Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       14 aprile 2019 - 9 Nissan 5779
L'ANNUNCIO A POCHI GIORNI DALL'IMPRESA SFIORATA 

"Israele sulla luna, pronti a riprovarci"

“Questo messaggio lo rivolgo ai giovani. Se non si ottiene il risultato auspicato, ci si rialza e si riprova”.
È con questo spirito che Morris Khan, il magnate israeliano che è stato il principale sponsor della sonda israeliana Beresheet arrivata a un passo dalla luna, si è subito rimesso al lavoro per attrarre ulteriori investimenti per un nuovo tentativo di allunaggio da realizzarsi nel più breve tempo possibile.
“L’industria aerospaziale israeliana arriverà nello spazio profondo. Ricorderemo tutti dove eravamo quando una nostra navicella spaziale è sbarcata sulla luna” le parole con cui aveva presentato negli scorsi mesi il progetto. Come noto, l’impresa è stata sfiorata e solo un guasto tecnico sul più bello ha disinnescato il sogno. Una notte di attesa comunque indimenticabile, con gli occhi di tutto il mondo puntati sulla sonda. E sul suo “Small country, big dreams”, ultimo selfie dallo spazio e un po’ manifesto dell’intera operazione.
Le prime donazioni sono già arrivate.
IL TALENTO EMERGENTE DEL CALCIO ISRAELIANO 

Yoav, un sogno chiamato Serie A

La suggestione neroverde per il momento è sfumata. Ma la Serie A resta la grande ambizione di Yoav Librus, 17 anni, uno dei giovani emergenti del calcio israeliano. Anzi, italo-israeliano visto che grazie a mamma Daniela, presidente del Viola Club Tel Aviv dedicato a Davide Astori (e in precedenza a Giancarlo Antognoni, leggendario numero dieci della Fiorentina), ha la doppia cittadinanza.
Neroverde come il colore della casacca del Sassuolo, con cui ha svolto in febbraio un provino. Esito positivo, ma le regole in vigore rendono non semplice il tesseramento di un calciatore non comunitario. Le eccezioni si fanno per pochi, insomma. E nel caso di Yoav i dirigenti emiliano-romagnoli il nome se lo sono comunque appuntato sul taccuino. Magari sarà un arrivederci. O magari arriverà qualcun altro ad accaparrarsi le prestazioni di questo talentuoso attaccante in forza alla squadra giovanile dell’Hapoel Tel Aviv (di cui è il capitano).
In rete circola un suo goal sensazionale. Lui che recupera palla sulla fascia, dribbla due avversari, si avvicina all’area di rigore e scarica nel sette un tiro imparabile. Un goal alla Ibrahimovic o alla Cristiano Ronaldo, che ha fatto strabuzzare gli occhi a molti. E in particolare al suo agente, Adam Kidan, che cura tra gli altri gli interessi di Eran Zahavi, il più forte calciatore israeliano in circolazione con un passato al Palermo e un presente piuttosto ben retribuito ai cinesi del Guangzhou R&F.
QUI FIRENZE - L'INTITOLAZIONE DEL GIARDINO 

Nel nome di Enzo Bonaventura

Il giardino del plesso universitario Capponi di Firenze è stato dedicato a Enzo Bonaventura, direttore del laboratorio di psicologia espulso nel ‘38 a seguito delle leggi razziste, emigrato nell’allora Palestina mandataria dove fu tra i padri della psicologia accademica israeliana e rimasto ucciso nell’aprile del ’48 nell’attentato arabo al convoglio diretto all’ospedale Hadassah.
Alla cerimonia di svelamento della targa sono intervenuti il rettore Luigi Dei, l’assessore comunale Andrea Vannucci, la presidente della Comunità ebraica fiorentina Daniela Misul, l’assessore UCEI David Meghnagi, principale promotore dell’iniziativa, oltre a una nipote di Bonaventura giunta appositamente da Israele assieme ad altri familiari. Auspicio comune di tutti gli intervenuti è che il giardino, per la sua posizione centrale tra la facoltà di Scienze Umanistiche e il rettorato, diventi punto di studio e di ritrovo degli studenti ma anche di ricordo e riflessione.


Rassegna stampa

"Ad Hebron
l'apartheid"

“L’apartheid è finita a Soweto ed è ricominciata ai checkpoint di Hebron”. È quanto si legge sul Corriere, in un reportage di Aldo Cazzullo. “Mille israeliani e 50mila palestinesi, 9mila e 220mila con i sobborghi, si assediano a vicenda. Gli ebrei possono entrare soltanto nel 3% del territorio. Però – scrive l’inviato del Corriere – hanno il monopolio della forza”. Nell’articolo trovano ospitalità le voci di un rappresentante arabo, Issa, e di un esponente della comunità ebraica, Noam. “II caso – scrive Cazzullo – vuole che Issa e Noam si incontrino fuori dalla Tomba dei Patriarchi. Entrambi si fermano ad ascoltare un attivista di Breaking the silence, Rompere il silenzio. È un ex soldato israeliano che non si dà pace per aver picchiato un bambino arabo, e ora predica contro l’occupazione. Issa lo abbraccia. Noam gli grida che sono gli arabi a colpire i bambini ebrei”. Issa e Noam, prosegue Cazzullo, si trovano però d’accordo su un punto. “Entrambi parlano bene dei carabinieri italiani, che a lungo hanno lavorato come forza di interposizione, lasciando un ricordo di civiltà e di umanità”.
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IL FONDO SEGRE ALLA SCUOLA EBRAICA 

"Un ciclo che si chiude" 

Geologo, geografo, cartografo, paleontologo di grande fama, Aldo Giacomo Segre (1918-2018) si è impegnato su più fronti nell’arco del suo secolo di vita conciliando studi scientifici con interessi umanistici. A pochi mesi dalla scomparsa di questa straordinaria figura di studioso, che prese parte a più spedizioni in Antartide, mille suoi volumi ad argomento ebraico, una parte della sua ingente biblioteca di 12mila opere, trasferita dalla sua casa di Merano all’istituto di Paleontologia Umana di Anagni e contenente libri di geologia e vulcanologia accanto a testi di teatro o di incisioni, sono stati donati alle scuole ebraiche di Roma. Donazione che è stata festeggiata con l’apertura di un Fondo Segre e con una cerimonia in suo onore, svoltasi presso l’aula magna del liceo Renzo Levi della Capitale.
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LA TERZA EDIZIONE DELLA RASSEGNA

Firenze, Balabrunch al via

Ha preso il via in queste ore la terza edizione della rassegna Balabrunch con l’autore, iniziativa promossa dalla Comunità ebraica di Firenze in collaborazione con la sezione di Siena e le Comunità Livorno e Pisa all’interno di RE.T.E Rete Toscana Ebraica, progetto triennale finanziato dalla Regione Toscana con lo scopo di valorizzare su tutto il territorio iniziative culturali e artistiche a tema ebraico.
Prima ospite della terza edizione, dedicata all’Inghilterra, al suo rapporto con il mondo ebraico a 360 gradi con uno sguardo sull’attualità che investe anche le conseguenze della Brexit e l’inquietante deriva del Labour Party di Corbyn, la scrittrice e giornalista britannica Linda Grant.
 

I FESTEGGIAMENTI FRA TRIESTE E MILANO

Magris, 80 anni tra i lettori

“La prima cosa che guardo sul giornale la mattina è la temperatura del mare. Il mare è l’abbandono, la felicità. Non ho stile, non ho mai fatto scuola di nuoto, ma amo lasciarmi andare nelle braccia del mondo”.

Festa tra i lettori per Claudio Magris, l’illustre germanista e scrittore triestino che negli scorsi giorni ha compiuto 80 anni. Le pagine del suo ultimo libro, Tempo curvo a Krems, protagoniste di un incontro che si è svolto alla Libreria Minerva di Trieste. Un secondo appuntamento per celebrare l’anniversario è in programma domani pomeriggio alle 18.30, al Teatro Franco Parenti di Milano, organizzato dalla Fondazione Corriere della sera. 

(L’immagine è di Giovanni Montenero)

Quale lingua parliamo
“Le parole possono essere come piccole dosi di arsenico: ingerite senza saperlo sembrano non avere alcun effetto, ma dopo qualche tempo ecco rivelarsi l’effetto tossico.” [Viktor Klemperer, LTI La lingua del Terzo Reich, Giuntina, p. 32]. Che lingua stiamo parlando?
 
David Bidussa, storico delle idee
 
Re d'Israele
Della prevedibile vittoria di Benjamin Netanyahu si possono dire molte cose. Già ne sono state dette alcune. Altre si aggiungeranno di qui ai prossimi giorni. Ma è bene partire non dalla specificità della sua figura politica o dalle dinamiche interne ad Israele, che pure hanno avuto un’incidenza inoppugnabile nel determinare il risultato elettorale, quanto da alcuni elementi di sistema. Il primo di essi è che anche a Gerusalemme il «compromesso socialdemocratico» che aveva goveranto a lungo i destini del Paese è definitivamente tramontato. Se mai ce ne fosse ancora una qualche ragione nell’interrogarsi su di esso. Infatti, laddove con una tale espressione si definivano gli equilibri tra Stato e società, in economie di mercato dove il primo interveniva per redistribuire alla collettività parte della ricchezza prodotta, oggi siamo ben di fuori da una tale prospettiva.
 
Claudio Vercelli, storico
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