28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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7 Novembre 2018 - 29 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Riprendo, con qualche spunto personale, alcuni puntuali e utili chiarimenti sulla linea dell’ebraismo ortodosso, riassunti da Rav Yuval Cherlow, direttore della Yeshivà “Orot Shaul” di Ra’ananà.
L’ortodossia ebraica si propone di affrontare e di fornire concrete risposte alle questioni e ai problemi che sorgono con il volgere dei tempi, seguendo il metodo che le è proprio, cioè utilizzando i criteri che fornisce la halakhà (normativa ebraica), in particolare attraverso il confronto con argomenti che presentano analogie o principi applicativi simili e che si riscontrano nell’insegnamento dei Maestri, dalle fonti fondamentali del Talmud e dei grandi decisori – come Maimonide e Yosef Caro – attraverso i responsa (sheelot utshuvot), fino ai più moderni trattati dei rabbini contemporanei.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Piccole battute d’arresto per il cosiddetto movimento sovranista internazionale, questo ossimoro che tenta di tenere insieme identità contrapposte. In settimana si è votato in alcune importanti città polacche ed il partito di governo ha incassato significative sconfitte. I dati della mattina confermano le previsioni dei sondaggi che davano la Camera ai democratici, offrendoci una nuova pagina di quel reality show che è la vita di Trump alla Casa bianca.
 
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L'Austria di Kurz
In un’intervista alla giornalista del Times Janice Turner e pubblicata oggi da La Stampa, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz fa il quadro di un anno di governo. “Sui migranti l’Europa ora ci ascolta. La colpa della crisi è di chi non chiudeva i confini. Giusto allearsi con l’estrema destra”, la sintesi delle sue parole. Kurz, spiega Turner, rivendica di aver vinto con il supporto della comunità ebraica che tradizionalmente vota a sinistra, quand’era ministro degli Esteri. “Gli ebrei sanno che il montante antisemitismo in Europa proviene dagli estremisti islamici”. “I 32 anni di Kurz simboleggiano la figura di un leader di una generazione adeguatamente istruita sul ruolo dell’Austria nell’Olocausto. Come Trump, Kurz è saldamente pro-Israele. – sottolinea la giornalista – In un discorso a Gerusalemme, ha affermato: ‘Ci furono persone in Austria che non fecero nulla contro il nazionalsocialismo, altre che supportarono quegli orrori’”.
 
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  davar
sul numero di novembre di pagine ebraiche
Dalla Rai a un Freud inedito,

nuovi spunti per riflettere
Informazione, risorse, dialogo con i rabbini. Le scelte strategiche e il futuro delle Comunità.
Ad aprire il numero di novembre del giornale dell’ebraismo Italiano Pagine Ebraiche in distribuzione è un approfondimento sugli Stati Generali UCEI svoltisi negli scorsi giorni a Roma. Nella parte alta del giornale anche l’intervista integrale al nuovo presidente della Rai Marcello Foa, parzialmente anticipata sui nostri notiziari quotidiani, e un colloquio con Miriam Peretz, madre coraggio d’Israele che ha perso due figli in guerra ma non l’amore per la vita.
Tema del dossier del mese sono le importanti iniziative che, da Parigi a Gerusalemme, stanno svelando elementi nuovi sulla vita e sulle motivazioni del padre della psicanalisi Sigmund Freud. Il dossier si intitola “Il signore degli anelli”, perché Freud usava donare ai suoi allievi migliori proprio degli anelli. Un gesto forse un po’ eccentrico ma che apre un’interessante finestra su uno dei personaggi più influenti della storia moderna.
Nelle pagine di Eretz l’analisi dei risultati del voto in Israele, con alcune significative novità emerse dall’urna. Mentre le pagine di Orizzonti permettono di tornare sull’attentato alla sinagoga di Pittsburgh, con ulteriori elementi di analisi, e di scoprire come l’Ungheria di Orban stia agendo per riscrivere il significato della parola Memoria.
Le relazioni tra Israele e Cina al centro delle pagine di Economia. Mentre ad aprire la Cultura è uno sguardo ai tanti spunti ebraici dell’ultima Buchmesse, la prestigiosa Fiera del Libro di Francoforte. Diverse inoltre le segnalazioni sui film da non perdere, tra quelli già protagonisti nelle sale italiane e quelli in arrivo. Si conclude inoltre l’approfondimento avviato sul numero di settembre su come i libri di testo per le scuole affrontino il rapporto con l’ebraismo. Nelle pagine di Sport uno sguardo al Giro d’Israele che porterà ancora il grande ciclismo in Israele. Si annuncia inoltre un nuovo viaggio di Giovanni Bloisi, il ciclista della Memoria.
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Le elezioni viste da israele e stampa ebraica
"Stati Uniti, paese spaccato"
Da Israele al mondo ebraico, le elezioni americane sono seguite con attenzione su media e diversi spazi di opinione.
Una campagna, scrive il Times of Israel, “che si è svolta sullo sfondo di una retorica orribile e di dibattiti rabbiosi sull’immigrazione, l’assistenza sanitaria e il ruolo del Congresso nella supervisione del lavoro del presidente”. Secondo Eytan Gilboa, che ne ha scritto su Yedioth Ahronot a urne ancora aperte, un’affermazione anche solo parziale dei democratici potrebbe bloccare ulteriori iniziative di Trump contro l’Iran. “Trump è il presidente americano più filo-israeliano dai tempi di Ronald Reagan. Il Partito Democratico, nel frattempo, si sta muovendo verso la sinistra radicale” sostiene Gilboa. Per Haaretz, che guarda speranzoso ai risultati del voto, il più grande sconfitto di queste elezioni sarebbe il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
La Jewish Telegraphic Agency fa il punto sui diversi candidati espressione del mondo ebraico che hanno ottenuto legittimazione, tutti nelle fila del Partito Democratico. Significativa inoltre, viene sottolineato, l’elezione a nuovo governatore del Colorado di Jared Polis. Primo ebreo (e primo omosessuale dichiarato) a ricoprire questo incarico. Da tener d’occhio per motivi diversi, si legge ancora, l’elezione al Congresso della candidata di origine palestinese Rashida Tlaib. Favorevole alla soluzione a uno Stato, si è spesso opposta al sostegno statunitense a Israele.


(Nell'immagine la proclamazione di Polis)
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il concorso
Musica, i giovani protagonisti

in memoria e nel nome di Alisa
Rivolto alle giovani band residenti o domiciliate nel Lazio, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, che compongono musica originale o che interpretano musica di ogni genere e stile, il Live On Stage Contest lanciato dall’associazione “Suoniamo insieme per Alisa”, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, vuol ricordare la 18enne romana Alisa Coen, scomparsa prematuramente nel dicembre del 2016.
Finalità del contest è quella di puntare un faro sulle nuove produzioni musicali dei giovani artisti, portarle alla conoscenza di importanti professionisti della musica e dello spettacolo, sia locale che nazionale ed aiutarli ad emergere attraverso il ricordo e la memoria di Alisa, che era a sua volta una giovane e promettente musicista.
Il contest si propone, inoltre, come aggregatore sociale per tutti i giovani che attraverso la musica vogliono esprimere la loro creatività e la loro passione, avere uno scambio di opinioni su vari temi attuali.


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qui torino - il convegno e il concerto
Sinigaglia, il segno del Maestro
A 150 anni dalla nascita del musicista torinese Leone Sinigaglia, il conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, assieme alla Comunità ebraica, al Consiglio Regionale del Piemonte e al Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione, celebra l’autore con un convegno ed un concerto a lui dedicati: una tavola rotonda con ospiti illustri, un’occasione per scoprire le molte sfaccettature che hanno contraddistinto la sua persona, le vicende familiari, la vita in Italia e il contatto con altri paesi europei.


Alice Fubini
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la commemorazione
Novembre '43, Firenze ricorda
Da via del Corso alla sinagoga di via Farini, passando attraverso le strade del centro storico.
Dal 2013 Comunità di Sant’Egidio e Comunità ebraica fiorentina ricordano insieme la deportazione nazifascista subita dalla Comunità a partire dal novembre del 1943. Anche quest’anno significativa la partecipazione della cittadinanza, con molti giovani che sono sfilati dietro cartelli in cui si affermava l’irrinunciabile prospettiva di un futuro di pace per tutta l’umanità.
Ad accogliere i partecipanti al corteo la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul e il rabbino capo Amedeo Spagnoletto, poi intervenuti insieme al referente locale di Sant’Egidio Michele Brancale. Presenti, per le istituzioni, gli assessori comunali Sara Funaro e Massimo Fratini.
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la proiezione
Libia, i racconti sullo schermo
La fiorente vita della comunità ebraica di Libia e della sua capitale Tripoli. Un mondo oggi scomparso raccontato nel film “Libia. L’ultimo esodo” di Ruggero Gabbai e David Meghnagi, che sarà proposta stasera a Torino al Cinema Classico (Piazza Vittorio 5) alle 21.
Partendo dalla colonizzazione italiana e attraversando le varie dominazioni straniere, il film descrive la vita degli ebrei libici prima della loro dispersione; una vita vissuta assieme alla popolazione araba in una difficile coesistenza che nel dopoguerra spesso veniva interrotta da tumulti violenti carichi di odio verso gli ebrei.
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pilpul
Ticketless - Pratofungo
Da tempo volevo scrivere qualche rigo sulla vicenda del sindaco di Riace e del suo esperimento comunitario, ma non mi tornava alla mente che cosa mi ricordasse quel paese della Calabria dove si organizzavano feste per i nuovi arrivati cercando di dimenticare «il consorzio umano dal quale la malattia ci ha diviso». La settimana scorsa ho letto un editoriale, molto condivisibile, di Paolo Mieli, nel quale si esorta a non fare facili confronti fra il fascismo e la situazione italiana di oggi. Anch’io diffido, ma talvolta non si può proprio farne a meno: il confronto sorge naturale di fronte a scenari come quello per esempio di Clavière. «Favorire al massimo l’esodo» si leggeva nelle circolari che da Roma giungevano ai funzionari in servizio sul confine francese. Oggetto di quelle circolari erano gli ebrei «stranieri» nei confronti dei quali le autorità francesi si comportavano come si comportano oggi con i migranti, ma le nostre autorità si comportano come si comportavano allora pensando comodo favorire al massimo l’esodo piuttosto di fare qalche cosa di utile qui. Il problema è il cinismo, il desiderio di dimostrare autorità, più che il razzismo. Era così anche nel 1938-1939 a Ventimiglia o a Bardonecchia. Tanto scandalo per i francesi che respingevano, ma noi intenti a favorire l’esodo per evitare di affrontare il problema e dunque ciascuno si arrangi da sé.
La grande letteratura offre come sempre uno squarcio di verità.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - Gli amici di Israele
Israele sta forse diventando, giorno dopo giorno, una ‘cosa’ sempre più di destra, o addirittura di estrema destra? È una domanda che, piaccia o non piaccia, non può non porsi, e non tanto per la persistente egemonia politica, all’interno del Paese, dei partiti conservatori (comunque non assoluta: nelle recenti elezioni municipali hanno largamente vinto le forze di ispirazione laburista), quanto per le pubbliche manifestazioni di sostegno allo Stato ebraico – in America come in Ungheria, in Italia come in Polonia – da parte di partiti e governi ultraconservatori, molto poco sensibili ai temi dei diritti umani e civili. Da ultimo, le plateali dichiarazioni filosioniste del neo-Presidente del Brasile, Bolsonaro, che si è detto pronto a spostare anche lui, come Trump, l’ambasciata del suo Paese a Gerusalemme.

Francesco Lucrezi, storico
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