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 3 Agosto 2018 - 22 Av 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Il problema dell’estate? Trovare un argomento da spiaggia che dia di noi una giusta immagine colta, impegnata, politicamente cosciente ed assolutamente non noiosa.
Ed allora, signora mia, trovare questo argomento è davvero difficile.
Parliamo delle stragi dei cristiani in Nigeria? Meglio di no, l’Africa è lontana e poi sarebbe complicato capire la realtà politica di quelle zone...
Parliamo della pedofilia e degli scandali del clero connivente?
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
I numeri di oggi: dal 2013 al 2017 è aumentata dal 3% al 35% la percezione che hanno i cittadini italiani sul tema dell’immigrazione come problema prioritario. Tutti gli altri indicatori (welfare, occupazione, ambiente, mobilità) sono rimasti più o meno stabili. 73%: è la percentuale di italiani che pensa che il suo paese è in declino (Germania 47%, Regno Unito 57%). 69%: gli italiani che pensano che gli immigrati vadano respinti o che al massimo vadano accolti i perseguitati politici. 38%: gli italiani che si dicono d’accordo con la frase “Gli immigrati stanno rovinando le nostre tradizioni e la nostra cultura”. Si tratta di alcuni dei dati che emergono dal sondaggio che la Fondazione CDEC assieme a Ipsos aveva compiuto per ragionare sul pregiudizio e sull’antisemitismo in Italia nel 2017.
 
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Golan, l’impronta russa
sul futuro Medio Oriente
La Russia appare sempre più in controllo degli equilibri del Medio Oriente. Dopo settimane di trattative, l’inviato speciale del Cremlino per il Medio Oriente Alexander Lavrentiev ha annunciato l’intesa con l’Iran per l’allontanamento delle sue milizie dal confine con Israele, che però ha sempre chiesto il totale ritiro dalla Siria dell’Iran. “La presenza di forze iraniane in Siria è legittima — ha affermato Lavrentiev – ma noi abbiamo chiesto se era necessaria vicino al confine con Israele e loro hanno risposto di no”. “Un modo diplomatico per dire che si erano ritirate a ’85 chilometri’ – spiega Giordano Stabile su La Stampa – dalla frontiera. Era quello che Netanyahu aveva chiesto a Putin lo scorso 9 maggio”. Nelle scorse ore è emerso anche un altro aspetto, ovvero il dispiegamento della polizia militare russa lungo la fascia demilitarizzata nel Golan, in otto punti di osservazione. Un dispiegamento temporaneo, affermano da Mosca, che servirà a far tornare i caschi blu dell’Onu cacciati nel 2014 durante la guerra civile siriana. “In questo modo – scrive Stabile – la Russia ha disinnescato uno dei punti più caldi del Medio Oriente, dove oltretutto restano attive alcune cellule dell’Isis, e si appresta a dettare l’agenda futura della Siria”. Cellule dell’Isis colpite da Israele la scorsa notte: sette miliziani di Daesh, come riporta Repubblica, sono infatti stati uccisi mentre “si trovavano a 200 metri dalla barriera di confine con la zona sotto il controllo di Gerusalemme”.

Il pasticcio al Senato sul convegno per Vittorio Foa. “Nel prossimo ottobre, in occasione del decennale della morte di Vittorio Foa, il Senato aveva in programma una giornata di studio a lui dedicata. Poi un funzionario ha fatto sapere che il Senato non ha interesse. Si vede che per il Senato Vittorio Foa è un intruso”, scriveva il 22 luglio scorso lo storico David Bidussa sul Portale moked.it, denunciando questa marcia indietro da parte della Biblioteca del Senato rispetto a un convegno dedicato a Foa, uno dei padri fondatori della Repubblica. Ora sembra che tutto sia tornato al suo posto, come raccontava ieri Repubblica, parlando di imbarazzi, scuse e minimizzazioni provenienti da Palazzo Madama e sintetizzando la questione definendola un “brutto pasticciaccio politico-burocratico”.

Le scuse irricevibili di Corbyn. Sempre più profonda la spaccatura tra i leader laburista Jeremy Corbyn e il mondo ebraico. Dopo il suo tentativo di scusarsi per aver sottovalutato le tendenze antisemite all’interno del partito laburista, sono emersi nuovi fatti che, scrive il Corriere, “indicano come non siano finiti i suoi problemi, tra le accuse di antisemitismo, e il rischio addirittura di una fuoriuscita di parlamentari laburisti di religione ebraica. Si è infatti scoperto che otto anni fa Corbyn a una manifestazione davanti all’ambasciata londinese dello Stato ebraico paragonò la situazione di Gaza all’assedio nazista di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale”.

Israele e la legge che fa discutere. Continua il confronto in Israele sulla Legge fondamentale sull’identità ebraica approvata di recente dalla Knesset. A chiederne una revisione è stato anche il Presidente Reuven Rivlin mentre dal mondo della cultura si sono levate voci aspramente critiche del provvedimento. Tra queste, quella dello scrittore David Grossman di cui Repubblica ospita oggi un editoriale. Secondo Grossman, “il potenziale di divisione e di distruzione contenuto nella legge che proclama Israele stato-nazione del popolo ebraico salta talmente all’occhio che l’ostinazione del Primo ministro a non introdurre nessun emendamento alla suddetta legge risveglia il sospetto che vi sia un’intenzione nascosta: quella di voler mantenere aperta la ferita dei rapporti tra Stato e minoranza araba. Una ferita infiammata e minacciosa”.
 
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  davar
la risposta ucei al ministro fontana
"Attaccare la Legge Mancino,
un danno alla nostra democrazia"

"Chiedo al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte se la proposta di abrogazione della Legge Mancino lanciata dal ministro Fontana, ministro per la Famiglia e le disabilità, corrisponde a un progetto del Governo italiano che dirige", è quanto afferma la nota inviata in queste ore dalla Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni al capo del governo italiano a seguito delle inquietanti dichiarazioni del ministro Fontana sui social network.
"Sono parole che offendono profondamente quanto si è inteso difendere a seguito di gravissimi episodi neonazisti e neofascisti e di grave recrudescenza negli Anni Ottanta, e peraltro ribaditi dalla Decisione comunitaria che focalizza i medesimi atti di odio, approvata anche dal nostro Paese. - sottolinea la Presidente UCEI - Nella Repubblica italiana fondata sull'antifascismo e sulla negazione dell'odio e di ogni forma di razzismo questi presidi normativi vanno semmai rafforzati e da tutti difesi, senza al contrario alimentare ulteriori paure e rancori sociali".
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pagine ebraiche - l'opera di vittorio giardino
Jonas Fink, il ritorno a Praga
Jonas ha solo 12 anni quando suo padre, un ebreo praghese, viene arrestato con l'accusa di aver cospirato contro il regime comunista che dal 1949 controlla la Cecoslovacchia. Comincia così l'incubo di un ragazzo vittima di una realtà in cui la delazione è all'ordine del giorno. Il ragazzo stringe amicizia con un piccolo gruppo di contestatori che animerà l'intensa e luminosa stagione del Sessantotto e della Primavera. Vittorio Giardino, che a quest'opera ha dedicato un quarto di secolo di lavoro, ha immortalato la sofferenza e il desiderio di riscatto di una generazione cresciuta all'ombra della dittatura. Ma nel suo atteso terzo e ultimo volume, a cui Pagine Ebraiche di agosto dedica un ampio approfondimento, chiude i conti con il Novecento affacciandosi alle incertezze del nuovo secolo.

Per chiudere i conti con il Novecento ci ha fatto attendere con il fiato sospeso ventisei anni. Ora Vittorio Giardino, il grande maestro della storia disegnata, l’artigiano instancabile della linea chiara che non aveva bisogno di aspettare la moda del graphic novel per capire la forza della Storia e delle storie, ha deciso di onorare i suoi impegni con il lettore e ci consegna il terzo volume del suo Jonas Fink. Alle prese con un fenomeno editoriale senza precedenti nel mondo mordi e fuggi del fumetto d’autore, Rizzoli Lizard, l’editore italiano di Giardino, si è raccapezzato a tenere assieme una platea di lettori di età e aspettative ormai molto diverse fra loro e ricuce i tre volumi, proponendo un grande, prezioso volume di oltre 300 tavole con l’intento di tenere assieme i fili di una storia, quella del ragazzino ebreo di Praga che deve crescere fra le ferite e le contraddizioni del secolo appena passato, per spiegare il segno del destino di noi europei.

Guido Vitale, Pagine Ebraiche Agosto 2018
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pagine ebraiche - l'opera di vittorio giardino
Nel suo segno, tracce di ebraismo
Non affannatevi a cercare nelle pagine di Vittorio Giardino riferimenti a un ebraismo di maniera, al giudaismo “eclatante” tra Shoah ed Esodo fatto di pigiami a righe, barbe lunghe e kippah, non ne troverete. Eppure l’ingegnere bolognese del fumetto è, in compagnia di Hugo Pratt, l’unico italiano presente nella pluripremiata e multivisitata mostra De Superman au Chat du Rabbin che dal 2008 viene esibita nelle capitali d’Europa, partendo da Parigi per passare a Berlino, ad
Amsterdan a Stoccolma. La mostra mette in scena il rapporto strettissimo che c’è tra ebraismo e fumetto, un legame che coinvolge decine di autori tra i più celebri, partendo dalle comic strip americane di fine Ottocento per arrivare ai graphic novel del XXI secolo, passando per i supereroi della Golden Age e i fumetti Underground degli anni Sessanta, valutandone l’opera all’interno del più vasto universo del fumetto senza farne un sottogenere, ma sottolineando proprio l’osmosi continua tra un mondo che si auto-identifica a prescindere dall’appartenenza reale a un contesto religioso. Non affannatevi neanche a cercare chissà quali segni distintivi di un ebraismo sbandierato nelle tavole di Vittorio Giardino, anche di questi non ne troverete. Gli unici segni riconoscibili sono quelli che tracciano alcune menoroth, i candelabri a sette bracci, che soggiornano nelle abitazioni dei due principali personaggi del nostro autore. (…) Il rapporto visivo con l’ebraicità è appena più riscontrabile nelle pagine di Jonas Fink.
Qui le menoroth sono tre e non lasciano dubbi sull’appartenenza della famiglia a una determinata cultura né a un ipotetico ondeggiarne tra dentro e fuori. I Fink sono ebrei. Se sono andati in sinagoga, se Jonas ha fatto il suo Bar Mitzvah (probabilmente no, perché all’inizio della storia è ancora troppo giovane e successivamente il destino non sembra lasciargli spazio per una frequentazione della comunità), se la madre del protagonista accende le candele il venerdì all’imbrunire non ci è dato sapere ma la loro appartenenza non è nascosta.

Giorgio Albertini
(“Vittorio Giardino e l’ebraismo – La quinta verità” – Hamelin)
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pagine ebraiche - l'opera di vittorio giardino
Un film racconta la sua arte
È tanto rigoroso quando lavora alle tavole dei suoi albi, "Romanzi disegnati" come recita il sottotitolo, quanto preciso ed esigente durante le riprese. Protagonista di "Le circostanze", documentario prodotto da Ladoc e diretto da Lorenzo Cioffi, Vittorio Giardino non smette un momento di chiedere spiegazioni e suggerire soluzioni. Non deve essere stato facile il lavoro di Cioffi e di tutta la troupe: Giardino oltre ad essere un artista di fama internazionale è un grande personaggio, e una persona con cui è un privilegio poter trascorrere tanto tempo. Ma averlo come protagonista di un documentario, confessano sottovoce, è anche faticoso. "Li sta facendo impazzire, secondo me" commenta sorridendo Guido Vitale, giornalista e direttore di Pagine Ebraiche, che ha partecipato alle riprese con un ragionamento sull'ebraismo nei libri di Giardino.

Ada Treves, Pagine Ebraiche Agosto 2018
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memoria - la manifestazione a roma 
Il presidio in Piazza Montecitorio
“Diritti, un impegno comune”

“Quello che sentiamo sulla nostra pelle è una violenza psicologica e fisica. Non c’è un rom in Italia che oggi non si preoccupa per la propria sicurezza”.
Così l’attrice Dijana Pavlovic, tra le voci del presidio convocato ieri da diverse associazioni in piazza Montecitorio a Roma nell’anniversario dello Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau: 2.897 le donne, gli uomini e i bambini rom e sinti che il 2 agosto del ’44 furono uccisi nel lager nazista. L’occasione, in un momento di grave tensione sociale, per lanciare un messaggio a istituzioni e società civile: guai ad abbassare la guardia.
Lo ha sottolineato anche la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, in un messaggio inviato agli organizzatori e di cui è stata data lettura nel corso della manifestazione. “Assieme – le sue parole – i nostri padri e nonni hanno visto l’inferno sulla terra della Polonia e subito ogni inimmaginabile follia. Assieme noi oggi difendiamo il diritto di esistere, custodire e tramandare le nostre culture".
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qui gerusalemme
Maccabi, come una vittoria
Un’ultima foto, tutti insieme, nel luogo che è simbolo di identità e speranza ebraica attraverso i millenni. La compagine italiana che ai Maccabi Youth Games ha ottenuto un secondo posto nel futsal, risultato a sorpresa andato oltre le più rosee aspettative, si è ritrovato davanti al Muro Occidentale insieme a tecnici e allenatori. Tra cui il capo delegazione Claudio Pavoncello, affiancato in questa spedizione dal coach Vito Vivanti e dall’assistente Leonardo Spizzichino.
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pilpul
Il cerchio si stringe
Moncalieri, teatro del brutto episodio del lancio di uova che ha colpito l’atleta Daisy Osakue, è a cinque minuti di macchina da casa mia verso sud, la zona multietnica e ricca di locali di San Salvario (dove qualche giorno fa si è verificata un’altra aggressione) è a cinque minuti di macchina verso nord. Difficile non avere la sensazione di un cerchio che si stringe sempre di più. Diventa sempre più difficile pensare che le cose succedono altrove, in altre regioni, in altre città, in altri quartieri, in realtà diverse dalla nostra su cui non possiamo permetterci di esprimere giudizi. Quando i fatti gravi si avvicinano e coinvolgono i luoghi che frequentiamo tutti i giorni, allora ci accorgiamo che la realtà che alcuni per propaganda dipingono come intollerabile non è altro che la normalissima realtà in cui viviamo. 

Anna Segre, insegnante
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Oltre quei monti
“Lasciami di grazia passare il Giordano si ch'io veda la buona terra che ne è al di là, questi bei monti e il Libano!” (Devarim 3:25)
Ad ognuno di noi probabilmente è predestinata una terra “oltre quei monti”, la quale non sarà necessariamente il luogo in cui siamo nati o in possesso ai nostri avi, e neppure è detto che sia una “terra” in senso letterale. Che ci sia il mare di mezzo o altre barriere, non ha grande importanza. Se non sarà per noi, sarà per i nostri discendenti o per i posteri, e così è stato anche per il caso citato. L'importante è non smettere mai di tentare, o di sognare di raggiungerla un giorno. E di essere consapevoli, che in quella terra saremo pur sempre ospiti.


Francesco Moises Bassano
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