Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui         4 luglio 2019 - 1 Tamuz 5779
ISRAELE - L'APPELLO ALLA CALMA DELLA FAMIGLIA DEL RAGAZZO UCCISO

La Comunità etiope: "No a violenze
ma nostre proteste legittime"

Dopo due giorni di scontri accesi, le proteste della Comunità etiope per l’uccisione a Haifa di un ragazzo di 18 anni, Solomon Tekah, colpito da un poliziotto fuori servizio, sono scemate. I manifestanti hanno ascoltato la richiesta della famiglia Tekah che in un comunicato ha ringraziato “tutti per il sostegno e dell’essersi immedesimati con il grande lutto che abbiamo sofferto. Abbiamo perso un figlio e chiediamo al pubblico di non organizzare proteste durante la shiva (l’osservanza di sette giorni di lutto), di agire con moderazione e pazienza”. L’uccisione di Tekah ha infatti riacceso la rabbia di una comunità che da tempo denuncia la violenza della polizia ai suoi danni e una più ampia discriminazione ai danni dei suoi membri. Le proteste hanno portato a 136 arresti, 83 manifestanti e 83 agenti di polizia sono rimasti feriti durante le manifestazioni in cui sono state
bloccate i principali incroci in tutto il paese, in particolare a Tel Aviv. Alcune delle proteste sono diventate violente, e la polizia e i media hanno riferito di lanci di pietre, molotov e pneumatici bruciati. Per questo la famiglia Tekah ha chiesto la calma ma promettendo di voler continuare la protesta: “Alla fine dello shiva, terremo proteste giuste e legittime in modo organizzato e coordineremo le parti interessate senza danneggiare la vita quotidiana del pubblico, senza violenza. Invitiamo tutti i ragazzi e i loro genitori ad evitare qualsiasi provocazione inutile. La rabbia e la frustrazione che sono state espresse negli ultimi giorni sono la rabbia accumulata in anni di continua negligenza nel non sradicare il razzismo” dalla società israeliana.

QUI FIRENZE - LA CONSEGNA AL DIRETTORE EIKE SCHMIDT DELLA MENORAH D'ORO  

Agli Uffizi, tra riconoscimenti
e mostre sull’Italia ebraica

Un riconoscimento per l’impegno “a tramandare la storia e la memoria ebraica, a diffondere e valorizzare nel mondo la sua cultura e che ne ha fatto conoscere la sua vitalità”. Quello che nelle prossime ore verrà conferito a Firenze al direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt dal Benè Berith. Nel giardino della sinagoga fiorentina Schmidt riceverà infatti la Menorah d’oro, che ogni anno viene data a personalità del mondo culturale, politico ed imprenditoriale che si sono distinte per azioni volte a rigettare e a contrastare ogni fenomeno di razzismo e di intolleranza, o a diffondere la cultura dell’accoglienza, del confronto e della dignità umana. A consegnare il riconoscimento a Schmidt sarà il presidente del Benè Berith di Roma, l’avvocato Federico Ascarelli, nelle cornice del Balagan, rassegna curata dalla comunità ebraica fiorentina. Un’occasione per presentare anche la mostra da poco inaugurata proprio alle Gallerie degli Uffizi, “Tutti i colori dell’Italia ebraica”, aperta fino al 27 ottobre 2019 e curata da Dora Liscia Bemporad e Olga Melasecchi (direttrici rispettivamente dei Musei ebraici di Firenze e Roma).

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Rassegna stampa

Putin in Italia

Il presidente russo Vladimir Putin arriva oggi a Roma per una visita lampo. Previsti incontri con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Conte e con il pontefice Bergoglio. “Siamo pronti a riannodare il filo strategico con l’America. Contatti costanti con la Lega di Salvini”, spiega Putin in un’ampia intervista pubblicata dal Corriere in cui parla dei suoi ottimi rapporti con la Lega, Salvini e con Berlusconi. Putin nega poi che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane ed europee. “Il colmo dell’assurdo è stata l’accusa alla Russia di ingerenze nelle elezioni americane.
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IL PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ GABBRIELLI

"Pisa, saper accogliere
una nostra priorità"

“Sono molto contento di essere stato rieletto alla guida della Comunità di Pisa. Ho raccolto il doppio dei voti rispetto al primo mandato e, ovviamente tenendo conto dei numeri di una realtà piccola come quella di Pisa, penso sia il segnale che qualcosa di buono ho fatto in questi anni”. Così commenta Maurizio Gabbrielli la sua conferma alla presidenza della Comunità ebraica di Pisa. “Io credo molto nell'apertura delle Comunità all'esterno per far conoscere la nostra cultura. Penso sia il modo migliore per combattere l'antisemitismo e il pregiudizio. Abbiamo lavorato positivamente per creare relazioni con diverse istituzioni della città: con la prefettura, la questura, con il Centro Interdipardimentale di Studi Ebraici dell'Università con cui abbiamo fatto diverse iniziative e altre ne faremo in futuro”. 

Setirot - La rebetsin Perele 
Per chi come me si appassionò a Isaac B. Singer prima che vincesse il Nobel nel 1978, e sull’onda di quella passione intraprese la strada piena di meraviglie della letteratura yiddish, oggi la pubblicazione da parte di Giuntina de La moglie del rabbino di Chaim Grade è stata, giustappunto, l’ultima, ennesima meraviglia. Non soltanto perché la storia si dipana in maniera divertente e insieme profondissima tra intrighi familiari e di shtetl, intrighi che ruotano attorno a una donna di potere, la rebetsin Perele, moglie e madre perennemente delusa e incattivita, personaggio odioso e tuttavia ispiratore per taluni versi di ammirazione. Gradevolissima lettura quindi. Come dicevo, non solamente di evasione però.
Stefano Jesurum, giornalista
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Bucarest e la sinagoga tra palazzi kitsch
“Sighet non è più Sighet”, ha scritto Elie Wiesel in uno dei suoi racconti più belli, “L’ultimo ritorno”, contenuto nel volume dal titolo “L’ebreo errante” (Giuntina). In queste pagine il testimone sopravvissuto descrive venti anni dopo la Shoah il ritorno nella città natale, avvertita ormai come straniera, lontana, inavvicinabile anche se “non è cambiata per niente”.
Non sono mai stato a Sighet, che Wiesel tratteggia come “una piccola città polverosa […] da qualche parte nella lontana Transilvania, all’ombra dei Carpazi, presso la frontiera più capricciosa d’Europa”. .
Giorgio Berruto
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In ascolto - Festival yiddish
Manca solo una settimana all’apertura del Festival Yiddish di Weimar, un evento davvero straordinario che combina concerti, esibizioni di strada, jam sessions, workshop di diversi livelli per musicisti, cantanti e ballerini e incontri interessanti sulla lingua e la cultura dell’Est Europa ebraico.
Quest’anno lo staff ha scelto quale filo conduttore della manifestazione le relazioni culturali, musicali e di grande creatività artistica che si svilupparono tra la Repubblica di Weimar (1919) e quella realtà che hanno deciso di rinominare “Repubblica della Yiddishland”.
Maria Teresa Milano
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Un profondo disagio ci attraversa 
Il capitano della Sea Watch viene arrestato. Insulti sessisti (locuzione asciutta ed asettica dietro la quale si celano maledizioni nauseabonde sciorinate come un ritornello). Insieme a lei, le cantanti Emma Marrone e Paola Turci che hanno osato, si legge nella gran parte dei media, 'difenderla' - ove per difesa si intende il mero esprimersi contro la deriva di minacce ed offese che hanno accompagnato la vicenda di Carola Rakete. Prima ancora, e sempre sulla Sea Watch ma dall'altra parte del mare, gli attacchi a Giorgia Meloni. E ancor prima, le offese dilagate soprattutto sui social contro l'allora presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.
Sara Valentina Di Palma
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Machshevet Israel - Pensieri politici 
Il tema “È esistito un pensiero politico ebraico?” un gruppo di storici dell’età medievale e proto-moderna ha recentemente promosso uno stimolante laboratorio presso l’École française de Rome. Per rivisitare e ribaltare, naturalmente, il mito della passività ebraica e soprattutto il famoso asserto di Hannah Arendt: “Gli ebrei non hanno esperienza né tradizione politica”. A dispetto della sua dissertation – sul concetto di amore in Agostino (o forse proprio a motivo di quella ricerca) – e forzata dalle circostanze storiche, Arendt è divenuta una delle più significative “filosofe della politica ebraica” del Novecento.
Massimo Giuliani, Università di Trento
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Machiavelli, Savonarola e la Sea Watch
La figura di Antigone ha conosciuto in questi giorni un improvviso ritorno di popolarità, dopo che per decenni era rimasta confinata nel recinto delle rappresentazioni estive del Teatro greco di Siracusa. In un paio di giorni mi è capitato di leggere in almeno tre occasioni lo stesso riferimento, all’interno di pensosi articoli che utilizzavano la citazione per sostenere la liceità del rifiuto di una legge ingiusta.
Valentino Baldacci
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