Alberto Sermoneta, rabbino
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Nella
parashà di BO viene descritta la preparazione degli ebrei all'abbandono
della schiavitù, dopo quattrocento trenta anni. Nonostante la non
ancora condizione di popolo, essi ricevono la prima mitzvah: "questo
mese sarà per voi il capo dei mesi, sarà il primo dei mesi dell'anno".
In poche parole, la prima mitzvah che il popolo riceve è quella della gestione del proprio tempo.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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C'è
qualcosa che non quadra nel mondo della comunicazione. Direi un'assenza
di disciplina e di responsabilità. Prendiamo la lotta contro il
razzismo negli stadi e più in generale nello sport. Un'intera
organizzazione complessa, che coinvolge associazioni, realtà cittadine
e su su fino alla presidenza del consiglio si muove per promuovere un
evento come "Run for Mem" (Torino, 27 gennaio prossimo). Una gara
podistica non competitiva alla sua terza edizione che sulla falsariga
del ricordo della Shoah intende trasmettere il valore positivo,
aggregante e profondamente umano dell'attività sportiva, contro ogni
discriminazione o forma di razzismo. Parteciperanno probabilmente
moltissime persone, e si tratta di un evento che - come si dice in
gergo giornalistico - "fa notizia", soprattutto in un'epoca in cui
quando si parla di sport sempre più spesso siamo costretti ad associare
il lemma "violenza".
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Usa e il Medio Oriente,
la nuova dottrina
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“Questo
è il vero nuovo inizio”. Dal Cairo il segretario di Stato americano
Mike Pompeo cancella la politica di Barack Obama in Medio
Oriente, troppo indulgente, a suo giudizio, verso il terrorismo
radicale islamico e troppo accondiscendente verso l'Iran. “Le nazioni
del Medio Oriente non godranno mai della sicurezza, la stabilità
economica e la realizzazione dei loro sogni, se il regime
rivoluzionario iraniano persisterà nella traiettoria attuale”, ha
dichiarato Pompeo, parlando della dottrina estera della Casa Bianca
targata Trump ed enunciando tra gli obiettivi il rafforzamento delle
alleanze di lungo termine, come quelle con Arabia, Egitto ed Israele, e
la costruzione di nuove, spiega La Stampa. Il ritiro dalla Siria
annunciato dal presidente Usa – e che preoccupa molti alleati tra cui
Israele – non è stato citato al Cairo ma Pompeo ha promesso che gli
Stati Uniti continueranno “a lavorare con i nostri partner per
sconfiggere l'Isis, e dare la caccia ai terroristi in tutto il Medio
Oriente e il mondo”. Intanto in America, Trump si è recato in Texas per
rilanciare la sua battaglia per la costruzione del muro al confine con
il Messico. ll presidente ha poi ripetuto di “essere pronto, se
necessario, a dichiarare lo stato di emergenza nazionale” e quindi a
usare i fondi del Pentagono (Corriere). O dirottare – riporta il
Washington Post – quelli stanziati per gli aiuti proprio al Texas e a
Porto Rico, colpiti dagli uragani.
Dall'Università alla salute, Torino collabora con Israele. “Sono qui
anche per approfondire le cooperazioni accademiche e legate alla
ricerca tecnologica tra i nostri due Paesi. Da questo tipo di rapporti
possono nascere le basi per future cooperazioni industriali. Torino,
quando si parla di industria, è il polo di un vitale ecosistema del
settore e il nostro ufficio di Milano è sempre attivo anche in
Piemonte”, così l'ambasciatore d'Israele Ofer Sachs – in visita nel
capoluogo piemontese - in un'intervista pubblicata sul dorso torinese
de La Stampa. Dal nuovo Parco della Salute, passando per la
collaborazione con l'Università, fino all'aerospazio, sono alcuni dei
temi toccati durante la visita torinese di Sachs che a Repubblica –
sulla partnership con l'ateneo – spiega: “Dobbiamo individuare quali
aree siano più interessanti, ma con il rettore Ajani abbiamo parlato di
cercare settori dove costruire master e corsi di dottorato binazionali.
Questo sarà il prossimo passaggio”.
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la campagna social #WeRemember
Il popolo del web per la Memoria
Una foto per non dimenticare
#WeRemember.
Proteggi il passato, rispetta il futuro. È uno degli slogan della
campagna a cui ha aderito l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
lanciata dal World Jewish Congress per il Giorno della Memoria.
Un'iniziativa volta a sensibilizzare, attraverso un uso positivo dei
social network, il grande pubblico sulla necessità di non dimenticare
la Shoah e l'orrore nazifascista. Più di 1,5 milioni e mezzo di persone
in tutto il mondo hanno scelto di partecipare lo scorso anno al
progetto lanciato dal World Jewish Congress e quest'anno, spiega
l'organizzazione, l'auspicio è di superare quella cifra. Partecipare è
semplice: basta prendere carta e penna, scrivere su un foglio
#WeRemember, scattarsi una foto insieme al cartello e postarla sui
propri profili Facebook, Twitter, Instagram. Leggi
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il 16 gennaio a roma
Memoria, il canto delle donne
“Sul palco la nostra resilienza”
Canterà
a memoria, senza spartito, in ceco, russo, yiddish e tedesco. La
cantante e musicista Cristina Zavalloni sarà la voce di “Libero è il
mio canto – Musiche di donne deportate”, il concerto promosso
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme a Palazzo Chigi in
collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Università
Ebraica di Gerusalemme e Rai Cultura. Appuntamento a mercoledì 16 alle
20.30 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Diciotto brani composti tra 1933 e il 1953 da donne recluse in ghetti,
campi nazisti, gulag russi, campi italiani e giapponesi e Zigeunerblock
per i rom, raccolti da Francesco Lotoro nel quadro del suo impegno per
salvare dall’oblio la musica concentrazionaria. Leggi
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il 27 gennaio a torino - si parte alle 11.15
Run for Mem, la corsa per la vita
Correre
per la Memoria, correre per la vita, correre per il futuro. Terzo
appuntamento, il 27 gennaio prossimo a Torino, con la Run for Mem. La
corsa per un ricordo consapevole, organizzata dall’UCEI con la Comunità
ebraica locale, avrà come testimonial d’eccezione Shaul Ladany.
Sopravvissuto bambino al lager, scampato poi all’attacco palestinese ai
Giochi di Monaco del ’72, l’ex podista israeliano si prepara a questa
nuova prova con il consueto slancio. E con la consapevolezza di
incarnare, con la sua stessa presenza, un messaggio profondo.
Due i percorsi previsti: uno di circa 10 chilometri per gli atleti e il
secondo di circa quattro chilometri, entrambi con partenza da Piazza
San Carlo alle 11.15. Leggi
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il calendario delle iniziative
Cdec, l'impegno per la Memoria
Proiezioni,
conferenze, presentazioni di libri. Il programma per il Giorno della
Memoria del Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano
anche quest'anno è ricco di appuntamenti che toccano il tema della
persecuzione attraverso diverse lenti. Il 15 gennaio sarà ad esempio
proiettato a Milano, dopo la presentazione a Montecitorio e alla Festa
del Cinema di Roma, il nuovo documentario La Razzia - Roma, 16 ottobre
1943 prodotto da Forma International, Fondazione Museo della Shoah -
Onlus in collaborazione con Rai Cinema e diretto da Ruggero Gabbai. Il
documentario, scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto con
inedite testimonianze sull'unico rastrellamento nazista in Italia, sarà
proiettato alle 20.30 al Cinema Orfeo e seguirà un dibattito con il
presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il regista
e gli autori del film. Leggi
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liliana segre incontra gli studenti a ferrara
"Ai miei nipoti ideali dico:
lottate contro l'indifferenza"
Un
incontro atteso, emozionante, necessario. È quello che si è tenuto
questa mattina al Teatro Nuovo di Ferrara tra la senatrice Liliana
Segre e oltre settecento studenti di ventidue scuole medie e superiori
della città e della provincia, in apertura delle iniziative per il
Giorno della Memoria. A organizzarlo, il Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah, con il supporto dell'Istituto di Storia
Contemporanea.
Dopo i saluti delle autorità – il prefetto di Ferrara, Michele
Campanaro, il sindaco Tiziano Tagliani, Dario Disegni e Simonetta Della
Seta, rispettivamente presidente e direttore del MEIS, Giovanni Desco,
dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale, e Anna Quarzi,
presidente di ISCO – la parola è passata alla Segre, che un anno fa,
nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziali, è stata nominata
senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
75190
è il numero che le fu tatuato sul braccio ad Auschwitz, dove venne
deportata a tredici anni, insieme al padre. Pagine dolorose che, negli
ultimi trent’anni, Liliana ha raccontato a quasi trecentomila ragazzi:
“E di questo voglio ringraziare le scuole e gli insegnanti che hanno
sentito il proprio lavoro come una missione, preparando i giovani che
anno dopo anno diventano grandi, fanno delle domande e delle scelte. A
loro, miei nipoti ideali, dico di ascoltarmi come si ascolta una nonna,
senza pensare a me come a una Testimone, una sopravvissuta”.
(Nell'immagine in alto Liliana Segre con gli studenti al Teatro Nuovo
di Ferrara. Nell'immagine in basso, di Marco Caselli Nirmal, la
senatrice Segre con Dario Disegni e Simonetta Della Seta –
rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – in visita al Meis). Leggi
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Ricordarsi degli ebrei antifascisti
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La
mia generazione (per lo meno a Torino) è cresciuta con l’idea più o
meno inconscia che gli ebrei siano stati sostanzialmente tutti
antifascisti; magari non attivi, ma certamente - se non altro nel
chiuso delle loro case - non favorevoli al fascismo. Non so se questa
percezione fosse altrettanto diffusa fuori dal mondo ebraico, ma mi
pare probabile che fosse così in un contesto in cui si parlava
genericamente di deportati senza distinguere gli ebrei dagli altri e si
parlava dei lager come se Auschwitz fosse uno dei tanti. La memoria
della Shoah, insomma, era un piccolo capitolo nella memoria
dell’antifascismo e della Resistenza, e quindi mi pare logico supporre
che gli ebrei che ne erano stati vittima fossero percepiti come un
sottoinsieme dei perseguitati politici.
Anna Segre, insegnante
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Assuefatti all'odio |
Certo
i paragoni tra i politici del nostro presente e i dittatori sanguinari
del secolo scorso sono magari eccessivi. Rispetto al passato, non siamo
probabilmente di fronte a vere e proprie ideologie totalitarie con una
visione del mondo e degli scopi ben delineati. Piuttosto, un
indeterminato calderone ribollente che inghiotte e rispunta fuori gli
umori della “ggente”. Naturale che in questo clima di esaltazione
dell’ignoranza i nostalgici dei vecchi fascismi, i cultori dell’”uomo
forte”, e revisionisti di ogni risma siano tornati alla carica, come in
un invito a nozze.
Francesco Moises Bassano
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