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 10 Agosto 2018 - 29 Av 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
In un brano della Genesi, la parasha di Vayera, (Genesi 18) la corsa è un elemento caratterizzante dei primi versetti. Abramo vede i tre sconosciuti e corre loro incontro per invitarli a fermarsi presso di lui, poi corre a gestire i preparativi del pasto, mette fretta a Sarah affinché cucini focacce, corre all’armento per macellare della carne…corre, corre, corre nonostante le difficoltà ed il caldo afoso del giorno.
I discendenti di Abramo nel Sud di Israele nonostante il caldo afoso devono anche essi correre. Correre per ripararsi dai missili che arrivano da Gaza, correre nei rifugi, correre a salvare i loro figli, i genitori anziani, i loro cari. Correre, correre, correre.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Rileggendo L’uomo senza qualità di Robert Musil (solo le pur brevi vacanze estive permettono simili lussi) si rimane folgorati dalla modernità e dall’acume di certi passaggi. Ecco come l’Autore vede l’intellettuale appiattito al potere (lui lo chiama Grande Scrittore). “Il best seller dell’anno o del mese non c’è affatto bisogno che l’abbia scritto lui, basta che egli non abbia nulla da obiettare a quel sistema di valutazione. Perché egli fa parte di tutte le giurie, firma tutti gli appelli, scrive tutte le prefazioni, tiene tutti i discorsi commemorativi, esprime la sua opinione su tutti gli avvenimenti importanti ed è chiamato dappertutto dove bisogna mostrare il grado di progresso raggiunto. Infatti il Grande Scrittore in tutte le sue attività non rappresenta mai tutto il paese, ma solo la parte progredita di esso, un’eletta che è già quasi una maggioranza. […]".
 
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“Contro attacchi da Gaza,
Israele farà il necessario”
Dopo la pioggia di missili fatta cadere da Hamas sulla popolazione del Sud d’Israele e la risposta dell’esercito israeliano, regge nelle ultime ore una fragile tregua con Gaza. I quotidiani italiani parlano dello scontro innescato dal movimento terroristico della Striscia e riportano l’avvertimento del ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman: “Faremo qualsiasi cosa si renda necessaria per fermare gli attacchi missilistici da Gaza”. La Stampa fa un quadro della situazione e poi apre un approfondimento sulla difficile vita nel Sud d’Israele: “Le mie figlie amano il mare ma andava bene anche la piscina. Poi, due settimane fa, Afona e io ci siamo trovate in acqua mentre hanno cominciato a suonare le sirene. Qui abbiamo solo quindici secondi per raggiungere il rifugio in sicurezza. Gridavo ‘Afona’ ma lei non sentiva le sirene né la mia voce perché era sott’acqua. È stato tremendo. In piscina non andiamo più”, la testimonianza di una donna di Zikim, kibbutz a poca distanza dal confine con Gaza. “Eravamo con i bambini – la testimonianza di un residente di Sderot, ripresa invece oggi da Repubblica – Abbiamo sentito un fischio e un’esplosione dopo il suono delle sirene. C’era il panico, specialmente tra i piccoli”. Repubblica riporta inoltre la dichiarazione di un alto rappresentante dell’esercito al quotidiano Yedioth Ahronoth: “l’escalation di violenza che ha colpito il confine con Gaza potrebbe portare all’operazione militare più ampia che si sia mai vista nella Striscia”. Sullo sfondo, una tregua di lungo periodo su cui sta lavorando la diplomazia egiziana ma che sembra a questo punto molto difficile.

La strage dello Yemen. Rispetto al Medio Oriente, l’attenzione dei giornali è inevitabilmente molto più concentrata su quanto accaduto in Yemen, dove un missile saudita ha centrato un scuolabus, uccidendo almeno 43 persone e ferendone 60. Molte delle vittime sono bambini. “A poco – scrive Repubblica – servirà lo sdegno internazionale: Riad non ha nessuna intenzione di ammorbidire l’approccio verso gli sciiti. Sembra quasi che il regime saudita sia abbagliato dall’odio verso l’Iran, grande sponsor degli Houthi, al punto da non vedere quanto una condotta di guerra così esasperata metta in discussione la credibilità del Regno. La coalizione combatte all’insegna della ferocia, ignorando ogni appello perla tutela dei civili, affamando la popolazione, mettendo in fuga o privando di casa e di risorse milioni di persone”. “Piegato dalla guerra e dalla fame, lo Yemen vive la peggiore delle crisi umanitarie, con 22,2 milioni di persone che necessitano di aiuti. In tre anni di bombardamenti oltre 10mila persone sono state uccise, decine di migliaia ferite, mentre fame, colera e difterite minacciano costantemente i civili”, il terribile bilancio fatto dal Corriere.

Pistoia, il razzismo per scherzo. Sono stati due minorenni a insultare con epiteti razzisti e a sparare con una scacciacani contro Buba Ceesay, 24 anni del Gambia. “Davanti agli agenti i due si sono detti dispiaciuti per quello che hanno definito uno scherzo come tanti, un gesto non premeditato e senza un autentico movente razzista”, riporta Repubblica. “Sono tornato a correre, ma non più da solo perché mi resta dentro la paura – racconta Ceesay – Sono disposto a incontrare quei ragazzi e a parlare con loro”.

Cultura ebraica a Venezia. Il Corriere spiega che “in attesa della XIX Giornata europea della cultura ebraica, che l’Italia celebrerà il 14 ottobre, il Museo Ebraico di Venezia ha deciso di raddoppiare e di partecipare anche alla data di domenica 2 settembre, scelta dall’Europa”.
 
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  davar
dopo l'escalation innescata da hamas
Israele-Gaza, una tregua instabile
Le autorità israeliane hanno annunciato la sospensione di tutte le restrizioni decise per tutelare la sicurezza della popolazione del Sud del Paese, oggetto degli attacchi provenienti dalla Striscia di Gaza. La decisione è arrivata a seguito di un cessate il fuoco siglato con Hamas, il movimento terroristico che in meno di 48 ore ha lanciato oltre 200 razzi contro le città israeliane nei pressi del confine con Gaza. Ora nella zona si respira una relativa calma ma Israele non si fida di Hamas, che in passato ha più volte violato le tregue stipulate. A Sderot, una delle città più bersagliate dai razzi dei terroristi palestinesi, già dalla scorsa notte molti residenti avevano comunque deciso di uscire e tornare a vivere la propria quotidianità. “Meritiamo di rilassarci un po' - spiegava Shlomi Levy a Ynet di fronte a un bicchiere di birra - Mia moglie Alex ed io lavoriamo ogni giorno duramente in un'azienda high-tech e volevamo uscire il giovedì sera”. Alex ha raccontato di non essere andata a lavoro a causa della mancanza di sonno, dovuto al continuo lancio di razzi. Dall'altro lato, la coppia ha spiegato di non aver avuto problemi nel decidere di uscire la sera a Sderot. “Qui ci sono molti rifugi, quindi non c'è bisogno di spaventarsi”, ha dichiarato Alex. “Sono venuta qui per rompere la routine, per lasciare un po' casa e l'agitazione, per sedermi fuori e mangiare. Siamo venuti con gli amici spontaneamente per allontanarci dalla situazione. Quando entriamo controlliamo se c'è un rifugio antimissile e dove dobbiamo correre se necessario” la testimonianza della diciottenne Shir Levy. E mentre i cittadini cercano di ritrovare la normalità del quotidiano, la politica studia il da farsi. “Capisco il desiderio del governo di avviare dei negoziati, ma Israele deve porre fine al terrore con l'assistenza militare. Questa guerra che si accende e che si spegne è malsana”, la posizione di Alon Davidi, sindaco di Sderot, che vorrebbe – come altri nel Sud – un intervento più duro contro Hamas, simile a quello del 2014.
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la raccolta pubblicata sul sito dell'unione
Leggi razziste, il re a processo
Online gli atti dell'evento UCEI

“L’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle prime leggi antiebraiche italiane rappresenta uno spunto per riflettere su una pagina certamente drammatica della Storia del nostro Paese. Tale riflessione appare oggi ancor più doverosa in considerazione degli episodi, tutt’altro che rari, di intolleranza e discriminazione che l’esperienza contemporanea racconta e che si palesano come possibili indici di una recrudescenza della questione razziale, in questo momento storico principalmente rivolta contro lo straniero o le minoranze in genere (sul presupposto di una loro asserita diversità: razziale, etnica, religiosa, culturale)”. Con queste considerazioni Paola Severino, rettore della Luis e Presidente dell'Associazione Internazionale di Diritto Penale, aveva aperto Il Processo – A 80 anni dalla firma delle leggi “per la difesa della razza”, l'evento promosso lo scorso gennaio dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah presso la Presidenza del Consiglio, e dedicato alla promulgazione delle Leggi razziste. Una rappresentazione teatrale, sotto forma di dibattimento processuale, per aprire una riflessione storica - come rilevano le parole di Severino, protagonista del Processo in qualità di presidente della Corte - sul significato dei “provvedimenti per la difesa della razza italiana”. Imputato del procedimento, il re Vittorio Emanuele III, firmatario delle infami Leggi. Tanti gli atti, le testimonianze, gli interventi di personaggi di primo piano che si sono susseguiti sul palco, ora consultabili sul sito dell'UCEI (clicca qui). “Il messaggio d’insieme che si intende condividere – si legge nell'introduzione della raccolta (sfogliabile online qui) - è che oggi, ad ottant’anni passati, questi fatti vanno ancora chiariti e che questa memoria collettiva non deve affievolirsi”.

pagine ebraiche di agosto 
“Università Ebraica, l'eccellenza
è davvero posta al centro”

Si illumina, Manuela Consonni, docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme e direttrice del Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo Studio dell'Antisemitismo presso la stessa università, quando racconta dell'istituzione in cui, come dichiara convinta "è cresciuta", e pur sottolineando più volte che non vuole assolutamente fare discorsi apologetici è evidente come si tratti di un rapporto positivo e ricco. "Sono arrivata a Gerusalemme giovanissima, nel 1989, per studiare alla Rothberg International School, che accoglie gli studenti 'd'oltremare', ed è stata per me un'esperienza importantissima, anche per motivi personali: poco dopo l'arrivo ho avuto dei seri problemi di salute, e tutto lo staff, a partire dal professor Immanuel Etkes allora rettore della Rothberg, esperto di chassidut del Baal Shem Tov mi ha mostrato grande solidarietà e affetto e mi hanno accompagnata e sostenuta in un periodo difficile". Arrivata con una borsa di studio legata all'ambasciata israeliana e al ministero degli Affari Esteri, Consonni ha poi visto subito riconosciuto il valore del suo percorso di studio e ricerca dal dottorato, ottenuto summa cum laude con il professor Sergio Della Pergola, ai suoi PostDoc, il Max Planck alla Freie Universität di Berlino, quello presso la School of Theory and Criticism alla Cornell Univesity e il terzo alla Scholion, il centro interdisciplinare in Jewish Studies alla stessa Università Ebraica, che nonostante le numerose offerte ricevute non ha mai voluto lasciare.

Ada Treves, Pagine Ebraiche Agosto 2018
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pilpul
Scrittori che scrivono di scrittori
Per non portare in spiaggia e non rischiare di rovinare un libro preso in prestito dalla biblioteca della Comunità ne ho acquistato un altro su una bancarella; così mi sono ritrovata un po’ per caso a leggere in parallelo Chiacchiere di bottega di Philip Roth e I racconti di Nené di Andrea Camilleri, due libri certamente molto diversi ma con un elemento essenziale in comune: entrambi sono testi di scrittori che raccontano di altri scrittori. L’intento del libro e lo stile sono ben diversi: quelli di Roth sono ritratti approfonditi, che accompagnano riflessioni raffinate e analisi complesse, quelli di Camilleri, nati inizialmente come interviste per la Rai, sono brevi racconti (due o tre pagine) scritti in tono volutamente lieve e ricchi di aneddoti. Tuttavia gli elementi in comune non mancano. 

Anna Segre, insegnante
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Goliardate e coincidenze
Sparare con uno scacciacani e gridare “n. bastardo” a un immigrato o invitare con eguali parole forbite dei Rom a scendere da un treno, non sono da considerarsi nell'Italia attuale dei gesti razzisti, anzi specie nel secondo caso chi parla in questo modo è una persona esasperata da difendere e “ringraziare”, perché probabilmente vittima essa stessa di “buonismo” e “razzismo anti-italiano”. Come altre aggressioni ripetutesi negli ultimi mesi nella penisola sono per lo più da considerarsi “goliardate” o “coincidenze”. Sulla stessa scia dall'altra parte dell'oceano, si afferma che l'amianto di provenienza russa si può tranquillamente utilizzare in edilizia, perché “non pericoloso” e chi afferma il contrario è un “malavitoso”. Se qualcuno ricorda le morti causate dalla lavorazione di Eternit in Italia, si confonde con qualcos'altro o è vittima appunto del complotto tra mafiosi e scienziati.

Francesco Moises Bassano
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