Gerusalemme, le opinioni e i fatti

Questa domenica mattina poco dopo le 10 il professor Valentino Baldacci si è affrettato a intervenire sui social network per denunciare come il suo rispettabilissimo commento alle recenti dichiarazioni provenienti dal Vaticano sullo status di Gerusalemme, espresso in uno scritto apparso negli scorsi giorni a sua firma su questo notiziario, sarebbe stato travisato nell’inchiesta apparsa sempre sullo stesso notiziario e dedicata al medesimo argomento. Un tanto gli ha dato il destro di protestare rivolgendosi a diversi indirizzi, ma mai a quello del suo unico interlocutore naturale, la direzione responsabile della testata. Di sostenere di non aver ricevuto risposta alle sue rimostranze. Di denunciare quanto avvenuto pubblicizzando sui social network un ipotetico torto subìto. I fatti stanno molto diversamente, e non solo perché vorrebbe così la correttezza dei rapporti fra un opinionista di cui si sono sempre rispettate le opinioni e la testata che lo accoglie puntualmente ogni settimana. I fatti stanno molto diversamente, anche perché nell’inchiesta dove il pensiero in questione viene riportato fra virgolette non si cita altro che parole di chi ha espresso tali pensieri. E da parte del giornalista si aggiunge esclusivamente la premessa che il professor Baldacci ha tenuto in “grande considerazione” le dichiarazioni di Bergoglio.

L’inchiesta, che ha suscitato l’attenzione di numerose testate giornalistiche, riporta, sia detto per inciso, molte autorevoli opinioni. Se un errore della redazione c’è stato, non può che stare nella sfumatura di queste due sole parole (“grande considerazione”), indotte dal fatto che il commentatore aveva autonomamente scelto di dedicare il suo corposo commento a una dotta disquisizione che prendeva le mosse dalle dichiarazioni di Bergoglio. Se non fosse così saremmo pronti, così come è nostro dovere, a scusarcene pubblicamente con l’autore. Del resto, se i commentatori pretendono, e giustamente, rispetto per le proprie opinioni, dovrebbero forse consentire anche ai giornalisti di esporre una loro moderata e del tutto innocua descrizione dei fatti. Senza contare che lo stesso autore, il quale appare regolarmente ogni settimana su queste pagine, avrebbe avuto e avrà sempre tutta la libertà di tornare sull’argomento e se lo desidera precisare ancora il proprio pensiero.

Possibile che al professor Baldacci le antiche usanze dei civili rapporti fra opinionisti e giornalisti che li ospitano paiano ormai anticaglie fuori corso? Il notiziario che il lettore ha ora sotto gli occhi è difatti il primo pubblicato dopo l’uscita precedente del venerdì pomeriggio. In mezzo c’è stata solo la pausa dello Shabbat, che ovviamente la redazione è tenuta a osservare.

L’ansia di suscitare una bagarre sui social network pare quindi del tutto strumentale e la dice lunga sul degrado dei rapporti che subisce la nostra società e fagocita anche persone di chiara fama e di grande ponderazione.