Alberto Moshe
Somekh,
rabbino
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Occorre
sapere mostrare gratitudine verso chi ci ha aiutati. Questo è un
aspetto dell’etica biblica non adeguatamente messo in luce. Si predica
sui meriti di chi aiuta, ma poco o nulla sui doveri incombenti su chi è
aiutato. Questi deve dire grazie.
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Giorgio Berruto
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Il
Bund, Unione generale dei lavoratori ebrei dell’Europa orientale, non è
stato sconfitto. Non nella battaglia delle idee, almeno. È scomparso,
come movimento di massa, dopo che il popolo al quale si rivolgeva è
stato in maggioranza assassinato nei campi di sterminio e circa due
terzi dei sopravvissuti costretti a un pluridecennale assideramento
identitario in quella gigantesca prigione che era l’Unione sovietica.
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La missione di Salvini
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“Ci
sarà un deciso cambiamento” della posizione italiana nelle sedi
internazionali rispetto alle questioni legate a Israele e al Medio
Oriente. È la promessa del vicepremier Matteo Salvini al Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu durante il vertice di ieri a Gerusalemme
tra i due, a cui danno ampio spazio i quotidiani di oggi. “Salvini ha
sposato totalmente la causa israeliana e ha promesso a Netanyahu di
farsene carico in tutte le sede internazionali”, scrive La Stampa,
riportando le dichiarazioni di Salvini: “Il mio amico Benjamin mi ha
detto di aver contato 700 risoluzioni Onu contro Israele. C’è il mio
impegno a sostenere i diritti di Israele all’Onu come all’Unesco che
hanno un atteggiamento sbilanciato a vostro sfavore”, le parole del
ministro dell’Interno a margine della visita a Yad Vashem. Qui Salvini
ha incontrato la Comunità italiana d’Israele e la presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che ha
sottolineato al ministro dell’Interno la necessità di un impegno
italiano contro ogni forma di antisemitismo, di estrema destra e di
estrema sinistra, e la necessità di riconoscere le responsabilità
dell’Italia fascista nella Shoah. Tra i temi toccati con gli Italkim,
scrive il Corriere, anche lo spostamento dell’ambasciata italiana da
Tel Aviv a Gerusalemme: “Sapete come la penso. Step by step. C’è un
governo di coalizione, devo ascoltare gli alleati”. Il quotidiano di
via Solferino riporta anche le parole del quotidiano Haaretz rispetto
all’incontro tra Netanyahu e Salvini, definito“un rito di passaggio per
i capi sovranisti dell’estrema destra europea”. Sul Foglio, dura
critica a Salvini: “A proposito della gradita visita e di Israele
sempre nel suo cuore. – si legge nella rubrica Andrea’s Version in
prima pagina – Non riesco nemmeno a immaginare quante decine di
chilometri di pellicola starebbe ancora girando Otto Preminger, se a
dover autorizzare lo sbarco dei 4.515 clandestini ebrei della Exodus in
fuga dall’Europa di Auschwitz ci fosse stato mister Salvini”.
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l'accordo siglato a gerusalemme Firenze, Toscana, Yad Vashem
Un protocollo per la Memoria
Una
miglior conoscenza della storia della Shoah in Italia e in Europa con
l’obiettivo “di promuovere una cultura basata sul rispetto reciproco
che aiuti a prevenire e decostruire ogni forma di discriminazione,
antisemitismo, razzismo, pregiudizio e xenofobia, lavorando insieme per
difendere i diritti inviolabili delle persone e comunità”. E inoltre un
impegno di valorizzazione e diffusione di una cultura di “pace,
solidarietà, partecipazione attiva e democratica, giustizia sociale e
dialogo, rispetto e tutela delle diversità culturali, sviluppo di
capacità di risoluzione dei conflitti”.
A ricordare l’importanza di questa sfida è il protocollo d’intesa
siglato nelle scorse ore allo Yad Vashem tra il Memoriale della Shoah
di Gerusalemme, l’Università degli studi di Firenze e l’Ufficio
scolastico regionale per la Toscana.
A rappresentare l’università fiorentina la professoressa Silvia Guetta,
per l’Ufficio scolastico regionale Milva Segato, per lo Yad Vashem
c’erano invece Iael Orvieto Nidan, Eyal Kaminka, Richelle Budd Caplan e
David Cassuto. Presente in sala Stefano Ventura, nuovo addetto
scientifico dell’ambasciata italiana in Israele. Leggi
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Setirot - Corto circuiti
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Quando le contraddizioni diventano corto circuiti, prima o poi qualcosa prende(rà) fuoco.
Evviva Matteo Salvini che va in Israele per appoggiare Benjamin
Netanyahu, per essere da lui kasherizzato e per dirci quanto bene vuole
a noi ebrei. Il Salvini che – come Bibi del resto – cerca strette
alleanze con la destra xenofoba, razzista e antisemita al governo di
Ungheria e Polonia. Il medesimo Salvini che dichiara e poi non contento
twitta: “Visti i problemi che ci sono in Francia, l’Europa può
ripartire dal dialogo tra Berlino e Roma. L’asse franco-tedesco sta
mostrando dei limiti, farò di tutto per rinnovare un nuovo asse
Roma-Berlino”.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Hanukkah
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La
festa di Hanukkah si è conclusa domenica, con l’accensione dell’ultima
candelina, ma per oggi vorrei ancora restare “in quelle note” ed
entrare in una di quelle storie che mi piacciono molto.
C’era una volta Woodrow, nato nel 1912 in una piccola cittadina
dell’Oklahoma, in una famiglia segnata da perdite e disgrazie. Woodrow
si ritrova solo molto presto e impara a sopravvivere girando di città
in città, facendo ogni genere di lavoro per poter mangiare.
Maria Teresa Milano
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Il mondo è tornato dentro
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Fuori
mugghia il vento, ed il primo pensiero cosciente della giornata si
infila tra il modà anì ed un sospiro, sarebbe bello poter restare
accartocciati con il piumone nel letto e lasciare il mondo là, fuori.
Le cose non possono però andare così, e tocca darsi una scrollata ed
iniziare a correre, tutto fantozzianamente calcolato, compresi gli
imprevisti.
Sara Valentina Di Palma
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L'Espresso e il 1967
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Negli
scorsi giorni questo notiziario ha pubblicato una nota nella quale si
sosteneva che quanto scritto nel mio articolo Un Espresso avvelenato,
pubblicato il giorno prima, e cioè che “L’Espresso” sostenne lo Stato
d’Israele durante la guerra dei Sei giorni, “non corrisponde a verità”,
non solo, ma che il settimanale fu “nettamente antisraeliano”.
Devo rispondere all’autore che la sua memoria lo inganna.
Valentino Baldacci
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