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13 Dicembre 2018 - 5 Tevet 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Alberto Moshe
Somekh,
rabbino
Occorre sapere mostrare gratitudine verso chi ci ha aiutati. Questo è un aspetto dell’etica biblica non adeguatamente messo in luce. Si predica sui meriti di chi aiuta, ma poco o nulla sui doveri incombenti su chi è aiutato. Questi deve dire grazie.
 
Giorgio Berruto
Il Bund, Unione generale dei lavoratori ebrei dell’Europa orientale, non è stato sconfitto. Non nella battaglia delle idee, almeno. È scomparso, come movimento di massa, dopo che il popolo al quale si rivolgeva è stato in maggioranza assassinato nei campi di sterminio e circa due terzi dei sopravvissuti costretti a un pluridecennale assideramento identitario in quella gigantesca prigione che era l’Unione sovietica.
 
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La missione di Salvini
“Ci sarà un deciso cambiamento” della posizione italiana nelle sedi internazionali rispetto alle questioni legate a Israele e al Medio Oriente. È la promessa del vicepremier Matteo Salvini al Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il vertice di ieri a Gerusalemme tra i due, a cui danno ampio spazio i quotidiani di oggi. “Salvini ha sposato totalmente la causa israeliana e ha promesso a Netanyahu di farsene carico in tutte le sede internazionali”, scrive La Stampa, riportando le dichiarazioni di Salvini: “Il mio amico Benjamin mi ha detto di aver contato 700 risoluzioni Onu contro Israele. C’è il mio impegno a sostenere i diritti di Israele all’Onu come all’Unesco che hanno un atteggiamento sbilanciato a vostro sfavore”, le parole del ministro dell’Interno a margine della visita a Yad Vashem. Qui Salvini ha incontrato la Comunità italiana d’Israele e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che ha sottolineato al ministro dell’Interno la necessità di un impegno italiano contro ogni forma di antisemitismo, di estrema destra e di estrema sinistra, e la necessità di riconoscere le responsabilità dell’Italia fascista nella Shoah. Tra i temi toccati con gli Italkim, scrive il Corriere, anche lo spostamento dell’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme: “Sapete come la penso. Step by step. C’è un governo di coalizione, devo ascoltare gli alleati”. Il quotidiano di via Solferino riporta anche le parole del quotidiano Haaretz rispetto all’incontro tra Netanyahu e Salvini, definito“un rito di passaggio per i capi sovranisti dell’estrema destra europea”. Sul Foglio, dura critica a Salvini: “A proposito della gradita visita e di Israele sempre nel suo cuore. – si legge nella rubrica Andrea’s Version in prima pagina – Non riesco nemmeno a immaginare quante decine di chilometri di pellicola starebbe ancora girando Otto Preminger, se a dover autorizzare lo sbarco dei 4.515 clandestini ebrei della Exodus in fuga dall’Europa di Auschwitz ci fosse stato mister Salvini”.
 
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un nuovo attentato questa mattina
L'odio palestinese colpisce ancora "Abbas, basta fondi ai terroristi"
“Oggi siamo stati testimoni di un altro attacco letale da parte di terroristi palestinesi. Questa violenza omicida è alimentata dal feroce incitamento e dal sostegno finanziario dato dall’Autorità Palestinese ai terroristi e alle loro famiglie”. Così il portavoce del ministero degli Esteri d’Israele Emmanuel Nahshon alla luce del nuovo attacco terroristico palestinese che ha causato nuove vittime israeliane. Nelle scorse ore infatti da un'auto sono stati esplosi colpi contro un gruppo di israeliani che si trovavano sulla strada 60, in Cisgiordania. Due ragazzi di vent’anni sono stati uccisi sul colpo mentre altri due lottano per la vita, ricoverati all’Ospedale Hadassah di Gerusalemme. Le forze di sicurezza israeliane sono impegnate in una caccia all’uomo. Il portavoce dell’esercito Ronen Manelis “non ha escluso” la possibilità che la cellula dietro l’attacco odierno sia collegata a quella responsabile dell’attentato di domenica, che ha causato la morte di un neonato.
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l'approfondimento
Salvini e la visita in Israele,

diverse opinioni a confronto
La missione del ministro Matteo Salvini in Israele ha suscitato un ampio dibattito, all'interno e all'esterno del mondo ebraico. Diverse le voci che ospitiamo, per favorire il libero confronto delle idee, all'interno di uno specifico spazio di approfondimento che ospita riflessioni precedenti e successive alla visita.
Da Anna Foa a Giorgio Heller, da Dario Calimani al rav Menachem Lazar: diverse le posizioni su questo argomento.
I lettori che lo desiderano potranno proporre un proprio scritto sul tema dopo aver preso visione delle indicazioni generali che appaiono come ogni giorno in fondo a questo notiziario nell’area della gerenza.
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a 80 anni dalla cacciata
Firenze si inchina a Bonaventura

Un giardino nel suo nome
È il giardino interno ai locali dell’Università di Firenze in via Capponi la sede scelta dall’amministrazione cittadina per rendere omaggio alla figura di Enzo Bonaventura. Uno spazio simbolico che a breve porterà il nome dell’illustre psicologo pisano di nascita ma fiorentino di formazione, cacciato nel ’38 con l’entrata in vigore delle Leggi razziste, rifugiatosi in seguito nell’allora Palestina mandataria dove forte fu il segno che lasciò nella sua disciplina e rimasto poi drammaticamente ucciso nel ’48 nell’attentato al convoglio diretto all’ospedale Hadassah di Gerusalemme.
Una iniziativa avallata dall’assessore alla Toponomastica Andrea Vannucci insieme alla Giunta comunale e perorata in prima istanza dall’assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi, docente dell’Università degli Studi Roma Tre e direttore del Master Internazionale sulla Shoah che ha curato la pubblicazione per Marsilio dell’opera di Bonaventura La psicoanalisi.
Sempre Meghnagi, in aprile, era stato il curatore di una giornata di studio in suo onore nell’ateneo fiorentino.
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l'accordo siglato a gerusalemme
Firenze, Toscana, Yad Vashem

Un protocollo per la Memoria
Una miglior conoscenza della storia della Shoah in Italia e in Europa con l’obiettivo “di promuovere una cultura basata sul rispetto reciproco che aiuti a prevenire e decostruire ogni forma di discriminazione, antisemitismo, razzismo, pregiudizio e xenofobia, lavorando insieme per difendere i diritti inviolabili delle persone e comunità”. E inoltre un impegno di valorizzazione e diffusione di una cultura di “pace, solidarietà, partecipazione attiva e democratica, giustizia sociale e dialogo, rispetto e tutela delle diversità culturali, sviluppo di capacità di risoluzione dei conflitti”.
A ricordare l’importanza di questa sfida è il protocollo d’intesa siglato nelle scorse ore allo Yad Vashem tra il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, l’Università degli studi di Firenze e l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana.
A rappresentare l’università fiorentina la professoressa Silvia Guetta, per l’Ufficio scolastico regionale Milva Segato, per lo Yad Vashem c’erano invece Iael Orvieto Nidan, Eyal Kaminka, Richelle Budd Caplan e David Cassuto. Presente in sala Stefano Ventura, nuovo addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Israele.
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qui roma - la presentazione
Memoria, tra arte e museologia
L’arte e il museo: due settori all’avanguardia nella ricerca e nella trasmissione della Memoria della Shoah. Due frontiere disciplinari che si occupano fra l’altro dei molti e diversi modi in cui la Memoria stessa è vista, comunicata o percepita.
Ad analizzarne l’impatto è lo studio “Controluce, Counterlight, Gegenlicht – Arte e museologia della Shoah, nuovi contributi” curato da Paolo Coen (nell’immagine) e pubblicato da EUM, la casa editrice dell’Università di Macerata. Presentato ieri alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con il Centro di Cultura della Comunità ebraica romana, il saggio ospita diversi interventi.

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la campagna ugei
"Pietre d'inciampo divelte,

riportiamole al loro posto"
Una raccolta fondi per promuovere la ricollocazione delle venti pietre d’inciampo in ricordo dei membri delle famiglie Di Consiglio e di Castro trucidati nella Shoah divelte nella notte tra domenica e lunedì a Roma.
A lanciarla è l’Unione Giovani Ebrei d’Italia attraverso la sua presidente Carlotta Micaela Jarach.
“Per dimostrare la nostra resilienza, abbiamo dato avvio ad una raccolta fondi allo scopo di restituire a Roma un pezzo importante del suo passato. L’iniziativa – spiega Jarach – mira al coinvolgimento di tutti”.
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jciak 
Lontano da qui
Un bambino poeta, una maestra d’asilo che ama la poesia, un insegnante poeta bello e narciso. Sono i protagonisti di uno dei lavori più delicati e surreali della stagione, Lontano da qui, remake americano di The Kindergarten Teacher (2014) dell’israeliano Nadav Lapid, presentato con successo a Cannes. Diretto da Sala Colangelo (Little Accidents), il film – oggi nelle sale – schiera nel ruolo della maestra d’asilo un’ipnotica Maggie Gyllenhaal. Accanto a lei, Gael Garcia Bernal che veste con disinvoltura i panni del docente innamorato di se stesso e Parker Sevak che interpreta con precisione inquietante il bambino poeta.


Daniela Gross
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  pilpul

Setirot - Corto circuiti
Quando le contraddizioni diventano corto circuiti, prima o poi qualcosa prende(rà) fuoco.
Evviva Matteo Salvini che va in Israele per appoggiare Benjamin Netanyahu, per essere da lui kasherizzato e per dirci quanto bene vuole a noi ebrei. Il Salvini che – come Bibi del resto – cerca strette alleanze con la destra xenofoba, razzista e antisemita al governo di Ungheria e Polonia. Il medesimo Salvini che dichiara e poi non contento twitta: “Visti i problemi che ci sono in Francia, l’Europa può ripartire dal dialogo tra Berlino e Roma. L’asse franco-tedesco sta mostrando dei limiti, farò di tutto per rinnovare un nuovo asse Roma-Berlino”.


Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Hanukkah
La festa di Hanukkah si è conclusa domenica, con l’accensione dell’ultima candelina, ma per oggi vorrei ancora restare “in quelle note” ed entrare in una di quelle storie che mi piacciono molto.
C’era una volta Woodrow, nato nel 1912 in una piccola cittadina dell’Oklahoma, in una famiglia segnata da perdite e disgrazie. Woodrow si ritrova solo molto presto e impara a sopravvivere girando di città in città, facendo ogni genere di lavoro per poter mangiare.


Maria Teresa Milano
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Il mondo è tornato dentro
Fuori mugghia il vento, ed il primo pensiero cosciente della giornata si infila tra il modà anì ed un sospiro, sarebbe bello poter restare accartocciati con il piumone nel letto e lasciare il mondo là, fuori.
Le cose non possono però andare così, e tocca darsi una scrollata ed iniziare a correre, tutto fantozzianamente calcolato, compresi gli imprevisti.


Sara Valentina Di Palma
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L'Espresso e il 1967
Negli scorsi giorni questo notiziario ha pubblicato una nota nella quale si sosteneva che quanto scritto nel mio articolo Un Espresso avvelenato, pubblicato il giorno prima, e cioè che “L’Espresso” sostenne lo Stato d’Israele durante la guerra dei Sei giorni, “non corrisponde a verità”, non solo, ma che il settimanale fu “nettamente antisraeliano”.
Devo rispondere all’autore che la sua memoria lo inganna.


Valentino Baldacci
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