Una Palermo svelata da Ester

P_20190321_145425La sinagoga palermitana, in via di realizzazione, “ha fatto la storia”. Così ha esclamato un giovane ebreo americano il giorno di Purim all’interno dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, donato due anni fa dal vescovo Lorefice alla comunità ebraica del capoluogo siciliano. Tutto inizia da una mail inviata alla presidente dell’Istituto Siciliano di Studi ebraici, Evelyne Ouate, nella quale viene espresso il desiderio di visitare la Giudecca e quindi la Sinagoga. Ed è forse un caso, ma vien da pensare alla provvidenza, che la nave da Crociera attracchi proprio il giorno di Purim. Una famiglia di New York viene quindi accompagnata da un membro dell’Istituto lungo il quartiere ebraico, una piacevole passeggiata tra la storia e lo stupore dei loro volti.
Sono tante le mail che arrivano da tutto il mondo, gruppi di ebrei e non che vogliono conoscere e ricordare la presenza ebraica di 15 secoli, attraverso una visita guidata, una narrazione che parte da via della Mesquita fino a Palazzo Marchesi. Ma quello che è successo il giorno di Purim di quest’anno ha dello straordinario che vale la pena di raccontare.
Rav Umberto Piperno decide di trascorrere con la comunità palermitana la festa più allegra dell’anno e, venendo a conoscenza dell’arrivo di questi amici ebrei dell’altro mondo, decide di raggiungere il gruppo. Quello che si nota subito in lui non è solo il desiderio di conoscere questi nuovi amici ma anche uno spirito di servizio, quello di far festeggiare a chi è lontano da casa una festa così importante. Così, per la prima volta, dopo secoli, viene letta all’interno della Sinagoga una Meghillah, e stupisce come questa Meghillah sia proprio quella di Ester. Basti pensare al racconto e al nome di questa giovane e temeraria regina.
Ester che significa ‘nascosto’ decide di rivelarsi per salvare il popolo ebraico dalla morte. Mi piace pensare come anche la presenza ebraica di Palermo non è più ‘nascosta’, dimenticata, ma rivelata, attraverso la memoria, la nuova sinagoga, l’impegno culturale della piccola comunità e la presenza, seppur passeggera, di tanti ebrei che vogliono conoscere una storia radicata.
Prendendo spunto dal racconto, la Meghillah di Ester è letta e trasmessa di generazione in generazione, così anche oggi, a Palermo, è stato possibile seguire la tradizione da parte di un rabbino verso un giovane padre e a sua volta i suoi giovanissimi figli. Nel libro di Ester sono raccontati in sintesi alcuni momenti della vita del popolo ebraico che è riuscito a conservare e riscattare sempre la sua identità non piegandosi ai nemici: così dopo lunghi secoli anche a Palermo il popolo ebraico è ancora presente e vivo, riscattato e salvo.
Forse, ancora oggi, Ester può essere colei che ci aiuta a salvare la storia e la presenza ebraica, “svelando” ovvero “aprendo” un luogo per tutti coloro che vogliono entrare. Ed è proprio questo quello che è accaduto il giorno di Purim. La porta socchiusa durante la lettura della Meghillah tra ascolto, allegria e sorrisi, viene varcata da una coppia francese, lui ebreo. Cercava la sinagoga, forse si aspettava che fosse aperta o forse no, ma è sicuro che cercasse una casa in questo giorno di festa. Con entusiasmo si unisce all’ascolto contento anche lui di poter festeggiare. È grazie a quell’ingresso ‘aperto’ che ebrei americani, francesi e italiani si incontrano per stare insieme, una porta che mostra ancora una volta una Palermo viva, accogliente, multiculturale, luogo ancora oggi di passaggio dove è possibile sentirsi a casa. La comunità di Palermo non è quindi una piccola comunità ma grande e oggi ha bisogno di questo luogo, della Sinagoga, per poter abbracciare gli ebrei che chiamano e scrivono desiderosi, molti di loro, di far parte di questo mistero che si svela. Più che “fare la storia” è ora di poter esclamare “la storia continua!”.

Claudia Lo Iacono