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 28 Settembre 2018 - 19 Tishri 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Yosef Y. Labi, rabbino
Il 25 Elul scorso è stato l’anniversario del primo giorno della Creazione, 5779 anni fa. Fu in questo giorno che Hashem decise di creare un mondo imperfetto, di popolarlo di creature imperfette e di assegnare a ciascuno di noi il compito di ricercare il significato in questa imperfezione.
Dobbiamo sforzarci di guardare oltre alla materia per ricercare quel significato che Hashem ha lasciato a noi da scoprire e completare.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
L’articolo di Nathan Thrall comparso su “The Guardian” e riprodotto qualche giorno fa da “Internazionale” (14 sett. 2018) in traduzione italiana è una interessante sintesi della politica del movimento BDS (Boycott, Divestment, Sanctions) sorto per colpire la produzione di beni con marchio israeliano provenienti da Israele e in particolare dai territori occupati nel 1967. Si tratta di un testo lungo e articolato, apparentemente neutro nel valutare gli esiti politici delle attività del movimento.
 
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“L'Iran punta al nucleare"
“Il regime iraniano non ha abbandonato l’idea di sviluppare un’arma atomica. Ma non lo permetteremo”. L’intervento del Premier israeliano Benjamin Netanyahu all’assemblea generale delle Nazioni Unite apre un nuovo scontro con Teheran. “Una sfida diretta al presidente iraniano Hassan Rohani, che all’Onu ha ribadito che l’Iran ha rispettato l’accordo firmato nel 2015 e che è invece l’America di Donald Trump a essere fuori dal diritto internazionale” scrive La Stampa.
Repubblica segnala inoltre le parole rivolte al leader palestinese Abu Mazen. Ha detto Netanyahu: “L’accusa a Israele di apartheid è vergognosa. Abu Mazen ha accusato in maniera oltraggiosa Israele di razzismo. Lui che ha messo la pena di morte per ogni ebreo che compra un pezzo di terra palestinese”. Di Abu Mazen vengono invece riportate queste parole: “Gerusalemme non è in vendita. Non bastano gli aiuti umanitari, serve una soluzione politica. Ed è insufficiente e inutile varare delle risoluzioni che poi nessuno fa rispettare. Sia chiaro, la nostra capitale è Gerusalemme, non a Gerusalemme”.

“Lei è ebreo? Glielo chiedo solo perché i suoi detrattori l’accusano persino di questo”. Questa una delle domande che il giornalista Stefano Lorenzetto ha posto ieri sul Corriere al nuovo presidente della Rai Marcello Foa. In un messaggio di scuse pubblicato oggi Lorenzetto precisa: “Nell’intervista pubblicata ieri sul Corriere ho posto a Marcello Foa una domanda per denunciare un intollerabile e ripugnante rigurgito antisemita. Con il senno di poi, mi rendo conto che la risposta fattuale di Foa (‘Sono cattolico’) ha contribuito a rafforzare l’equivocità del quesito. Si chiama eterogenesi dei fini: volevo difendere gli ebrei, che amo, e non ci sono riuscito, ingenerando in taluni la sensazione opposta. Mi scuso per questa incapacità nel rappresentare i sentimenti dell’intervistato e dell’intervistatore”.
Sul Foglio oggi si legge: “Ma davvero il principale quotidiano italiano ritiene che essere ebreo sia un’accusa? E fra tutte le fake news diffuse da Foa, ciò che gli si chiede di negare è che sia ebreo? Quasi come se fosse quella la ragione della sua inadeguatezza alla presidenza della Rai”.
 
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  davar
le parole di netanyahu alle nazioni unite
"Nessuno può fidarsi dell'Iran"
Le analisi a sostegno quanto quelle critiche del discorso del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’Onu sono concordi su un punto: il capo del governo di Gerusalemme è riuscito a risintonizzare l’attenzione del mondo sull’Iran. “Cartello dopo cartello, foto aerea dopo foto aerea, la rivelazione sensazionale prima della drammatica esposizione, il discorso del primo ministro Benjamin Netanyahu alle Nazioni Unite – scrive ad esempio Yossi Verter su Haaretz – è stato uno dei suoi interventi più professionali, persuasivi ed efficaci. Ben equipaggiato con i risultati dell’intelligence israeliana, ha formulato un’accusa precisa e credibile contro l’Iran e i suoi delegati in Medio Oriente”. Grazie alle informazioni procurate dal Mossad, Netanyahu ha infatti usato la maggior parte dei suoi 40 minuti di discorso per rivelare “per la prima volta che l’Iran ha un’altra struttura segreta a Teheran, un magazzino atomico segreto per immagazzinare enormi quantità di nel deposito segreto ci sono almeno “300 tonnellate di materiale radioattivo” e che “15 chili sono stati spostati lo scorso mese” per altre destinazioni. Informazioni top secret che, secondo Raphael Ahren, hanno avuto il risultato almeno temporaneamente, di richiamare l’attenzione globale sulla minaccia nucleare della Repubblica Islamica iraniana. Informazioni top secret che, secondo Raphael Ahren del Times of Israel, hanno avuto il risultato, almeno temporaneamente, di richiamare l’attenzione globale sulla minaccia nucleare. “Fino all’apparizione di Netanyahu giovedì pomeriggio – scrive Ahren – gran parte della leadership politica e diplomatica globale, in riferimento al Medio Oriente israeliano, era, come di consueto, preoccupata dell’inesistente processo di pace tra israeliani e palestinesi e dalla crescente crisi umanitaria a Gaza”. Anche i più strenui difensori dell’accordo nucleare del 2015 con l’Iran sono rimasti sorpresi dalla rivelazione di Netanyahu, spiega l’analista del Times of Israel.
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qui roma - la targa
"Leggi antiebraiche un monito

per difendere la democrazia"
“Gli anniversari servono ad interrogarsi sui momenti bui e sulle pagine nere. È doveroso confrontarci sulla vicenda più vergognosa della storia italiana e sui danni perpetrati dalla discriminazione alle persone e alla società intera. Aver scelto di confrontarci con questo capitolo oscuro è ripercorrere il senso delle istituzioni. È loro il dovere di scongiurare che il passato possa tornare”.
Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio, rivolge questo monito a istituzioni e ragazzi presenti stamane allo svelamento della targa in ricordo degli ebrei romani che persero lavoro e dignità con l’entrata in vigore delle Leggi razziste. Da oggi, nella sede capitolina al Tempio di Adriano, un messaggio che sarà impossibile ignorare varcandone la soglia. L’invito ad ergersi, “non per odio, ma per amore”, a difesa dei valori di democrazia, giustizia sociale ed eguaglianza.
Fortemente voluta in collaborazione con la Comunità ebraica locale, la cerimonia odierna ha visto gli interventi del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, della sindaca Virginia Raggi, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, oltre che della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello.
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la cerimonia a gallarate
Una caserma per l'eroe in divisa
“Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale si prodigava, con eccezionale coraggio ed encomiabile abnegazione, in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati politici, aiutandoli ad espatriare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dai nazifascisti veniva infine trasferito in Austria, perdendo la sua vita in un campo di concentramento. Mirabile esempio di altissima dignità morale e di generoso spirito di sacrifico e umana solidarietà”.
È quanto si legge nel testo della medaglia d’oro al merito civile assegnata in memoria al maresciallo maggiore Luigi Cortile, classe 1898, un eroico finanziere che terminò i suoi giorni nell’inferno di Melk. Al riconoscimento conferito in memoria nel 2006 dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si aggiunge in queste ore un nuovo omaggio che tiene vivi i valori testimoniati dal maresciallo.
Da ieri infatti porta il suo nome la nuova sede della Guardia di Finanza di Gallarate, intitolatagli proprio in ragione del coraggio dimostrato in quei mesi bui quando, in servizio a Clivio, svolse un ruolo determinante nella fuga di numerosi perseguitati. Un momento storico ricordato con profonda commozione dal presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti, la cui famiglia (con lui piccolissimo, nato pochi mesi prima) transitò proprio dal comune varesotto trovando nel gruppo di eroi riconducibili al parroco del paese don Gilberto Pozzi, una rete in cui Cortile operò fino all’arresto, l’aiuto necessario per valicare il confine.
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la visita in sinagoga 
Ancona, incontro emozionante
Poco prima di Rosh-ha Shanà la Comunità ebraica di Ancona ha ricevuto le visite di vari gruppi di persone: un gruppo di israeliani figli di reduci europei dai campi di concentramento nazisti, che hanno voluto ripercorrere i cammini dei loro padri in Europa; poi un gruppo di cittadini in occasione del Festival Adriatico – Mediterraneo (ex festival klezmer degli anni ’80) che volevano vedere più da vicino tradizioni e luoghi di culto di una comunità con cui desiderano stringere legami sempre più intensi.
Ambedue i gruppi sono stati entusiasti delle visite e delle spiegazioni fornite dal nostro responsabile del culto Nachmiel Aronhee e da me stesso e, specie il secondo gruppo, si è riproposto di tornarci a trovare a breve per approfondire il rapporto con noi.
Ma l’esperienza più interessante e, per certi aspetti, più emozionante, la si è avuta con il terzo gruppo di visitatori: 21 tedeschi provenienti da Tubinga, cattolici, ma molto interessati all’ebraismo, tanto da aver fondato quel gruppo allo scopo di studiare e conoscere storia, tradizioni e vita del popolo ebraico. Questa loro spinta interiore allo studio dell’ebraismo è nata dalla ricerca che costoro hanno cominciato a fare singolarmente, e poi continuato a fare in gruppo, sul comportamento dei loro genitori e nonni durante il nazismo.


Marco Ascoli Marchetti,
presidente Comunità ebraica di Ancona
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qui torino - l'incontro
"Cultura antidoto all'odio"
Contro l’intolleranza. Titola così l’evento organizzato dalla sezione Anpi “Nicola Grosa” in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino in occasione dell’anniversario delle Leggi razziste e nell’ambito del Comitato Provinciale Cordinamento Torinese “Mai più fascismi” “Mai più Razzismi”. Ad ospitare l’incontro la Casa del Quartiere, nel cuore di San Salvario, zona della città dove culture e religioni diverse si trovano a condividere spazi, vie e progetti, commenta in apertura il moderatore Adramet Barry, che riprende alcune pagine tratte dalla favola Mattino bruno di Franck Pavloff.
A dialogare con il pubblico in sala il giornalista Gad Lerner, accanto a Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica e Lorenzo Gianotti, in rappresentanza dell’Anpi Provinciale.


Alice Fubini
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qui livorno - il lutto
Paolo Belforte (1923-2018)
Si sono svolti nel pomeriggio, nel Cimitero ebraico di Livorno, i funerali di Paolo Belforte, zl, classe 1923 mancato ieri.
Per la città il cognome Belforte richiama alla storica libreria, per decenni nella centrale via Grande e poi altrove, amata anche da Giovanni Spadolini che, come ricordano i livornesi di una certa età (anche per le proteste a seguito del blocco del traffico che provocava…), la prediligeva non mancando di visitarla durante durante i suoi soggiorni livornesi.


Gadi Polacco
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bilancio sociale 12 - l'anniversario
Israele, la festa della democrazia
“Finché nel cuore, l’Anima Ebraica anela e verso l’Oriente lontano, un occhio guarda a Sion, non è ancora persa la nostra speranza, la speranza due volte millenaria, di essere un popolo libero nella nostra terra, la terra di Sion e Gerusalemme”. Così recita il brano scritto originariamente dal poeta Naftali Herz Imber nel 1878 e diventato poi l’inno d’Israele, Hatikva, la speranza. Quel sogno di tornare a Sion, di costruirvi uno Stato ebraico, 70 anni fa si è realizzato: e quest’anno gli ebrei di tutto il mondo e tutti coloro che rispettano ciò che Israele rappresenta, lo hanno festeggiato. Su queste pagine si è voluto farlo attraverso una prospettiva diversa, attraverso le parole della poesia:
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pilpul
Sentinelle smarrite
Quando è il momento di iniziare a preoccuparsi sul serio? Per noi, figli e nipoti di persone che ottant’anni fa non si sono preoccupate abbastanza, è davvero difficile evitare di porsi continuamente questa domanda. Il problema è per chi e per cosa dobbiamo preoccuparci: l’antisemitismo? La sicurezza di Israele? Il clima pesante che si respira oggi in Italia? Su questo mi pare evidente che all’interno dell’ebraismo italiano esistono differenze enormi, a seconda di quale riteniamo debba essere la preoccupazione principale, quella in nome di cui è necessario far passare in secondo piano le altre.
Grande preoccupazione per il clima che si respira nell’Italia di oggi è stata espressa, per esempio, sia dal Presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni sia dal giornalista Gad Lerner in un incontro intitolato “Contro l’intolleranza” che si è tenuto ieri sera alla Casa del Quartiere San Salvario.


Anna Segre, insegnante
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La normalità dell'antisemitismo
Non sapevo sinceramente che essere ebrei fosse un’accusa – da parte di chi non è ben chiaro – e per scongiurare ogni dubbio, meglio relegare la discendenza a un nonno Egizio, con la maiuscola un po’ come Tutankhamon, che però ha sposato una cattolica. Mi riferisco naturalmente all’intervista apparsa sul Corriere del 18 settembre a Marcello Foa, dove il giornalista Stefano Lorenzetto pone al nuovo presidente Rai la classica domanda “lei è ebreo?”.
Esagerato scorgere in queste parole qualche eco antisemita, e nessuno pretende del resto risposte alla Charlie Chaplin o il vanto delle proprie origini, rimane però che sia i termini della domanda che la risposta stonino non poco, considerando che molte interviste avvengono con una sorta di intesa da parte di intervistatore ed intervistato.


Francesco Moises Bassano
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