Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        28 Gennaio 2020 - 2 Shevat 5780
LA NUOVA INIZIATIVA DI ACCOGLIENZA 

UCEI e Comunità di Milano, insieme per la solidarietà
Mano tesa a una famiglia in fuga dalla guerra

In fuga dalla Siria distrutta dal conflitto e dopo un periodo nei campi profughi libanesi, la famiglia Almohammad – due genitori con quattro bambini e un parente al seguito – ha trovato a Milano un luogo sicuro. A dare ai sette accoglienza, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) e la Comunità ebraica di Milano, che, sostenendo il progetto dei corridoi umanitari promosso nel 2016 da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, hanno scelto di dare il proprio contributo per dare asilo a una famiglia segnata dalla guerra. Un gesto concreto di solidarietà che si aggiunge alle altre iniziative messe in campo dal mondo ebraico italiano nel segno dell’accoglienza. “Sono molti i passaggi della Torah in cui si fa riferimento all’obbligo di aiutare il prossimo, il forestiero. Se il tuo fratello impoverirà… lo dovrai sostenere: che sia straniero o residente, una volta che viva con te” (Lev. 25,35). È evidente dalle ultime parole che il termine “fratello” iniziale deve avere un’accezione universale. Il malessere di chi arriva da fuori è un punto sensibile per gli ebrei, sollecitati come siamo dalla nostra stessa esperienza storica. Su queste basi è nato l’impegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a sostegno delle comunità che attuano progetti a favore di migranti e rifugiati. – spiega il vicepresidente UCEI Giorgio Mortara (nell’immagine in alto alla Stazione Centrale di Milano ad accogliere la famiglia Almohammad assieme, tra gli altri, alla Coordinatrice per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini) – L’iniziativa è pensata quale ideale prosecuzione del lavoro svolto in questo senso già da anni sul territorio dalle comunità ebraiche di Firenze, Torino e Milano e di incentivare la nascita di nuove iniziative in altre realtà.

L’obiettivo finale è quello di creare una rete di sussidiarietà e aiuto per migliorare le condizioni di queste persone in grande difficoltà e contribuire alla loro integrazione, contando anche sulla collaborazione con le strutture sociosanitarie e con altre organizzazioni e di volontariato sociale, al fine di aumentare l’offerta di aiuto. Naturale era quindi la collaborazione con le organizzazioni che promuovono i Corridoi Umanitari con le quali le comunità ebraiche già interagiscono a livello locale come Sant’Egidio e la Tavola valdese”. La famiglia siriana – musulmani di Aleppo – arriverà in queste ore a Milano, dopo essere sbarcati a Roma, e sarà ospitata in un appartamento nella zona sud della città: l’accoglienza diffusa rappresenta un elemento decisivo di un progetto, totalmente autofinanziato, che sta favorendo l’inserimento dei profughi arrivati nel tessuto civile e sociale del Paese, nel circuito scolastico per i minori e in quello lavorativo per gli adulti. “A Firenze vengono ospitati minorenni non accompagnati, a Torino è stata accolta una famiglia e il progetto si sta ampliando in collaborazione con la tavola valdese; a Milano è stata costituita una rete, “Una mano per” coordinata da Claudia Bagnarelli, che mette insieme le diverse associazioni ebraiche e che ha come impegno comune la solidarietà”, spiega Mortara, sottolineando che l’accoglienza della famiglia Almohammad fa parte di un percorso articolato.

“La Comunità ebraica di Milano è sempre pronta a mettersi in gioco quando si tratta di aiutare attivamente il prossimo. – sottolinea Milo Hasbani, presidente della Comunità ebraica di Milano, – Ringrazio la comunità di Sant‘Egidio per averci nuovamente dato l’opportunità di farlo con questa famiglia siriana con quattro bambini piccoli. Spero che questo esempio possa essere seguito anche da altri, abbiamo coinvolto varie Associazioni Ebraiche, come il Bene Berith, l’AME, il volontariato Federica Sharon Biazzi Onlus e i movimenti giovanili della Comunità ebraica Hashomer Hatzair e Benè Akiva e Joy, tutti con un grande bagaglio di esperienze nel campo del volontariato”.

L'ANNUNCIO DEL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO GRAVINA 

 "Lotta contro razzismo e odio negli stadi,
lavoriamo a una task force Figc-UCEI"

Una vera e proprio task force “culturale” contro il razzismo negli stadi. È l’iniziativa congiunta di Federcalcio e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, annunciata dal presidente della Figc Gabriele Gravina in occasione del Consiglio Federale svoltosi nelle scorse ore. Un progetto, ha detto, “dove ci impegneremo a veicolare e a trasformare le parole ostili in benevoli”. E questo perché “il nuovo linguaggio sempre più legato alle offese sta generando momenti di preoccupazione ma induce la Figc ad investire sempre di più in educazione e in formazione”. Gravina, nel corso del suo intervento, ha anche espresso “condanna unanime sulla violenza verbale di cori e striscioni” e anche per la recrudescenza di parole di odio nei rapporti tra tifoserie. “Nello stigmatizzare questi comportamenti – ha affermato il numero uno del calcio italiano, già protagonista dell’iniziativa UCEI ‘Un calcio al razzismo’ – sono convinto che la Figc, qualificandosi come punto di riferimento del calcio italiano e interpretando al meglio il senso di responsabilità che la contraddistingue, debba valorizzare i tanti esempi positivi di cui il nostro mondo, per fortuna, è pieno".
 

(Nell’immagine il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina assieme alla Presidente UCEI Noemi Di Segni in occasione dell’evento ‘Un calcio al razzismo’)

L'IMMINENTE ANNUNCIO DELLA CASA BIANCA  

Trump e l'atteso piano di pace

Tutto pronto per l'annuncio del piano di pace Usa (o visione di pace, come l'ha definita l'ideatore Jared Kusher) che vorrebbe riaprire i negoziati tra israeliani e palestinesi. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato separatamente il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il leader dell'opposizione Benny Gantz alla Casa Bianca per discutere del piano in questione e spiegarne i dettagli. In queste ore il progetto dovrebbe essere ufficialmente rivelato ma trova già la contrarietà palestinese, secondo cui il piano sarà comunque favorevole agli israeliani. Dal 2017 circolano diverse voci sul piano che dovrebbe essere incentrato sul rilancio dell'economia palestinese, con la previsione di 50 miliardi di finanziamento provenienti da Stati Uniti e Paesi arabi. Nodo da sciogliere, la sovranità sulla Valle del Giordano, che Netanyahu ha promesso di estendere in caso di sua vittoria alle urne il prossimo 2 marzo.

QUI ROMA - LA SERATA AL PITIGLIANI 

Pane, un simbolo che unisce

Simbolo del focolare e della famiglia, delle tradizioni e della condivisione, da sempre è il principale elemento presente sulle nostre tavole. È il cibo che ci unisce nel quotidiano, nelle feste e nelle celebrazioni rituali.
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, insieme al Tavolo Interreligioso di Roma e al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, intende celebrare il pane con un evento speciale, interamente declinato al femminile: tante donne “con le mani in pasta”, unite nella produzione dell’alimento più antico.

ACCOLTA LA PROPOSTA DELLA DELEGAZIONE ITALIANA PER IL 27 GENNAIO

Le bandiere dei Paesi Nato a mezz’asta,
l'omaggio alla Memoria ispirato dall'Italia

Tutte le bandiere dei Paesi alleati a mezz’asta in occasione della Giorno della Memoria. Al Quartier generale della Nato, una solenne e inedita iniziativa adottata su impulso della Rappresentanza Permanente italiana guidata dall’ambasciatore Francesco Maria Talò.
“Continuiamo a fare – ha detto l’ambasciatore in una intervista al sito Formiche.net – ciò che è un dovere morale e che anche la legge dal 2000 ci indica: mantenere la Memoria. Quest’iniziativa rappresenta qualcosa di nuovo per la Nato, figlia anche della mia sensibilità. Quando ero console a New York ho inaugurato la cerimonia della lettura dei nomi in occasione del Giorno della Memoria e ho continuato il mio impegno anche da ambasciatore in Israele”.

QUI ROMA - LA MOSTRA ALLA CASINA DEI VALLATI 

La Shoah e l’infanzia rubata

Furono un milione e mezzo le giovani e giovanissime vite spezzate nei lager. La mostra “Shoah. Infanzia rubata”, inaugurata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma nella sua sede alla Casina dei Vallati, ne segue il percorso raccontando la negazione dei diritti fondamentali dell’infanzia sotto il nazifascismo quali il diritto al gioco, alla dignità, alla salute, all’identità, all’istruzione, alla libertà, alla tutela e, per ultimo, alla vita.
Curata da Daniela Dana Tedeschi dell’associazione Figli della Shoah, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, accompagna il visitatore in quegli anni bui e fa emergere, tra le altre, la luminosa figura del pedagogo polacco Janusz Korczak, ispiratore dell’attuale Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini, che lottò fino all’ultimo per alleviare le sofferenze degli ospiti del suo orfanotrofio nel Ghetto di Varsavia. E con loro morì a Treblinka.

QUI ROMA

Architetti romani espulsi nel ’38,
l'Ordine e la dignità restituita

Nel 1938 furono espulsi dall’Ordine degli Architetti di Roma perché ebrei. Ora, come annunciato nel corso di un evento appositamente organizzato, quell’atto non ha più alcun valore. Angelo Di Castro, Romeo Di Castro, Umberto Di Segni e Davide Pacanowsky: quattro nomi e quattro vicende umane e professionali duramente provate dalle leggi razziste, ripercorse in una sala gremita.
“Commemorare uno dei passaggi più drammatici della storia del nostro Paese significa non solo ricordare la tragedia vissuta dagli italiani di religione o cultura ebraica all’epoca delle leggi razziali. Ma, soprattutto, continuare a cercare le ragioni profonde che ci hanno portato a tale sciagura. Ricordare – ha detto il presidente dell’Ordine romano Flavio Mangione – per far sì che questo dramma non si ripeta mai più e per rimarginare una ferita che sembra insanabile”.

QUI FIRENZE

Gli avvocati fiorentini e le leggi razziste,
una targa per non dimenticare

Da ieri una targa, inaugurata al Palazzo di Giustizia di Firenze, ricorda gli avvocati ebrei fiorentini cacciati nel ’38 con la promulgazione delle Leggi razziste. 
Una iniziativa fortemente voluta dal locale Ordine degli avvocati, sulla scia di quanto avvenuto in altre città italiani. Ad intervenire sono stati gli avvocati Renzo Ventura e David Cerri, con il primo che ha approfondito in particolare tre aspetti: il concetto ebraico di Memoria; il razzismo italiano anteriore “e quasi maestro” di quello tedesco; episodi allarmanti come le adunate neofasciste di Predappio o le recenti celebrazioni naziste via social di un professore dell’Università di Siena.

QUI PADOVA 

Il richiamo dell’Ani Maamin

A Padova sono le 19.27 del 26 gennaio 2020. La sala dell’Auditorium Pollini è gremita di persone. Ci sono più persone rispetto a quelle presenti ai concerti che in passato si sono tenuti a Padova in occasione del Giorno della Memoria. È giusto notarlo e ricordarlo. Perché oggi si esce sempre di meno per assistere a un evento pubblico. Alle 19.27 il rabbino capo di Padova, rav Adolfo Locci, intona accompagnato dagli Shirè Miqdash, l’Ani Maamin, l’Io Credo. Le parole recitano: “Io credo, Io credo, Io credo. Con fiducia completa, Io credo nella venuta del messia. E anche se dovesse ritardare, Nonostante tutto, io lo aspetterò. Io credo…”. Le prime due note dei primi due “Io Credo” formano un intervallo che nella teoria musicale è chiamato “quarta giusta”. È un incipit che nella musica occidentale è stato da sempre fondamentale. E che è stato spesso associato o ai richiami o agli allarmi. La marcia trionfale dell’Aida inizia con un intervallo di quarta. E…molto più prosaicamente, anche la sirena della polizia si muove su un intervallo di quarta.
Come mai allora anche l’Ani Maamin inizia su un intervallo di quarta?

Francesco Castelnuovo 

LE INIZIATIVE NEL MONFERRATO

Vecchi fantasmi e nuovi orizzonti,
a Casale diversi impegni di Memoria

Per Casale e il Monferrato è stata una settimana dedicata al ricordo di uno dei periodi più dolorosi della storia, specie per un territorio dove da cinquecento anni l’ebraismo è estremamente connesso con la cultura e i luoghi. Nelle manifestazioni legate al Giorno della Memoria la Comunità ebraica di Casale Monferrato è stata sia una presenza costante nelle numerose iniziative organizzate dai Comuni di Casale, Trino e Moncalvo e dalle scuole monferrine, sia organizzatrice di alcuni incontri dedicati ad approfondire le persecuzioni razziali e le deportazioni nazifasciste.

L'INIZIATIVA DI STUDENTI E INSEGNANTI A PORTOGRUARO 

Un flash mob contro l’odio

“No all’odio e al razzismo”. Una sala gremita di cartelli colorati, tenuti tra le mani da insegnanti e studenti. La foto di gruppo è stata scattata a Portogruaro, al Teatro Russolo, in occasione dello spettacolo teatrale “Storie di donne ebree” dedicato tra le altre alla partigiana Rita Rosani (1920-1944), medaglia d’oro al valor militare, che fu uccisa dai nazifascisti. L’iniziativa aveva il patrocinio dell’UCEI.

LA RICERCA DI UNA FIGURA DI SUPPORTO PER LE ATTIVITÀ CULTURALI EBRAICHE

Area Cultura e Formazione, il bando UCEI

L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è alla ricerca di una figura di supporto al coordinamento per attività culturali ebraiche da inserire nell’area Cultura e Formazione con contratto a tempo determinato per sostituzione di congedo per maternità. Clicca qui per il bando.

 


Rassegna stampa

“Shoah, monito e lezione”
Leggi

 
Non è tempo di perdono
Alle commemorazioni dei crimini contro l'umanità, c'è una frase che non si riesce più ad ascoltare: "... perché non accada mai più". Chi la pronuncia è sempre in malafede perché sa bene che tutto puntualmente riaccadrà. Così, a ogni nuova occorrenza, quella frase ripetuta acquista un senso sempre più fastidioso di retorica vuota e insopportabile. Il fascismo è accaduto, ma non è passato. Ci ha trascinato in una guerra che ha provocato all'Italia mezzo milione di morti; ha dato il suo contributo criminale alla Shoah.
Dario Calimani
La doppia vita del Bund
Assistiamo da ultimo ad un fenomeno in qualche modo reazionario, se non altro laddove si ripropongono dei fantasmi del passato come se fossero la continuità di qualcosa che non si sia mai interrotto. Il Bund, per chi non lo ricordasse, è stato un meritorio e meritevole movimento operaio ebraico che reagiva ai soprusi subiti nella Russia zarista e nell’Est europeo, proponendo una certa autonomia ebraica assieme al raggiungimento di un sistema socialista, dando per scontato che il problema ebraico si risolvesse col trionfo del proletariato.
Sennonché, anche se molti non se ne sono ancora accorti, il comunismo, piaccia o meno, è bell’e finito, e sussiste in modo abbastanza feudale, per via della persistenza al potere della stessa famiglia, soltanto in Cuba e Corea del Nord.
Emanuele Calò
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Dietro quella scritta
L’ignobile scritta con cui a Mondovì qualcuno ha imbrattato l’ingresso della casa di Lidia Rolfi (partigiana e deportata politica nel Lager femminile di Ravensbrück scomparsa nel 1996) ci porta a fare alcune considerazioni ulteriori sull’antisemitismo riemergente e quotidiano dei nostri giorni, al di là delle tante cose dette e lette negli ultimi mesi. Può apparire inutile o addirittura cinico soffermarsi ad analizzare una simile manifestazione di infamia.
David Sorani
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