Paolo Sciunnach, insegnante | Ricordarsi
di rivivere il passato. Mio padre era un Arameo errante; scese in
Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una
nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci
umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al
Signore, al D-o dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce,
vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione;
il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio
teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. (Deuteronomio 26, 5
– 8)
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Anna
Foa,
storica |
A
96 anni è morto Luigi Luca Cavalli-Sforza, il grande genetista, uno
studioso di livello internazionale. Aveva studiato la genetica delle
popolazioni, aveva individuato nell’Africa la culla di tutta l’umanità,
frutto di successive migrazioni. Aveva sostenuto, su basi rigorosamente
scientifiche, che le razze non esistono. Ora se n’è andato, mentre
intorno a noi si torna ad inneggiare alle razze e a plaudire
all’ignoranza.
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La proposta di Trump
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Due
popoli, due stati. Per l’amministrazione Trump questa formula non
avrebbe futuro. Ed ecco perché, stando a quanto riferito ieri da Abu
Mazen, avrebbe proposto una confederazione con la Giordania. “Gli
americani mi hanno proposto una confederazione con la Giordania. Ho
risposto che volevo sì una confederazione, ma con la Giordania e anche
con Israele” le parole del leader palestinese. Un modo per dire no,
scrive La Stampa, “perché lo Stato ebraico non accetterà mai un’unione
del genere”. Secondo Fiamma Nirenstein, che ne parla sul Giornale, “la
fine del finto pacifista Abu Mazen”, di cui Trump avrebbe svelato
“l’incapacità”.
“L’ultima offensiva lanciata dal governo di Benjamin Netanyahu, in cui
i partiti ultrareligiosi hanno un ruolo chiave, mette nel mirino i club
di striptease e i luoghi dove si pratica la famosa ‘danza intorno al
palo'” scrive in un articolo di argomento ben diverso Repubblica. Che
titola: “Israele dichiara guerra alla lap dance”.
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PAGINE EBRAICHE SETTEMBRE 2018
1938, la ferita e la testimonianza
“L’ottantesimo
anniversario dalla promulgazione delle prime leggi antiebraiche
italiane rappresenta uno spunto per riflettere su una pagina certamente
drammatica della Storia del nostro Paese. Tale riflessione appare oggi
ancor più doverosa in considerazione degli episodi, tutt’altro che
rari, di intolleranza e discriminazione che l’esperienza contemporanea
racconta e che si palesano come possibili indici di una recrudescenza
della questione razziale, in questo momento storico principalmente
rivolta contro lo straniero o le minoranze in genere (sul presupposto
di una loro asserita diversità: razziale, etnica, religiosa,
culturale)”.
Con queste considerazioni dell’ex ministro Paolo Severino, pronunciate
davanti a una folta platea istituzionale, oltre che a molte centinaia
di spettatori, si apriva in gennaio quello che è stato da molti
semplificato come “Il processo al re”. Più precisamente, come indicato
dagli organizzatori dell’evento, promosso dall’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, sotto l’egida del Comitato di Coordinamento per le
Celebrazioni in Ricordo della Shoah presso la Presidenza del Consiglio,
“Il Processo – A 80 anni dalla firma delle leggi per la difesa della
razza”. E cioè la messa in stato d’accusa, in una forma teatrale
inedita, di chi promosse e avallò quel provvedimento senza batter
colpo. E in particolare del sovrano, Vittorio Emanuele III, che senza
opporsi in alcun modo, il 5 settembre del 1938, pose la sua firma sulle
leggi. Ancora qualche settimana e avrebbero trovato la strada della
definitiva attuazione. Intanto gli studenti ebrei venivano cacciati
dalle scuole e altre misure discriminatorie e restrittive si
preparavano a entrare in vigore.
Tra una battuta di caccia e altri edificanti attività, il re metteva il
proprio sigillo in un contesto apparentemente idilliaco che avrebbe
dovuto tenerlo al riparo da cattivi pensieri e decisioni sbagliate: la
tenuta di San Rossore a Pisa, dall’Unità d’Italia proprietà dei Savoia.
Ed è proprio a Pisa, in questo mese di settembre, che tornerà ad
accendersi l’attenzione su queste tematiche. Il 5 settembre, con la
deposizione di alcune corone commemorative, l’inaugurazione di tre
mostre, gli interventi di istituzioni pubbliche ed ebraiche. E
soprattutto, il 20 dello stesso mese, con una cerimonia “delle scuse e
del ricordo” promossa dall’ateneo pisano, insieme con la Scuola Normale
Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, che ha subito raccolto
l’adesione delle più importanti università del paese. L’occasione, 80
anni dopo, per ricordare tutti i docenti e gli studenti che furono
messi alla porta. Un dramma per gli individui e le famiglie coinvolte,
ma anche per l’accademia italiana che per lungo tempo si privò di
alcune delle sue più luminose menti.
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PAGINE EBRAICHE SETTEMBRE 2018 Il rettore: "Un atto doveroso"
“Abbiamo
iniziato a lavorare a questo progetto oltre un anno fa. Pensando che
Pisa, dove fu firmato il primo decreto, ma anche la quasi totalità dei
successivi, avesse il dovere morale di ricordare questo infausto
giorno” spiega a Pagine Ebraiche il rettore Paolo Mancarella
(nell’immagine), ordinario di Informatica dell’ateneo. “Nella nostra
università, peraltro, furono espulsi, in conseguenza di quelle norme,
venti docenti e oltre duecentocinquanta studenti. L’Accademia italiana,
fin dalla firma del giuramento di fedeltà al fascismo proposto da
Gentile nel 1931 – riflette il rettore – aveva mostrato un’acquiescenza
quasi totale alle scelte del regime per arrivare a questa, ultima e
terribile”. La consapevolezza di questo, aggiunge Mancarella, “è
presente e diffusa”. Ed è per tale motivo che in tempi rapidi “hanno
aderito alla nostra proposta le altre Scuole pisane, la Regione e gli
altri atenei toscani fino alla Conferenza dei rettori di tutte le
università italiane che saranno presenti il 20 settembre per la
‘Cerimonia del ricordo e delle scuse’ in cui tutti i rappresentati di
tutta l’Accademia italiana offriranno agli esponenti delle Comunità
ebraiche un riconoscimento morale per quanto accaduto”. Per motivi di
capienza e di sicurezza la cerimonia sarà a numero chiuso. Ma in città,
anticipa il rettore, “saranno organizzati luoghi che renderanno
possibile assistere collettivamente alla cerimonia che verrà trasmessa
in streaming e quindi visibile in ogni angolo del mondo”.
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in rete www.visitjewishitaly.it Beni Culturali Ebraici in Italia,
lanciato il nuovo sito web Un
nuovo strumento di informazione sul patrimonio culturale ebraico del
Paese, frutto di una sostanziale trasformazione del sito “Luoghi
Imperdibili” online dal 2015. È in rete da qualche ora www.visitjewishitaly.it
il nuovo sito della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia,
arricchito di foto e con un nuovo aspetto anche dal punto di vista
tecnologico, presentando ora il patrimonio culturale ebraico in Italia
in modalità georeferenziata e multimediale.
L’utente potrà quindi, anche da smartphone, navigare, ricercando
tramite keyword o direttamente su mappa Sinagoghe, musei, quartieri e
memoriali, e avere su ognuno di essi informazioni, fotografie e video,
oltre che calcolare il percorso per raggiungerli e scoprire chi
contattare in loco per organizzare una visita.
Il sito, riferisce la Fondazione, rende inoltre disponibili altre
modalità di navigazione, venendo così incontro a ogni tipo di esigenza
di chi vuole scoprire questo straordinario patrimonio.
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Oltremare - Invicta
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Quando
ero giovane ed europea, era facile e anche poco caro girare il
continente in treno o perfino con gli allora nuovi low-cost. E non
importa in quale capitale o in quale angolo d’Europa si finiva, il
gioco era sempre individuare gli italiani e tenersene lontani quanto
possibile (a cosa serve varcare confini se poi ti ritrovi intorno solo
italiani per tutto il viaggio?), salvo il silenzioso divertimento di
ascoltare non visti i connazionali che dicono stupidaggini davanti alla
Monna Lisa o in riva ai canali di Amsterdam o Copenhagen. Il trucco era
facilissimo perché all’epoca praticamente tutti gli italiani partivano
per l’estero con sulle spalle uno zainetto Invicta, nell’era aurea
quelli a larghe strisce colorate bicolori modello Obelix, visibili con
chiarezza a distanza di centinaia metri. Di recente amici israeliani mi
hanno chiesto se noi italiani quando incrociamo un connazionale mentre
siamo in vacanza all’estero ci chiacchieriamo, e io ho rivolto un
pensiero pieno di gratitudine alla Invicta e ho detto “Mah, non tanto…”.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Esagerazioni
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Sul
Corriere della Sera degli scorsi giorni si dà conto di una ricerca
dell’Istituto Cattaneo secondo la quale in Europa gli italiani sono
quelli che hanno la percezione più lontana dalla realtà rispetto alla
presenza degli immigrati.
In Italia, secondo dati recenti, gli immigrati provenienti da Paesi
extra UE sono il 7% della popolazione, in linea con l’intera Unione
(7,2%), ma la percezione del loro numero è decisamente maggiore.
Mediamente gli europei considerano che gli immigrati presenti
nell’Unione siano il 16,7% della popolazione. Oltre il doppio della
presenza reale.
Questa deformazione della realtà nella percezione degli italiani,
secondo lo studio dell’Istituto Cattaneo, è la più alta tra i Paesi
Europei. Gli italiani stimano che gli immigrati extracomunitari
presenti nella penisola siano il 25% della popolazione, quasi quattro
volte il numero reale.
La percezione delle minoranze nel nostro Paese è sempre stata oltre la
realtà. Spesso discutendo con non ebrei li sorprendiamo rivelando loro
che gli ebrei in Italia sono meno di 50.000 e solo la metà iscritti
alle Comunità?
Anselmo Calò
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Controvento - Chi porta il futuro
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C’è
chi porta a Milano il futuro, in un momento in cui l’Italia sembra
capace solo di tornare al passato e assistere al crollo di ogni valore
consolidato.
Sharon Cittone, figlia di Elio Cittone, l’antiquario milanese da poco
scomparso, e di Marilena Citelli, affascinante siciliana dal sorriso
contagioso, è Chief Content Officer per Seed&Chips, una
organizzazione fondata nel 2015, che applica alla catena alimentare le
più avanzate tecnologie di industria 4.0 e blockchain, attraverso una
open platform dove ognuno può contribuire contenuti e condividere idee.
Sharon gira il mondo, e soprattutto Israele, all’avanguardia in questo
settore, per cercare idee innovative, con l’obiettivo di creare un
sistema alimentare dal contadino alla tavola fino allo smaltimento dei
rifiuti, che coniughi qualità e innovazione per nutrire, conservare e
distribuire meglio e in modo più efficace il cibo.
Viviana Kasam
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