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4 febbraio 2019 - 29 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
L’unità non è un dato di fatto, è da riconquistare, da ricomporre. Non è una sola persona il volto di D. Tutti insieme possiamo esserlo, se lo vogliamo. 
 
Anna
Foa,
storica
Nelle scorse ore abbiamo onorato il centenario della nascita di Tullia Zevi, celebrato al Quirinale alla presenza del Presidente Mattarella con uno straordinario concerto per arpa, lo strumento suonato da Tullia Zevi nella sua giovinezza. Fra le tante cose dette da lei o intorno a lei negli anni, una mi ha oggi, rileggendola, colpita in modo particolare. Parlando del suo ritorno dagli Stati Uniti in Italia nel 1946, scriveva di essere tornata per dare il suo contributo alla rinascita delle comunità ebraiche, ma anche alla rinascita dell’Italia libera e democratica.
 
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Teheran e il super missile
Per i 40 anni della Rivoluzione islamica, prova muscolare del regime iraniano che ha sfoggiato un super missile in grado di colpire fino a 1300 chilometri di distanza. “Ciò significa – spiega La Stampa – che sarebbe in grado di raggiungere facilmente diversi obiettivi in Europa, oltre a quelli in Medio Oriente come Israele o Arabia Saudita”. Alta l’attenzione della stampa italiana sul Medio Oriente, anche in considerazione della visita di papa Bergoglio negli Emirati Arabi Uniti. Si parla anche di Israele, in particolare per quanto concerne l’ultima iniziativa del Premier Benjamin Netanyahu: una web tv predisposta appositamente per la campagna elettorale. “Una tv creata solo per parlare bene del premier e della sua azione di governo” scrive Repubblica.

Nuovo intervento su La Stampa di Bernard-Henri Levy, impegnato in queste settimane nella promozione della sua campagna per la difesa dei valori europei cui hanno aderito diverse figure di spicco del panorama intellettuale. “Un’Europa – si legge – che non è intimidita dai mercenari di Putin, né dai venditori ambulanti della rivoluzione trumpiana, né dalla voglia di ‘camicie brune’ che attraversa il continente di Mozart ed Erasmo”.

“Papà era l’architetto di Hitler. Aiutare gli ebrei è la mia missione”. Il Corriere racconta la storia di Hilde Schramm, figlia di Albert Speer, appena premiata dalla Obermayer Foundation. L’organizzazione è stata creata da un filantropo americano per insignire coloro che mantengono viva l’eredità ebraica in Germania.
Sempre a proposito di seconda guerra mondiale, Paolo Mieli presenta il saggio La liberazione di Roma di Gabriele Ranzato in uscita con Laterza e focalizzato sul rapporto tra gli angloamericani e la Resistenza.
Il Corriere pubblica anche una fotonotizia del concerto in onore di Tullia Zevi tenutosi ieri al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

L’Accademia di Torino ha reintegrato i dieci medici espulsi nel ’38 con l’entrata in vigore delle Leggi razziste. Iniziativa che, scrive La Stampa, “ha un valore che va al di là dell’atto in sé e per sé: il valore della memoria, il riscatto – benché tardivo – di una vergogna che in quegli anni terribili coinvolse il mondo scientifico alla parti degli apparati statali”.

Ancora cori razzisti dalla curva dell’Inter. Dopo che a fine dicembre la vittima era stata il napoletano Koulibaly, ieri è toccato al bolognese Mbaye. “Peraltro – segnala il Corriere dello Sport – prima del fischio d’inizio, mentre Inter e Bologna hanno ricordato Arpad Weisz, ex allenatore di entrambe le squadre e vittima dell’Olocausto nel 1944, la curva aveva provveduto a diffondere la propria fanzine, contenente una serie di attacchi: dai tribunali ai giornalisti, passando per lo stesso Koulibaly, fino ad arrivare allo stesso club nerazzurro, colpevole, a giudizio degli ultras, sia di non aver fatto ricorso per la chiusura della stadio sia per la campagna ‘Buu’ contro il razzismo, definita addirittura una pagliacciata”. A Weisz sarà presto dedicata una mostra al Memoriale della Shoah di Milano, presentata ieri.
 
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  davar
le parole del rabbino capo
“Venezuela, noi con Guaido”
Gli ebrei venezuelani appoggiano la decisione del governo di Israele di riconoscere Juan Guaido come nuovo leader ad interim del Paese, in contrasto all’attuale presidente Nicolas Maduro. A dirlo, ai media israeliani, è stato il rabbino capo del Paese sudamericano Isaac Cohen (nell’immagine in basso). Parole che hanno rotto un silenzio prudenziale che ha caratterizzato la stragrande maggioranza della comunità ebraica venezuelana, più volte minacciata sia sotto Chavez che sotto il suo successore.
Come recentemente raccontato a Pagine Ebraiche da David Kaufmann, un giovane ebreo venezuelano, l’aria si è fatta particolarmente pesante dal 2009, da quando cioè Chavez ha definito Israele “uno Stato terrorista” e rotto i rapporti con lo Stato ebraico. “Ufficialmente – sottolinea David – i suoi discorsi non erano antisemiti ma antisionisti. Ma il clima per la comunità ebraica da allora si è fatto sempre più pesante”. Non si contano gli episodi intimidatori, come l’attacco di quattro poliziotti in borghese alla sinagoga di Caracas di ormai qualche anno fa. Ma anche senza citare i fatti più eclatanti, sono le costanti intimidazioni, in un paese economicamente e socialmente allo sbando, a pesare nella quotidianità. C’è chi prova ad adottare strategie di resilienza, anche attraverso il Centro Social Cultural y Deportivo Hebraica di recente istituzione che è un punto di riferimento per le diverse anime ebraiche di Caracas. Ma per molti, come testimoniano i flussi migratori dell’ultima decade, che fanno di questa comunità una realtà in significativo decremento demografico, in Venezuela non sembra essere possibile intravedere un futuro.
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il presidente austriaco in israele
"Antisemitismo, pericolo attuale. Austria in prima fila nella lotta"
“Il nostro obiettivo è quello di garantire che la vita ebraica sia sicura in Israele, in Europa o altrove. Il nostro obiettivo è che gli ebrei possano vivere in pace ovunque nel mondo. È il nostro desiderio, è la nostra responsabilità. Noi austriaci lo dobbiamo alle vittime della Shoah. Israele deve essere in grado di vivere in pace. Per l'Austria questa è una preoccupazione nazionale”. È l'impegno che il Presidente austriaco Alexander Van der Bellen ha assicurato al suo alter ego israeliano  Reuven Rivlin durante l'incontro nella residenza presidenziale di Gerusalemme avvenuta nelle scorse ore. “Purtroppo, l'antisemitismo non sta scomparendo. L'Austria ha guidato il sostegno europeo alla dichiarazione dell'UE e alla definizione di antisemitismo dell'IHRA. Questo non è un problema ebraico; è un problema umano e dobbiamo lavorare insieme per affrontarlo”, ha sottolineato Rivlin durante il cordiale incontro con Van der Bellen. Come ricordano i quotidiani israeliani, della missione israeliana del presidente austriaco non fa parte il ministro degli Esteri Karin Kneissl, in quanto membro del partito di estrema destra Partito della libertà. Israele ha posto da anni un veto su quest'ultimo a causa delle sue radici neonaziste e perché l'attuale comunità ebraica in Austria ha più volte denunciato l'antisemitismo di alcuni dei suoi membri attuali.
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l'evento a san siro e la mostra al memoriale
Una maglia per Arpad Weisz
Bologna e Inter unite nel ricordo

Uno scambio di maglie particolare, per celebrare un grande allenatore dal tragico destino. È quello andato in scena allo stadio San Siro di Milano dove prima dell'incontro tra Inter e Bologna, le due società hanno onorato la memoria di Arpad Weisz, allenatore ucciso dal nazismo che vinse uno scudetto con l'Ambrosiana e due con il Bologna negli anni '30. Lo hanno fatto scambiandosi una maglia con impresso il nome di Weisz e il numero 18, che in ebraico – nella Ghematria - corrisponde alla “vita”. A partecipare all'iniziativa, tra gli altri, i dirigenti nerazzurri Alessandro Antonello e Giuseppe Marotta, Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, alcuni ragazzi dell'Hashomer Hatzair, il vicedirettore di Sky Sport Matteo Marani (che ha ricostruito la storia di Weisz in un libro), e Ferruccio De Bortoli, presidente onorario della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. Proprio al Memoriale aprirà il prossimo 25 febbraio la mostra “Arpad Weisz, se il razzismo entra in campo” a cura di Vinceza Maugeri, direttrice del Museo ebraico di Bologna: ad annunciarlo un video, lanciato allo stadio durante la partita.
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La camminata interreligiosa 
“Firenze, un simbolo di pace”
Dal piazzale antistante all’abbazia di San Miniato al Monte fino a Palazzo Vecchio, passando davanti ai luoghi simbolo delle comunità religiose fiorentine (tra cui la sinagoga di via Farini, dove a fare gli onori di casa c’era la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul). Oltre 2mila partecipanti alla camminata interreligiosa promossa dal Comune insieme alle 22 confessioni presenti in città.
“L’idea è nata qualche mese fa e come tutte le idee belle che nascono dal cuore è cresciuta per strada fino ad arrivare alla giornata di oggi” ha detto il sindaco Dario Nardella nel suo intervento conclusivo in piazza della Signoria.
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(1921-2019)
Adolfo Aharon Croccolo 
Si è spento a La Spezia, all’età di 97 anni, Adolfo Aharon Croccolo, che fu per moltissimi anni hazan, maestro e animatore di tutte le attività ebraiche della locale piccola Sezione della Comunità di Genova. Una vita lunga e intensa, che lo vide sempre impegnato nei più alti valori ebraici e civili, con dedizione ed entusiasmo, all’interno e all’esterno mondo ebraico. Fu attivo nella lotta partigiana, partecipando alla liberazione della città di Carrara; in seguito, trasferitosi a La Spezia, fu coinvolto intensamente, nella primavera del 1946, nella vicenda dei profughi ebrei ,oltre un migliaio, sopravvissuti alle persecuzioni, alcuni alla deportazione, che giunti a La Spezia e imbarcatisi sulle due navi “Fede” e “Fenice” in partenza verso la terra d’Israele erano stati bloccati in porto dalle autorità inglesi; la popolazione spezzina solidarizzò vivacemente con i profughi, visse con ansia lo sciopero della fame ad oltranza che questi avevano adottato come estremo mezzo di rivendicazione, infine partecipò ai festeggiamenti che precedettero l’agognata partenza.

Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova
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qui verona
Memoria, tutti responsabili”
Una riflessione sul piano sia legale che etico sulla ferita delle Leggi razziste e sulla minaccia oggi di nuove forme di odio. A proporla quest’oggi a Verona Il Consiglio dell’ordine degli avvocati, attraverso la propria commissione dedicata ai diritti umani. Organizzata dall’avvocato Miriam Carmi, che ha anche portato i saluti del presidente della Comunità ebraica veronese Celu Laufer, l’iniziativa ha visto tra gli altri gli interventi del presidente dell’Ordine Alessandro Rigoli e del presidente del tribunale Antonella Magaraggia, oltre alle relazioni del magistrato Bartolomeo Costantini, dell’avvocato Eddy Ferrari, del professor Giovanni Focardi e del giornalista e scrittore Nico Pirozzi, che ha parlato in particolare della simbolica vicenda di Gaetano Azzariti.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
La Polonia disegnata da italiani 
“L’anno è il 1537 e a Cracovia ha luogo un omicidio. La sfortunata vittima è un architetto italiano che porta il nome di Bartolomeo Berrecci; il suo presunto assassino un altro architetto italiano. Il movente: semplice e antica gelosia”. Così si legge in un articolo del Jewish Link of New Jersey ripreso nella rubrica Italics dell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. L’approfondimento narra le ispirazioni italiane in una delle comunità ebraiche più influenti della storia, citando tra l’altro la storia di Bernardino Morando (1540-1600), nativo di Venezia, cui fu commissionato dal nobile polacco Jan Zamoyski la progettazione di una città ideale secondo i canoni rinascimentali. “Quando il progetto fu completato, Zamoyski volle che la sua nuova città Zamosc fosse popolata da un mosaico multiculturale di popoli. Vi si stabilirono italiani, greci, armeni e altri. Egli proibì espressamente agli ebrei ashkenaziti locali di trasferirvisi, invitando invece i sefarditi dal regno di Venezia e l’impero ottomano, che considerava cosmopoliti e culturalmente superiori”.
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pilpul
Oltremare - Rumore
Ecco arrivato il rumore. Gantz ha parlato, ma è come l'Inter, che vince ma non convince. Guarda apertamente il gobbo con il discorso da centellinare frase per frase per dare il tempo alla claque di spellarsi i palmi delle mani e lanciare urletti francamente più adatti a un concerto rock degli anni Ottanta che ad una dichiarazione "io esisto" fatta quando ormai tutti i politici vecchi e nuovi hanno giù detto più o meno lo stesso. Gesticola chiaramente a comando e si insinua il sospetto che ci fosse accanto al gobbo uno della produzione che gli ricordava le mosse, come i coreografi che ballano a specchio dei vip sui palcoscenici, non sia mai che si avventurino in una piroetta fuori tempo.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Controvento - Piante intelligenti
Le piante sono intelligenti? Il tema era già dibattuto dagli antichi, con Aristotele che le catalogava poco al di sopra del mondo inorganico e Democrito che invece tributava loro capacità di sentire e di reagire e le paragonava ad esseri umani capovolti, le radici come capelli e i rami come arti, ben piantati sulla colonna vertebrale del fusto.. L’Aristotelismo, che ha dominato per secoli la nostra cultura e il nostro pensiero, ci ha impedito di considerare erbe, alberi e fiori come esseri intelligenti. Ma da Darwin in poi le cose sono cambiate. Il padre dell’evoluzionismo aveva grande ammirazione per le piante: “mi è sempre piaciuto esaltarle nell’ordine dei viventi” scriveva. Ed in effetti soffermandoci a considerarle con attenzione, scopriamo capacità sorprendenti.

Viviana Kasam 
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moked è il portale dell'ebraismo italiano
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