Paolo Sciunnach, insegnante
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Può esistere un’identità ebraica laica?
Si può definire l’appartenenza al popolo ebraico prescindendo dalla Halachà?
Si può appartenere ad una comunità ebraica prescindendo dalla tradizione?
Si può essere ebrei soltanto dal punto di vista nazionale e non religioso?
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Nulla
di peggio che trasformare le speranze in illusioni, sapendo bene,
nell’intimo, che di illusioni si tratta. Prima o poi verrà il momento
di risvegliarsi e dover guardare in faccia la realtà. Non sarà facile,
allora, inventarsi giustificazioni. Accade spesso quando, nella ricerca
del meglio, ci si affida a chi promette ideali assoluti – trasparenza,
condivisione, coerenza, onestà, verità. Ma gli assoluti non pagano mai.
Presto o tardi il reale ci coglierà impreparati, magari con un tonfo.
“Scenderemo nel gorgo muti”, e con tutta la nostra ingenuità.
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Migranti alla deriva
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Mentre
le navi delle ong Sea Watch e Sea Eye con a bordo 49 migranti sono in
emergenza al largo di Malta – le persone a bordo sono ormai “allo
stremo delle forze”, fanno sapere le ong – la questione sarà al centro
del Consiglio dei ministri degli Affari generali Ue a Bruxelles. Il
governo italiano, sulla linea del ministro degli Interni Matteo
Salvini, conferma di non accettare nessuno sbarco. Secondo fonti Ue un
gruppo di Paesi europei avrebbe ora dato disponibilità ad accogliere i
49 migranti a patto che Malta ne consenta lo sbarco: l’Italia,
nell’idea del Premier Conte, avrebbe aperto ad accogliere 15 persone ma
Salvini si è opposto anche a questa soluzione, riporta Repubblica.
Le Regioni contro il decreto sicurezza. Continua intanto la
mobilitazione di alcune regioni italiane per aprire i porti alla Sea
Watch e Sea Eye e al contempo contro il decreto sicurezza: Piemonte,
Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Calabria, Basilicata e Sardegna
sono pronte a presentare un ricorso alla Corte costituzionale contro il
decreto, scrive il Corriere che nell’articolo riporta anche
l’intervento della Comunità ebraica di Roma rispetto al caso delle due
navi a cui non viene concesso di sbarcare: “La vita umana è sacra e
deve essere anteposta a qualsiasi considerazione politica”.
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LE PAROLE DI RIVLIN "Finiscano attacchi allo Shin Bet,
ci difende contro ogni minaccia"
Sul
caso dell’omicidio della palestinese Aisha Rabi in Cisgiordania è
necessario lasciare lavorare lo Shin Bet e non cercare di
delegittimarlo. È il messaggio recapitato dal Presidente d’Israele
Reuven Rivlin a chi negli scorsi giorni ha attaccato il servizio di
intelligence interno per la gestione del caso Rabi, la 47enne
palestinese uccisa dal lancio di una grossa pietra sul parabrezza della
sua auto mentre viaggiava nei pressi dello snodo di Tapuach, in
Cisgiordania. Lo Shin Bet ha arrestato cinque minorenni considerati
coinvolti nell’attacco. Secondo quanto dichiarato dallo stesso servizio
di sicurezza si tratta di studenti della yeshiva Pri Ha’aretz
dell’insediamento israeliano di Rehelim, in Cisgiordania. “Dal giorno
degli arresti lo Shin Bet ha riscontrato un continuo e intenso sforzo
da parte di alcuni di delegittimare l’organizzazione, i suoi agenti, le
sue attività. – le parole di una nota diffusa dallo stesso servizio di
intelligence – Questo tentativo deve essere condannato e nulla deve
essere fatto per indebolire lo Shin Bet nella sua lotta al terrore, sia
esso ebraico o palestinese. Nel nome dei valori dello Stato e della
sicurezza nazionale”.
“Non c’è democrazia senza critiche, anche alle nostre istituzioni più
vitali, ma dobbiamo guardarci dagli attacchi irresponsabili a persone
che hanno il compito di difendere e proteggere Israele da minacce
interne ed esterne”, ha ammonito il Presidente Rivlin parlando di uno
Shin Bet sotto attacco. Leggi
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il presidente della federcalcio palestinese "Nazionale, niente convocazione
se giochi in un club israeliano"
Giocatori
arabi impegnati nel campionato israeliano di calcio non potranno far
parte della squadra nazionale palestinese. Così, rivela il sito
israeliano Walla!, si sarebbe perentoriamente espresso il presidente
della federazione Jibril Rajoub in risposta a una richiesta arrivata
dall’allenatore della rappresentativa, impegnata in questi giorni nella
fase a gironi della Coppa d’Asia (esordio domenica scorsa con la Siria,
prossimi incontri con Australia e Giordania).
Tra i calciatori indicati dall’allenatore, il coach algerino Noureddine
Ould Ali, figura Ala’a Abu Saleh, in forza all’Hapoel Iksal. Vanamente,
riferisce Walla!, il tecnico avrebbe provato in passato a farlo
tesserare per team stranieri così da aggirare questo che per Rajoub è
stato e continua ad essere un ostacolo insormontabile. Altro nome
indicato, si legge, quello del calciatore Ali Khatib dell’Hapoel Hadera.
Torna quindi a far discutere la figura del dirigente palestinese, che
ha un passato di terrorista e che ha trascorso 17 anni nelle carceri
israeliane, cui la scorsa estate la Fifa ha imposto un anno di divieto
assoluto di partecipazione a manifestazioni calcistiche di ogni tipo.
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"alcune storture" a convegno
Il pensiero forte e il ministro
L’attivista
ospite fisso dei dossier stilati periodicamente dall’Osservatorio
Antisemitismo del Cdec per le sue attività di odio antisemita sul web.
E un ministro della Repubblica vicesegretario federale della Lega.
Maurizio Blondet e l’onorevole Lorenzo Fontana, invitati a confrontarsi
insieme ad altri ospiti su “Le basi di una rinascita nazionale”.
Questo il titolo di un convegno in due giornate organizzato per il
prossimo 19 e 20 gennaio a Montecatini Terme da “Il pensiero forte”,
pubblicazione che si definisce “politicamente scorretta” e che annovera
tra i suoi collaboratori lo stesso Blondet ed è diretta dall’estremista
di destra Adriano Tilgher, ex dirigente di Avanguardia Nazionale e di
Fiamma Tricolore.
Tra gli ospiti annunciati nella locandina, oltre a Blondet e al
ministro Fontana, la cui presenza è considerata “in attesa di
conferma”, la scrittrice Silvana De Mari, recentemente condannata per
omofobia; l’imbarazzante sovranista da talk show Diego Fusaro;
animatori di siti di “controinformazione” come Paolo Borgognone e Ouday
Ramadan.
Nel dicembre del 2017, facendo la cronaca di una surreale conferenza
svoltasi a Roma con la partecipazione tra gli altri di un esponente
palestinese, Tilgher aveva espresso il suo compiacimento per la tesi,
cavallo di battaglia degli antisemiti di ogni dove, secondo cui “gli
organi di informazione mondiali” sarebbero asserviti al sionismo.
Per non parlare della sua ammirazione per Hitler, che in un’intervista
di qualche anno fa era definito: “Un uomo che ha lottato per il suo
popolo, incorrendo, secondo la storiografia ufficiale, in alcune
storture”. Leggi
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Male assoluto, male relativo
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“La
disparition de Joseph Mengele”, di Olivier Guez (2017, edizione
italiana 2018, dal titolo “La scomparsa di Josef Mendele") oltre ad
essere un capolavoro di romanzo quale involucro ideale dove convogliare
una pergamena perché giunga a noi senza lacune di sorta, ci trascina
verso l’Argentina dei tempi di “Gilda” con Glenn Ford e Rita Hayworth,
indi ci fa attraversare gli incubi paraguaiani, per poi far calare il
sipario negli anfratti più squallidi del Brasile.
Emanuele Calò
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Una strada diversa
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“E
quando uno straniero faccia dimora con voi nel vostro paese, non dovete
fargli sopruso. Lo straniero dimorante con voi dev’essere per voi
uguale ad un vostro indigeno, ed amerai per lui quel che ami per te;
perché (anche voi) siete stati stranieri nella terra d’Egitto. Sono Io,
il Signore, Dio vostro.” (Levitico, 19, 33-34).
Il significato profondo di questo celebre passo della parashà di
Kedoshim risiede nel radicare la genesi, il senso stesso
dell’accoglienza e dell’aiuto fornito al forestiero
nell’immedesimazione.
David Sorani
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