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3 Settembre 2018 - 23 Elul 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Ricordarsi di rivivere il passato. Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al D-o dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. (Deuteronomio 26, 5 – 8)

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Anna
Foa,
storica
A 96 anni è morto Luigi Luca Cavalli-Sforza, il grande genetista, uno studioso di livello internazionale. Aveva studiato la genetica delle popolazioni, aveva individuato nell’Africa la culla di tutta l’umanità, frutto di successive migrazioni. Aveva sostenuto, su basi rigorosamente scientifiche, che le razze non esistono. Ora se n’è andato, mentre intorno a noi si torna ad inneggiare alle razze e a plaudire all’ignoranza.
 
La proposta di Trump
Due popoli, due stati. Per l’amministrazione Trump questa formula non avrebbe futuro. Ed ecco perché, stando a quanto riferito ieri da Abu Mazen, avrebbe proposto una confederazione con la Giordania. “Gli americani mi hanno proposto una confederazione con la Giordania. Ho risposto che volevo sì una confederazione, ma con la Giordania e anche con Israele” le parole del leader palestinese. Un modo per dire no, scrive La Stampa, “perché lo Stato ebraico non accetterà mai un’unione del genere”. Secondo Fiamma Nirenstein, che ne parla sul Giornale, “la fine del finto pacifista Abu Mazen”, di cui Trump avrebbe svelato “l’incapacità”.

“L’ultima offensiva lanciata dal governo di Benjamin Netanyahu, in cui i partiti ultrareligiosi hanno un ruolo chiave, mette nel mirino i club di striptease e i luoghi dove si pratica la famosa ‘danza intorno al palo'” scrive in un articolo di argomento ben diverso Repubblica. Che titola: “Israele dichiara guerra alla lap dance”.
 
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  davar
PAGINE EBRAICHE SETTEMBRE 2018 
1938, la ferita e la testimonianza
“L’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle prime leggi antiebraiche italiane rappresenta uno spunto per riflettere su una pagina certamente drammatica della Storia del nostro Paese. Tale riflessione appare oggi ancor più doverosa in considerazione degli episodi, tutt’altro che rari, di intolleranza e discriminazione che l’esperienza contemporanea racconta e che si palesano come possibili indici di una recrudescenza della questione razziale, in questo momento storico principalmente rivolta contro lo straniero o le minoranze in genere (sul presupposto di una loro asserita diversità: razziale, etnica, religiosa, culturale)”.
Con queste considerazioni dell’ex ministro Paolo Severino, pronunciate davanti a una folta platea istituzionale, oltre che a molte centinaia di spettatori, si apriva in gennaio quello che è stato da molti semplificato come “Il processo al re”. Più precisamente, come indicato dagli organizzatori dell’evento, promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah presso la Presidenza del Consiglio, “Il Processo – A 80 anni dalla firma delle leggi per la difesa della razza”. E cioè la messa in stato d’accusa, in una forma teatrale inedita, di chi promosse e avallò quel provvedimento senza batter colpo. E in particolare del sovrano, Vittorio Emanuele III, che senza opporsi in alcun modo, il 5 settembre del 1938, pose la sua firma sulle leggi. Ancora qualche settimana e avrebbero trovato la strada della definitiva attuazione. Intanto gli studenti ebrei venivano cacciati dalle scuole e altre misure discriminatorie e restrittive si preparavano a entrare in vigore.
Tra una battuta di caccia e altri edificanti attività, il re metteva il proprio sigillo in un contesto apparentemente idilliaco che avrebbe dovuto tenerlo al riparo da cattivi pensieri e decisioni sbagliate: la tenuta di San Rossore a Pisa, dall’Unità d’Italia proprietà dei Savoia.
Ed è proprio a Pisa, in questo mese di settembre, che tornerà ad accendersi l’attenzione su queste tematiche. Il 5 settembre, con la deposizione di alcune corone commemorative, l’inaugurazione di tre mostre, gli interventi di istituzioni pubbliche ed ebraiche. E soprattutto, il 20 dello stesso mese, con una cerimonia “delle scuse e del ricordo” promossa dall’ateneo pisano, insieme con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, che ha subito raccolto l’adesione delle più importanti università del paese. L’occasione, 80 anni dopo, per ricordare tutti i docenti e gli studenti che furono messi alla porta. Un dramma per gli individui e le famiglie coinvolte, ma anche per l’accademia italiana che per lungo tempo si privò di alcune delle sue più luminose menti.


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PAGINE EBRAICHE SETTEMBRE 2018
Il rettore: "Un atto doveroso"
“Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto oltre un anno fa. Pensando che Pisa, dove fu firmato il primo decreto, ma anche la quasi totalità dei successivi, avesse il dovere morale di ricordare questo infausto giorno” spiega a Pagine Ebraiche il rettore Paolo Mancarella (nell’immagine), ordinario di Informatica dell’ateneo. “Nella nostra università, peraltro, furono espulsi, in conseguenza di quelle norme, venti docenti e oltre duecentocinquanta studenti. L’Accademia italiana, fin dalla firma del giuramento di fedeltà al fascismo proposto da Gentile nel 1931 – riflette il rettore – aveva mostrato un’acquiescenza quasi totale alle scelte del regime per arrivare a questa, ultima e terribile”. La consapevolezza di questo, aggiunge Mancarella, “è presente e diffusa”. Ed è per tale motivo che in tempi rapidi “hanno aderito alla nostra proposta le altre Scuole pisane, la Regione e gli altri atenei toscani fino alla Conferenza dei rettori di tutte le università italiane che saranno presenti il 20 settembre per la ‘Cerimonia del ricordo e delle scuse’ in cui tutti i rappresentati di tutta l’Accademia italiana offriranno agli esponenti delle Comunità ebraiche un riconoscimento morale per quanto accaduto”. Per motivi di capienza e di sicurezza la cerimonia sarà a numero chiuso. Ma in città, anticipa il rettore, “saranno organizzati luoghi che renderanno possibile assistere collettivamente alla cerimonia che verrà trasmessa in streaming e quindi visibile in ogni angolo del mondo”.


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in rete www.visitjewishitaly.it
Beni Culturali Ebraici in Italia,

lanciato il nuovo sito web
Un nuovo strumento di informazione sul patrimonio culturale ebraico del Paese, frutto di una sostanziale trasformazione del sito “Luoghi Imperdibili” online dal 2015. È in rete da qualche ora
www.visitjewishitaly.it il nuovo sito della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, arricchito di foto e con un nuovo aspetto anche dal punto di vista tecnologico, presentando ora il patrimonio culturale ebraico in Italia in modalità georeferenziata e multimediale.
L’utente potrà quindi, anche da smartphone, navigare, ricercando tramite keyword o direttamente su mappa Sinagoghe, musei, quartieri e memoriali, e avere su ognuno di essi informazioni, fotografie e video, oltre che calcolare il percorso per raggiungerli e scoprire chi contattare in loco per organizzare una visita.
Il sito, riferisce la Fondazione, rende inoltre disponibili altre modalità di navigazione, venendo così incontro a ogni tipo di esigenza di chi vuole scoprire questo straordinario patrimonio.


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un anno nel segno della cultura
Casale, ripartono le attività
L’attività culturale della Comunità ebraica di Casale Monferrato è ripresa ieri. Ospite Vincenza Maugeri, direttrice del Museo Ebraico di Bologna. L’occasione della visita è stata la chiusura della mostra “Another Country – momenti di vita degli ebrei della diaspora”, inaugurata a luglio nella sala Carmi della Comunità e realizzata proprio dalla fondazione bolognese con la collaborazione con Beit Hatfusot – The Museum of Jewish People di Tel Aviv.


Alberto Angelino
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informazione - international edition
Formazione, il progetto

che unisce Italia e Israele
Un progetto europeo che vede l’Italia a fianco di Israele per promuovere l’eccellenza. Sull’odierna edizione di Pagine Ebraiche International Edition si racconta dell’iniziativa che vede i Ministeri dell’Istruzione di Roma e Gerusalemme impegnati a sviluppare insieme l’Israeli National Qualifications Framework (NQF), un Quadro di riferimento delle qualifiche analogo a quello già presente in tanti altri paesi. Il programma è realizzato nell’ambito delle opportunità di gemellaggio tra nazioni e istituzioni appartenenti alle UE e parti terze, avrà durata biennale e sarà coordinato da Claudia Fellus.
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pilpul
Oltremare - Invicta
Quando ero giovane ed europea, era facile e anche poco caro girare il continente in treno o perfino con gli allora nuovi low-cost. E non importa in quale capitale o in quale angolo d’Europa si finiva, il gioco era sempre individuare gli italiani e tenersene lontani quanto possibile (a cosa serve varcare confini se poi ti ritrovi intorno solo italiani per tutto il viaggio?), salvo il silenzioso divertimento di ascoltare non visti i connazionali che dicono stupidaggini davanti alla Monna Lisa o in riva ai canali di Amsterdam o Copenhagen. Il trucco era facilissimo perché all’epoca praticamente tutti gli italiani partivano per l’estero con sulle spalle uno zainetto Invicta, nell’era aurea quelli a larghe strisce colorate bicolori modello Obelix, visibili con chiarezza a distanza di centinaia metri. Di recente amici israeliani mi hanno chiesto se noi italiani quando incrociamo un connazionale mentre siamo in vacanza all’estero ci chiacchieriamo, e io ho rivolto un pensiero pieno di gratitudine alla Invicta e ho detto “Mah, non tanto…”.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Esagerazioni
Sul Corriere della Sera degli scorsi giorni si dà conto di una ricerca dell’Istituto Cattaneo secondo la quale in Europa gli italiani sono quelli che hanno la percezione più lontana dalla realtà rispetto alla presenza degli immigrati.
In Italia, secondo dati recenti, gli immigrati provenienti da Paesi extra UE sono il 7% della popolazione, in linea con l’intera Unione (7,2%), ma la percezione del loro numero è decisamente maggiore. Mediamente gli europei considerano che gli immigrati presenti nell’Unione siano il 16,7% della popolazione. Oltre il doppio della presenza reale.
Questa deformazione della realtà nella percezione degli italiani, secondo lo studio dell’Istituto Cattaneo, è la più alta tra i Paesi Europei. Gli italiani stimano che gli immigrati extracomunitari presenti nella penisola siano il 25% della popolazione, quasi quattro volte il numero reale.
La percezione delle minoranze nel nostro Paese è sempre stata oltre la realtà. Spesso discutendo con non ebrei li sorprendiamo rivelando loro che gli ebrei in Italia sono meno di 50.000 e solo la metà iscritti alle Comunità?


Anselmo Calò
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Controvento - Chi porta il futuro
C’è chi porta a Milano il futuro, in un momento in cui l’Italia sembra capace solo di tornare al passato e assistere al crollo di ogni valore consolidato.
Sharon Cittone, figlia di Elio Cittone, l’antiquario milanese da poco scomparso, e di Marilena Citelli, affascinante siciliana dal sorriso contagioso, è Chief Content Officer per Seed&Chips, una organizzazione fondata nel 2015, che applica alla catena alimentare le più avanzate tecnologie di industria 4.0 e blockchain, attraverso una open platform dove ognuno può contribuire contenuti e condividere idee. Sharon gira il mondo, e soprattutto Israele, all’avanguardia in questo settore, per cercare idee innovative, con l’obiettivo di creare un sistema alimentare dal contadino alla tavola fino allo smaltimento dei rifiuti, che coniughi qualità e innovazione per nutrire, conservare e distribuire meglio e in modo più efficace il cibo.


Viviana Kasam
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