo intervento, il presidente dell’istituto Franco Frattini.
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melamed - il confronto
"Saluto romano non è goliardia"
Educazione come chiave per aumentare la consapevolezza del passato e costruire in prospettiva un futuro migliore.
È il concetto su cui è ruotato il confronto tra gli studenti del Liceo Socrate di Roma, tra cui gli artefici del saluto romano di cui molto si è discusso negli scorsi giorni anche per le parole della dirigente scolastica che l’aveva definita una “goliardiata”, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, da cui è arrivato l’invito a un incontro in sinagoga e nei locali comunitari, e le Testimoni della Shoah Andra e Tatiana Bucci, che nella sede della Fondazione Museo della Shoah hanno rievocato la loro storia e i traumi di una infanzia segnata dalle persecuzioni.
“Vorremmo incontrarli – aveva detto Dureghello – per far capire cosa rappresenti quel saluto nella coscienza civile del nostro Paese e perché non possiamo permetterci di definirlo solo goliardia”.

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l'iniziativa del corso di laurea
Israele raccontato dagli scrittori
Visitare lo spirito della Israele, sentita e scritta “dal di dentro”, con la profondità e la sensibilità di autori come Arthur Koestler, come il Nobel per la letteratura Shmuel “Shay” Agnon (nell'immagine) o il moderno Eshkol Nevo. Questo e molto altro hanno offerto le Tre lezioni di letteratura (poi divenute quattro a richiesta degli studenti) organizzate dal Corso di laurea in studi ebraici dell’UCEI.
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jciak
La Banda trionfa ai Tony
Una piccola storia israeliana diventa un musical. Nel giro di un anno seduce pubblico e critico e finisce in trionfo ai Tony Awards, l’equivalente dell’Oscar per il teatro. È la straordinaria traiettoria di La Banda – Bikur Hatizmoret (2007) di Eran Kolirin, vicenda tenera e surreale di un gruppo di musicisti arenatisi a Beth Hatikva nel cuore del Negev, uno dei primi film a portare nelle sale di tutto il mondo il cinema israeliano.
Agli ultimi Tony Awards – diventati virali per l’invettiva di Robert De Niro contro Trump - The Band’s Visit ha portato a casa un bottino di dieci premi: miglior musical, migliori attori protagonisti (Tony Shalhoub e Katrina Lenk), regia (David Cromer), colonna sonora originale (David Yazbek), sceneggiatura (Itamar Moses) miglior attore non protagonista (l’israeliano Adam Stachel), suoni (Kai Harada), luci (Tyler Micoleau) e arrangiamenti (Jamshied Sharifi).


Daniela Gross
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  pilpul

Setirot - Esperimenti
Dunque eccoci, siamo il primo esperimento politico europeo di populismo al governo. D’altronde così ha, più o meno, deciso l’elettorato. Ricordo en passant che l’Italia fu anche il primo esperimento politico europeo di fascismo al governo

Stefano Jesurum



Il caldo 
Tanto atteso, sospirato ed invocato, è arrivato il caldo. Finalmente, dicono i più (io al fresco in realtà tanto male non sto, ma a giugno non potrei aspettarmi diversamente, sospiro). Non so se le statistiche mi darebbero ragione, ma sospetto che il caldo infiammi gli animi e renda più animate le discussioni. Fatto sta che mi ritrovo a dibattere sull’osservanza religiosa.

Sara Valentina Di Palma
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Periscopio - 1968
Collegandomi alla mia nota pubblicata mercoledì scorso, in cui svolgevo qualche considerazione sul 50° anniversario dell’assassinio di Robert Kennedy e di Martin Luther King, vorrei oggi dire due parole riguardo al giudizio generale che si può dare, 50 anni dopo, del ’68, quell’anno così intenso e ricco di esperienze, che pare avere segnato una svolta tanto profonda nella storia dell’Occidente. Le molte analisi che sono state formulate sui nostri mezzi di comunicazione hanno cercato di mettere in luce, da diverse angolazioni, le luci e le ombre di quel momento particolare, che ha visto secolari, consolidate abitudini diventare, oggetto, improvvisamente, di una radicale – a volte allegra e colorata, altre volte cupa e violenta – contestazione da parte di moltitudini di giovani, scesi in piazza, a San Francisco come a Parigi, a Roma come Londra e a Praga, per chiedere un cambiamento, da ottenere subito, “qui e ora”, senza alcuna possibilità di compromesso.

Francesco Lucrezi
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