TRASPORTO PUBBLICO, L'INIZIATIVA DI TEL AVIV E DI ALTRI COMUNI
Bus di Shabbat, un progetto pilota per Israele

Ciclicamente in Israele vengono annunciati progetti per attivare il trasporto pubblico anche di Shabbat: annunci che creano puntualmente una divisione che, generalizzando, vede scontrarsi laici e religiosi. Sintomo di una società viva ma anche divisa su alcune questioni fondamentali. L'incontro-scontro tra questi due mondi – da non vedere come compartimenti stagni - è al centro della battaglia politica di questi mesi ed è tornato alla ribalta su di una proposta specifica: quella delle autorità locali di Tel Aviv di fornire gratuitamente il trasporto pubblico di Shabbat, collegando la metropoli con alcune località vicine (Ramat HaSharon, Givatayyim e Kiryat Ono). Annunciato come sistema “senza precedenti”, gli autobus funzioneranno nei fine settimana durante le ore in cui il trasporto pubblico non è normalmente disponibile. Il servizio sarà gratuito e aperto a tutti nella sua fase iniziale. “Questa iniziativa si aggiunge al trasporto già esistente nel settimana, compresi gli Sherut (taxi condivisi) previsti dal Ministero dei Trasporti e le iniziative comunali di carsharing come AutoTel e Tel-OFun” ha dichiarato il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai.
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IL MOVIMENTO TERRORISTICO DEVE FARE I CONTI CON LE CRITICHE E CON ISRAELE
A Gaza, rare voci di protesta contro Hamas

Una rara protesta pubblica contro il movimento terroristico di Hamas ha avuto luogo nelle scorse ore nella Striscia di Gaza. A raccontarlo sulle pagine di ynet, il giornalista Elior Levy. Nell’enclave sotto controllo di Hamas, da cui solo pochi giorni fa sono partiti gli ennesimi razzi contro la popolazione israeliana, c’è stata infatti una manifestazione dopo che tre miliziani del servizio di sicurezza del movimento islamista hanno ucciso un uomo di 28 anni, gettandolo dalla finestra. “Tre agenti di Hamas sono arrivati venerdì scorso a casa di Anan Abu Jameh nella città di Khan Yunis nel sud di Gaza. Secondo la famiglia, le forze di sicurezza sono salite nella sua stanza, l’hanno arrestato e poi l’hanno gettato fuori dalla finestra. Ha subito un grave trauma alla testa e in seguito è morto in ospedale per le ferite riportate”, il resoconto di Levy. “L’incidente ha portato ad un tumulto tra i residenti locali, che hanno definito la morte di Anan un ‘assassinio a sangue freddo’”. Non solo, continua Levy, “durante il funerale di Abu Jameh a Khan Younis è scoppiata una rara manifestazione contro Hamas, con i partecipanti che cantavano: ‘Hamas assassini’”. La manifestazione si è poi spostata dal cimitero alla casa della famiglia Adu Jameh, dove decine di persone hanno tenuto striscioni e cartelli con la scritta “Siamo tutti Anan” e “Poniamo fine all’oppressione”, oltre a cartelli che invocavano giustizia.
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QUI MILANO
Il caso Zolli, una ferita aperta
 Una ferita aperta nella storia della Comunità ebraica di Roma, una vicenda complessa e controversa di cui a lungo si è preferito non parlare pubblicamente. È la storia di Israel Zoller, poi Italo Zolli, che fu rabbino capo di Roma negli anni della persecuzione nazifascista, della razzia del 16 ottobre 1943, per poi convertirsi al cristianesimo nel febbraio del 1945 (prendendo il nome di Eugenio Maria Zolli). A ricostruire, attraverso percorsi diversi, la figura di Zolli sono stati il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e lo storico Alberto Cavaglion in occasione di una serata organizzata dalla Comunità ebraica di Milano e parte del ciclo di appuntamenti Kesher.
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QUI ROMA - IL CONFRONTO ALLA STAMPA ESTERA
“Più consapevolezza contro l’odio”
 “Costituzione, Carta dei diritti dell’Unione Europea e Convenzione dei diritti dell’uomo: sono le queste le garanzie di cui disponiamo oggi contro ogni forma di discriminazione odiosa. Dobbiamo conoscerle, usarle e difenderle contro il diffondersi dell’odio e di rigurgiti di razzismo e antisemitismo in Italia e in Europa”.
Così il vicepresidente emerito del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, tra gli ospiti di un confronto sul tema degli estremismi politici e religiosi “dalla Notte dei cristalli a Halle” organizzato nella sede dell’Associazione della Stampa Estera dall’American Jewish Committee, in collaborazione con Religions for Peace Italia. Molti gli spunti offerti nel corso della conferenza, introdotta dalla giornalista Lisa Palmieri-Billig, rappresentante Ajc in Italia e presso la Santa Sede..
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Rassegna stampa
Segre apre all’incontro con Salvini
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Rischi e opportunità del confronto
 Nel discorso pronunciato nella commemorazione dei deportati della Comunità ebraica di Genova, ho ritenuto di fare alcune considerazioni sui rischi e le opportunità del confronto tra culture diverse che qui riprendo con qualche ulteriore puntualizzazione.
"Il popolo ebraico, avendo vissuto buona parte della propria storia in condizioni di minoranza, ha esperienza di cosa significhi confrontarsi con altre religioni, altre culture, altre civiltà, anche diametralmente diverse; abbiamo sperimentato e tuttora sperimentiamo i rischi e le potenzialità che questi rapporti con le diversità comportano, anche in condizioni pacifiche".
Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova
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Ticketless - Pà e Pè
 Tra i libri sul periodo della dittatura fascista che mi piacerebbe vedere ristampati vi è la memoria di uno dei figli del leader socialista Claudio Treves, Paolo. S’intitola Quello che ci ha fatto Mussolini. Non tutte le autobiografie antifasciste raccontano così bene la quotidianità della emarginazione: i controlli della polizia, i pedinamenti, la censura nella corrispondenza, ma anche la felicità di sentirsi dalla parte giusta, che è tipica di chi vuole rivendicare il senso della libertà.
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Gene egoista
 Un’ipotesi scientifica evoluzionistica parla di un gene egoista all’origine del cancro. Un gene che si ribella al suicidio cellulare necessario per il ricambio ed il funzionamento complessivo del corpo. Già Giorgio Gaber, beffardamente morto proprio di cancro, parlava di questo gene come patologia del narcisismo contemporaneo. Ecco, a vedere lo scenario politico attuale non si può che dargli ragione.
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Periscopio – L’isola sacra
 Lunedì scorso, 7 novembre, presso una delle libreria Feltrinelli di Napoli è stato presentato il libro Isola sacra. Alle origini della famiglia, scritto dal Professore Francesco Paolo Casavola, dal giovane e valoroso Collega Dario Annunziata e da me (Editoriale Scientifica). Ne hanno parlato il giurista ed editorialista Luigi Labruna, l’Avvocato Domenico Ciruzzi, Presidente della Fondazione Premio Napoli, e Riccardo Di Segni (Rabbino Capo di Roma e Vice-Presidente del Comitato Nazionale di bioetica), e ha moderato il dibattito il giornalista Giuseppe Crimaldi (tra l’altro, Presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele). Devo esprimere, naturalmente, la mia gratitudine nei confronti di molte persone: il mio Maestro, prof Casavola, che ha accettato di affiancare la sua firma alla mia e a quella di Dario; gli Editori, che sostengono sempre generosamente molte mie iniziative; i responsabili della libreria, per avere ospitato la manifestazione; i tre illustri relatori e l’illustre moderatore.
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Esperanto del Lager
 Negli Stalag e Oflag i militari prigionieri di guerra diedero sfoggio di solida preparazione attoriale nonché ottime capacità di staging e organizzazione teatrale; il travestimento – data la presenza di soli uomini e la necessità di ricoprire ruoli femminili in prosa, commedia musicale o altro – toccò livelli elevati con risultati più che soddisfacenti anche sul piano del trucco.
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