 Yosef Y. Labi, rabbino
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Trascorriamo
tanto tempo, troppo, a preoccuparci: della salute, dei soldi, delle
faccende giornaliere... Tutte cose molto importanti. Tuttavia. dovremmo
ricordare che tutte dipendono dal buon D-o. Noi dobbiamo creare il
recipiente, dandoci da fare per migliorare il mondo intorno a noi e
impegnandoci in atti di bontà verso gli altri, e confidare che Hashem
lo riempia di benedizioni.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Per
chi – anche nel mondo ebraico – pensa che l’antisemitismo fascista sia
stato semplicemente una parentesi ideologica estranea al comune sentire
della stragrande maggioranza della popolazione italiana, sarà
istruttivo leggere nel 2018 la “lettera aperta” al direttore del
giornale “Il Piccolo” di Trieste scritta da Renzo de' Vidovich, ex
deputato del MSI e attuale presidente dell’associazione dei dalmati
italiani della citta Giuliana. Vi si leggono alcune affermazioni che
fanno a pezzi la storia come realmente è avvenuta, ma che sono
perfettamente in linea con quanto generazioni di italiani hanno potuto
leggere nella storia del fascismo scritta da Giorgio Pisanò e
ripubblicata or son pochi mesi da “Il Giornale”. Ecco alcuni passaggi
molto espliciti: “(...) gli italiani, compresi i fascisti, pur rei di
aver approvato le cosiddette “leggi razziali” del 1938 non misero mai a
repentaglio l’incolumità e la vita degli ebrei né in Italia, né nei
paesi occupati dal regio Esercito fino all’8 settembre 1943”.
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 |
“Leggi '38, facile scusarsi
impediamo che riaccada”
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Grande
attenzione sui quotidiani (Corriere, Repubblica, Nazione) per la
Cerimonia del ricordo e delle scuse tenutasi ieri a Pisa, in cui
l’Università italiana ha riconosciuto e chiesto scusa per il connivente
silenzio dell’Accademia di fronte alle Leggi razziste del 1938. “Troppo
facile chiedere scusa, ma dobbiamo avere la forza di non cedere a nuove
inique ragioni di Stato, di carriera, di quieto vivere”, le parole del
rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella. “Accogliete e
condividete, nelle prassi e nei regolamenti interni degli atenei, la
definizione operativa di antisemitismo elaborata all’International
Holocoust Remebrance Alliance. Poi attivate corsi e studi sulla cultura
ebraica”, l’invito dal palco della cerimonia – richiamato dai giornali
– della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi
Di Segni. Sul Fatto Quotidiano Salvatore Settis sottolinea l’utilità
delle scuse come argine attuale al riemergere dell’antisemitismo, a
“rigurgiti e deliri di tal fatta, sempre in agguato negli angoli bui
del Paese” che “trovano il coraggio di affacciarsi alla ribalta in
questi ultimi mesi perché credono di aver trovato un favorevole terreno
di coltura nella sfacciata xenofobia del nostro attuale ministro
dell’Interno e nella svolta a destra ferocemente identitaria di altri
governi europei”.
Inge Feltrinelli (1930-2018). “Inge Schönthal era nata nel 1930 a
Essen, in Germania, da un padre, di famiglia ebrea, direttore di una
grande industria tessile. Ricordava che, il mattino seguente alla Notte
dei cristalli, papà la portò a vedere le macerie fumanti della
sinagoga”. Si apre così il ritratto sul Corriere della Sera di Inge
Feltrinelli, mecenate e imprenditrice, scomparsa ieri all’età di 87
anni. Tanti i quotidiani che la ricordano: “in tempi di antisemitismo,
ricordo che è stata una grande italiana e una grande europea che ci ha
fatto l’onore di vivere nel nostro paese”, scrive Furio Colombo sul
Fatto. “Una signora libera che saltava salotti e prime alla Scala”, la
descrizione della Feltrinelli di Natalia Aspesi su Repubblica. Un
piccolo affresco della vita newyorchese di Inge Feltrinelli è invece
quello fatto da Gianni Riotta su La Stampa.
Israele-Russia, tensioni per un aereo abbattuto in Siria. L’esercito
israeliano ha spiegato a Mosca che le responsabilità dell’abbattimento
di un aereo russo che volava sopra la Siria sono della contraerea
siriana, non dei suoi F-16. “In effetti – scrive La Stampa – è emerso
che la batteria di S-200 che ha lanciato il missile non aveva il
dispositivo che permette di distinguere gli aerei nemici da quelli
amici. intervenuto anche il presidente siriano Bashar alAssad, per dare
la colpa a Israele, ma intanto il battaglione che gestiva la batteria è
finito sotto inchiesta. Ora l’obiettivo di Mosca è evitare che si
ripeta l’incidente. Israele ha offerto un più stretto coordinamento,
anche se il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito che i raid
anti-iraniani continueranno”. La Russia ha però chiuso lo spazio aereo
e marittimo fra Siria e Cipro di fatto istituendo una nofly-zone per
l’aviazione israeliana. “Le tensioni sono destinate a rimanere. Israele
ha allargato il suo raggio d’azione al Noni dopo che Mosca non ha
mantenuto la promessa di far ritirare le milizie sciite e Pasdaran a
100 chilometri dal Golan. E il raid di lunedì notte ha preso di mira
perla prima volta Lattakia, a soli 30 km dalla base aerea russa di
Hmeimim”.
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qui trieste - a 80 anni dalle leggi razziste
"Zachor, l'impegno del ricordo
per salvaguardare il futuro"
Ottant'anni
fa Trieste fu il simbolo del tradimento e dell'infamia: dal balcone di
Piazza Unità il 18 settembre 1938 Mussolini annunciò le Leggi razziste.
Con un colpo di spugna e davanti a una folla di migliaia di persone che
applaudivano, il fascismo decise di cancellare i diritti civili
conquistati dagli ebrei italiani dopo secoli di sofferenza. “Tutto il
mondo dovrebbe chiedere scusa agli ebrei, io non sono il mondo ma il
sindaco di Trieste e a nome della città chiedo scusa”, ha dichiarato il
primo cittadino di Trieste Roberto Dipiazza nelle scorse ore in
occasione dell'iniziativa organizzata con l'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane e la Comunità ebraica triestina per ricordare il 18
settembre 1938 e quell'infausto annuncio di Mussolini. Una
commemorazione tenutasi proprio in Piazza Unità, nella sede del
Consiglio comunale cittadino, e che ha avuto il suo culmine con lo
svelamento di una targa dedicata a questo 80esimo anniversario:
“Zachor. Ricorda quello che ti fece Amalek quando eri in cammino....
(Deut. XXV, 17). Il 18 settembre 1938 in questa piazza l’offesa del
regime fascista ai diritti civili raggiungeva il suo culmine con
l’annuncio dei provvedimenti in difesa della cosiddetta razza italiana.
A
ottant’anni dall’evento il Comune di Trieste, la Comunità Ebraica di
Trieste e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane pongono questa
epigrafe affinché le nuove generazioni ricordino e vigilino sulla
salvaguardia dei diritti fondamentali di libertà e solidarietà
civile”, il testo della targa letto da due bambini della scuola
ebraica. Un monito anche per il presente, come ha ricordato la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. 
“In questa sede, in questa Piazza e in questa particolare giornata,
dobbiamo con fermezza denunciare le parole di odio, le violenze verbali
e fisiche rivolte contro individui o collettività che ogni giorno di
più sentiamo pronunciate e difese anche nello spazio pubblico. - le
parole della Presidente UCEI - Cerimonie e raggruppamenti nostalgici di
matrice neo fascista con assenza, avallo o sottovalutazione
dell’impatto che queste hanno su chi è fragile o impreparato, da parte
della classe politica. Segnali inquietanti e preoccupanti che generano
incertezza e che temiamo dover inevitabilmente accostare a quella
esclusione, allora elusa e sottovalutata. Questo oggi accade e nessuno
può restare inerte”. Un appello alle istituzioni e ai cittadini a
rimanere vigili, rilanciato anche dal presidente della Comunità ebraica
di Trieste Alessandro Salonichio e dal rabbino capo Alexander Meloni
così come nel messaggio della senatrice a vita e Testimone della Shoah
Liliana Segre, letto dal vicepresidente UCEI Giorgio Mortara.
(Foto di Giovanni Montenero) Leggi
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qui trieste - a 80 anni dalle leggi razziste
"La piazza applaudì l'infamia,
oggi sia modello d'inclusione"
Sono
grata al Sindaco e al Consiglio Comunale di Trieste per aver voluto
organizzare e ospitare questa solenne cerimonia che porta come titolo
l’imperativo “Zachor” – Ricorda!
Oggi, in questa sede, dinanzi a noi - rappresentanti delle comunità
ebraiche italiane - sono state pronunciate riflessioni e parole di cui
abbiamo con attenzione ascoltata e ponderata ogni sillaba.
Portiamo anche noi oggi il peso di una riflessione da condividere ad
ottant’anni dalla data in cui, su questa Piazza – Piazza Unità – fu
pronunciato il discorso di Benito Mussolini, Capo del Governo italiano,
con il quale annunciava il varo dei provvedimenti ed la sua visione
complessiva della questione raziale-ebraica.
È per me e noi tutti difficile se non impossibile rappresentare, anche
idealmente, chi ha subito l’umiliante applicazione dei provvedimenti
sulla tutela della razza con i quali si formalizzava l’esclusione da
ogni settore della vita civile. I nostri padri, madri, nonni e nonne.
Persone che con il loro studio e lavoro concorrevano allo sviluppo
dell’Italia, credendo che fosse la loro patria. Credendo di avere come
concittadini persone capaci di discernere e di ragionare con la propria
mente e con la propria coscienza civile e forse anche religiosa. Così
non fu. Vite spezzate, speranze abbandonate, dignità di cittadinanza
sottratta, attestati di appartenenza ad una comunità scientifica
negati, orgoglio di essere italiani svanito.
Il ’38 rappresenta uno spartiacque legale tra l’essere e non essere più
cittadini italiani di pari diritto. Il tradimento dello Stato
rappresentato dalle leggi approvate nei confronti di una popolazione
che ha sempre vissuto sentendosi parte del contesto sociale e culturale
di riferimento.
Noemi Di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche
(Foto di Giovanni Montenero) Leggi
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qui trieste - a 80 anni dalle leggi razziste
"Il 18 settembre '38 ero in piazza. Da lì iniziò la mia Resistenza"
“L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo”.
È il 18 settembre del 1938 quando Benito Mussolini, in una gremita e
festante Piazza Unità d'Italia a Trieste, annuncia la promulgazione
delle Leggi razziste. Nella folla, un giovane ebreo triestino destinato
a farsi strada nel mondo della lotta libera e greco-romana, disciplina
di cui sarà più volte campione nazionale, e a conquistare pochi anni
dopo l'omaggio inconsapevole della Gazzetta dello sport, che in piena
legislazione antiebraica gli dedicò una notizia in prima pagina.
Una storia incredibile, che Maurizio Nacmias aveva svelato al giornale
dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche in occasione del 75esimo
anniversario dal discorso di Mussolini e che riproponiamo in occasione
della nuova commemorazione tenuntasi nelle scorse ore a Trieste.
Racconta Maurizio al direttore Guido Vitale: "Ho sentito benissimo le
sue minacce, ma allora Mussolini non mi aveva fatto paura. Ero giovane,
forte, spavaldo. Temerario come tutti i ragazzi della mia età. E avevo
un’innata fiducia nel futuro”. Un futuro cui diede un fondamentale
contributo, anche attraverso un altro tipo di lotta cui non si
sottrasse: la Resistenza partigiana.
(Nell'immagine, Maurizio Nacmias ritratto da Giorgio Albertini) Leggi
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qui pisa - a 80 anni dalle leggi razziste
“Scuse, un segnale al Paese”
Il
5 settembre, nella tenuta di San Rossore, il ricordo dell’infame firma
posta dal re Vittorio Emanuele III. Ieri pomeriggio, nel cortile del
Palazzo della Sapienza, la “cerimonia del ricordo e delle scuse” nel
corso della quale l’intera accademia, nel rievocare in forma solenne la
cacciata di studenti e docenti ebrei, nel ricordare le molte complicità
e i molti silenzi di allora, si è ritrovata compatta per dare un
significato rivolto al futuro al proprio impegno di presidio valoriale
e democratico.
Sono molteplici gli spunti che, in queste settimane di iniziative
dedicate agli 80 anni dall’entrata in vigore delle Leggi razziste,
arrivano (e continueranno ad arrivare) da Pisa dove è in svolgimento un
convegno internazionale su “tendenze e sviluppi della storiografia
internazionale sull’antifascismo e la Shoah” e dove il prossimo 15
ottobre diversi oratori, riuniti nella scuola superiore Sant’Anna,
ricostruiranno le storie di quegli studenti e di quei docenti. Leggi
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qui pisa - a 80 anni dalle leggi razziste
Una giornata da cui imparare
Con
il programma ‘San Rossore 1938’, organizzato dalla città di Pisa e
dalla regione Toscana, si sono voluti ricordare gli 80 anni trascorsi
dalla firma del decreto, avvenuta il 5 settembre dal re Vittorio
Emanuele III presso la tenuta di San Rossore, con il quale sono state
promulgate le leggi razziste. Con tale decreto, espressione della
volontà del regime fascista, l’accesso alle scuole e alle università
pubbliche e private, alle accademie e agli istituti veniva interdetto a
studenti e docenti di fede ebraica. Il terreno ideologico era stato
preparato dal ‘Manifesto della razza’, un decalogo pubblicato il 15
luglio dello stesso anno, ad opera di dieci accademici italiani,
infarcito di affermazioni assurde e prive di qualsiasi validità
scientifica. Ciò nonostante, furono in molti gli scienziati,
intellettuali e politici a sottoscrivere le tesi razziste contenute nel
Manifesto.
Raffaella Rumiati, Scuola Superiore di Studi Avanzati – Trieste Leggi
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qui torino - a 80 anni dalle leggi razziste
Violenza e pregiudizio, il lessico
di un pericolo ancora attuale
“1938-2018.
La vergogna delle leggi razziali” è il titolo di un importante incontro
che si è tenuto presso la Fondazione dell’Avvocatura Torinese Fulvio
Croce, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Torino.
In apertura Riccardo Rossotto, Presidente della fondazione, ha espresso
preoccupazione nei confronti del presente non tanto perché la
situazione di oggi sia analoga a quella di ottant’anni fa, quanto
perché in entrambi i casi i segnali (nel caso di oggi lessico e
violenze verbali) si moltiplicano ma vengono sottostimati, si assiste a
un’accelerazione, a una valanga sempre più grande, così come fu allora
dal luglio al novembre 1938. Accelerazione ribadita anche da Giulio
Disegni, moderatore della prima parte, che ha sottolineato l’efficienza
burocratica con cui si succedevano decreti e circolari. Leggi
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Disconnessi |
Com’è
difficile restare disconnessi per 24 ore o più. Ancora di più se non è
durante il weekend. Ancora di più se si resta disconnessi (come nella
settimana in cui ci troviamo) in quattro giorni su sette da mercoledì
scorso (Kippur) a martedì prossimo (Sukkot). Ancora di più da quando ci
sono gli smartphone, perché tutti danno per scontato che per buona
educazione almeno una rapida risposta di poche parole sia sempre dovuta
nel giro di due o tre ore al massimo. Ancora di più se siamo proprio
nel bel mezzo delle cerimonie per commemorare l’ottantesimo
anniversario delle leggi antiebraiche.
Anna Segre, insegnante
Leggi
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Moving King |
“In
Israele sembrava di andare verso, o di venire da, o meramente di
passare accanto all'aeroporto, e ciascun segnale indicava quanto si era
lontani dall'aeroporto, come se fosse importante essere sempre
consapevoli della precisa distanza chilometrica tra questa vita e una
fuga”.
Un high-light tratto dall'ultimo romanzo di Joshua Cohen, “Moving
Kings” - tradotto in italiano come “Un'altra occupazione” e pubblicato
da Codice Edizioni, 2018 -, un autore statunitense emergente da tenere
d'occhi.
Francesco Moises Bassano
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