Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    27 Settembre 2020 - 9 Tishri 5781
LA PREGHIERA DEL PRESIDENTE D'ISRAELE REUVEN RIVLIN 

"Questo Kippur, ricordiamo le vittime del virus"

Accendere una candela in memoria delle vittime della pandemia. È l'invito alla vigilia della solennità ebraica di Kippur del Presidente d'Israele Reuven Rivlin. In un paese segnato dal secondo lockdown e da un numero di contagi che continua a crescere (superati gli ottomila nelle scorse 24 ore), Rivlin ha invitato a dedicare un pensiero alle vite portate via dal virus. “La pandemia e le sue vittime mi hanno fatto pensare a chi ha perso la vita, all'invisibile angelo della morte che fa il suo terribile lavoro e toglie la vita in isolate stanze d'ospedale, senza che le famiglie possano dare un ultimo saluto, tenendosi per mano”, il commosso pensiero di Rivlin, che ha poi recitato in ebraico una versione modificata della preghiera di Yizkor, che commemora i defunti, dedicato in particolare alle oltre mille vittime del coronavirus in Israele. “Possa Dio ricordare, e possa il popolo d'Israele ricordare le anime di quegli israeliani che hanno perso la vita quest'anno a causa del coronavirus. Che noi possiamo ricordare quei pionieri e fondatori, i sopravvissuti alla Shoah, i veterani immigrati, i combattenti e i creatori, gli studenti di Torah e i devoti al Signore, gli ebrei e gli arabi, vecchi e giovani”, le parole recitate da Rivlin. “Erano tutti amati, tutti conosciuti, tutti avevano nomi e volti. Padri e figli, nonne e nonni, amici e conoscenti, vicini e colleghi. Una parte inseparabile del tessuto della nostra vita. Che ci sia perdonato il peccato della debolezza e dell'incapacità, per non aver fatto abbastanza, per non essere riusciti a salvarli. Per questo motivo, sono state perse delle vite”. “Il Padre nostro, il nostro Re, impedisca la diffusione della malattia e dia ai nostri leader la comprensione e la forza per condurci e guidarci alla pace, e guidaci, Signore, a giorni migliori, alla vita, alla felicità e alla pace. Che sia la Tua volontà, Re dell'universo, che la salute, la prosperità, la pace e l'unità regnino nei nostri confini. Possano le anime dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, vittime della pandemia, essere legate nel vincolo della vita. Amen”, la conclusione della preghiera del Presidente israeliano.

Leggi 

KIPPUR 5781 

Per un futuro comunitario 

Il nostro essere ebrei non può prescindere dall’esistenza della Comunità il cui mantenimento, sia dal punto di vista economico che di partecipazione, è dovere e compito di tutti, nessuno escluso.
È indispensabile che tutti sentano la necessità della propria individuale adesione e collaborazione, se necessario anche con il dissenso, perché ogni ebreo, esercitando i propri diritti e i propri doveri, possa avvertire come propria la Comunità. 
La struttura comunitaria, impostata sulla collaborazione di tutti coloro che lavorano per essa, può apparire, a volte, come un luogo in cui si instaurano dinamiche interpersonali estremamente complesse e nel quale ci si sente spesso vittime di attacchi, rifiuti e frustrazioni.

Rav Roberto Della Rocca, direttore dell'area Formazione e Cultura UCEI

Leggi 

I RISULTATI DEL PROGETTO PER LE SCUOLE E IL SEMINARIO ALLA SAPIENZA

“Lotta alla violenza sulle donne,
Not in my name un modello”

Conoscenza, creatività, condivisione. Sono le parole chiave che hanno caratterizzato la prima edizione di “Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle Donne”, il progetto promosso nelle scuole dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Religiosa Islamica Italiana e l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sotto l’egida del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un percorso che, durante il passato anno scolastico, ha portato diversi gruppi di studenti romani, milanesi e torinesi di scuole secondarie di secondo grado a confronto, in modo dinamico e con la partecipazione di rappresentanti religiosi, formatori ed esperti, con questo tema. 
L’esperienza, nel suo intero svolgimento, è stata presa a modello nell’ambito del corso di formazione online “Culture contro la violenza di genere: un approccio transdisciplinare” avviato dall’Università La Sapienza di Roma. A ripercorrerla, in un intervento dedicato, l’assessore a Scuola, formazione e giovani UCEI Livia Ottolenghi.
“Un’esperienza molto bella, con partner molto interessanti” il suo giudizio su un’iniziativa che ha fatto della trasversalità e della collegialità uno dei punti di forza. “I tre monoteismi sono scesi in campo perché esistono ancora oggi pregiudizi, discriminazioni di genere. Problemi con cui le stesse religioni – ha detto Ottolenghi – si devono rapportare”.

(Nell'immagine, la presentazione nel settembre 2019 del progetto "Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle Donne” al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca)

Leggi 

IL TESTO DI RAV DARIO DISEGNI SCARICABILE ONLINE

Il Machazor per Kippur

In occasione della solennità di Kippur 5781, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con l’Assemblea Rabbinica Italiana e torah.it, ha pubblicato online il Machazor per Kippur completo di Rav Dario Disegni, in ebraico con traduzione in italiano (clicca qui).
Considerato che non tutti potranno recarsi al tempio a causa dell’epidemia, si è ritenuto opportuno segnalare: i brani da non leggere se non in presenza di minian; i brani essenziali da leggere per coloro non molto pratici e quindi non in grado di poter recitare l’intero Machazor.
I testi selezionati dovranno essere stampati in anticipo, essendo proibito l’uso di apparati elettronici durante Yom Kippur.

 
QUI VERCELLI - IL CONVEGNO

Silvio Ortona, il partigiano intellettuale
che diede fiducia a Primo Levi

Promosso dalla Fondazione Rinascita Vercellese e dall’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea con il patrocinio della Comunità ebraica locale, uno stimolante convegno svoltosi a Vercelli ha riportato all’attenzione di molti la vita e le scelte di un grande protagonista del Novecento quale fu Silvio Ortona (1916-2005). 
Una vicenda appassionante sviscerata in numerose testimonianze. Tra le altre quella della professoressa Anna Segre (nell'immagine a sinistra), direttrice dell’organo del gruppo di studi ebraici di Torino HaKeillah, che ha ricordato il suo legame con la testata, i molteplici stimoli all’approfondimento, l’attenzione dedicata alla rilettura dei testi biblici in un’originale interpretazione storica di tipo marxista. Tra gli aneddoti raccontati anche uno, che lo vide protagonista, relativo alla resa dei tedeschi a Vercelli. Fu infatti proprio Ortona, un partigiano ebreo, a dettare le condizioni al nemico. Lo stesso nemico che, attraverso una radio, si era indirizzato alle “madri biellesi” dicendo loro: “I vostri figli sono in montagna al comando di un ebreo bolscevico”. Le parole non avevano però impressionato le destinatarie di quel messaggio. Anzi, scherzava l’ex comandante partigiano, erano state un’ottima pubblicità per lui. 

(Nell’immagine in alto Primo Levi e Silvio Ortona; in mezzo Ada Della Torre, moglie di Ortona)

Leggi 

Se tu protesti, io prego
Tutti conoscono la drammatica situazione che stiamo vivendo in Israele, con percentuali di positivi al covid-19 elevatissime e un numero di vittime che ormai rievoca gli spettri delle peggiori guerre che abbiamo combattuto.
Siamo così storditi da non voler vedere nemmeno come siamo finiti in una situazione tanto grave. E così mentre il governo stenta, per usare un eufemismo, a trovare soluzioni, si è scatenata la “caccia all’untore”: chi è il vero colpevole? In una logica di contrapposizione e di tutti contro tutti, che ci saremmo dovuti lasciare alle spalle almeno già per Tishà beAv e sicuramente in vista di Kippur, si è creata fra le tante una lotta che all’osservatore attento dovrebbe risultare sbalorditiva: i “religiosi” contro i “manifestanti”. In sintesi la diatriba potrebbe riassumersi così: “perché io dovrei accettare di chiudere il tempio se i manifestanti sono liberi di scendere in piazza?”. Perché tale contrapposizione è sbalorditiva? Perché l’ebraismo non solo contempla la necessità di migliorare il mondo, seguendo la nota idea per la quale “l’uomo è socio del Signore nell’opera della Creazione”, bensì è addirittura fondato sull’esigenza di combattere l’ingiustizia, fosse anche, paradossalmente, contro il Signore.
                                                                          Rav Michael Ascoli
Leggi
Gli amici di Benjamin
Nella notte tra 26 e 27 settembre 1940 moriva Walter Benjamin. Cosa ci resta di Walter Benjamin ottanta anni dopo? Ci resta l’amicizia. È solo l’amicizia (di Gershom Scholem, Theodor W. Adorno e Hannah Arendt, prima di tutto) che ci consente oggi di possedere una traccia di Walter Benjamin. 
Sarà proprio Adorno (con la consulenza scientifica di Scholem) a promuovere, nel 1955 in Germania, la prima raccolta di scritti di Benjamin; sarà Hannah Arendt di nuovo nel 1968, proponendo una seconda antologia di suoi scritti, questa volta in inglese, a far sì che, finalmente il mondo intellettuale – oltre la cerchia ristretta dei suoi amici di un tempo – presti attenzione a Walter Benjamin. Non è molto e non cambia il finale, ma consente che Walter Benjamin parli ancora a noi e con noi.
                                                                          David Bidussa
Leggi
La breccia nel tempo
Torniamo indietro di una settimana, dopo la sosta temporanea dettata dai moadim di inizio anno. E domandiamoci quanto tempo sia trascorso dal 20 settembre 1870: tempo logico, prima che cronologico. Tempo che diventa distanza non solo dai fatti ma anche dalla loro memoria. La mattina di quel giorno, infatti, l’artiglieria del Regio esercito, guidata dal generale Raffaele Cadorna (esponente di una vera e propria dinastia di militari che avrebbe accompagnato nei decenni la storia del nostro Paese) ma comandata dal capitano Giacomo Segre (ebreo nato a Saluzzo nel 1839 e morto a Chieri nel 1894), dopo quattro ore di cannoneggiamento, riuscì ad aprirsi una breccia di una trentina di metri nelle mura di Roma, a brevissima distanza da Porta Pia.
Claudio Vercelli
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website