Setirot – La rebetsin Perele

jesurumPer chi come me si appassionò a Isaac B. Singer prima che vincesse il Nobel nel 1978, e sull’onda di quella passione intraprese la strada piena di meraviglie della letteratura yiddish, oggi la pubblicazione da parte di Giuntina de La moglie del rabbino di Chaim Grade è stata, giustappunto, l’ultima, ennesima meraviglia. Non soltanto perché la storia si dipana in maniera divertente e insieme profondissima tra intrighi familiari e di shtetl, intrighi che ruotano attorno a una donna di potere, la rebetsin Perele, moglie e madre perennemente delusa e incattivita, personaggio odioso e tuttavia ispiratore per taluni versi di ammirazione. Gradevolissima lettura quindi. Come dicevo, non solamente di evasione però.
Parola dopo parola, gesto dopo gesto, “sentire” dopo “sentire”, nella mirabile traduzione di Anna Linda Callow si coglie la sostanziale differenza (che Callow medesima ben ci spiega e erudisce nella postfazione) tra ultraortodossia chassidica di matrice sostanzialmente polacca (e dintorni) e haredismo (si può dire?, non so, ci provo) lituano. Più semplicemente: manca, anzi è osteggiato e criticato, l’aspetto mistico tanto presente nella più conosciuta letteratura yiddish mitteleuropea. Grade quindi grande cantore di una particolare fetta di Mondo Scomparso, la fetta cresciuta intorno a Vilna, Gerusalemme di Lituania, Yerushalaim de-Lita. Con le dovute differenze legate al passare del tempo, una atmosfera haredi lituana la si trova a B’ne Brak, grande sobborgo satellite di Tel Aviv o in precise zone di Gerusalemme, nulla a che vedere appunto con il chassidico Mea Shearim.
Dice bene Anna Linda quando sostiene che quello di Grade è un libro “che si può leggere in molti modi, non da ultimo per capire qualcosa, da un’angolazione diversa dal solito, di un settore importante e anche molto contestato dell’Israele odierna che, grazie soprattutto al suo sviluppo demografico, sta acquistando un’influenza crescente sulla società”. Il mondo dei grandi rabbini dai molti seguaci, dei giovani che studiano nelle yeshivot, delle dispute roventi su questioni politiche e/o di principio, dei religiosi sionisti e antisionisti, delle lotte per la successione alla guida delle varie comunità…

Stefano Jesurum, giornalista