Informazione – International edition
La Polonia disegnata da italiani

Schermata 2019-02-04 alle 13.16.24“L’anno è il 1537 e a Cracovia ha luogo un omicidio. La sfortunata vittima è un architetto italiano che porta il nome di Bartolomeo Berrecci; il suo presunto assassino un altro architetto italiano. Il movente: semplice e antica gelosia”. Così si legge in un articolo del Jewish Link of New Jersey ripreso nella rubrica Italics dell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. L’approfondimento narra le ispirazioni italiane in una delle comunità ebraiche più influenti della storia, citando tra l’altro la storia di Bernardino Morando (1540-1600), nativo di Venezia, cui fu commissionato dal nobile polacco Jan Zamoyski la progettazione di una città ideale secondo i canoni rinascimentali. “Quando il progetto fu completato, Zamoyski volle che la sua nuova città Zamosc fosse popolata da un mosaico multiculturale di popoli. Vi si stabilirono italiani, greci, armeni e altri. Egli proibì espressamente agli ebrei ashkenaziti locali di trasferirvisi, invitando invece i sefarditi dal regno di Venezia e l’impero ottomano, che considerava cosmopoliti e culturalmente superiori”.

Nell’edizione dedicata al pubblico internazionale anche l’annuncio del prossimo evento organizzato da Limmud Italia, che si terrà per la prima volta nella città di Parma il 2 e 3 giugno 2019. Poi due momenti legati al Giorno della Memoria: la ripresa del discorso integrale pronunciato davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite dall’Ambasciatore Sandro De Bernardin lo scorso 27 gennaio e la posa a Milano delle Pietre d’Inciampo in ricordo dei nonni della sopravvissuta alla Shoah e senatrice a vita Liliana Segre, Giuseppe Segre e Olga Lövvy (a firmare la traduzione in tedesco di quest’ultimo testo Anna Zanette e Giulia Schincariol, studentesse della Scuola traduttori e interpreti di Trieste che stanno svolgendo il loro tirocinio nella redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

Nella sezione Bechol Lashon, questa settimana in lingua francese, una riflessione dello storico sociale delle idee David Bidussa sull’uscita dall’Egitto e sul suo impatto sull’identità e sul viaggio personale che ognuno sperimenta nella vita “Alla méta non si arriva mai tutti. Una volta conseguito il fine, il giro riprende, e la partita di nuovo ricomincia. L’identità è sempre un dato provvisorio”. E a proposito di identità, in pilpul il docente dell’Università di Bar Ilan Yaakov Mascetti che racconta l’impatto del mese di Adar e della figura di Abramo nella propria.