Alberto
Moshe
Somekh,
rabbino
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Commentando
uno dei primi versetti della Parashat Lekh Lekhà (Bereshit 12,6) che
narra degli spostamenti di Avraham nostro Padre in Eretz Kena’an
soffermandosi su dettagli apparentemente irrilevanti, Nachmanide
illustra il principio Ma’asseh avòt simàn la-bbanim (“Ciò che è
accaduto ai padri è un segno per i figli”).
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Giorgio Berruto
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“Quand’ero
piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un
libro: perché le persone le si può uccidere come formiche”. E invece un
libro no; di un libro – prosegue Amos Oz nel suo capolavoro Una storia
di amore e di tenebra – rimarrà sempre almeno una copia “su un ripiano
dimenticato di qualche sperduta biblioteca”.
I libri sono tra i protagonisti del più autobiografico romanzo dello
scrittore israeliano. L’amore per la carta, l’inchiostro e i caratteri
viene a Oz dai genitori.
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Afghanistan, anno zero
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Il
2019, per l’Afghanistan, rischia di essere l’anno zero. “Siamo a 6000
miglia dall’Afghanistan, perché dobbiamo stare laggiù?” ha detto il
presidente americano Donald Trump. Un esempio che, sostiene Repubblica,
è destinato a venire seguito dai 7500 soldati della Nato di 38 diverse
nazionalità, Italia inclusa (ieri un razzo ha centrato un blindato
italiano a Herat, fortunatamente senza vittime e feriti). Presto 200
soldati rientreranno in patria, sostituiti da una compagnia albanese.
“Ma è dal 2016 – prosegue Repubblica – che si pianifica la fine della
missione, che già l’allora ministra Roberta Pinotti non riteneva
strategica per l’interesse nazionale, e più volte Luigi Di Maio ha
parlato di ritiro totale”.
Si affinano le manovre tra i diversi gruppi e le diverse forze che si
sfideranno alle prossime elezioni europee. Repubblica al riguardo
segnala la prossima visita del ministro Salvini in Polonia, dove
incontrerà tra gli altri Jaroslaw Kaczynski. Appuntamento che sarà
seguito da una visita dal nuovo presidente brasiliano Jair Bolsonaro in
febbraio. “L’Internazionale sovranista – si legge – punta a conquistare
quei 130-140 seggi che le consentirebbero di sedere in una posizione di
forza al tavolo delle trattative col Ppe di Manfred Weber. È la
missione di Salvini, che ha già annunciato la sua candidatura alle
Europee, probabilmente in tutte le circoscrizioni italiane”. Del nuovo
partito in formazione “non farebbe parte Viktor Orbàn, che ha già fatto
sapere agli amici dell’Internazionale di voler resterà nel Ppe, dove
potrà giocare di sponda”.
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parla il docente che ha aperto il caso
'Ora di religione, la mia battaglia per una scuola davvero di tutti' Un
sano gusto per la polemica, la profonda convinzione che la scuola
pubblica debba essere laica, un più sfumato anticlericalismo, una buona
dose di anticonformismo e una meticolosità fuori dall’ordinario. Sono
alcuni degli ingredienti che hanno portato Andrea Atzeni, docente di
Storia e Filosofia di Milano, a scrivere un’approfondita inchiesta –
pubblicata da Pagine Ebraiche in tre puntate – sull’ora di religione
nella scuola italiana e su come i libri di testo adottati per
insegnarla trattino l’ebraismo. “Avevo visto un ragazzo a scuola con un
libro di testo di religione e mi era venuta la curiosità di vedere se
effettivamente veicolasse semplicemente contenuti culturali, storici,
come più volte mi era stato detto” racconta in un caffè a poca distanza
dalla sua nuova scuola, il liceo scientifico statale “Leonardo da
Vinci”, nel pieno centro di Milano. L’anno precedente, spiega con una
riconoscibile inflessione sarda, era stato in periferia ma “ho chiesto
il trasferimento. Era una classe per così dire troppo vivace e
complicata da gestire. Le storie delle difficoltà delle scuole di
periferia non sono semplici miti, purtroppo. Io insegnavo nella sezione
ad indirizzo sportivo di questo liceo: l’impressione era che bastasse
già questo aggettivo, sportivo, per portare gli studenti ad
autoselezionarsi in base allo scarso interesse per lo studio”. Entrato
nel mondo della scuola nel 2008, dopo una laurea in Filosofia a
Cagliari e a sette anni di distanza dall’aver partecipato al concorso
pubblico per insegnanti, Atzeni descrive in modo molto analitico la
situazione che si è trovato davanti. Tra le perplessità, il rapporto
ancora così stringente tra l’istituzione pubblica e la Chiesa
cattolica. “Ad esempio nel mio liceo si è tenuto nell’ultimo giorno di
lezioni a dicembre, una messa in memoria di alcuni ragazzi morti alcuni
anni fa durante il loro percorso scolastico. Prima, è passata una
circolare per avvisare che al termine delle lezioni, nei locali della
scuola, si sarebbe tenuta la messa. Ovviamente credo si abbia pieno
diritto di commemorare come si desidera questi lutti ma mi lascia
perplesso che lo si faccia all’interno dell’istituto, che è pubblico e
laico. Anche se tutti gli studenti fossero cattolici, non penso che la
scuola pubblica sia il luogo dove esprimersi in termini confessionali”.
A lungo docente in un Liceo di Varese, prima di spostarsi su Milano,
Atzeni sottolinea il suo stupore nel vedere come il tema “scuola e
religione cattolica” non sia cambiato molto rispetto agli anni in cui
era lui lo studente.
Professore, da dove nasce questo suo interesse per l’insegnamento dell’ora di religione nelle scuola italiana?
Ero al liceo negli anni in cui è cambiata la normativa, '85-86, quando
religione era diventata una materia facoltativa e quindi in teoria le
scuole avrebbero dovuto attivare anche l’ora alternativa per gli
studenti. Nella mia classe ero stato l’unico a scegliere di non
giovarmi dell’ora di religione cattolica e in realtà la scuola mi
teneva in classe con i compagni e alla fine avevo anche la valutazione
del docente di religione, un sacerdote. Era anche simpatico ma mi
lasciava perplesso il fatto che durante la sua ora in sostanza si
facesse chiacchiera su tematiche generali, ovviamente riportate con una
visione clericale. Non c’era ad esempio nessun approfondimento sulla
Bibbia, che sarebbe anche stato legittimo. E poi contestavo, più per
una questione di principio, il fatto che la scuola mi tenesse in
classe.
Daniel Reichel, Pagine Ebraiche gennaio 2019 Leggi
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la visita di netanyahu vista dal brasile 'Bolsonaro-Bibi, svolta radicale' Un’amicizia
destinata a lasciare il segno, quella tra il Primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu e il nuovo presidente brasiliano Jair Bolsonaro. È
l’opinione dei principali media del paese sudamericano, che hanno dato
molta enfasi alla visita di Netanyahu, ai suoi incontri, alle parole e
ai gesti che hanno caratterizzato questa missione nei giorni
dell’insediamento del controverso ex militare alla guida del Paese.
“Questa visita è stata unica e storica. Un cambio radicale nelle
relazioni tra i due paesi. Un grande inizio di 2019” ha affermato nelle
scorse ore Yossi Shelley, ambasciatore israeliano in Brasile,
interpellato dalla Jewish Telegraphic Agency.
Entusiasmo condiviso da Freddy Glatt, 90 anni, presidente
dell’associazione brasiliana di sopravvissuti alla Shoah che ha accolto
per lo Shabbat il Premier di Israele e sua moglie Sara. “La sua visita
– ha commentato – ha mostrato ai brasiliani le cose belle di Israele.
Nonostante le consuete critiche da sinistra, Netanyahu si è comportato
con gentilezza e semplicità”. E questo, a suo dire, avrebbe avuto un
impatto positivo sull’opinione pubblica locale.
Nelle
sue giornate in Brasile Netanyahu ha incontrato leader ebraici di
diversi Stati brasiliani, compresi quelli preoccupati per l’impatto di
una figura estrema come Bolsonaro.
“La comunità ebraica è piuttosto diversificata e lavoreremo in modo che
le differenze politiche non influenzino la nostra unità” ha detto
Fernando Lottenberg, presidente degli ebrei brasiliani. Leggi
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JCIAK Amos Oz, racconto per immagini Nella
memoria restano le immagini di Gerusalemme al crocevia
dell’Indipendenza. Le sue vie povere e buie, la sua umanità tormentata
e sempre di fretta, le piogge torrenziali dove i sogni della madre
Fania finiscono per naufragare. Al cinema il mondo di Amos Oz, il
grande scrittore israeliano appena mancato, resterà legato a Sognare è
vivere, diretto e interpretato dall’israelo-americana Natalie Portman,
che nel 2015 ha trasposto sullo schermo Storia d’amore e di tenebra, la
monumentale autobiografia di Oz.
Focalizzato sugli anni fra il 1945 e il 1947, il film narra la nascita
di uno scrittore sullo sfondo della nascita dello Stato d’Israele. In
una magnifica ricostruzione d’epoca, che alterna al girato preziosi
footage storici, entriamo nel cuore del legame tragico e tenerissimo
fra Amos e la madre Fania, interpretata dalla stessa Portman.
Daniela Gross Leggi
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Setirot
- Israele
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Che
cosa ci ha preso un po’ a tutti? Imbarazzo? Coda di paglia?
Smarrimento? Fatto sta che dopo l’annuncio delle elezioni anticipate in
Israele è calato il silenzio più assoluto. Eppure la politica
israeliana, generalmente, non manca di infiammare dibattiti e
discussioni talvolta al limite della decenza, e stupisce che non ci si
infervori riguardo al 9 aprile prossimo venturo.
Stefano Jesurum, giornalista
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Appunti di fine anno civile
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Inviare
pensieri positivi alla tua insegnante di latino e greco del ginnasio,
all’improvviso gravemente malata. Non sembra tanto tempo fa che diceva
burbera, tra un aoristo ed un duale, ricordate che non sono la vostra
mamma. E invece era almeno un paio di vite fa.
Decidere di non andare in piscina per la prima volta con tuo figlio
neonato per compiere invece una mitzvà che non dovrebbe esserci, in un
momento triste.
Sara Valentina Di Palma
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Le tribù del calcio
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È
necessario tornare su quanto accaduto a Milano in occasione della
partita Inter-Napoli perché molto forte è la sensazione che anche
questa volta tutto tenda a rientrare nell’alveo del “già visto”, di una
ripetitività certamente inaccettabile ma, appunto perché ripetitiva, in
qualche modo “normale”. Verrebbe quasi da dire rassicurante, se non si
riferisse ad un atteggiamento tra i più ignobili, il razzismo.
Rassicurante, perché tutto ciò che è già noto svolge in qualche modo
una funzione di rassicurazione, permette di inserire quanto avvenuto
dentro e fuori dello stadio di San Siro in una categoria che tutti i
commentatori possono deprecare con toni più o meno alti, più o meno
convincenti.
Valentino Baldacci
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