Netanyahu-Gantz, la verità dei sondaggi

e639o4wwm94x4pnhhbn2Stando agli ultimi sondaggi, il Primo ministro Benjamin Netanyahu riuscirà nuovamente ad ottenere la guida d’Israele. Le proiezioni danno l’alleanza dei partiti di destra e religiosi con un vantaggio significativo rispetto ai partiti di centro e sinistra: 66 seggi contro 54. Si assottigliano così sensibilmente le possibilità per Benny Gantz, ex capo dell’esercito, di stravolgere la politica del paese e strappare lo scettro a Netanyahu, da 10 anni solidamente al comando. Possibilità che si assottigliano ma che non si cancellano: molto dipenderà da quali partiti riusciranno a superare la soglia di sbarramento del 3,25%. I sondaggi mostrano alcuni potenziali alleati di Netanyahu che si aggirano proprio intorno a quella soglia. Se riusciranno a superarla, allora Netanyahu potrà dormire sonni tranquilli. “Molto dell’azione è intorno alla soglia di sbarramento”, ha spiegato Simon Davies, sondaggista e consulente politico per le strategie di Arutz 10. “Nessun sondaggio è abbastanza preciso da dire se qualcuno otterrà il 3,1 percento o il 3,3 percento”.
Dopo il voto, il presidente israeliano Reuven Rivlin sceglierà il partito – non necessariamente il più grande – che ha le migliori possibilità di formare una coalizione con almeno 61 membri. Nel 2009 il Likud di Netanyahu è stato scelto per guidare il governo nonostante fosse il secondo partito più grande (davanti c’era Kadima di Tzipi Livni).
In un video postato sui social media, Netanyahu ha esortato gli israeliani a votare per il Likud, e non per altri partiti di destra. “Fratelli e sorelle, il governo di destra è in pericolo”, ha detto. “C’è solo un modo per garantire che Lapid e Gantz non formeranno un governo di sinistra, e cioè votare per il Likud, per assicurare che il Likud ed io continueremo a guidare il paese verso gli enormi risultati che abbiamo portato”. Per sollecitare la sua base, il Premier ha fatto capire che se sarà rieletto, estenderà la sovranità israeliana sugli insediamenti in Cisgiordania, una mossa che i leader israeliani hanno evitato per mezzo secolo di fare. Netanyahu non ha spiegato come ma l’importante era mandare un messaggio e chiamare i suoi elettori alle urne: il problema – per la destra – è che questa sua dichiarazione potrebbe sì spostare voti a favore del Likud ma danneggiare suoi potenziali alleati e lasciarli fuori dal Parlamento.