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7 Febbraio 2019 - 2 Adar 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
Se il silenzio in alcune circostanze equivale a nobile autocontrollo, in altre significa soppressione, oblio o viltà.
 
Giorgio Berruto
Il femminile disturba perché è ciò che si apre e fa posto in sé per essere fecondato da un altro esterno a sé. Ora, il fondamentalista di ogni religione pretende che nessuno possa o debba contaminarlo, che la sua tradizione è pura da ogni influenza straniera e perfino da ogni contestualizzazione. Mette in guardia contro la mescolanza o l’eccessiva prossimità con l’infedele, lo straniero o l’eretico.
 
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Mosca, nuovo incontro
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ufficializzato il suo incontro a Mosca, il 21 febbraio, con il presidente russo Vladimir Putin. Al centro dell’incontro, la minaccia iraniana e i suoi tentativi di stabilire una presenza militare in Siria. “Abbiamo bloccato in molti modi questa avanzata e siamo costantemente impegnati nell’impedire – ha detto Netanyahu in conferenza stampa – all’Iran di creare un altro fonte di guerra contro di noi dall’altra parte delle Alture del Golan”. Nel vertice con Putin si parlerà anche del miglioramento del coordinamento di sicurezza tra gli apparati militari di Russia e Israele in Siria. Tra i due leader è il primo incontro dall’abbattimento per errore di un aereo militare russo il 17 settembre scorso, durante un raid israeliano (La Stampa).

I quotidiani italiani tornano oggi sul discorso del presidente Usa Donald Trump sullo Stato dell’Unione. “In versione bipartisan lancia due proposte ai democratici: una politica keynesiana di grandi opere pubbliche e un intervento su Big Pharma”, scrive Repubblica sottolineando come l’intervento di Trump da una parte abbia invocato l’unità su alcuni temi e dall’altra sia risultato divisivo su argomenti spinosi come l’immigrazione. Qui Trump si è detto “determinato più che mai a costruire il Muro al confine col Messico” ed è stato “sprezzante sulle inchieste giudiziarie che lo riguardano”, definendole “ridicole e faziose”. Il presidente ha anche annunciato, sottolinea il Corriere, il “secondo vertice tra il presidente americano e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un: si farà in Vietnam il 27 e il 28 febbraio”.
 
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  davar
le preoccupazioni dei corrispondenti da parigi 
"Francia-Italia, crisi che allarma"
“Una mossa che certifica un fatto: mai il livello degli attacchi verbali è sceso così in basso. La risposta è stata chiara. L’ultima volta che accadde un’iniziativa analoga fu nel 1940, con la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia fascista”. C’è allarme nelle parole di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della sera, che così commenta con Pagine Ebraiche la decisione del governo francese di ritirare il proprio ambasciatore per via degli attacchi “senza precedenti”, così sono stati definiti in un comunicato, del governo gialloverde. “Le ultime ingerenze – si legge in una nota diffusa nelle scorse ore – sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”.
“L’aspetto paradossale – prosegue Montefiori – è che gli scambi commerciali e culturali tra i due paesi non sono mai stati così stretti. Il problema è la sovrastruttura politica italiana che fa dello scontro con la Francia il terreno di una battaglia elettorale interna. La palla è ora nel campo italiano: spetta al nostro paese, se ne ha voglia, la mossa di riallacciare i rapporti”.
Concorda Alberto Toscano, collaboratore della televisione francese e della rivista Histoire. “Sono 33 anni che vivo a Parigi. Di crisi franco-italiane ce ne sono state tante in questo periodo: ricordo ad esempio l’annullamento di un vertice bilaterale del ’95 da parte di Chirac per via delle proteste italiane per gli esperimenti nucleari in Polinesia. Mai però si era arrivati a questo punto”. Toscano definisce l’incontro tra il vicepremier Luigi Di Maio e gli esponenti dei gilet gialli “una scelta poco delicata e rituale”. Anche perché, ricorda, la protesta di piazza che viene predicata da questo movimento “ha i tratti della violenza”.

(Nell’immagine Di Maio e Di Battista con i leader dei gilet gialli)


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pagine ebraiche pubblica la denuncia
Soros, i veleni e le parole malate 
Teorie del complotto e parole malate costituiscono una minaccia sempre più significativa per il futuro del mondo libero e democratico. Un veleno che ha trovato nella figura del finanziere ungherese George Soros, sfuggito alla Shoah e oggi impegnato in molte iniziative umanitarie, il bersaglio ideale di una campagna diffamatoria che ha particolarmente attecchito sui social network.
L’ultimo delirio antisemita che lo riguarda attinge alla sua gioventù nell’Ungheria sotto occupazione nazista. Una menzogna smontata e illustrata in tutta la sua pericolosità dalla giornalista Nadine Epstein, direttrice del magazine ebraico americano Moment.
Soros ed Epstein hanno deciso di offrire alla redazione di Pagine Ebraiche la traduzione in italiano di questo intervento.
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Israele
Likud, i volti per le elezioni
Secondo i sondaggi, il Likud del Premier Benjamin Netanyahu alle prossime elezioni otterrà 30 seggi (34 secondo quelli più larghi). Il numero potrebbe variare ma, con le dovute cautele, è già possibile sapere quali membri del partito siederanno al fianco di Netanyahu alla Knesset. A sancirlo, la consolidata tradizione delle primarie da cui sono emersi alcuni importanti segnali politici interni alla destra israeliana.
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il dossier comics&jews
Aline, la conquista più difficile
Non si era mai preso l’impegno di lasciarci tranquilli, e al contrario la sua spietata impertinenza, in questi ultimi anni difficili della crisi identitaria che ci stringe, da un episodio all’altro, si era fatta sempre più difficile da sopportare con il sorriso sulle labbra. Arrivato all’ottavo
volume, ormai al culmine di un’epopea che marcherà un segno indelebile nella storia del fumetto contemporaneo, Il gatto del rabbino di Joann Sfar osa ora il colpo d’artiglio più forte e affronta il tema più controverso e ossessivo fra i diversi nodi dell’identità ebraica contemporanea.
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qui milano - l'incontro
Famiglia F., militanza e valori
Un mosaico famigliare e al contempo una storia breve della sinistra italiana, o di una parte di essa. È il libro di Anna Foa La Famiglia F. (edizione Laterza), presentato dall’autrice a Milano alla Casa della Memoria. Un evento organizzato dall’Anpi e presentato da Marco Cavallarin, occasione per un sentito applauso per il recente riconoscimento tributato alla storica e arrivato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: il conferimento del titolo di commendatore.
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l'incontro con le scuole
"Memoria, testimone ai giovani"
Platea coinvolta al Teatro di Pietracuta, dove su iniziativa dell’amministrazione comunale di San Leo, in collaborazione con l’IC Battelli di Novafeltria, lo storico Mario Avagliano e il rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro si sono confrontati sul tema del ricordo in occasione di un incontro rivolto principalmente ai giovani delle scuole, apertosi con la visione del film “1938. Diversi” di Giorgio Treves.
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jciak 
Nel mondo di ieri
Dopo aver meritato l’Oscar per Il figlio di Saul, disperata storia di un Sonderkommando ad Auschwitz, l’ungherese László Nemes torna con Tramonto e ancora una volta affronta l’orrore. Non più la Shoah, ma la profonda crisi che condurrà la civiltà europea al primo conflitto mondiale. Accolto con pareri contrastanti dalla critica, il nuovo film di Nemes – oggi nelle sale – è ambientato a Budapest nei mesi che precedono la prima guerra mondiale. È il 1913 quando la giovane Iris Leiter arriva nella capitale ungherese. Sogna di lavorare come modista nel leggendario negozio di cappelli che un tempo apparteneva ai suoi genitori, morti quand’era bambina. Scacciata in malo modo dal nuovo proprietario, la ragazza si mette in cerca di un fratello che non ha mai conosciuto in una città che di inquadratura in inquadratura si fa sempre più misteriosa e pericolosa.


Daniela Gross
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  pilpul
Setirot – 100 punti di ebraicità
«Ce ne stavamo lì, Bruno sfogliava il Corriere della Sera, Lia con lo sguardo nel vuoto a girare il suo caffè, io a cincischiare sul telefono, dopo pranzo. “Io in fondo sono un’ebrea assimilata, non credi?” dico, rivolgendomi a mia sorella (non c’è da sperare nell’estemporaneità di un parere post prandiale di Bruno). Lei riscuotendosi con una scossa dall’incanto del gesto ipnotico, risponde: “Tu?!” e ride, tra la presa in giro e l’incredulità. E mi è venuta in mente quella barzelletta antisemita, del tizio ubriaco che incontra un ebreo e parlano dei propri reciproci affanni, l’ebreo per i suoi affari e l’ubriaco per i debiti e i tradimenti alla moglie e altre nefandezze che da sobrio non ammetterebbe mai. Alla fine l’ebreo, mettendogli un braccio intono alle spalle, dice “Siamo davvero sfortunati, oh, come siamo sfortunati!”. “Eh no!”, ribatte l’ubriaco, “noi non siamo uguali! A me domattina la sbronza mi sarà passata, mentre tu rimani ebreo!”».

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Halev sheli
È uscito da poco “Halev sheli”, il singolo del giovane cantante israeliano Yishai Ribo, quale anteprima del suo nuovo album “Selichot”.
Yishai nasce nel 1989 a Marsiglia e a otto anni si trasferisce in Israele con i genitori, persone di fede e legate alla tradizione. All’inizio la famiglia sceglie Kfar Adumim, ma a seguito di traversie si traferisce a Tel Zion. Yishai studia in diverse yeshivot e sviluppa una profonda conoscenza dei testi sacri


Maria Teresa Milano
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Il confronto
Arriverà la primavera: prima ancora di annusarla, la preannunciano comunicazioni e pressanti inviti a gite scolastiche ed uscite culturali, con al seguito l’usuale noiosissimo e frustrante stuolo di burocratiche richieste di consenso con doppia firma e triplo salto mortale, raccolta di spiccioli (che non sono mai cifra tonda) per pagare trasferte, laboratori e visite, nonché ansiose indagini genitoriali moltiplicate dalla furente cassa di risonanza delle chat di classe.

Sara Valentina Di Palma
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Shanghai città rifugio
È in corso a Firenze, presso l’Accademia La Colombaria, la mostra “Ebrei in Cina durante il secondo conflitto mondiale”. La mostra – curata da Ida Zatelli, una delle maggiori studiose italiane di lingua e letteratura ebraica, e da Valentina Pedone, direttrice italiana dell’Istituto Confucio – presenta documenti e testimonianze sulla storia degli ebrei che dall’Europa si rifugiarono a Shanghai negli anni della seconda guerra mondiale per sfuggire alle persecuzioni razziali.

Valentino Baldacci
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