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 19 Luglio 2018 - 7 Av 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Torah racconta che dopo che per quarant’anni Moshè ha ripetuto la frase sibillina “Ci vogliono undici giorni dal monte del Sinay, per la via di Se’ìr, fino a Qadèsh Barnéa’”, finalmente, poco prima di morire, si è deciso a spiegarla, e spiegare anche altri aspetti della Torah. Rashì aggiunge che Moshè l’ha spiegata “in settanta lingue”. Perché era necessario spiegarla in più lingue, se erano tutti ebrei, tutti forniti della stessa cultura, tutti usciti dallo stesso Egitto?
 
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Giorgio Berruto


“Andava molto in giro – nessuno badava a lui – e si sceglieva un po’ ovunque gli amici e i nemici della sua fanciullezza, e gli era indifferente se la sua palla sfondava il vetro di una finestra cèca, tedesca, ebrea o della nobiltà austriaca. «Io sono hinternazionale» soleva dire. Hinter, cioè dietro, le nazioni – non sopra né sotto – si poteva vivere vagabondando per vicoli e cortili”. Così l’ebreo praghese Johannes Urzidil nel Trittico di Praga, in cui descrive la propria infanzia nella città sulla Moldava, una città boema, tedesca, ebraica, slovacca, slava, occidentale e orientale, allora parte dell’Impero multinazionale per eccellenza, o forse hinternazionale, quello austro-ungarico.
 
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Ultimatum a Hamas
Molto spazio, sulle pagine della Stampa, è dedicato alle ultime questioni che riguardano Israele. Da una parte lo scontro con Hamas, con l’ultimatum rivolto ai terroristi di far cessare il lancio di aquiloni incendiari che stanno devastando i raccolti e costituiscono una seria minaccia per numerose comunità agricole. Dall’altra la visita di Viktor Orban, il Primo ministro ungherese “inseguito dalle accuse di antisemitismo”, per tre giorni nello Stato ebraico. Spiega il quotidiano: “La paura della comunità ebraica ungherese – che con 100.000 membri è la più numerosa dell’Europa orientale – è che, nonostante i tentativi di Orban di smarcarsi dalle accuse di fomentare l’antisemitismo, la sua aspra posizione anti Soros, il filantropo ebreo ‘nemico numero uno dell’Ungheria’, non faccia che gettare benzina sulle scintille di ultradestra che segnano il Paese magiaro”.

L’inquietante proposta di un assessore della Bassa Austria, che vorrebbe limitare la possibilità di accedere alla carne casher attraverso una schedatura di cittadini ebrei interessati, vicenda di cui vi avevamo parlato ieri sul nostro notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, arriva anche sul Corriere. “Il piano demenziale non è stato ancora approvato dal governo regionale. E forse non lo sarà. Ma il solo fatto che esista – si legge – dice molto su come sia cambiato lo Zeitgeist sotto il governo nazional-populista austriaco”.

Cambio ai vertici dell’Ucoii. Yassine Lafram, 33 anni, già coordinatore della comunità islamica di Bologna, è il nuovo presidente. Nadia Bouzekri, 25 anni, già presidente dei Giovani Musulmani, ne èla vice. Per Avvenire, quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, si tratta di “due passi avanti importanti, sui temi della questione generazionale e del ruolo della donna”.

L’ombra del movente razzista sul ferimento di una bimba rom che, scrive Il Messaggero, “secondo il racconto dei genitori, sarebbe stata ferita alla schiena da un piombino sparato da una pistola ad aria compressa mentre si trovava in braccio alla madre su viale Palmiro Togliatti”.
La bimba è in gravi condizioni.

Sull’Osservatore Romano Anna Foa ricorda Judith Buber Agassi, scomparsa a inizio settimana, e i suoi studi sulla Shoah. In particolare un suo volume sul campo di prigionia femminile di Ravensbrück, The Jewish Women Prisoners of Ravensbrück, uscito in ebraico e in inglese.
 
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  davar
la nuova e discussa norma fondamentale
Israele, Stato e nazione ebraica
La legge approvata alla Knesset

Nelle scorse ore la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato la discussa legge fondamentale intitolata “Israele Stato-nazione del popolo ebraico”, legata all'identità ebraica del paese. In essa, riporta il sito israeliano ynet “si dichiara che solo gli ebrei hanno il diritto di autodeterminazione all'interno paese, un fatto che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha salutato come la realizzazione della visione sionista, ma che – scrive ynet - ha alimentato la rabbia tra i critici che sostengono che sia razzista”. “Centoventidue anni dopo che Herzl ha reso pubblica la sua visione, abbiamo sancito nella legge il principio fondamentale della nostra esistenza”, ha dichiarato il Premier Netanyahu, dopo l'approvazione arrivata grazie al voto favorevole di 62 parlamentari contro 55 contrari. “Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico che onora i diritti di tutti i suoi cittadini ... Quando faccio discorsi in tutto il mondo, ripeto che questo è il nostro paese, il paese della nazione ebraica”, ha proseguito il Premier, spiegando le ragioni della legge contestata invece dall'opposizione e bollata come razzista dalla compagine araba alla Knesset.
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Qui Trieste – Redazione Aperta
“Miramare, un anno di lavoro
e tanti progetti sui binari”

Un anno di intenso di lavoro, tanti progetti avviati e altrettanti in cantiere, diretti a valorizzare uno dei patrimoni nazionali: il complesso di Miramare alle porte di Trieste. A fare il punto della situazione con la redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in occasione della decima edizione del laboratorio giornalistico UCEI Redazione Aperta, il direttore del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare Andreina Contessa. “Ci siamo visti qui un anno fa e molte cose sono cambiate: allora ero praticamente sola mentre adesso ho al mio fianco nuovo personale, tra amministrativi, architetti e storici dell’arte”, spiega la direttrice, sottolineando come ci sia stato un vero e proprio cambio nella fisionomia degli organici da quando è iniziato il suo lavoro che ha toccato diversi aspetti del complesso del Castello di Miramare, di cui fanno parte il museo, il parco e la riserva naturale marina. Un impegno a cui Contessa è arrivata dopo l’esperienza a Gerusalemme: qui ha ripensato e rilanciato il Museo di Arte Ebraica Italiana U. Nahon. Storica e profonda conoscitrice della cultura ebraica italiana nonché autrice del libro Mantova e Gerusalemme. Arte e cultura ebraica nella città dei Gonzaga, edito da Giuntina, con l’arrivo a Trieste ha raccolto una nuova e importante sfida.
“Miramare non è solo un museo, non è solo un parco botanico e un parco marino. – aveva spiegato – È anche un laboratorio, un luogo di studio, di ricerca, di formazione, di didattica. È anche un luogo dove la ricerca scientifica è di casa. E da questo punto di vista la mia esperienza a Gerusalemme spero possa essere utile per ricomporre un grande progetto che restituisca forza a tutte le sue potenzialità”.
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la decisione del fondatore mark zuckerberg
“Post negazionisti su Facebook?
No, non saranno rimossi” 

Una delle prime reazioni è arrivata dall’Anti-Defamation League, realtà che è in prima linea nella lotta all’odio, al razzismo, al pregiudizio antiebraico. No, caro Mark, non funziona così. Tu hai il dovere “morale” ed “etico” di intervenire. Di evitare che il veleno dell’antisemitismo più bieco, quello di chi nega la Shoah, si propaghi impunemente, senza blocchi e censure da parte dei tuoi dipendenti, attraverso la piattaforma che tu stesso hai creato.
Farà parlare a lungo l’intervista dell’inventore di Facebook, Mark Zuckerberg, che al sito statunitense Recode si è concesso per oltre un’ora di colloquio in cui ha affrontato una pluralità di temi in quello che – anche alla luce degli ultimi scandali che l’hanno portato fino al Congresso Usa – è stato definito “l’anno più duro” su un piano personale e aziendale. Tra i temi più spinosi, su esplicita richiesta dell’intervistatrice, l’atteggiamento che gli admin del social sono chiamati a tenere contro i negazionisti che diffondono menzogne attraverso le proprie postazioni individuali o attraverso pagine appositamente dedicate (molto spesso in funzione da anni).
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qui roma
Odio sul web, la Polizia Postale
festeggia 20 anni di impegno

Vent’anni di impegno e lotta serrata per contrastare reati e crimini perpetrati attraverso il web, non ultimo quelli che cavalcano intolleranza e razzismo.
Nella cornice romana della Lanterna di Fuksas, alla presenza tra gli altri del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Capo della Polizia Franco Gabrielli, sono stati festeggiati i 20 anni dall’istituzione della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Diversi i rappresentanti di istituzioni, mondo imprenditoriale e accademico presenti all’evento, che ha costituito l’occasione per riflettere a più voci sulle nuove sfide di questo fondamentale servizio davanti all’evoluzione tecnologia e al dilagare di fenomeni di odio sulla rete.
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qui torino - l'approfondimento
Silvio Segre e la storia del ghetto
Apre con un approfondimento sul ghetto cittadino il mensile di divulgazione storica dedicato a luoghi, immagini e protagonisti del capoluogo piemontese, Torino Storia, che vi dedica la copertina e ampio spazio all'interno.
Il testo, firmato dalla giornalista Ada Treves, parte dall'istituzione del ghetto di Venezia, nel 1516, per poi ricordare la bolla papale del 1555 che poneva limiti alle libertà civili e personali degli ebrei e istituiva a Roma il primo Ghetto obbligatorio in una città dello Stato Pontificio e arrivare alla vicenda piemontese, dove la popolazione ebraica poteva godere di condizioni migliori rispetto al resto della penisola. Emanuele Filiberto, addirittura, in un editto del 1572 aveva invitato le popolazioni ebraiche a insediarsi nei suoi territori garantendo parità di trattamento con il resto della popolazione.
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il cordoglio dell'ebraismo italiano
Enrichetta Dominitz Somekh (1928-2018) 
Cordoglio nel mondo ebraico italiano per la scomparsa, all'età di 90 anni, di Enrichetta Dominitz Somekh. Nata a Trieste il 29 marzo 1928, a causa delle Leggi razziste del 1938 fu costretta a dieci anni ad abbandonare le scuola, riuscendo però, anche se provvisoriamente, a continuare gli studi grazie all'impegno della comunità ebraica triestina. Con il peggiorare della situazione e l'inasprirsi della persecuzione contro gli ebrei, la famiglia Dominitz decise di nascondersi in una pensione a Firenze. Costretta a vivere in clandestinità, la famiglia ridusse i contatti con il mondo esterno ad alcune uscite notturne ma la giovane Enrichetta riuscì comunque a recuperare dei testi scolastici per continuare a studiare da sola. Poi la Liberazione di Firenze, un momento di gioia vivido nella memoria della giovane che assieme alla famiglia attese che anche Trieste venisse liberata dai nazifascisti per potervi tornare.
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jciak
Ali G contro Donald Trump
Sacha Baron-Cohen – alias Borat, alias Ali G – è tornato. E stavolta promette di portare in scena l’America di Trump e le sue contraddizioni. Anticipato da un brusio mediatico che ha moltiplicato le aspettative, domenica è andato in onda su Showtime il suo ultimo progetto. Il titolo, Who Is America?, non lascia spazio ai dubbi. Il nuovo lavoro del comico inglese, 46 anni, per ora ricalca la struttura di Ali G (2002), in cui nei panni di tre personaggi, tutti estremi, Cohen metteva alla griglia i suoi intervistati fino alle più strepitose conseguenze.
Nella prima puntata Cohen ha incarnato Billy Wayne, surreale uomo di destra; il dottor Nira Cain-N’Degeocello, altrettanto surreale esponente della sinistra; il truffatore Rich Sharron e l’irresistibile Erran Morad, mascelluto esperto israeliano di antiterrorismo, inventore dei Kinderguardians: bimbi addestrati dall’asilo a usare le armi per proteggersi dalle sparatorie nelle scuole. Fra gli intervistati figurano invece Bernie Sanders; una pattuglia di politici pro-gun e, nelle prossime puntate, i politici conservatori Sarah Palin, Roy Moore e Joe Walsh che hanno già minacciato sfracelli legali. L’unico effetto è stato finora di incuriosire ancora di più il pubblico.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Cosa manca
Egoisticamente, ho spessissimo ringraziato la fortuna di non essere un ebreo francese, di non dover vivere nella paura, di non essere costretto a scegliere se “mollare” e dagliela vinta andandomene con la mia famiglia o restare cercando di impegnarmi per cambiare la realtà. Oggi però convivo con la sfortuna di essere un cittadino italiano. Ciò che succede, vedo e ascolto in questo paese mi fa letteralmente orrore. Paura ancora no, perché ho sufficientemente imparato a difendermi dalle paranoie.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Quincy Jones
Buon compleanno Quincy Jones! Compositore, arrangiatore, direttore, musicista, produttore discografico e televisivo, imprenditore, investitore, volto e anima di molte iniziative umanitarie, ha festeggiato i suoi 85 anni in una storica serata per Umbria Jazz.
Quincy Jones comincia a muovere i primi passi nella musica studiando tromba con Clark Terry e prosegue gli studi in modo più approfondito presso l’allora Schillinger House, oggi Berklee College of Music di Boston. La sua carriera di performer ha inizio a vent’anni, quando viene assunto nella band di Lionel Hampton come trombettista, arrangiatore e pianista e in breve tempo il suo nome comincia a comparire accanto a quello dei nomi che hanno fatto la storia del jazz: Sarah Vaughan, Ray Charles, Duke Ellington e molti altri.


Maria Teresa Milano
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Eichà
La Rabbanit Shulamit Furstenberg-Levi ha offerto, in occasione di un incontro a più voci svoltosi giovedì 12 luglio nel giardino della sinagoga fiorentina alla presenza del rabbino capo di Firenze rav Amedeo Spagnoletto, di rav Crescenzo Piattelli e di rav Alberto Sermoneta, alcuni interessanti spunti di riflessione sulla meghillat Eicha.

Sara Valentina Di Palma
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