Ephraim Mirvis, rabbino capo
di Gran Bretagna | Quando
qualcuno nega il diritto di Israele ad esistere ci ferisce, proprio
come un attacco a un membro stretto della nostra famiglia.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Capita
ogni volta che ricordiamo come siamo stati trattati, il male che ci
hanno fatto, la crudeltà che hanno riversato su di noi, l’indifferenza
che ci hanno riservato i molti che si sono girati dall’altra parte.
Succede troppe volte all’anno. Capita oggi, per l’anniversario della
deportazione degli ebrei da Roma, e capita quest’anno, per
l’anniversario delle famigerate leggi razziste, e ricapiterà in tutte
le date che ci ricordano, ogni anno e più volte l’anno, la persecuzione
e la deportazione dei nostri cari dalle città e dai paesi d’Italia.
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Lodi e i bimbi esclusi
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Si
alza il livello dello scontro politico in merito alla delibera emessa
dal sindaco di Lodi Sara Casanova che impedisce a decine di bambini
stranieri di pranzare alle mense delle scuole materne ed elementari
della città e di utilizzare i relativi servizi di scuolabus. Secondo il
presidente della Camera Roberto Fico, “nel momento in cui si fa una
delibera che in modo conscio o in modo inconscio crei delle
discriminazioni così importanti si deve solamente chiedere scusa. Dopo
le scuse questi bambini potranno rientrare tranquillamente nella mensa
scolastica”.
“Il sindaco di Lodi vuole controllare che tutti quelli che devono
paghino la mensa scolastica dei figli? Fa bene”, la risposta del
vicepremier Matteo Salvini. Sulla delibera intanto si aspetta la
decisione del Tar, dopo il ricorso di alcune associazioni per chiederne
l’annullamento (Corriere della Sera).
Lunedì sera la Francia ha ammesso di avere espulso venerdì scorso in
Italia due migranti attraverso una procedura irregolare. “Bell’ambito
di una missione di rimpatrio di stranieri irregolari, un veicolo della
gendarmeria francese ha attraversato il confine franco-italiano in
direzione di Claviére (Italia) senza previa autorizzazione della
polizia italiana”, hanno confermato le autorità francese, aggiungendo
però che la polizia di Bardonecchia, città poco più a nord di Claviére,
sulle Alpi torinesi, era a conoscenza del fatto che i due migranti
sarebbero stati coinvolti in una procedura di espulsione.
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a 75 anni dal rastrellamento nazista "16 ottobre, ferita di tutti" “Il
16 ottobre 1943 fu un sabato di orrore, da cui originò una scia ancor
più straziante di disperazione e morte: la deportazione degli ebrei dal
ghetto di Roma costituisce una ferita insanabile non solo per la
comunità tragicamente violata, ma per l’intero popolo italiano”.
È quanto dichiara in una nota il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “In questo giorno di memoria e raccoglimento –
prosegue la nota – la Repubblica si stringe alla Comunità ebraica
italiana, ai parenti, ai discendenti dei deportati, poi torturati e
uccisi, e rinnova il proprio impegno per rafforzare i valori della
Costituzione, che si fonda sull’inviolabilità dei diritti di ogni
persona e che mai potrà tollerare discriminazioni, limitazioni della
libertà, odi razziali”.
Favorita dalle leggi razziste fu l'avvio anche in Italia, si ricorda,
“di una caccia spietata che non risparmiò donne e bambini, anziani e
malati, adulti di ogni età e condizione, messi all’indice solo per
infame odio”.
Su questo fronte il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha
garantito massimo impegno: “La Presidenza del Consiglio dei ministri –
le sue parole – assicura il proprio impegno a sostenere tutte le
iniziative volte a perpetuare la memoria della Shoah, affinché quella
tragica pagina del nostro passato non resti soltanto un ricordo da
tramandare e condividere, ma costituisca soprattutto un insegnamento
essenziale per combattere ogni comportamento dettato dalla paura del
diverso”.
Molte le iniziative che in queste ore ricordano il 16 ottobre. Tra le
altre “Ricordiamo insieme”, svoltasi per il secondo anno consecutivo
all’interno dell’ex Collegio Militare, oggi sede del Centro Alti Studi
di Difesa, dove gli ebrei romani furono imprigionati prima della loro
deportazione. Mille passi separano l’ex Collegio da Piazza San Pietro,
da dove si è mosso un corteo con molti giovani in testa.
“Al mio ritorno a Roma da Auschwitz, solo e disperato, trovai
indifferenza. L’indifferenza delle persone e delle istituzioni. Una
indifferenza che ancora pesa sul nostro paese” ha sottolineato il
Testimone Piero Terracina, che fu catturato in una successiva
circostanza.
Emozione
profonda anche nel corso della marcia silenziosa che ieri sera si è
snodata per le strade e le piazze del Portico d’Ottavia per concludersi
nel Tempio Maggiore della Capitale. I nomi di tutti i deportati,
pronunciati uno ad uno. E stamane all’alba il suono dello shofar.
“L’affetto che mi dimostrate è così forte che mi mancano la parole.
Spero di continuare ancora in questa missione che il Padreterno mi ha
affidato. Sarò sempre con voi” ha detto in sinagoga, in uno dei momenti
più toccanti della cerimonia, il Testimone Sami Modiano. Leggi
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16 OTTOBRE - la FESTA DEL CINEMA DI ROMA La Memoria sul grande schermo
La
Festa del Cinema di Roma apre nel segno della Memoria, con la
proiezione in un Cinema Barberini gremitissimo di “1938 – Quando
scoprimmo di non essere più italiani”, film documentario di Pietro
Suber con la consulenza di Amedeo Osti Guerrazzi.
Cinque storie e molteplici punti di vista attraverso cui comprendere
come si arrivò alle negazione dei diritti fondamentali fino alle
estreme conseguenze, mettendo ai margini una intera comunità distintasi
per partecipazione e coinvolgimento nelle vicende nazionali. Una
produzione Blue Film con Rai Cinema, insieme a Istituto Luce –
Cinecittà, per riflettere sul ’38 attraverso le possibilità offerte dal
grande schermo.
Sul palco sale tra gli altri la sindaca Virginia Raggi, accompagnata
dal produttore Dario Coen. Una presenza significativa tra il pubblico
di questa serata. E una iniziativa concreta presa proprio grazie al
documentario di Suber: la decisione di cambiar nome alle strade della
Capitale intitolate ai sottoscrittori del Manifesto della Razza Arturo
Donaggio ed Edoardo Zavattari. Un impegno che, riconosce Coen, ha
finito per essere un esempio anche per altre città.
Dedicato al rastrellamento che avvenne esattamente 75 anni fa il documentario
La Razzia, 16 ottobre 1943, diretto dal regista Ruggero Gabbai e con
testi di Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto. Il documentario,
prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con Rai
Cinema, sarà proiettato stasera alle 21 alla Casa del Cinema e in anteprima nel
pomeriggio alla Camera dei deputati su iniziativa della vicepresidente
Mara Carfagna.
Il tema della Memoria al centro anche del documentario Who Will Write
Our History di Roberta Grossman, prodotto da Nancy Spielberg, che
ricostruisce le vicende dello storico Emanuel Ringelblum e relative
realizzazione di un archivio all’interno del ghetto di Varsavia (la
proiezione avverrà venerdì 19 alle 16.30, all’Auditorium Parco della
Musica). Leggi
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qui milano - il lutto Ulianova Radice (1953-2018)
È
scomparsa all’età di 64 anni la filosofa Ulianova Radice, direttore di
Gariwo e vicepresidente dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di
Milano.
Sua, viene ricordato sul sito di Gariwo, l’idea di creare Wefor, il
progetto del 2009 sui Giardini virtuali dei Giusti, rivolto al mondo
della scuola. “Uno strumento di dialogo con i ragazzi su misura per
loro, appoggiato dalla Comunità europea come progetto di eccellenza,
che si è concluso con l’istituzione della Giornata europea dei Giusti.
Perché – si legge – i ragazzi sono da sempre al centro del lavoro di
Ulia, di Gariwo e di quanti, negli anni, hanno lavorato con noi sul
tema dei Giusti”. Leggi
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La soglia del pericolo
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La
domanda non è semplice ma, in definitiva, molto chiara. Qual è la
soglia del pericolo? Quando, in altre parole, una somma di episodi
piccoli e grandi, dichiarazioni estemporanee o strutturate, misure
intraprese o solo annunciate configurano un clima che desta
legittimamente allarme? Il quesito non è in alcun modo retorico, poiché
ogni ingiustificato allarme sarebbe un regalo ai nostri avversari e un
boomerang per le nostre ragioni. Sintetizziamola così: se vengono
discriminati dei commercianti in base alla nazione di provenienza, o
dei bambini non sono ammessi alla mensa perché immigrati, è lecito
gridare al razzismo, dando per scontato lo scandalo? Ripeto: è un
dilemma semplice ma è, in definitiva, l’unico decisivo.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il comunismo ci salverà
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Negli
ultimi giorni (NYT 5/10/2018, p. 1 ss.) Yue Xin è stata arrestata, Yu
Juncong anche e con loro molti altri comunisti, dalle forze dell’ordine
della Repubblica Popolare Cinese, la cui Costituzione, all’articolo 1,
dispone che la RPC è uno Stato socialista soggetto alla dittatura
democratica del popolo condotta dalla classe lavoratrice e basata
sull’alleanza fra lavoratori e contadini. Nella mia attività (diciamo),
ho incontrato numerose delegazioni cinesi, anche se dal dialogo non
sono scaturiti, sicuramente per mia pochezza, dei risultati concreti.
Emanuele Calò, giurista
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Riscoprire Marx
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Il
5 maggio 1818, a Treviri (Trier), bella città tedesca di origine romana
sulle rive della Mosella, nasceva Karl Marx. Duecento anni dopo la sua
città natale gli ha dedicato due mostre interessanti e complementari
che si chiuderanno tra pochi giorni. Un week end è sufficiente per dare
uno sguardo al tentativo di esplorare e comprendere il filosofo,
l’economista, lo storico, il giornalista mettendolo criticamente a
confronto col nostro tempo. La duplice esposizione si configura come un
appassionante percorso nella vita di Marx e nel suo tempo, fasi
decisive nella vicenda del progresso industriale e della trasformazione
sociale, europea e non solo.
David Sorani
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