Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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È
davvero difficile accettare l’idea che la nostra guida, il nostro
maestro Moshe non sia entrato in Israele per aver battuto una roccia
con un bastone. Eppure in quel gesto c’è tutto il suo errore: rabbia,
risentimento, occasione persa di educazione pubblica, mancata
santificazione del nome di Dio.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Ieri
il quotidiano La Stampa ha pubblicato un testo inedito di Amos Oz sui
“traditori” nella storia e nella letteratura ebraica. Non è la prima
volta che il grande scrittore israeliano affronta questo tema, sul
quale aveva già scritto un bel libro intitolato “Giuda” (Feltrinelli,
2014). In effetti credo che la categoria più vicina a quella evocata da
Oz sia quella degli intellettuali, che però lui non cita.
L’intellettuale è una figura della modernità, forse incarnata nel modo
migliore da Emile Zola che venne appunto definito “intellectuel” nella
sua qualità di uomo di cultura e letterato che si metteva in gioco
contro il potere nel nome della verità (in quel caso l’innocenza di un
capitano ebreo alsaziano, accusato ingiustamente proprio di tradimento).
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Migranti, Europa divisa
Scontro Francia-Italia
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"Li
vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in
cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici
vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori
provocazioni e nessuno si scandalizza di questo”. È l’attacco del
presidente francese Emmanuel Macron contro i movimenti populisti in
Europa e chi soffia sulla retorica anti-immigrati. “Parole di fuoco che
suonano come un attacco all’Italia”, scrive il Corriere. Ed
effettivamente non si fa attendere la risposta del ministro e leader
dei Cinque Stelle Luigi Di Maio: “Le parole di Macron attacca sono
offensive e fuori luogo. La vera lebbra è l’ipocrisia di chi respinge
gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto
sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti. La
solidarietà o è europea o non è”. Sulla stessa linea, l’alleato di
governo e ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Eppure – prosegue il
Corriere – nel corso della lunga giornata un segnale positivo arriva da
Angela Merkel. Poco dopo pranzo il premier Giuseppe Conte esulta perché
nel corso di una telefonata la Cancelleria lo avrebbe rassicurato sulla
bozza diffusa ieri da Bruxelles che scontentava Palazzo Chigi: ‘Verrà
accantonata’, assicura Conte”. Intanto il minisummit dedicato proprio
alla questione migranti di domenica perde pezzi: i paesi del gruppo di
Viségrad (Polonia, Cechia, Ungheria, Slovacchia) hanno annunciato che
non ci saranno e l’Europa appare sempre più divisa. Sullo sfondo, un
nuovo scontro fra Salvini e le Ong impegnate a prestare aiuto alle navi
di migranti nel Mediterraneo: dopo l’Acquarius, un’altra nave battente
bandiera olandese e legata alla Ong Lifeline, ha soccorso in mare 224
persone. “Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia
costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo
portate in Olanda, fate il giro un po’ largo”, le parole di Salvini, a
cui risponde il ministro del Lavoro Danilo Toninelli: “Salveremo le
vite umane della Lifeline ma subito dopo sequestreremo la nave”.
Populismo e opportunità. La firma del Corriere Goffredo Buccini
riflette sulla retorica legata ai migranti, ai rom, sul populismo e
sulle soluzioni che dovrebbe offrire l’area riformista. “La sinistra
riformista – scrive Buccini – dovrebbe vivere come una grande
opportunità di rigenerazione questa caotica stagione segnata
dall’egemonia di Matteo Salvini”. “L’uso improprio della questione rom
e i relativi eccessi lessicali hanno l’orrendo sapore della ricerca di
un capro espiatorio, peraltro a scapito di un gruppo etnico finito nei
lager assieme a ebrei e comunisti. Ma pongono un tema che esiste,
eccome. Non solo per l’abbandono scolastico dei bimbi rom, arrivato
all’8o per cento nei campi. Ma per i roghi tossici che da quei campi si
levano nelle periferie di Roma, Napoli, Torino e Milano, con
pregiudizio per la salute degli abitanti delle zone vicine e dei minori
rom usati per accendere i roghi perché non perseguibili”.
Milano, gli anniversari di Andrée Ruth Shammah. “Compleanno multiplo
per Andrée Ruth Shammah, che il 25 giugno festeggia 70 anni di vita, 50
di teatro, 30 alla guida di quel Salone Pierlombardo da lei trasformato
da cinemino di terza categoria nella prima multisala teatrale,
ribattezzata nel nome di colui con cui l’avventura prese il via, Franco
Parenti”. A intervistare la regista, il Corriere Milano, che descrive
il Parenti come “un teatro aperto al dibattito, alla scienza, ai
confronti tra cultura, quella ebraica in testa”. “La mia famiglia –
spiega Shammah – è ebrea siriana, quando vendo i barconi dei migranti
respinti non posso fare a meno di pensare alle navi degli ebrei che
volevano raggiungere la Palestina ma non venivano mai fatte entrare in
porto”.
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la nomina di tania coen-uzzielli
Museo d'Arte di Tel Aviv,
un'ebrea italiana al timone
“È
una nomina di cui sono felice e credo che renda onore all’ebraismo
italiano”. A raccontare la sua emozione a Pagine Ebraiche, Tania
Coen-Uzzielli, nominata direttrice del Museo d’Arte di Tel Aviv.
Attualmente capo dei servizi curatoriali del Museo di Israele di
Gerusalemme nonché tra i curatori del Padiglione Israele alla Biennale
architettura di Venezia 2018, Coen-Uzzielli inizierà ufficialmente a
dirigere il museo dal 1 gennaio 2019. “È un’onore andare a guidare
un’istituzione che già con la sua sola esistenza ha segnato la storia
del Paese: lo Stato non era ancora nato e già a Tel Aviv era stato
costruito un museo d’arte (inaugurato nel 1932, ndr)”. Una
dimostrazione di quanto la cultura avesse un ruolo chiave sin dalle
origini d’Israele. Il museo è una realtà, prosegue la futura
direttrice, “molto radicata sul territorio. L’obiettivo sarà darle una
rilevanza sempre più internazionale”. Nata a Roma, ha conseguito una
laurea e un master in archeologia e storia dell’arte. La sua carriera
al Museo d’Israele, pilastro culturale del Paese, è iniziata nel 2000.
Diciotto anni nei quali ha ricoperto diversi posizioni di primo piano
all’interno dell’istituzione. Dal 2011, riporta il quotidiano Haaretz,
è responsabile per la realizzazione di una mostra annuale e della
gestione delle collezioni del museo. “È una delle istituzioni più
prestigiose ed è unica nel suo genere – sottolinea a Pagine Ebraiche –
Ha già una rilevanza internazionale e per me gli anni sotto la
direzione di James Snyder sono stati molto formativi”.
“Il
Museo d'Israele ricorda il Partenone per il suo posizionamento: si sale
nella città per raggiungerlo, un po' come per l'acropoli ad Atene. È
una posizione che rappresenta anche l'identità del Museo e la sua
funzione. Il Museo d'Arte di Tel Aviv è invece un'agorà: è inserito
appieno nella compagine urbana ed è a stretto contatto con le cose che
succedono in una città sempre in movimento. Sarà una sfida affascinante
dirigerlo”. E una sfida è stata sicuramente lavorare all'allestimento
del Padiglione Israele alla Biennale Architettura dedicato a un tema
complesso da trattare: lo status quo dei luoghi sacri in Israele
(nell'immagine Tania Coen-Uzzielli racconta l'allestimento
all'ambasciatore d'Israele Ofer Sachs). Leggi
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netanyahu incontra kushner e greenblatt
Israele e Stati Uniti d'accordo,
emergenza a Gaza una priorità
Il
genero e consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump,
Jared Kushner, e il suo inviato speciale, Jason Greenblatt, hanno
incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu nelle scorse ore a
Gerusalemme, nell'ultima tappa di una missione in Medio Oriente volta a
promuovere il piano di pace israelo-palestinese dell'amministrazione
statunitense e a garantire l'aiuto umanitario per la Striscia di Gaza.
“Hanno discusso dei mezzi per alleviare la situazione umanitaria a
Gaza, pur mantenendo la sicurezza di Israele. Hanno inoltre discusso
del costante impegno dell'amministrazione Trump e di Israele a
promuovere la pace tra israeliani e palestinesi", ha dichiarato la Casa
Bianca in una nota successiva all'incontro. Secondo indiscrezioni
diffuse dal quotidiano israeliano Jerusalem Post, il piano americano
sarebbe quasi completamente ultimato, ma l’interruzione dei contatti
con la leadership palestinese dopo il riconoscimento di Gerusalemme
come capitale di Israele da parte degli Usa ha ostacolato l'agenda di
Kushner e Greenblatt.
Oltre a Netanyahu, Kushner e Greenblatt, hanno partecipato all'incontro
anche l'Ambasciatore degli Stati Uniti in Israele David Friedman e
l'Ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Ron Dermer. Leggi
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qui roma
Una serata per la solidarietà
Il grande cuore di Claudio Pavoncello continua a lasciare il segno.
Una presenza costante nelle corsie degli ospedali di Roma e in Israele:
dove si soffre, dove c’è bisogno di aiuto, lui c’è. Soprattutto per i
bambini, i suoi piccoli eroi.
Il suo impegno per l’infanzia al centro di un evento organizzato ieri
sera presso gli Asili Infantili Israelitici, con la partecipazione di
tanti amici e sostenitori. Un appuntamento, giunto alla quarta
edizione, che si è rinnovato nel segno della solidarietà.
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Maturità |
Saba
nel 2000, Svevo nel 2009, Primo Levi nel 2010, Bassani nel 2018:
quattro analisi del testo da autori ebrei su venti (questa formula di
esame di stato esiste dal 1999) è una percentuale piuttosto alta, che
basterebbe a dimostrare, se ce ne fosse bisogno, il peso specifico che
gli scrittori ebrei hanno avuto nella letteratura italiana del XX
secolo. A volte ho paura che gli allievi possano pensare che esagero
con gli autori ebrei solo perché sono ebrea. Questo è il motivo per
cui, pur con grande rammarico, finora non avevo mai dato da leggere Il
giardino dei Finzi-Contini. D’ora in poi potrò farlo più facilmente
visto che si tratta di un testo canonizzato dall’esame di stato.
Alla mia prima frettolosa occhiata al testo mentre si facevano le
fotocopie due punti hanno destato in me un filo d’inquietudine all’idea
di cosa avrebbe potuto scrivere qualche allievo particolarmente ottuso
o in malafede. “Mio padre, volontario di guerra, aveva preso la tessera
del Fascio nel ’19; io stesso ero appartenuto fino a ieri al
GUF”.
Anna Segre, insegnante
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Conoscere il mondo
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In
molti dei campi profughi con i quali sono entrato in contatto, ho
conosciuto direttamente o mi hanno informato della presenza di
volontari, medici o giornalisti, ebrei e israeliani. In Bosnia mi hanno
raccontato di un rifugiato iraniano che temeva per la propria
incolumità a causa di un tatuaggio con il maghen david, pur non essendo
ebreo lo era, per uno strano caso del destino, diventato in qualche
modo. Non so se la sua paura fosse soltanto una paranoia o se avesse
subito minacce di qualche tipo. In ogni caso, contemporaneamente ho
sentito anche di un profugo curdo che girava tranquillamente con una
stella di David al collo.
A Idomeni mi hanno raccontato invece di un profugo siriano che era
stato curato nel campo da un medico ebreo – a quanto pare haredi-,
questo “primo incontro” aveva provocato nel ragazzo una sorta di shock,
poiché aveva trovato il medico amorevole e gentile, quando fin da
piccolo aveva sempre sentito che “gli ebrei erano dei malvagi”.
Francesco Moises Bassano
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