Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      21 Luglio 2020 - 29 Tamuz 5780
L'INTESA TRA I PAESI UE E LE AZIONI PORTATE AVANTI DALLA GERMANIA

Europa, il giorno dell’unità

“L’Europa ha dimostrato di essere in grado di aprire nuovi orizzonti in una situazione così speciale”. Le parole di Angela Merkel, la cancelliera tedesca, danno il senso del pericolo scampato. Un mancato accordo sul Recovery Fund avrebbe infatti avuto conseguenze catastrofiche. Con il rischio, molto simile a una certezza, di dare avvio a una vera e propria disintegrazione dell’unità europea. 
Numerose, come noto, le difficoltà emerse nel corso del negoziato. Oltre alla contrapposizione con i cosiddetti paesi “frugali”, la richiesta avanzata da alcuni governi sovranisti con scarso feeling per il rispetto dei diritti e delle libertà democratiche (Ungheria e Polonia) di soprassedere a una verifica sul loro comportamento in tal senso. 
Una sfida aperta. Per l’Unione, i cui valori fondanti restano minacciati dall’azione di leader irresponsabili che dall’odio sembrano trarre legittimazione e consenso nell’urna. E soprattutto per la Germania, che ha da poco assunto la guida dell’Europa in un semestre che si annuncia tra i più importanti di sempre. Un vero e proprio spartiacque storico.  
Per Berlino si aprono giornate di azione e di rinnovata consapevolezza del proprio ruolo. È un’altra vicenda di queste ore a suscitare l’attenzione di molti: l’avvio del processo (nell’immagine a fianco) contro l’estremista di destra che, ad ottobre, in occasione del digiuno dello Yom Kippur, aveva provato a fare una strage all’interno della sinagoga di Halle. Stefan Balliet deve rispondere dell’omicidio di due passanti, raggiunti dai colpi della sua arma da fuoco. Un assassinio brutale. Uno dei tanti che hanno purtroppo insanguinato le strade di Germania e d’Europa in questi anni, nel nome malato del suprematismo. I nomi di tutte le vittime dell’odio neonazista richiamati dai manifestanti raccoltisi all’esterno del tribunale sono più di un monito. E stanno a ricordarci che anche in questo ambito l’Europa dovrà essere unita e coesa. O non sarà Europa.   

Leggi

PAGINE EBRAICHE - DOSSIER CINEMA

Il piccolo dittatore sbarca a Gerusalemme

In soli 28 minuti The Little Dictator (“Il piccolo dittatore”), con grande sensibilità e ironia, analizza una questione molto importante per la società israeliana: la memoria e la capacità di interrogare il passato in maniera critica. Il cortometraggio, tra quelli proposti durante un seminario di storia del cinema israeliano organizzato dalla professoressa Sarah Kaminski, è stato realizzato nel 2018 dalla Ma’aleh School of Film and Television di Gerusalemme.
Yossi è un insegnante di storia contemporanea ossessionato dai totalitarismi a tal punto da conoscere a memoria i grandi discorsi di Lenin, Stalin, Mussolini e Hitler. Nonostante i suoi tentativi di trasmettere agli studenti e alla famiglia l’amore per la sua materia, Yossi riesce a trovare comprensione soltanto dalla nonna della moglie, un’ebrea tedesca sopravvissuta alla Shoah. Durante uno dei suoi monologhi nel bagno dell’hotel dove la famiglia si ritrova per festeggiare i novant’anni della nonna, Yossi, in preda ad una delle sue solite fantasticherie, perde la cognizione del tempo e si ridesta con i baffetti di Adolf Hitler a Shabbat ormai iniziato. Temendo una reazione negativa della festeggiata, i familiari impongono a Yossi di coprire i baffi con un cerotto. Yossi in un primo momento acconsente, ma mentre pronuncia il discorso di auguri in onore della nonna, decide di mettere fine alla messinscena e si toglie il cerotto, gettando nello scompiglio tutti i commensali, o quasi. Per la nonna, infatti, i baffi di Yossi/ Hitler sono gli stessi che portava suo padre, perso durante la Shoah insieme al resto della famiglia.

Matteo Bulzomì

Leggi

MONDO EBRAICO E CINQUE PER MILLE

Cultura, diritti, solidarietà. Una firma a tutela di tutti

Istituito nel 2006, il Cinque per Mille rappresenta una forma di sostegno essenziale per tutte quelle realtà che svolgono funzioni sociali rilevanti. Un’opportunità che ogni cittadino ha, al momento della dichiarazione dei redditi e senza oneri aggiuntivi, di dare un proprio contributo. Sono molteplici gli ambiti in cui Comunità e istituzioni ebraiche si trovano ad agire, con sforzo quotidiano, su tutto il territorio nazionale. Dall’assistenza a chi è rimasto indietro all’erogazione di servizi culturali di qualità, dai progetti per il mondo della scuola alla valorizzazione di esperienze di integrazione e cittadinanza consapevole: un impegno incessante a a presidio dei diritti delle conquiste che sono patrimonio dell’intera collettività, nessuno escluso. Anche una singola firma, insieme a quella per l’Otto per Mille destinato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, può fare la differenza.

Leggi

UNA COPPIA DI MEDICI ISRAELIANI RACCONTA IL PROPRIO LAVORO 

Nel Negev, a fianco della comunità beduina

Tatyana ed Evgeniy Petrovsky sono una coppia di medici. Vivono e lavorano nel sud d'Israele. Evgeniy, dopo aver servito come medico militare nel complicato momento del ritiro dei soldati dal Libano (2000), si è spostato a Beersheva, lavorando a lungo con la comunità beduina che vive nell'area, per poi proseguire la propria carriera come medico di famiglia. Tatyana, pediatra, ancora oggi continua a seguire i beduini, in particolare prestando servizio nella città di Rahat. “È una città relativamente nuova, creata dal nulla, con diverse infrastrutture e con circa 70mila abitanti. In genere i beduini non vivono in una vera realtà urbana ma in insediamenti sparsi; per questo Rahat è un po' un'eccezione. A dare lavoro a molte persone nella zona è l'azienda Sodastream. La comunità beduina mi ha accolto bene ma è una realtà molto diversa. - racconta Tatyana a Pagine Ebraiche - Avevo un paziente con tre mogli e trentadue figli che mi ha detto che sarebbe venuto con tutta la famiglia. Sì, perché praticano ancora la poligamia... Per quanto mi riguarda, l'ho scongiurato di non venire con tutti i figli in un giorno solo”.

Leggi

GRAZIE ALL'ESAME DEL DNA CONFERMATO IL NOME DI HEINZ ERICH TUCHMANN

Ardeatine, restituita l'identità a un'altra vittima

Figlio di Otto Tuchmann e Gertrud Essenberg, sposato con Hilde Rosy Jacobson, Heinz Erich Tuchmann era un ebreo tedesco, nato a Magdeburgo il 18 gennaio 1911. Di lui si sapeva con certezza che era rimasto ucciso nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Ma al nome, finora, non si erano potuti associare dei resti. Il test del dna cui si è sottoposto il nipote Jeremy ha dato, nelle scorse ore, l’esito sperato.
Con questa nuova evidenza scientifica, a pochi mesi dal riconoscimento di un’altra vittima della strage nazifascista, l’ebreo polacco Marian Reicher, le salme ancora da identificare restano sette. L’obiettivo del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, con il supporto del RIS dell’Arma dei Carabinieri e del Laboratorio di Antropologia Molecolare dell’Università di Firenze, è di arrivare il prima possibile a comporre ogni singolo tassello mancante.
“Fare di tutto per ridare l’identità ad una salma è un atto che dobbiamo a chi ha sacrificato la vita per la libertà” ha sottolineato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, appena appresa la notizia. Notizia che, riferisce il ministero, è stata accolta “con profonda gioia e gratitudine dai familiari, immediatamente contattati dal Commissario Generale, generale Alessandro Veltri”.

Leggi

PAGINE DI STORIA CON ANNA FOA

Hannah Arendt e la scelta di Rahel Varnhagen

"Che storia! - Sono una profuga dall'Egitto e dalla Palestina e trovo qui aiuto, amore e cura da parte Vostra! Con entusiasmo sublime penso a questa mia origine e alla trama del destino in cui si uniscono le più lontane distanze di spazio e di tempo: le più antiche memorie del genere umano, allo stato più recente delle cose. Quello che, per tanto tempo della mia vita, è stata l'onta più grande, il più crudo dolore e l'infelicità, essere nata ebrea, non vorrei mi mancasse ora a nessun costo". Con queste parole di Rahel Varnhagen, Hannah Arendt decide di aprire la sua prima e unica biografia dedicata proprio alla Varnhagen, scrittrice ebrea berlinese vissuta a cavallo tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Un volume (intitolato Rahel Varnhagen. Storia di un'ebrea - Il Saggiatore) a cui la Arendt lavorò per anni, e che la storica Anna Foa ha scelto di presentare nella nuova puntata della rubrica “pagine di storia”.
Un testo in cui, spiega Foa, la Arendt apre una finestra sul mondo ebraico tedesco attraverso la figura di Varnhagen e analizza il significato di assimilazione e integrazione. “Leggere questo libro aiuta a capire il mondo pieno di contraddizioni dell'ebraismo tedesco. È estremamente affascinante”, spiega Foa. O per dirla come Walter Benjamin è un testo che “nuota vigorosamente contro la corrente della giudaistica edificatoria e apologetica”.

Ascolta qui


Rassegna stampa

L’intesa per il Recovery Fund
Leggi

 
La giostra dell’odio
La pandemia, si sarebbe potuto sperare, avrebbe almeno distolto i complottisti, presi dalla ricerca di mascherine e disinfettanti, dal vizio dell’antisemitismo. E tuttavia, si apprende, l’antisemitismo è in aumento un po’ dappertutto. Si continua a inghiottire amaro. E ci si chiede se i complottisti siano gli stessi che al virus non credono, perché se così fosse – e spesso lo è – non si capisce perché indichino negli ebrei gli untori, untori di un virus che, a quanto asseriscono, non esiste.
Dario Calimani
Gli ebrei nell’Italia di oggi
Un articolo giornalistico (F. Billari, G. Verona, Atenei, in Italia e in Europa adesso dobbiamo fare di più, Corriere della Sera, 9 luglio 2020, p. 28) ha menzionato, ancorché en passant, i danni che l’Olocausto ha provocato negli Atenei. Probabilmente, finché il ciclo vitale non ha esaurito la generazione nata negli anni Venti, formatasi sotto grandi eccellenze, ed essa stessa un’eccellenza, i danni non si sono sentiti, considerando anche che la stessa generazione degli ebrei espulsi dalle Università era talvolta tornata in cattedra. A ciò si aggiunga che, in Italia, i furori ideologici parossistici che hanno devastato il Paese ancora non si erano fatti sentire. 
Emanuele Calò
Populismo sovrano
Per il difficile graduale dopo-emergenza avremmo auspicato una fase di progettazione comune o quantomeno di confronto civile e collaborativo tra le forze politiche italiane, nel rispetto consapevole del periodo pesante che abbiamo alle spalle e del dolore che questi mesi hanno portato in molte famiglie, lasciando spesso gravi problemi economici e sociali dietro di sé. Ce la saremmo attesa anche in previsione del duro autunno che certamente ci aspetta, con una recessione alle porte e una crisi occupazionale incombente dopo la fine del periodo di cassa integrazione.
David Sorani
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website