Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui                5 Novembre 2020 - 18 Cheshvan 5781
LE ELEZIONI NEGLI STATI UNITI

"Gli Usa e la mia prima volta al voto,
a vincere è sempre la democrazia"

Ho passato gli ultimi due giorni a fissare ipnotizzata la mappa degli Stati Uniti. Gli stati rossi, gli stati blu, gli stati in sospeso, gli annunci e le scadenze. È la prima volta che in America voto per un presidente. Nel 2016, quando la vittoria di Trump ha lasciato il mondo a bocca aperta, non avevo ancora la cittadinanza. Quest’anno ho fatto invece la mia parte e per quanto il risultato fosse scontato - la Louisiana è roccaforte repubblicana e come prevedibile Trump ha totalizzato un secco 60 per cento - la sensazione di aver detto la mia non mi lascia.
Non è solo la posta in gioco, la pandemia che incalza, la terrificante crisi economica, il disagio sociale che avanza, il razzismo e certe violenze poliziesche. È il grande rito della democrazia americano che mai come quest’anno è stato così appassionato e affollato, malgrado il virus, lo spettro dei disordini civili e il timore di brogli.
Oltre cento milioni di americani al voto sono una cifra da capogiro e solo a guardare i dettagli di questo voto - i voti per posta e quelli anticipati, i volontari mobilitati in massa in tutto il paese per le registrazioni e tenere aperti i seggi – si sente battere il polso di qualcosa che spesso tendiamo a dimenticare. E cioè che l’America, nonostante tutto, è ancora una democrazia e che così alla fine si declina la partecipazione.
Si può discutere se si ama o meno quest’America – sui social molti italiani dichiarano ad esempio di detestarla e di preferire il jazz, Martin Luther King o l’Nba. E chi non ama Philip Roth (Woody Allen ormai è un altro discorso...)? Sognare è innocuo, soprattutto dall’altra parte dell’oceano. E i social si lasciano scrivere, sono lì per quello. 
Le sfide della realtà sono però altre. Riguardano il futuro dell’America e questioni molto concrete – dalla gestione della pandemia all’assistenza sanitaria, dal diritto all’aborto all’immigrazione, senza dimenticare lo slancio antirazzista che ha contrassegnato il periodo seguito alla morte di George Floyd. Non per caso i seggi elettorali hanno registrato un’affluenza record malgrado file spesso chilometriche, i voti per posta sono cataste impressionanti e così è stato l’afflusso al voto anticipato.

Daniela Gross

Leggi

LE ELEZIONI NEGLI STATI UNITI

Gli ebrei americani scelgono Joe Biden,
ma Trump ha guadagnato terreno

Un sondaggio dell'Associated Press's VoteCast evidenzia, come previsto, un ampio sostegno al candidato democratico Joe Biden (69%) da parte dell'elettorato ebraico. Un risultato atteso, visto lo storico legame tra il partito democratico e l'ebraismo d'oltreoceano coltivato negli anni. A far più notizia è invece il fatto che l'attuale Presidente Usa Donald Trump, sempre secondo i dati dell'Associated Press, avrebbe fatto molto meglio che nel 2016: allora aveva ottenuto il 24% dei voti, mentre ora sarebbe salito di ben sei punti percentuali, arrivando al 30%. Questi dati sono però contestati dall'organizzazione ebraica americana Jstreet, che ha lanciato un proprio sondaggio dalle cifre molto diverse. Secondo questo report, il vantaggio di Biden sarebbe decisamente più ampio: 77% contro il 21%. Dati che coinciderebbero con le proiezioni di un'altra indagine commissionata invece dall'American Jewish Committee secondo cui, un mese fa, il gradimento ebraico per Trump si attestava attorno al 22% mentre quello per Biden era al 77. Seppur l'ebraismo americano rappresenti una piccola minoranza del totale dell'elettorato Usa, capire se effettivamente ci sia stata uno spostamento di voti a favore di Trump, a fronte delle tante sorprese di questa elezione, ha dei riflessi di più ampio respiro: per esempio, aiuta a capire quanto influisce la politica di Washington sulle scelte degli elettori ebrei americani. Stando ai dati del sondaggio di Jstreet, organizzazione molto a sinistra, poco o nulla: solo il 5% degli intervistati (800 in totale) ha indicato Israele come la questione più importante per decidere il proprio candidato presidente. In contrasto con questa narrazione generale, sono però i dati che arrivano dalla Florida: qui, sulla base delle stime dell'Associated Press, il voto ebraico si è diviso in modo abbastanza uniforme rispetto alla media nazionale. Il 58% degli intervistati ha votato per Biden, mentre il 41% ha votato per il presidente Donald Trump. E i voti al candidato repubblicano sarebbero arrivati anche grazie alle sue politiche in Medio Oriente. “In Florida gli ebrei rappresentano il 9% della popolazione, sono più di 600.000 – spiega ad Haaretz il politologo Beth Rosenson, dell'Università della Florida - Le diverse cose che Trump ha fatto, l'accordo di pace con il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti, il trasferimento dell'ambasciata [a Gerusalemme], penso siano risuonate tra gli elettori ebrei in Florida”.

Leggi

LE ELEZIONI NEGLI STATI UNITI 

L'America, Israele e l'eredità di Rabin

Uno dei grandi temi internazionali che il prossimo presidente Usa - sia esso Donald Trump o Joe Biden - troverà sul proprio tavolo sarà sicuramente la questione israelo-palestinese. Un conflitto irrisolto, cui l'attuale amministrazione ha provato a dare una soluzione, ritenuta però irricevibile dai palestinesi. Nel frattempo il mondo arabo attorno è cambiato, ha iniziato ad accettare Israele. Il diktat per cui ogni normalizzazione con lo Stato ebraico sarebbe dovuta passare per una pace con i palestinesi è sostanzialmente caduto. Le diplomazie hanno lavorato e sono andate avanti, mentre al nodo palestinese non si è trovata soluzione. Gli accordi di Oslo e le immagini della stretta di mano tra il Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e il leader palestinese Yasser Arafat, con dietro il presidente Usa Bill Clinton, sembrano storia lontana. Ma, come ha scritto in questi giorni il Presidente Clinton ricordando Rabin - a 25 anni dal suo assassinio -, vale la pena ricordare quegli avvenimenti, perché possano essere di lezione per il presente e per il prossimo presidente Usa.

Leggi

IL NUOVO DPCM E IL MONDO DELLA CULTURA - IL PRESIDENTE DEL MEIS DISEGNI

“Musei chiusi, una scelta inevitabile.
Pronti a una ricca offerta in rete”

“È una chiusura che non viene fatta a cuor leggero. Ma siamo perfettamente consapevoli che le esigenze di garantire la salute di tutti sono prioritarie. Ottemperiamo quindi in assoluta coscienza di ciò”.
Anche al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, come in tutti i musei italiani, porte chiuse fino al prossimo 3 dicembre. Non sarà però un periodo di vuoto. Il calendario di impegni, spiega il suo presidente Dario Disegni, si annuncia intenso e significativo. In attesa dell’inaugurazione della prossima mostra, “Oltre il ghetto. Dentro&Fuori”, che andrà a costituire la terza parte del grande allestimento permanente, il Meis proporrà infatti una serie di appuntamenti virtuali che ci avvicineranno all’appuntamento (l’inaugurazione, prevista per lo scorso mese di aprile, è stata rinviata a marzo 2021). Nell’occasione, anticipa Disegni, le quattro curatrici Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel racconteranno i segreti della mostra scegliendo alcuni degli oggetti protagonisti. Gli incontri, che si svolgeranno via Zoom, prevedono anche la possibilità di fare domande per chiedere ulteriori informazioni e curiosità.

Leggi

IL NUOVO DPCM E IL MONDO DELLA CULTURA - IL PRESIDENTE DELL'AIE LEVI

“Libro un bene essenziale,
per l’Italia svolta di civiltà”

“Un segnale importante, nell’immediato ma anche nel lungo termine”.
Ricardo Franco Levi guida dal 2017 l’Associazione Italiana Editori. Nelle scorse ore è stata ufficializzata la notizia che più attendeva: anche nelle regioni a più alto rischio contagio, quelle classificate come rosse, le librerie resteranno aperte al pari di tutti gli altri servizi “essenziali.” Un cambio di passo deciso rispetto al lockdown della scorsa primavera, corretto poi in corso d’opera ad aprile. L’essenzialità del libro, questa volta, è stata subito affermata.
“Ci sono – dice Levi a Pagine Ebraiche – diversi elementi di soddisfazione. Sappiamo infatti quanto pesi, nell’economia del settore, la fase finale dell’anno. Soprattutto in un periodo così complesso, il libro può alleviare solitudine e preoccupazione. C’è poi almeno un altro aspetto che mi pare davvero significativo sottolineare: la scelta politica compiuta dal governo segna un punto acquisito su un piano di civiltà”.

Leggi

LA CAMPAGNA PER INSTALLARE UN DEFIBRILLATORE IN OGNI COMUNITÀ

“Chi salva una vita salva il mondo intero”
Il Magen David Adom fa tappa a Casale

Avviata nel 2018 a Milano, la campagna del Magen David Adom Italia “Datti una mossa, dagli una scossa” ha come fine l’installazione del maggior numero possibile di defibrillatori nei luoghi della presenza ebraica in Italia. Spazi non solo di fruizione comunitaria, ma anche dove solitamente si raccolgono visitatori e turisti che, in tempi normali, frequentano musei, incontri, conferenze. Un servizio di pubblica utilità, che si ispira al celebre passo del Talmud: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. Un’iniziativa possibile grazie anche al contributo Otto per Mille UCEI e che dopo le Comunità ebraiche di Venezia, Firenze, Bologna e Trieste ha fatto tappa, nelle scorse ore, anche a Casale Monferrato.

Leggi

Setirot - 25 anni senza Rabin
Il 4 novembre era il 25mo anniversario dell’assassinio di Yitzhak Rabin. Così, tanto per ricordarci quanta morte e quanto dolore si può provocare e si continua a causare in nome di Dio. Qualsiasi Dio.
Stefano Jesurum
 
Necessità della memoria
La prima esigenza che si impone di fronte agli attacchi islamisti che si sono susseguiti in questi giorni a Parigi, a Nizza, a Vienna, è quella della memoria. Una memoria che ci consenta di evitare la trappola di considerare questi attacchi come episodi isolati o come frutto di una particolare contingenza, come quella legata alle vignette su Maometto, ma li inserisca in un continuum che dura ormai da cinquanta anni. E’ da quando nel settembre 1970 un gruppo di terroristi si impossessò di quattro aerei di compagnie occidentali portandoli su una pista dell’aeroporto di Amman e facendoli saltare in aria che inizia la stagione dei dirottamenti aerei, degli attentati agli aerei in volo, degli atti di terrorismo sanguinoso prima in Israele poi in Europa e negli Stati Uniti e in ogni altra parte del mondo. Anche l’Italia non è stata immune da questo stragismo, dai due attacchi all’aeroporto di Fiumicino il 17 dicembre 1973 e il 27 dicembre 1985 all’attacco alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982 dove fu ucciso il piccolo Stefano Tachè.  
Valentino Baldacci
Leggi
Spuntino - Il mondo in un seme di senape
Nella parashà di Vayerà, Abramo, tre giorni dopo la sua circoncisione, ancora convalescente, nell'ora più calda della giornata, siede sulla soglia della sua tenda e appena scorge tre viandanti corre loro incontro per offrire (letteralmente) poca acqua, un pediluvio e una pausa di relax sotto l'albero (Gen. 18:1-4). Poi, malgrado le sue condizioni ancora precarie, si dà da fare e mobilita Sara e "il" giovane (Ismaele, secondo Rashì) per preparare rapidamente un banchetto ed onorare i suoi ospiti con circa trentasei (!) chili di farina, carne in abbondanza e altre prelibatezze. Così sono i giusti, minimizzano a parole le proprie intenzioni ("poca acqua") ma nei fatti danno il massimo (nel caso di Abramo organizzando un vero e proprio convivio). 
Raphael Barki
Leggi
L'isola delle rose
In questi ultimi giorni ho letto il libro Una voce sottile di Marco Di Porto, recentemente edito da Giuntina, in cui sono ben ricostruiti gli ultimi anni di vita della comunità rodiota, e l’ho fatto in pochissimo tempo come succede quando il tuo interesse è tanto vivo da impedirti di interrompere la lettura.
Lionella Viterbo Neppi Modona
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website