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25 Febbraio 2019 - 20 Adar 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
A Purim ci copriamo il volto con la maschera. Perché? Una delle usanze più diffuse e conosciute di Purim è il mascherarsi. Ma pochi forse conoscono la ragione spirituale sulla quale si basa questa usanza.
Non c’è cosa che sia scritta nei testi dei Ketuvim (Agiografi) che non derivi dalla Torah (Pentateuco): dove possiamo trovare un riferimento alla Meghillath Ester (Rotolo di Ester) e ai giorni di Purim nella Torah? 
 
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Anna
Foa,
storica
Cronache italiane settimanali di ordinario razzismo: a Foligno un maestro umilia e insulta un bambino nero; a Roma un giovane ferisce con un taglierino un bambino rom di dieci anni accusandolo (pare falsamente) di averlo derubato: "voglio ammazzare tutti gli zingari, si giustifica, mi hanno rotto"; a Melegnano, minacce di morte ad un giovane senegalese adottato. E cronache italiane di antisemitismo: alcuni ascoltatori di Radio Tre, raffinato canale culturale della RAI, si lamentano che si sia parlato di Primo Levi: "Basta con gli ebrei, hanno scritto, dobbiamo fare cultura, non politica". Nonostante siano ascoltatori di Radio Tre sono abbastanza ignoranti da non sapere che Primo Levi è considerato a livello internazionale come uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento.
 
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“Non fermate le indagini”
“Non fermate le indagini”. È la richiesta della famiglia di Giulio Regeni in concomitanza con la missione del Premier Giuseppe Conte in Egitto.
Scrive Repubblica al riguardo: “La verità sul sequestro, la tortura e la morte di Giulio Regeni è ancora lontana. Troppo. Ma dopo l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Roma di cinque agenti del servizio segreto egiziano c’è il rischio che anche la ricerca di quella verità sulle torture e sull’omicidio del ricercatore italiano possa fermarsi”. Ieri, in occasione del summit con la Lega araba, il premier ha parlato non solo di questa vicenda, ma anche di stabilità in Libia, Daesh e conflitto israelo-palestiense. Come riporta tra gli altri il Corriere, a proposito di quest’ultimo punto ha commentato: “Va rilanciata con vigore la prospettiva di una pace giusta e duratura, sostenendo con convinzione la prospettiva dei due Stati”.

Un altro riconoscimento per il cinema israeliano, nella cornice più prestigiosa: gli Oscar. Il miglior cortometraggio è stato infatti giudicato “Skin” di Guy Nattiv, la storia di un fanatico suprematista bianco che intraprende un percorso di cambiamento. Il regista, accogliendo il riconoscimento, ha affermato: “I miei nonni erano sopravvissuti alla Shoah. L’odio che loro sperimentarono vediamo che è un po’ ovunque oggi, negli Stati Uniti, in Europa. Questo film è dedicato alla sfida di educare, di insegnare ai nostri ragazzi qualcosa di diverso”.

L’odio sulla rete e nella vita reale continua ad interessare le cronache dei quotidiani. L’ultimo episodio riguarda una 25enne di Stradella, educatrice in un centro di accoglienza, sommersa di post insultanti sui social network. “Mi hanno vomitato addosso odio e rabbia solo perché ho detto che Salvini prima di parlare di integrazione dovrebbe sciacquarsi la bocca. Non ho offeso nessuno” il commento della ragazza, segnalato dal Corriere.
 
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  davar
il ricordo dei nonni sopravvissuti alla shoah
Oscar, il trionfo di Guy Nattiv
Una dedica contro l'odio

Al supermercato un uomo sorride a un bambino di dieci anni. Sono in attesa alla cassa, in file diverse. Il bambino risponde con un sorriso e ride quando l’uomo gli mostra un giocattolo. È un attimo di pura innocenza che finisce però per innescare una sanguinosa guerra fra gang. L’uomo è infatti afro-americano e il padre del bambino un suprematista bianco.
Questa, spiegava Daniela Gross in un suo recente JCiak, la storia al centro di Skin, il cortometraggio del regista israeliano Guy Nattiv che nelle scorse ore ha conquistato l’obiettivo più ambito: il Premio Oscar come “Best live action short fiction”.
Un nuovo riconoscimento per il cinema israeliano, già trionfatore con Nadav Lapid all’ultima Berlinale con “Synonyms”. Una vicenda, quella narrata da Skin, che prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto e che spiega come l’odio possa facilmente trasmettersi tra le generazioni instillando un ciclo di violenza senza fine.
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dai fogli di estrema destra a raidue  
Da Teheran agli Hezbollah,
le ossessioni di un giornalista 

La sua palestra è stata Rinascita, ma non la storica testata del PCI quanto l'omonima pubblicazione diretta dall'estremista di destra Ugo Gaudenzi in cui hanno trovato più volte ospitalità i peggiori negazionisti della Shoah, tra cui il francese Robert Faurisson recentemente scomparso, e altri avvelenatori di pozzi.
La sua ossessione è Israele, verso cui non ha mai mancato di manifestare il proprio disprezzo. Mentre non nasconde la passione per i terroristi di Hezbollah e il regime iraniano che li finanzia. Questo il profilo del giornalista romano Sebastiano Caputo, classe 1992, attuale direttore del sito web L'intellettuale dissidente. L'ultimo colpo di fulmine del direttore di Raidue Carlo Freccero, che - secondo alcuni organi di informazione - vorrebbe affidargli la conduzione di un nuovo programma di informazione e approfondimento in onda in primavera sul servizio pubblico: L'Ottavo blog.
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il primo ambasciatore israeliano in ruanda
Israele, l'Africa nel futuro
Ron Adam è stato di recente nominato ambasciatore israeliano in Ruanda. È la prima volta che Israele ha un suo rappresentante diplomatico nel piccolo paese centrafricano, noto soprattutto per il terribile genocidio del 1994 (quando centinaia di migliaia di persone, soprattutto di etnia Tutsi, vennero uccise per motivi razziali e politici). “Questo paese condivide molte somiglianze con lo stato di Israele e offre molte possibilità per la cooperazione reciproca”, ha Adam dopo aver incontrato il presidente del Ruanda Paul Kagame. Sanità, istruzione, agricoltura, tecnologie della comunicazione e sicurezza informatica sono alcuni dei settori in cui si concentra questa cooperazione, che ha già dato alcuni frutti come l'accordo tra i due paesi per collegare con voli diretti l'aeroporto Ben Gurion con quello di Kigali. Per Israele costruire nuovi rapporti con i paesi Africani o in ogni caso consolidarli fa parte di una strategia diplomatica più ampia: “Sono stato in Africa quattro volte negli ultimi due anni, questo deve dirvi qualcosa”, ha sottolineato di recente il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrando i leader dell'ebraismo americano.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Il giardino che non c’è 
Lo hanno generazioni e generazioni di turisti da ogni luogo: si tratta del giardino dei Finzi-Contini di Ferrara al centro dell’omonimo capolavoro dello scrittore Giorgio Bassani. Nella rubrica Italics dell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition un articolo del magazine Atlas Obscura che approfondisce la storia della città e che racconta del progetto dello scultore israeliano Dani Karavan per dare finalmente un luogo fisico alla suggestione immaginata dall’autore. Ancora sulla newsletter dedicata al pubblico internazionale, la nuova fotografia degli impiegati statali ebrei licenziati dalla propria posizione in seguito alle leggi razziste emersa dallo studio di Annalisa Capristo e Giorgio Fabre pubblicato da Il Mulino, attraverso l’analisi degli archivi della Corte dei Conti.
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pilpul
Oltremare - Fragole
Ultimamente pare di stare sulle macchinine degli autoscontri in balìa di una classe intera di bambini di sei anni: spintonamenti a non finire nella politica israeliana, fra il partito nuovo di zecca dei generali che si posiziona da qualche parte in una specie di centro non ben determinato, ma viene costantemente accusato di essere estrema sinistra da parte della destra, e allo stesso tempo troppo a destra da parte della molto minoritaria sinistra. Quando anche l’estrema destra è comparsa all’orizzonte pronta a colpire i parafanghi di tutti indistintamente, mi è parso utile prendere una pausa e uscire a mettere i piedi per terra.
Ed è una cosa che consiglio a tutti, spegnere i telegiornali e godersi un po’ di natura, che in questa stagione dà veramente il meglio di sé in Israele. Per esempio, andare a raccogliere fragole nelle serre del moshav Tkuma vicino a Netivot è una delizia assoluta.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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Controvento – Tra le note
Ho conosciuto Francesca Dego nel 2013, quando insieme a Marilena Francese stavo organizzando all’Auditorium Parco della Musica di Roma, “I violini della speranza”, il nostro primo concerto per il Giorno della Memoria.
Volevamo rendere simbolicamente testimonianza e omaggio alla sofferenza dei musicisti ebrei morti nei campi di concentramento, chiedendo a violinisti di religioni diverse di suonare insieme alla nostra star, Shlomo Mintz. Non ci furono problemi per il musulmano e il protestante, che Mintz conosceva. Per il cattolico, che volevamo italiano, fu invece difficilissimo, ci bocciava tutti i nomi (supponemmo non volesse rivali..).


Viviana Kasam
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