Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       7 aprile 2019 - 2 Nissan 5779
ISRAELE VERSO LE ELEZIONI  

Netanyahu-Gantz, quale verità nei sondaggi

Stando agli ultimi sondaggi, il Primo ministro Benjamin Netanyahu riuscirà nuovamente ad ottenere la guida d'Israele. Le proiezioni danno l'alleanza dei partiti di destra e religiosi con un vantaggio significativo rispetto ai partiti di centro e sinistra: 66 seggi contro 54. Si assottigliano così sensibilmente le possibilità per Benny Gantz, ex capo dell'esercito, di stravolgere la politica del paese e strappare lo scettro a Netanyahu, da 10 anni solidamente al comando. Possibilità che si assottigliano ma che non si cancellano: molto dipenderà da quali partiti riusciranno a superare la soglia di sbarramento del 3,25%. I sondaggi mostrano alcuni potenziali alleati di Netanyahu che si aggirano proprio intorno a quella soglia. Se riusciranno a superarla, allora Netanyahu potrà dormire sonni tranquilli. “Molto dell'azione è intorno alla soglia di sbarramento”, ha spiegato Simon Davies, sondaggista e consulente politico per le strategie di Arutz 10. “Nessun sondaggio è abbastanza preciso da dire se qualcuno otterrà il 3,1 percento o il 3,3 percento e questo fa la differenza".
LE ELEZIONI NEL CAPOLUOGO PIEMONTESE E NELL'ITALIA EBRAICA 

Torino, la Comunità al voto

“Urne aperte a Torino, dove oggi la Comunità ebraica è chiamata al voto per il rinnovo del Consiglio comunitario. Lista numero uno, con corsa in solitaria, per il presidente uscente Dario Disegni (il nome scelto per la lista è Com-Unità). Partecipano alla competizione anche altri due schieramenti: Beiachad e Anavim. Beiachad schiera nell’ordine Guido Anau Montel, Gaia Bertolin, Gilberto Bosco, Daniel Joseph Fantoni, Gabriella Danila Franco, Alda Guastalla e Manfredo Montagnana. Mentre per Anavim si sono candidati Alessandra Coen Disegni, Arnaldo (detto Nanni) Levi, Franca Mortara Nizza, Sarah Randaccio, Daniele Segre, Giulio Tedeschi e Lea Voghera Fubini. Tredici i Consiglieri che saranno eletti (ogni iscritto potrà esprimere un massimo di otto preferenze).
Il voto torinese è il primo di una serie di appuntamenti elettorali che vedranno coinvolte alcune tra le più importanti Comunità territoriali.
COMICS&JEWS - LE MOSTRE A BASILEA E LUCERNA SUL GRANDE DISEGNATORE

Joann Sfar, senza inizio né fine

Doppio successo per Joann Sfar, il disegnatore, autore e cineasta nizzardo che con i suoi più di cento e sessanta titoli pubblicati è stato capace di portare nelle pagine dei suoi albi illustrati filosofia, religione, fiaba, avventura e anche attualità politica. Folla all'inaugurazione di "Joann Sfar. Sans début ni fin", prima mostra monografica dedicata al suo lavoro, grazie al Cartoonmuseum di Basilea, dove la direttrice, Anette Gehrig, ha curato una selezione del corpus immenso del suo lavoro. Folla anche all'apertura di "Liebende und andere Vampire", la mostra che Fumetto, il festival che a Lucerna da anni raccoglie il meglio della produzione mondiale ha dedicato all'artista francese. "Senza inizio né fine", il titolo della mostra aperta sino ad agosto a Basilea racconta anche della difficoltà della curatrice a star dietro a una produzione incessante: "In effetti la capisco - ha commentato Sfar ridendo - da settembre sono usciti una decina di titoli nuovi... non so esattamente, dovrei contarli. Del resto in mostra così ha potuto esporre anche tavole di libri non ancora pubblicati. Non male, no?". 
ERETZ
Tzipi Livni, la protagonista mancata
Nel settembre 2008, la carriera politica di Tzipi Livni raggiunse il suo momento apicale. Kadima, il partito fondato da Ariel Sharon e di cui Livni era una colonna portante, aveva conquistato 29 seggi alla Knesset contro i 27 del Likud guidato da Benjamin Netanyahu. L'allora presidente di Israele, Shimon Peres, le chiese di formare un governo dopo che Ehud Olmert aveva presentato le sue dimissioni chieste a gran voce dalla stessa Livni. Lei iniziò subito una febbrile trattativa per mantenere la coalizione di governo, questa volta sotto la sua guida ma circa un mese dopo tornò alla Residenza del Presidente con la notizia di aver fallito nella missione: “Sono stanca di estorsioni, vedremo tutti questi eroi tra 90 giorni”. Si tornò alle elezioni il 10 febbraio del 2009. Nel mezzo, ci fu l'operazione Piombo fuso a Gaza che Livni gestì dal punto di vista diplomatico, essendo ministro degli Esteri. In quel frangente tenne una posizione molto dura e si guadagnò il rispetto degli elettori che la premieranno riconoscendo nuovamente Kadima come primo partito del Paese. Ma i 28 seggi ottenuti – uno in più del Likud non le bastarono a trovare gli alleati necessari per formare una coalizione di governo. Sarà Netanyahu a spuntarla e a diventare Premier, un ruolo che da allora non ha più lasciato. Sul più bello, proprio quando sarebbe potuta diventare la seconda Premier donna d'Israele dopo Golda Meir, Livni vide svanire il sogno e da allora la sua carriera politica è stata sostanzialmente una continua discesa. Dall'essere considerata da riviste come Time e Newsweek come una delle donne più influenti della politica mondiale, dal rappresentare il volto d'Israele nelle trattative di pace per la soluzione dei due Stati, Livni è diventata progressivamente sempre meno rilevante sul piano nazionale. 


Rassegna stampa

Su Gerusalemme, 
confronto d'opinioni

Significativa risonanza mediatica al confronto di opinioni ospitato venerdì sul nostro notiziario quotidiano. Il tema era il recente appello su Gerusalemme e la tutela dei suoi luoghi sacri, prestatosi a diverse interpretazioni, lanciato da Bergoglio assieme al re del Marocco.
Scrive a riguardo Repubblica: “Gli ebrei e Francesco. Un rapporto che rischia di incrinarsi dopo l’appello firmato dal Papa in Marocco assieme al re Mohammed VI su Gerusalemme, città ‘delle tre religioni monoteiste’ nella quale tutte abbiano ‘piena libertà di accesso’ e il ‘diritto di esercitarvi il proprio culto’. In queste ore, infatti, è una parte del mondo ebraico italiano a reagire sul notiziario di Pagine Ebraiche”.
Così invece La Stampa: “Molte reazioni, nel mondo ebraico, all’appello congiunto per la tutela dei luoghi sacri di Gerusalemme lanciato in Marocco da Papa Francesco e dal re Mohammed VI. A raccogliere diverse voci sia favorevoli che contrarie è l’edizione di ieri del notiziario quotidiano Pagine Ebraiche, edito dall’UCEI, in un pezzo firmato da Adam Smulevich”.

Israele, annunci pre-elettorali. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che, in caso di vittoria nelle elezioni di martedì, il suo governo comincerà ad annettere la Cisgiordania.
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QUI MANTOVA 

Memoria, il canto dei bambini

Emozionante cerimonia, nella sinagoga Norsa di Mantova, a ricordo della deportazione verso i campi di sterminio nazisti di 42 mantovani ebrei, avvenuta il 5 aprile 1944.
Nell’occasione il Presidente della Comunità ebraica mantovana Emanuele Colorni ha ricordato, ai numerosi presenti intervenuti, gli avvenimenti di quel tragico 5 aprile di 75 anni fa quando un gruppo di 42 ebrei, tra l’indifferenza generale, fu caricato su un autocarro che si diresse verso la stazione ferroviaria di Mantova. Da lì, stipati su un carro bestiame aggiunto al convoglio numero nove proveniente da Fossoli con altri deportati ha inizio il tragico viaggio verso i campi di sterminio di Auschwitz. Tra questi deportati ebrei la più giovane era Luisa Levi di appena 14 anni.  

QUI PALERMO

Nel segno di Ester

La sinagoga palermitana, in via di realizzazione, “ha fatto la storia”. Così ha esclamato un giovane ebreo americano il giorno di Purim all’interno dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, donato due anni fa dal vescovo Lorefice alla comunità ebraica del capoluogo siciliano. Tutto inizia da una mail inviata alla presidente dell’Istituto Siciliano di Studi ebraici, Evelyne Ouate, nella quale viene espresso il desiderio di visitare la Giudecca e quindi la Sinagoga. 
Ragionare non è twittare
Ragionare non è twittare compulsivamente. Ragionare con altre e con altri vuol dire cercare di ricucire e ridisegnare con lo strumento delle ragioni, degli argomenti del pensiero critico una visione dei fini che valgono la pena di essere perseguiti, se non vogliamo rinunciare alla voglia, alla passione e al desiderio di disegnare, e non di subire, un futuro più degno di lode”. [Salvatore Veca, “Qualcosa di sinistra”, Feltrinelli, 2019, p. 14]. Così come la bocca non serve per urlare, la testa non sta sul collo per scuoterla, ma per pensare, provando a ricucire fili di un ragionamento e a dare senso al futuro. Grazie, Salvatore Veca.
David Bidussa, storico delle Idee
 
Radici e radicalismi
Quali sono le principali caratteristiche della destra radicale oggi? Essa sussiste senz'altro come arcipelago di gruppi variamente articolati, sospesi tra l'essere partito politico, aggregazioni continuative a sfondo sociale, movimenti più o meno effimeri.  Attraverso questo microuniverso di soggetti in mutamento, ha quindi rinegoziato con se stessa i suoi presupposti culturali, ideologici e politici. Oggi, la destra radicale si dà essenzialmente come tentativo di risposta ai processi di globalizzazione, di cui ne denuncia la logica omologante. Lo fa sollecitando, nelle società in crisi di ruolo e funzioni, il bisogno di recuperare una dimensione comunitaria, su base etnica, basata sul riordino dei due assi spiazzati dalle crisi indotte dalla «mondializzazione», lo spazio e il tempo.
Claudio Vercelli, storico
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Tra Italia e Israele
Una recente dichiarazione del Sindaco di Bat Yam Zvika Broth, che intende rilanciare il rapporto con il Comune di Livorno e la Comunità locale, fornisce l’occasione per fare un discorso più ampio su come potrebbero essere rafforzati i legami tra Israele e l’Italia. Per lo più il collegamento avviene a livello dei due governi centrali. La creazione di progetti comuni tra i Comuni italiani e quelli israeliani, potrebbe essere un veicolo per rafforzare le stesse Comunità ebraiche. Gli israeliani mostrano sempre grande interesse per l’Italia, tuttavia spesso sono del tutto ignari della vita ebraica che caratterizza le Comunità ebraiche italiane.
Scialom Bahbout, rabbino
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Gerusalemme, le opinioni e i fatti
Questa domenica mattina poco dopo le 10 il professor Valentino Baldacci si è affrettato a intervenire sui social network per denunciare come il suo rispettabilissimo commento alle recenti dichiarazioni provenienti dal Vaticano sullo status di Gerusalemme, espresso in uno scritto apparso negli scorsi giorni a sua firma su questo notiziario, sarebbe stato travisato nell’inchiesta apparsa sempre sullo stesso notiziario e dedicata al medesimo argomento. Un tanto gli ha dato il destro di protestare rivolgendosi a diversi indirizzi, ma mai a quello del suo unico interlocutore naturale, la direzione responsabile della testata. Di sostenere di non aver ricevuto risposta alle sue rimostranze. Di denunciare quanto avvenuto pubblicizzando sui social network un ipotetico torto subìto. I fatti stanno molto diversamente, e non solo perché vorrebbe così la correttezza dei rapporti fra un opinionista di cui si sono sempre rispettate le opinioni e la testata che lo accoglie puntualmente ogni settimana. I fatti stanno molto diversamente, anche perché nell’inchiesta dove il pensiero in questione viene riportato fra virgolette non si cita altro che parole di chi ha espresso tali pensieri. E da parte del giornalista si aggiunge esclusivamente la premessa che il professor Baldacci ha tenuto in “grande considerazione” le dichiarazioni di Bergoglio.
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