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11 gennaio 2019 - 5 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
Nella parashà di BO viene descritta la preparazione degli ebrei all'abbandono della schiavitù, dopo quattrocento trenta anni. Nonostante la non ancora condizione di popolo, essi ricevono la prima mitzvah: "questo mese sarà per voi il capo dei mesi, sarà il primo dei mesi dell'anno".
In poche parole, la prima mitzvah che il popolo riceve è quella della gestione del proprio tempo.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
C'è qualcosa che non quadra nel mondo della comunicazione. Direi un'assenza di disciplina e di responsabilità. Prendiamo la lotta contro il razzismo negli stadi e più in generale nello sport. Un'intera organizzazione complessa, che coinvolge associazioni, realtà cittadine e su su fino alla presidenza del consiglio si muove per promuovere un evento come "Run for Mem" (Torino, 27 gennaio prossimo). Una gara podistica non competitiva alla sua terza edizione che sulla falsariga del ricordo della Shoah intende trasmettere il valore positivo, aggregante e profondamente umano dell'attività sportiva, contro ogni discriminazione o forma di razzismo. Parteciperanno probabilmente moltissime persone, e si tratta di un evento che - come si dice in gergo giornalistico - "fa notizia", soprattutto in un'epoca in cui quando si parla di sport sempre più spesso siamo costretti ad associare il lemma "violenza".
 
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Usa e il Medio Oriente,
la nuova dottrina
“Questo è il vero nuovo inizio”. Dal Cairo il segretario di Stato americano Mike Pompeo cancella la politica di Barack Obama in Medio Oriente,  troppo indulgente, a suo giudizio, verso il terrorismo radicale islamico e troppo accondiscendente verso l'Iran. “Le nazioni del Medio Oriente non godranno mai della sicurezza, la stabilità economica e la realizzazione dei loro sogni, se il regime rivoluzionario iraniano persisterà nella traiettoria attuale”, ha dichiarato Pompeo, parlando della dottrina estera della Casa Bianca targata Trump ed enunciando tra gli obiettivi il rafforzamento delle alleanze di lungo termine, come quelle con Arabia, Egitto ed Israele, e la costruzione di nuove, spiega La Stampa. Il ritiro dalla Siria annunciato dal presidente Usa – e che preoccupa molti alleati tra cui Israele – non è stato citato al Cairo ma Pompeo ha promesso che gli Stati Uniti continueranno “a lavorare con i nostri partner per sconfiggere l'Isis, e dare la caccia ai terroristi in tutto il Medio Oriente e il mondo”. Intanto in America, Trump si è recato in Texas per rilanciare la sua battaglia per la costruzione del muro al confine con il Messico. ll presidente ha poi ripetuto di “essere pronto, se necessario, a dichiarare lo stato di emergenza nazionale” e quindi a usare i fondi del Pentagono (Corriere). O dirottare – riporta il Washington Post – quelli stanziati per gli aiuti proprio al Texas e a Porto Rico, colpiti dagli uragani.

Dall'Università alla salute, Torino collabora con Israele. “Sono qui anche per approfondire le cooperazioni accademiche e legate alla ricerca tecnologica tra i nostri due Paesi. Da questo tipo di rapporti possono nascere le basi per future cooperazioni industriali. Torino, quando si parla di industria, è il polo di un vitale ecosistema del settore e il nostro ufficio di Milano è sempre attivo anche in Piemonte”, così l'ambasciatore d'Israele Ofer Sachs – in visita nel capoluogo piemontese - in un'intervista pubblicata sul dorso torinese de La Stampa. Dal nuovo Parco della Salute, passando per la collaborazione con l'Università, fino all'aerospazio, sono alcuni dei temi toccati durante la visita torinese di Sachs che a Repubblica – sulla partnership con l'ateneo – spiega: “Dobbiamo individuare quali aree siano più interessanti, ma con il rettore Ajani abbiamo parlato di cercare settori dove costruire master e corsi di dottorato binazionali. Questo sarà il prossimo passaggio”.
 
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  davar
la campagna social #WeRemember
Il popolo del web per la Memoria
Una foto per non dimenticare

#WeRemember. Proteggi il passato, rispetta il futuro. È uno degli slogan della campagna a cui ha aderito l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lanciata dal World Jewish Congress per il Giorno della Memoria. Un'iniziativa volta a sensibilizzare, attraverso un uso positivo dei social network, il grande pubblico sulla necessità di non dimenticare la Shoah e l'orrore nazifascista. Più di 1,5 milioni e mezzo di persone in tutto il mondo hanno scelto di partecipare lo scorso anno al progetto lanciato dal World Jewish Congress e quest'anno, spiega l'organizzazione, l'auspicio è di superare quella cifra. Partecipare è semplice: basta prendere carta e penna, scrivere su un foglio #WeRemember, scattarsi una foto insieme al cartello e postarla sui propri profili Facebook, Twitter, Instagram.
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il 16 gennaio a roma
Memoria, il canto delle donne
“Sul palco la nostra resilienza”

Canterà a memoria, senza spartito, in ceco, russo, yiddish e tedesco. La cantante e musicista Cristina Zavalloni sarà la voce di “Libero è il mio canto – Musiche di donne deportate”, il concerto promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme a Palazzo Chigi in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Università Ebraica di Gerusalemme e Rai Cultura. Appuntamento a mercoledì 16 alle 20.30 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Diciotto brani composti tra 1933 e il 1953 da donne recluse in ghetti, campi nazisti, gulag russi, campi italiani e giapponesi e Zigeunerblock per i rom, raccolti da Francesco Lotoro nel quadro del suo impegno per salvare dall’oblio la musica concentrazionaria.
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il 27 gennaio a torino - si parte alle 11.15
Run for Mem, la corsa per la vita
Correre per la Memoria, correre per la vita, correre per il futuro. Terzo appuntamento, il 27 gennaio prossimo a Torino, con la Run for Mem. La corsa per un ricordo consapevole, organizzata dall’UCEI con la Comunità ebraica locale, avrà come testimonial d’eccezione Shaul Ladany.
Sopravvissuto bambino al lager, scampato poi all’attacco palestinese ai Giochi di Monaco del ’72, l’ex podista israeliano si prepara a questa nuova prova con il consueto slancio. E con la consapevolezza di incarnare, con la sua stessa presenza, un messaggio profondo.
Due i percorsi previsti: uno di circa 10 chilometri per gli atleti e il secondo di circa quattro chilometri, entrambi con partenza da Piazza San Carlo alle 11.15.
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il calendario delle iniziative
Cdec, l'impegno per la Memoria
Proiezioni, conferenze, presentazioni di libri. Il programma per il Giorno della Memoria del Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano anche quest'anno è ricco di appuntamenti che toccano il tema della persecuzione attraverso diverse lenti. Il 15 gennaio sarà ad esempio proiettato a Milano, dopo la presentazione a Montecitorio e alla Festa del Cinema di Roma, il nuovo documentario La Razzia - Roma, 16 ottobre 1943 prodotto da Forma International, Fondazione Museo della Shoah - Onlus in collaborazione con Rai Cinema e diretto da Ruggero Gabbai. Il documentario, scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto con inedite testimonianze sull'unico rastrellamento nazista in Italia, sarà proiettato alle 20.30 al Cinema Orfeo e seguirà un dibattito con il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il regista e gli autori del film.
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liliana segre incontra gli studenti a ferrara  
"Ai miei nipoti ideali dico:
lottate contro l'indifferenza"

Un incontro atteso, emozionante, necessario. È quello che si è tenuto questa mattina al Teatro Nuovo di Ferrara tra la senatrice Liliana Segre e oltre settecento studenti di ventidue scuole medie e superiori della città e della provincia, in apertura delle iniziative per il Giorno della Memoria. A organizzarlo, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, con il supporto dell'Istituto di Storia Contemporanea.
Dopo i saluti delle autorità – il prefetto di Ferrara, Michele Campanaro, il sindaco Tiziano Tagliani, Dario Disegni e Simonetta Della Seta, rispettivamente presidente e direttore del MEIS, Giovanni Desco, dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale, e Anna Quarzi, presidente di ISCO – la parola è passata alla Segre, che un anno fa, nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziali, è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
75190 è il numero che le fu tatuato sul braccio ad Auschwitz, dove venne deportata a tredici anni, insieme al padre. Pagine dolorose che, negli ultimi trent’anni, Liliana ha raccontato a quasi trecentomila ragazzi: “E di questo voglio ringraziare le scuole e gli insegnanti che hanno sentito il proprio lavoro come una missione, preparando i giovani che anno dopo anno diventano grandi, fanno delle domande e delle scelte. A loro, miei nipoti ideali, dico di ascoltarmi come si ascolta una nonna, senza pensare a me come a una Testimone, una sopravvissuta”.

(Nell'immagine in alto Liliana Segre con gli studenti al Teatro Nuovo di Ferrara. Nell'immagine in basso, di Marco Caselli Nirmal, la senatrice Segre con Dario Disegni e Simonetta Della Seta – rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – in visita al Meis).
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l'incontro al museo ebraico della capitale
Roma e la liturgia ebraica,
un viaggio lungo i secoli

Letteralmente “ciclo”, il machazor è il libro di preghiere usato nelle festività di Rosh Hashanah e Yom Kippur, ma anche in quelle di “pellegrinaggio” (Pesach, Shavuot e Sukkot). Strumento fondamentale per la preghiera comunitaria, l’antico machazor custodito dalla biblioteca della Comunità ebraica romana affonda le radici nei secoli e ha un valore che va oltre l’aspetto liturgico. Stampato nel 1540 a Bologna, è infatti corredato dai commenti di personalità carismatiche del Rinascimento ebraico italiano, tra cui Yoḥanan ben Yosef Treves (1490-1557) e Ovadiah Sforno (1470-1550). Un’edizione di gran pregio, in uso presso la Scola Tempio: la sinagoga degli ebrei romani quando era rinchiusi nel Ghetto.
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il dossier presentato alla  camera
L’Iran, pericolo nucleare
La minaccia iraniana vista da una prospettiva israeliana. Questo il tema del nuovo dossier del Centro di studi politici e strategici Machiavelli, realizzato da Rebecca Mieli e presentato ieri nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati.
“La sfida con l’Iran vista da Israele. Motivazioni, azioni e prossime mosse di Gerusalemme” il titolo dell’approfondimento, su cui si sono confrontati anche il senatore di Forza Italia Malan, l’analista della Lumsa Matteo Bressan e il sottosegretario agli Affari esteri Guglielmo Picchi.
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il servizio di arte tv
Da Gerusalemme a Eilat, Israele
raccontata sul piccolo schermo

Un viaggio alla scoperta del patrimonio e naturale d’Israele. A proporlo Arte Tv, la rete televisiva franco-tedesca a vocazione europea di servizio pubblico. Dopo il primo approfondimento presentato ieri e dedicato al Nord del paese, il viaggio prosegue verso Sud: da Gerusalemme a Eliat, lungo le rive del Mar Rosso e attraverso il deserto del Negev.
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sorgente di vita
Amos Oz e la forza delle parole
La seconda replica della puntata di Sorgente di Vita del 6 gennaio andrà in onda domenica 13 gennaio alle 7.45 del mattino e non, come di consueto, lunedì 14.
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pilpul
Ricordarsi degli ebrei antifascisti
La mia generazione (per lo meno a Torino) è cresciuta con l’idea più o meno inconscia che gli ebrei siano stati sostanzialmente tutti antifascisti; magari non attivi, ma certamente - se non altro nel chiuso delle loro case - non favorevoli al fascismo. Non so se questa percezione fosse altrettanto diffusa fuori dal mondo ebraico, ma mi pare probabile che fosse così in un contesto in cui si parlava genericamente di deportati senza distinguere gli ebrei dagli altri e si parlava dei lager come se Auschwitz fosse uno dei tanti. La memoria della Shoah, insomma, era un piccolo capitolo nella memoria dell’antifascismo e della Resistenza, e quindi mi pare logico supporre che gli ebrei che ne erano stati vittima fossero percepiti come un sottoinsieme dei perseguitati politici. 

Anna Segre, insegnante
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Assuefatti all'odio
Certo i paragoni tra i politici del nostro presente e i dittatori sanguinari del secolo scorso sono magari eccessivi. Rispetto al passato, non siamo probabilmente di fronte a vere e proprie ideologie totalitarie con una visione del mondo e degli scopi ben delineati. Piuttosto, un indeterminato calderone ribollente che inghiotte e rispunta fuori gli umori della “ggente”. Naturale che in questo clima di esaltazione dell’ignoranza i nostalgici dei vecchi fascismi, i cultori dell’”uomo forte”, e revisionisti di ogni risma siano tornati alla carica, come in un invito a nozze.

Francesco Moises Bassano
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