Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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In
un brano della Genesi, la parasha di Vayera, (Genesi 18) la corsa è un
elemento caratterizzante dei primi versetti. Abramo vede i tre
sconosciuti e corre loro incontro per invitarli a fermarsi presso di
lui, poi corre a gestire i preparativi del pasto, mette fretta a Sarah
affinché cucini focacce, corre all’armento per macellare della
carne…corre, corre, corre nonostante le difficoltà ed il caldo afoso
del giorno.
I discendenti di Abramo nel Sud di Israele nonostante il caldo afoso
devono anche essi correre. Correre per ripararsi dai missili che
arrivano da Gaza, correre nei rifugi, correre a salvare i loro figli, i
genitori anziani, i loro cari. Correre, correre, correre.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Rileggendo L’uomo senza qualità
di Robert Musil (solo le pur brevi vacanze estive permettono simili
lussi) si rimane folgorati dalla modernità e dall’acume di certi
passaggi. Ecco come l’Autore vede l’intellettuale appiattito al potere
(lui lo chiama Grande Scrittore). “Il best seller dell’anno o del mese
non c’è affatto bisogno che l’abbia scritto lui, basta che egli non
abbia nulla da obiettare a quel sistema di valutazione. Perché egli fa
parte di tutte le giurie, firma tutti gli appelli, scrive tutte le
prefazioni, tiene tutti i discorsi commemorativi, esprime la sua
opinione su tutti gli avvenimenti importanti ed è chiamato dappertutto
dove bisogna mostrare il grado di progresso raggiunto. Infatti il
Grande Scrittore in tutte le sue attività non rappresenta mai tutto il
paese, ma solo la parte progredita di esso, un’eletta che è già quasi
una maggioranza. […]".
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“Contro attacchi da Gaza,
Israele farà il necessario”
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Dopo
la pioggia di missili fatta cadere da Hamas sulla popolazione del Sud
d’Israele e la risposta dell’esercito israeliano, regge nelle ultime
ore una fragile tregua con Gaza. I quotidiani italiani parlano dello
scontro innescato dal movimento terroristico della Striscia e riportano
l’avvertimento del ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman:
“Faremo qualsiasi cosa si renda necessaria per fermare gli attacchi
missilistici da Gaza”. La Stampa fa un quadro della situazione e poi
apre un approfondimento sulla difficile vita nel Sud d’Israele: “Le mie
figlie amano il mare ma andava bene anche la piscina. Poi, due
settimane fa, Afona e io ci siamo trovate in acqua mentre hanno
cominciato a suonare le sirene. Qui abbiamo solo quindici secondi per
raggiungere il rifugio in sicurezza. Gridavo ‘Afona’ ma lei non sentiva
le sirene né la mia voce perché era sott’acqua. È stato tremendo. In
piscina non andiamo più”, la testimonianza di una donna di Zikim,
kibbutz a poca distanza dal confine con Gaza. “Eravamo con i bambini –
la testimonianza di un residente di Sderot, ripresa invece oggi da
Repubblica – Abbiamo sentito un fischio e un’esplosione dopo il suono
delle sirene. C’era il panico, specialmente tra i piccoli”. Repubblica
riporta inoltre la dichiarazione di un alto rappresentante
dell’esercito al quotidiano Yedioth Ahronoth: “l’escalation di violenza
che ha colpito il confine con Gaza potrebbe portare all’operazione
militare più ampia che si sia mai vista nella Striscia”. Sullo sfondo,
una tregua di lungo periodo su cui sta lavorando la diplomazia egiziana
ma che sembra a questo punto molto difficile.
La strage dello Yemen. Rispetto al Medio Oriente, l’attenzione dei
giornali è inevitabilmente molto più concentrata su quanto accaduto in
Yemen, dove un missile saudita ha centrato un scuolabus, uccidendo
almeno 43 persone e ferendone 60. Molte delle vittime sono bambini. “A
poco – scrive Repubblica – servirà lo sdegno internazionale: Riad non
ha nessuna intenzione di ammorbidire l’approccio verso gli sciiti.
Sembra quasi che il regime saudita sia abbagliato dall’odio verso
l’Iran, grande sponsor degli Houthi, al punto da non vedere quanto una
condotta di guerra così esasperata metta in discussione la credibilità
del Regno. La coalizione combatte all’insegna della ferocia, ignorando
ogni appello perla tutela dei civili, affamando la popolazione,
mettendo in fuga o privando di casa e di risorse milioni di persone”.
“Piegato dalla guerra e dalla fame, lo Yemen vive la peggiore delle
crisi umanitarie, con 22,2 milioni di persone che necessitano di aiuti.
In tre anni di bombardamenti oltre 10mila persone sono state uccise,
decine di migliaia ferite, mentre fame, colera e difterite minacciano
costantemente i civili”, il terribile bilancio fatto dal Corriere.
Pistoia, il razzismo per scherzo. Sono stati due minorenni a insultare
con epiteti razzisti e a sparare con una scacciacani contro Buba
Ceesay, 24 anni del Gambia. “Davanti agli agenti i due si sono detti
dispiaciuti per quello che hanno definito uno scherzo come tanti, un
gesto non premeditato e senza un autentico movente razzista”, riporta
Repubblica. “Sono tornato a correre, ma non più da solo perché mi resta
dentro la paura – racconta Ceesay – Sono disposto a incontrare quei
ragazzi e a parlare con loro”.
Cultura ebraica a Venezia. Il Corriere spiega che “in attesa della XIX
Giornata europea della cultura ebraica, che l’Italia celebrerà il 14
ottobre, il Museo Ebraico di Venezia ha deciso di raddoppiare e di
partecipare anche alla data di domenica 2 settembre, scelta
dall’Europa”.
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dopo l'escalation innescata da hamas
Israele-Gaza, una tregua instabile
Le
autorità israeliane hanno annunciato la sospensione di tutte le
restrizioni decise per tutelare la sicurezza della popolazione del Sud
del Paese, oggetto degli attacchi provenienti dalla Striscia di Gaza.
La decisione è arrivata a seguito di un cessate il fuoco siglato con
Hamas, il movimento terroristico che in meno di 48 ore ha lanciato
oltre 200 razzi contro le città israeliane nei pressi del confine con
Gaza. Ora nella zona si respira una relativa calma ma Israele non si
fida di Hamas, che in passato ha più volte violato le tregue stipulate.
A Sderot, una delle città più bersagliate dai razzi dei terroristi
palestinesi, già dalla scorsa notte molti residenti avevano comunque
deciso di uscire e tornare a vivere la propria quotidianità. “Meritiamo
di rilassarci un po' - spiegava Shlomi Levy a Ynet di fronte a un
bicchiere di birra - Mia moglie Alex ed io lavoriamo ogni giorno
duramente in un'azienda high-tech e volevamo uscire il giovedì sera”.
Alex ha raccontato di non essere andata a lavoro a causa della mancanza
di sonno, dovuto al continuo lancio di razzi. Dall'altro lato, la
coppia ha spiegato di non aver avuto problemi nel decidere di uscire la
sera a Sderot. “Qui ci sono molti rifugi, quindi non c'è bisogno di
spaventarsi”, ha dichiarato Alex. “Sono venuta qui per rompere la
routine, per lasciare un po' casa e l'agitazione, per sedermi fuori e
mangiare. Siamo venuti con gli amici spontaneamente per allontanarci
dalla situazione. Quando entriamo controlliamo se c'è un rifugio
antimissile e dove dobbiamo correre se necessario” la testimonianza
della diciottenne Shir Levy. E mentre i cittadini cercano di ritrovare
la normalità del quotidiano, la politica studia il da farsi. “Capisco
il desiderio del governo di avviare dei negoziati, ma Israele deve
porre fine al terrore con l'assistenza militare. Questa guerra che si
accende e che si spegne è malsana”, la posizione di Alon Davidi,
sindaco di Sderot, che vorrebbe – come altri nel Sud – un intervento
più duro contro Hamas, simile a quello del 2014. Leggi
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la raccolta pubblicata sul sito dell'unione
Leggi razziste, il re a processo
Online gli atti dell'evento UCEI
“L’ottantesimo
anniversario dalla promulgazione delle prime leggi antiebraiche
italiane rappresenta uno spunto per riflettere su una pagina certamente
drammatica della Storia del nostro Paese. Tale riflessione appare oggi
ancor più doverosa in considerazione degli episodi, tutt’altro che
rari, di intolleranza e discriminazione che l’esperienza contemporanea
racconta e che si palesano come possibili indici di una recrudescenza
della questione razziale, in questo momento storico principalmente
rivolta contro lo straniero o le minoranze in genere (sul presupposto
di una loro asserita diversità: razziale, etnica, religiosa,
culturale)”. Con queste considerazioni Paola Severino, rettore della
Luis e Presidente dell'Associazione Internazionale di Diritto Penale,
aveva aperto Il Processo – A 80 anni dalla firma delle leggi “per la
difesa della razza”, l'evento promosso lo scorso gennaio dall'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida del Comitato di
Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah presso la
Presidenza del Consiglio, e dedicato alla promulgazione delle Leggi
razziste. Una rappresentazione teatrale, sotto forma di dibattimento
processuale, per aprire una riflessione storica - come rilevano le
parole di Severino, protagonista del Processo in qualità di presidente
della Corte - sul significato dei “provvedimenti per la difesa della
razza italiana”. Imputato del procedimento, il re Vittorio Emanuele
III, firmatario delle infami Leggi. Tanti gli atti, le testimonianze,
gli interventi di personaggi di primo piano che si sono susseguiti sul
palco, ora consultabili sul sito dell'UCEI (clicca qui). “Il messaggio d’insieme che si intende condividere – si legge nell'introduzione della raccolta (sfogliabile online qui)
- è che oggi, ad ottant’anni passati, questi fatti vanno ancora
chiariti e che questa memoria collettiva non deve affievolirsi”.
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pagine ebraiche di agosto
“Università Ebraica, l'eccellenza
è davvero posta al centro”
Si
illumina, Manuela Consonni, docente dell’Università Ebraica di
Gerusalemme e direttrice del Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo
Studio dell'Antisemitismo presso la stessa università, quando racconta
dell'istituzione in cui, come dichiara convinta "è cresciuta", e pur
sottolineando più volte che non vuole assolutamente fare discorsi
apologetici è evidente come si tratti di un rapporto positivo e ricco.
"Sono arrivata a Gerusalemme giovanissima, nel 1989, per studiare alla
Rothberg International School, che accoglie gli studenti 'd'oltremare',
ed è stata per me un'esperienza importantissima, anche per motivi
personali: poco dopo l'arrivo ho avuto dei seri problemi di salute, e
tutto lo staff, a partire dal professor Immanuel Etkes allora rettore
della Rothberg, esperto di chassidut del Baal Shem Tov mi ha mostrato
grande solidarietà e affetto e mi hanno accompagnata e sostenuta in un
periodo difficile". Arrivata con una borsa di studio legata
all'ambasciata israeliana e al ministero degli Affari Esteri, Consonni
ha poi visto subito riconosciuto il valore del suo percorso di studio e
ricerca dal dottorato, ottenuto summa cum laude con il professor Sergio
Della Pergola, ai suoi PostDoc, il Max Planck alla Freie Universität
di Berlino, quello presso la School of Theory and Criticism alla
Cornell Univesity e il terzo alla Scholion, il centro interdisciplinare
in Jewish Studies alla stessa Università Ebraica, che nonostante le
numerose offerte ricevute non ha mai voluto lasciare.
Ada Treves, Pagine Ebraiche Agosto 2018 Leggi
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Scrittori che scrivono di scrittori
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Per
non portare in spiaggia e non rischiare di rovinare un libro preso in
prestito dalla biblioteca della Comunità ne ho acquistato un altro su
una bancarella; così mi sono ritrovata un po’ per caso a leggere in
parallelo Chiacchiere di bottega di Philip Roth e I racconti di Nené
di Andrea Camilleri, due libri certamente molto diversi ma con un
elemento essenziale in comune: entrambi sono testi di scrittori che
raccontano di altri scrittori. L’intento del libro e lo stile sono ben
diversi: quelli di Roth sono ritratti approfonditi, che accompagnano
riflessioni raffinate e analisi complesse, quelli di Camilleri, nati
inizialmente come interviste per la Rai, sono brevi racconti (due o tre
pagine) scritti in tono volutamente lieve e ricchi di aneddoti.
Tuttavia gli elementi in comune non mancano.
Anna Segre, insegnante
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Goliardate e coincidenze |
Sparare
con uno scacciacani e gridare “n. bastardo” a un immigrato o invitare
con eguali parole forbite dei Rom a scendere da un treno, non sono da
considerarsi nell'Italia attuale dei gesti razzisti, anzi specie nel
secondo caso chi parla in questo modo è una persona esasperata da
difendere e “ringraziare”, perché probabilmente vittima essa stessa di
“buonismo” e “razzismo anti-italiano”. Come altre aggressioni
ripetutesi negli ultimi mesi nella penisola sono per lo più da
considerarsi “goliardate” o “coincidenze”. Sulla stessa scia dall'altra
parte dell'oceano, si afferma che l'amianto di provenienza russa si può
tranquillamente utilizzare in edilizia, perché “non pericoloso” e chi
afferma il contrario è un “malavitoso”. Se qualcuno ricorda le morti
causate dalla lavorazione di Eternit in Italia, si confonde con
qualcos'altro o è vittima appunto del complotto tra mafiosi e
scienziati.
Francesco Moises Bassano
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